
I saggi raccolti in questo volume rappresentano il contributo che l'Agenzia per il terzo settore ha voluto offrire alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Un volume di storia sociale e giuridica che, con sguardo attento all'evoluzione legislativa e della "governance" degli enti non profit, ricostruisce il complesso - ma tenace - percorso della società civile italiana, dalla costituzione dello Stato unitario sino ai giorni nostri. La "Gran legge" del 1862, proprio a ridosso di un'unificazione faticosamente raggiunta, intende disciplinare e dare organicità, pur rispettandone l'autonomia, alle molte e operose organizzazioni di carità esistenti sul territorio. Quasi trent'anni più tardi, la "Legge Crispi" pone le Opere pie sotto diretto controllo statale, trasformandole in Istituzioni di pubblica beneficenza. Negli anni Venti e Trenta del Novecento, la dittatura fascista sferra un attacco mirato e consapevole contro ogni forma di associazionismo, intravedendo nell'autonoma iniziativa sociale e nei valori solidaristici i primi antagonisti del totalitarismo. Seppur la Carta fondamentale del 1948 rimarcherà la centralità dell'individuo e l'importanza del pluralismo sociale quali presupposti fondanti della stessa democrazia, e sebbene nel 2001 sia stato introdotto nel testo costituzionale il principio di sussidiarietà, ancora lungo sarà il cammino che il Terzo settore dovrà compiere, e molti gli ostacoli - soprattutto a carattere normativo - che dovrà affrontare...
Nelle primissime ore del 6 giugno 1944, ebbe inizio un'operazione militare che sarebbe diventata una delle più leggendarie incursioni compiute da un reparto speciale nella Seconda guerra mondiale. La missione, che ebbe come teatro un tratto di costa della Normandia presso il promontorio di Pointe du Hoc, fu assegnata al 2° battaglione Ranger dell'esercito statunitense agli ordini del tenente colonnello James E. Rudder; compito di questi uomini era scalare la scogliera in cima alla quale si trovava il temuto caposaldo tedesco, che con le postazioni di artiglieria costituiva una seria minaccia per gli sbarchi anfibi del D-Day nei settori denominati Omaha e Utah, assaltarlo e distruggerne i cannoni. I servizi di intelligence non avevano valutato correttamente la situazione. Una volta risalita la parete rocciosa sotto la tempesta di fuoco scatenata dai difensori germanici, i Ranger scoprirono che i pezzi non si trovavano nel sito. Grazie alle loro eroiche azioni, i soldati scelti americani alla fine localizzarono e annientarono i cannoni già puntati su Utah.
In breve
Dal IV secolo a oggi, potere civile e potere religioso non hanno fatto altro che combattersi per indossare l’uno i panni dell’altro, quando non si sono messi d’accordo, alleandosi, per entrare entrambi in una stessa, unica, veste.
La laicità è il prodotto di una specifica e cruentissima storia di lotte per la libertà religiosa e di coscienza e per la fondazione della convivenza civile su basi indipendenti dalla professione di fede. Significa spazio pubblico a disposizione di tutti per esercitare, in condizioni di libertà e uguaglianza, i diritti di libertà morale (di coscienza, di pensiero, di religione e di culto) e per costruire a partire da questi la propria esistenza: uno spazio voluto dagli uomini indipendentemente da Dio, una ‘città degli uomini’ in cui ci sia spazio per tutti, credenti e non credenti, non una città di Dio in cui ci sia posto solo per i suoi credenti. Non c’è laicità né quando la religione, al singolare o al plurale, si ingerisce nelle cose dello Stato, facendo dello Stato un affare di religione, né quando lo Stato si ingerisce nelle cose della religione, facendo della religione un affare di Stato. Laicità significa divieto di intromissioni. Quello che conta è la non ingerenza. Se si guarda alla storia, questa concezione dei rapporti tra politica e religione appare come un’eccezione, per di più recente, in una vicenda storica pluri-millenaria, in cui si intrecciano dissidi e connivenze. Un conflitto ineliminabile, latente o patente che sia, perché tra Chiesa e società civile ogni accordo non è mai un trattato di pace ma sempre e solo un armistizio. Universalismo religioso, pluralismo civile, laicità: Gustavo Zagrebelsky affronta temi centrali per la nostra democrazia.
Indice
1. Di che cosa andiamo a trattare: universalismo - religioso, pluralismo civile, laicità - 2. Laicità in questione - 3. Secolarizzazione fallita? - 4. Dalla salvezza delle anime... - 5. ...alla rottura dell’unità cristiana della società civile... - 6. ...al bene della società... - 7. ...alla dignità degli esseri umani... - 8. ...alla riconsiderazione della democrazia... - 9. ...alla critica della democrazia e alla riscoperta della religione come «religio civilis» - 10. Il protettorato cattolico sulla società civile - 11. La coincidenza di ragione e verità cristiano-cattolica - 12. La «dittatura del relativismo» 13. I «non possumus» della Chiesa - 14. La verità-ragione nella «sfera politica»: il «non possumus» laico - 15. «Etsi Deus non daretur. Veluti si Deus daretur» - 16. Conflitto inevitabile e non - Note - Indice dei nomi
Dal IV secolo a oggi, potere civile e potere religioso non hanno fatto altro che combattersi per indossare l’uno i panni dell’altro, quando non si sono messi d’accordo, alleandosi, per entrare entrambi in una stessa, unica, veste.
La laicità è il prodotto di una specifica e cruentissima storia di lotte per la libertà religiosa e di coscienza e per la fondazione della convivenza civile su basi indipendenti dalla professione di fede. Significa spazio pubblico a disposizione di tutti per esercitare, in condizioni di libertà e uguaglianza, i diritti di libertà morale (di coscienza, di pensiero, di religione e di culto) e per costruire a partire da questi la propria esistenza: uno spazio voluto dagli uomini indipendentemente da Dio, una ‘città degli uomini’ in cui ci sia spazio per tutti, credenti e non credenti, non una città di Dio in cui ci sia posto solo per i suoi credenti. Non c’è laicità né quando la religione, al singolare o al plurale, si ingerisce nelle cose dello Stato, facendo dello Stato un affare di religione, né quando lo Stato si ingerisce nelle cose della religione, facendo della religione un affare di Stato. Laicità significa divieto di intromissioni. Quello che conta è la non ingerenza. Se si guarda alla storia, questa concezione dei rapporti tra politica e religione appare come un’eccezione, per di più recente, in una vicenda storica pluri-millenaria, in cui si intrecciano dissidi e connivenze. Un conflitto ineliminabile, latente o patente che sia, perché tra Chiesa e società civile ogni accordo non è mai un trattato di pace ma sempre e solo un armistizio. Universalismo religioso, pluralismo civile, laicità: Gustavo Zagrebelsky affronta temi centrali per la nostra democrazia..
Il volume ricostruisce il percorso accademico e politico di Tassinari, lo sviluppo del suo pensiero scientifico e il ruolo nell'"assalto al latifondo", il complesso rapporto con Mussolini ed alti esponenti del nazionalsocialismo, fino ad esaminarne l'influsso sulle leggi di riforma agraria degli anni Cinquanta, plasmate secondo l'impostazione sostenuta dal suo più importante allievo: Giuseppe Medici.
I diritti umani hanno una 'storia breve' e una 'storia lunga'. Quella 'breve' l'hanno scritta i Paesi del Nord, ricchi e sviluppati, e comincia con la seconda guerra mondiale. Quella 'lunga' inizia invece nel 1492, con la cosiddetta 'scoperta' dell'America e la creazione europea di un sistema coloniale e criminale. Un sistema fondato su omicidi di massa (50 milioni di morti solo nelle Americhe), sulla privazione di diritti e sulla deumanizzazione. Zaffaroni propone un percorso critico legato ai molteplici modi in cui il colonialismo ha trovato espressione fattuale e ideologica, mettendo in discussione il suo rapporto con i diritti umani, originariamente celebrati come un trionfo proprio dalla stessa civiltà che ha teso la mano al patriarcato, alla misoginia, alla discriminazione, al razzismo e al classismo. Dallo smembramento dell'Africa al tardo colonialismo finanziario contemporaneo, passando per il colonialismo britannico in India e Oceania o quello francese in Indocina, i crimini dell'espansione americana e russa, i massacri delle repubbliche dell'ex Unione Sovietica e i crimini degli Stati Uniti e della Russia, i massacri delle repubbliche oligarchiche americane, le guerre in Congo, Algeria, Madagascar, Camerun, Malvinas, Iraq, Libia e Balcani, Zaffaroni porta alla luce questa 'storia lunga', occultata per giustificare tali atrocità con la sedicente superiorità della cultura colonizzatrice. Oggi, più che mai, dobbiamo riscattare la memoria di questi crimini e riconoscere che fanno parte della storia dei diritti umani. Le guerre e i conflitti esplosi di recente (dall'Ucraina a Gaza) ci mostrano che i diritti umani come categoria giuridica avranno un futuro solo se usati come strumento di lotta giuridica dei popoli, in grado di emanciparli da una posizione di subordinazione geopolitica.
Il duce, solo di fronte all'immagine di se stesso, sceglie, per confessarsi, un estraneo e un laico: il medico che per caso gli era accanto, e con lui si sfoga, parla senza reticenze del suo passato, dei suoi amori, dei suoi rimpianti, gli racconta aneddoti curiosi, trancia giudizi sui contemporanei. Una preziosa testimonianza che rivela un Mussolini intimo e inedito, esitante dinanzi alle decisioni più gravi, che non si atteggia più a "infallibile", che parla con franchezza dei protagonisti del suo tempo: odiava Badoglio, era scettico sulla funzione della Chiesa, provava stima e ammirazione per Churchill, frustrante sentimento di dipendenza nei confronti di Hitler, alta considerazione per Goebbels, disprezzo per Goering.
Un resoconto a tinte fosche dei vari aspetti, diplomatici e politici, delle guerre del Vietnam - contro Francia prima e USA poi - e delle loro conseguenze. Per la prima volta si dà eguale peso agli Americani e ai Vietnamiti, sconfessando l'idea che tutte le azioni compiute dai "buoni" americani contro i "cattivi" comunisti siano state lecite, concezione ribadita in molti interventi degli USA in politica estera (dal Libano a Panama). L'autrice analizza in queste pagine il più noto conflitto del Vietnam, i suoi molto sanguinosi precedenti e le pesanti conseguenze da un'ottica totalmente nuova per la storiografia americana, fornendo inoltre una buona mole di dati storici, molti dei quali inediti, sui conflitti stessi.
La storia della famiglia dei Medici, della sua ascesa al potere e della sua espansione, dei difficili equilibri conquistati a spese dell'opposizione interna, degli anni del declino e della decadenza: quattro secoli di avvenimenti narrati con equilibrio e imparzialità. Nel secolo scorso Firenze fu una meta ideale, una sorta di oggetto di culto per gli stranieri che, sedotti dal mito dell'arte, varcavano le Alpi alla ricerca della classicità perduta. Fra loro furono particolarmente attivi gli inglesi, che avevano formato a Firenze una vera e propria colonia, sopravvissuta fino alla Seconda guerra mondiale. Questa storia dei Medici è appunto uno dei frutti più significativi di quell'appassionato interesse. Da questo prezioso insieme emergono i personaggi della politica e dell'arte, protagonisti di vicende emblematiche nella storia di Firenze e dell'Europa fra il XV e il XVIII secolo. Un documento imprescindibile, mai eguagliato per portata, completezza e valore storico, che restituisce uno sguardo autentico e ricco di colore sulla famiglia più ammirata e invidiata di tutto il Rinascimento.