
La possibilità o impossibilità dell'esistenza di un rapporto amichevole autentico è una questione centrale nel Rinascimento: i fiorentini "erano profondamente imbevuti di concezioni classiche dell'amicizia. Rapporti di fratellanza e cameratismo univano artigiani e artisti che lavoravano insieme ad abbellire le chiese per glorificare Dio, e a progetti patriottici per adornare la città che i fiorentini consideravano il miglior posto della terra in cui vivere. In tutte queste forme di amicizia fioriva un affetto che è documentato in lettere personali, poesie, memorie, trattati e opere d'arte". Dale Kent documenta le relazioni tra fiorentini di diversa estrazione negli spazi fisici della città: le strade, le logge, i palazzi di famiglia, le chiese, i luoghi di riunione delle confraternite, le botteghe, le taverne. Ma non dimentica i tradimenti e le loro conseguenze: l'esilio di Cosimo de' Medici nel 1433 e il suo richiamo nel 1434, il tentativo degli amici più intimi dei Medici di appropriarsi della loro rete di protezione nel 1466, la congiura dei Pazzi per assassinare Lorenzo e Giuliano de' Medici nel 1478.
In questo libro su un tema oggi di grande attualità, l'autorevole storico Hugh Kennedy ricostruisce la lunga storia del califfato: dalle prime attestazioni nel Corano - dove sono chiamati "califfi" Adamo e David - ai più recenti attentati terroristici dell'ISIS, lungo un arco temporale di quattordici secoli e in un'area geografica che va dal Sud-Est asiatico al Portogallo e al Marocco. Al suo culmine, tra il IX e il X secolo, il califfato si estendeva infatti dalla Spagna ai confini della Gina e costituiva la più potente entità politica nell'Eurasia occidentale. In un'epoca in cui Parigi e Londra contavano poche migliaia di abitanti, Baghdad e il Cairo rappresentavano sofisticati crocevia commerciali e culturali, mentre i califfati omayyadi e abbasidi si distinguevano per i progressi nelle scienze, in medicina e in architettura. Ben diversa invece l'attualità. Il volume si chiude infatti sulla recente ricomparsa dell'ideologia califfale all'interno dell'Islam fondamentalista, sottolineando quanto sia importante per noi conoscere questa forma di governo per capire le idee politiche del cosiddetto Stato Islamico e degli altri gruppi islamisti del XXI secolo.
Il volume di Kemp rappresenta il tentativo di seguire dall'alto e sul piano europeo il processo di industrializzazione. Il punto di partenza è la rivoluzione industriale inglese, presa come parametro di riferimento per lo sviluppo degli altri paesi, e l'ambito temporale è chiuso dalla prima guerra mondiale. I casi esaminati sono quelli della Francia, della Germania, della Russia e dell'Italia. L'autore studia caso per caso le forme di passaggio dall'economia agricola alla società industriale sottolineando le specificità economiche, politiche, sociali e geografiche dei singoli contesti nazionali e il ruolo giocato volta per volta dallo stato, dalla borghesia, dall'aristocrazia.
In questo volume l'autore ripercorre i momenti principali del pensiero giuridico in Occidente: dalle lontane origini greche sino all'età contemporanea. Due millenni e mezzo di una tematica culturale in cui si intersecano la filosofia del diritto e la teoria generale del diritto. La dottrina dello stato e la storia delle dottrine politiche, vengono ripercorsi secondo un approccio anticonvenzionale che fu proprio di Giovanni Tarello. Evitando gli schemi a base di scuole o di tradizioni, Kelly tratta infatti l'evoluzione del pensiero giuridico ancorandola agli sviluppi storici generali e agli eventi politici, religiosi, economici rilevanti.
Il vento tendeva le vele delle galee genovesi che dalla Crimea stavano entrando nel porto di Messina. Erano le benvenute. Portavano mercanzie da ogni parte del mondo conosciuto, sete, spezie e oggetti preziosi. Quando se ne andarono, cacciate dai messinesi, era ormai troppo tardi. La Grande Morte, la Peste Nera, aveva già fatto le prime vittime e il contagio si stava diffondendo a gran velocità. Era l'ottobre del 1347 e quello era l'inizio del più devastante disastro naturale della storia dell'umanità. Scrupolosa e ricca di aneddoti, questa è la storia della terribile epidemia che falcidiò un terzo della popolazione europea. E creò un mondo nuovo.
"Ogni grande movimento di questa terra" scrive Hitler nelle prime pagine del "Mein Kampf" "deve la propria crescita ai grandi oratori e non ai grandi scrittori." Eppure, osserva: "Per l'esposizione armonica e coerente di una dottrina occorre che i suoi principi fondamentali siano fissati per sempre". Nel 1924 Hitler ha bisogno di trovare ascolto presso i suoi sostenitori. Dal carcere di Landsberg, in cui è rinchiuso per alto tradimento dopo il putsch fallito, ridefinisce gli obiettivi del movimento, ne progetta l'evoluzione. Mette nero su bianco la sua visione del mondo. Questo saggio, basato su fonti archivistiche finora inaccessibili, dissipa la confusione sul delirante manifesto di Hitler ripercorrendo la sua evoluzione dalla prima stesura alle controversie attuali, facendo luce sulla sua genesi ammantata di leggende e individuandone le fonti. Le informazioni autobiografiche, per esempio, non sono affidabili: il padre non era un oppositore della monarchia austroungarica, ma un funzionario doganale ripetutamente promosso per i suoi servigi e la sua lealtà. E poi, da dove derivò l'antisemitismo di Hitler? Quali crimini del regime nazionalsocialista si ispirarono direttamente al "Mein Kampf"? Leggendo il libro era forse possibile prevedere quale metodo di sterminio sarebbe stato utilizzato ad Auschwitz? E come reagì il pubblico? Come si sviluppò il dibattito dopo il 1945? Fu davvero un "bestseller mai letto"?
"La Bibbia aveva ragione", tradotto in 24 lingue, venduto in milioni di copie in tutto il mondo, adottato nelle scuole e oggetto di seminari, è apparso per la prima volta nel 1955. Nel 1978, con l'aiuto di Joachim Rehork, Keller ha riveduto la prima edizione tenendo conto delle scoperte che nel frattempo, grazie all'acquisizione di nuove tecniche e metodi di ricerca, l'archeologia biblica aveva portato alla luce. Nonostante gli anni, e gli ulteriori sviluppi della storiografia in campo biblico, questo libro rimane un classico nel senso autentico del termine, perché per la prima volta ha presentato le ragioni del testo biblico confrontandole minuziosamente con il contesto storico, geografico, sociale e culturale del tempo. Dal Diluvio universale fino alle indagini sulla Sindone, un percorso rigoroso che illumina il testo biblico.
Il naufragio del Titanic, avvenuto il 14 aprile 1912, continua ad alimentare il nostro immaginario. E' diventato un mito. Le catastrofi di norma sono rapide e tumultuose. Quella del Titanic fu segnata dal silenzio, dalla lentezza, dall'immobilità. Da quell'atmosfera irreale è nata l'idea di quest'opera in cui i ricordi dei sopravvissuti consentono di comprendere ciò che è avvenuto ma anche di porre domande sul perché del mito e sul nostro mondo d'oggi.
L'impresa di Fiume ebbe tra i suoi protagonisti Guido Keller, segretario d'azione del comandante Gabriele D'Annunzio. E azione fu. Keller presto si impose come leader dei rivoluzionari convenuti nella città adriatica. Già asso della aviazione, mise al servizio dell'umanesimo anche le sue idee radicali. Libertario, critico del capitalismo, fautore di un nazionalismo del tutto diverso da quello degli anni Trenta, Keller appare come uno dei grandi capitani di ventura rinascimentali che tanto ammirava. Questo libro raccoglie per la prima volta tutti gli scritti di Keller, con numerosi inediti. Dagli articoli pubblicati su “La testa di ferro” a quelli su “Yoga”, passando per un commento alla carta del carnaro e a opere d’impronta futuristica firmate dopo il Natale di sangue che nel 1920 pose fine alla magnifica avventura fiumana.
Monachesimo e diritto, architettura e musica, letteratura e pittura in una ricostruzione unitaria delle linee fondamentali della civiltà bizantina nell'arco della sua lunga storia e in particolare durante i suoi tre secoli cruciali, quelli che vanno dal X al XII. Il costante contrappunto che Kazhdan stabilisce con il Medioevo occidentale mette in luce coincidenze e differenze che rendono il mondo bizantino a noi più vicino e "contemporaneo".