
La scoperta dei nuovi mondi fu anche la scoperta di uomini mai prima d'allora apparsi nelle grandi storie universali. Il racconto di questo libro, ricco di volti e di storie, si snoda dal Messico alla Cina, passando per le isole Molucche e il Perù, ma anche per le botteghe dei tipografi veneziani e le grandi corti rivali di Spagna e d'Inghilterra. Ci svela così un Rinascimento dagli orizzonti globali, in cui il recupero dell'antichità classica si accompagnò a una disorientante scoperta: le culture con cui gli europei erano entrati in contatto fra Quattro e Cinquecento avevano anch'esse un passato da decifrare. Qual era la storia di popolazioni, come gli indios delle Americhe, di cui gli europei non avevano mai sentito parlare? In che modo spiegare le tracce di tempi lontani di cui non davano conto né la Bibbia, né gli autori greci e latini? Come riconciliare un'improvvisa molteplicità di storie con il crescente senso di unità del globo? Le risposte che furono date a queste domande si misurarono con la difficile sfida della varietà del mondo che segna ancora il nostro presente.
Cos'è il liberalismo? Difesa della libertà personale, della libertà privata, anti-statalismo, concorrenza, bene comune, tolleranza, sussidiarietà? Niente di tutto questo. Il liberalismo è una ribellione nei confronti della legge naturale, in particolare delle sue declinazioni morali e religiose. Durante la Guerra Fredda l'ideologia liberale e il cattolicesimo hanno avviato un processo di avvicinamento in funzione anti-sovietica. Ora, a trent'anni dalla caduta del muro di Berlino, questa alleanza ha ancora senso? Cattolicesimo e liberalismo sono compatibili? È possibile essere contemporaneamente cattolici e liberali? Quali sono i punti di contatto, e quali le differenze tra queste due filosofie? L'ideologia che ha vinto il confronto con il comunismo e che, dopo la caduta della «cortina di ferro» sembrava destinata a governare il mondo, pare aver perso gran parte del suo fascino. Liberato da quello che sembrava essere il suo antagonista, il comunismo marxista, il liberalismo ha mostrato ai popoli un volto meno amichevole e invitante, sempre più simile a quello dell'antico avversario. Quale, quindi, può essere il giudizio della Chiesa sul liberalismo e sulla sua versione economica, il liberismo? Che rapporto può intercorrere tra i cattolici e il liberalismo? La risposta è nella definizione di liberalismo che lo psicologo Roberto Marchesini fornisce con questo suo lavoro approfondito e documentato, tuttavia semplice e accessibile a chiunque. Una Introduzione di Stefano Fontana, direttore dell'Osservatorio Internazionale Cardinale van Thuân, impreziosisce il volume.
La domanda sorge spontanea: c'era proprio bisogno di un altro libro sul Sessantotto? Non è forse già stato detto, scritto e pensato tutto, su quel fenomeno sociale e politico? Cos'altro si può dire, in proposito? A ben guardare, i discorsi sul Sessantotto, sono di due tipi: celebrativo, da parte di protagonisti o loro ammiratori; deprecatorio, da parte di chi ritiene che sia stato un fenomeno deleterio. In nessun caso ci si interroga su un'eventuale intenzionalità: si dà per scontato che sia stato un fenomeno spontaneo, originato e sviluppato meccanicamente. È un fenomeno comune, nel mondo moderno, l'assenza di un fine: sembra che tutto accada per «caso e necessità», come sosteneva il premio Nobel Jacques Monod. Non ci sono agenti, non ci sono fini, non ci sono intenzioni. Roberto Marchesini osserva il Sessantotto togliendosi questi occhiali moderni e infilandosi, invece, quelli più classici (del resto, è nota la sua appartenenza alla scuola aristotelico-tomista): tutto avviene per uno scopo. Qual è, dunque, lo scopo del Sessantotto? Di chi era lo scopo? Cui prodest, chi ci ha guadagnato? Ecco, dunque, un libro sui generis sul Sessantotto: uno sguardo nuovo eppure antico su quel fenomeno che, per molti versi, è ancora misterioso. «Dopo aver letto questo libro risulterà più facile capire cosa sia stato quel multiforme slittamento di paradigma o trasformazione che è stato il Sessantotto. Non una rivoluzione per la giustizia, se non nelle impressioni di chi la visse; non la vittoria del nuovo sul vecchio per stabilire più equità - se non in certi casi - ma il momento in cui emerse, così visibile, attraverso movimenti di piazza e organizzazioni giovanili spontanei, semispontanei e anche non spontanei, il lavorio corrosivo che era stato condotto nei decenni precedenti nell'ambito della cultura, della società, delle credenze e delle idee» (Mario Iannaccone).
Il libro si caratterizza per un inedito esame delle dinamiche personali vissute dai protagonisti della Prima Guerra Mondiale, scritto da uno psicologo e psicoterapeuta che si prefigge l'obiettivo di descrivere innanzitutto le conseguenze che il duro ambiente della Grande Guerra ebbe sulla psiche dei soldati. L'Autore sviluppa il suo percorso di analisi utilizzando diari, corrispondenze e materiale clinico inedito proveniente da un ospedale psichiatrico attivo durante la Prima Guerra Mondiale. L'esito di questa ricerca risulta impressionante, considerata la drammaticità delle testimonianze riportate nel testo. Saggio introduttivo di Ermanno Pavesi.
Nel 1538 l'immagine della Madonna, venerata in una cappelletta appena fuori dal borgo di Rho, cominciò a lacrimare sangue. Ora l'immagine è conservata sull'altare maggiore del santuario dedicato alla Madonna Addolorata di Rho. Rappresenta Maria con in braccio Gesù, la vittima innocente. Il 13 giugno 1920 Angelo Minotti fu ucciso a causa della sua fede religiosa sul piazzale del Santuario. Roberto Marchesini ricostruisce con passione ed abbondanza di documenti la vicenda dell'omicidio consumato sul sagrato del santuario, inserendolo nel contesto storico e politico dell'epoca. Emerge un'immagine ricca e inedita dell'Italia cattolica nella prima metà del Novecento. Un capitolo dell'opera è dedicato alla tanto importante quanto sconosciuta associazione Avanguardia Cattolica, nata con lo scopo di difendere fisicamente la religione cattolica e attiva tra le due guerre in tutto il nord Italia.
Dal 1909 fanno più di novant'anni che la carovana del Giro attraversa l'Italia: il Giro è un'istituzione, fa parte della storia e dell'identità del Paese. Con una minuziosa attenzione non solo alle cronache, ma anche alle innovazioni tecniche, al contorno pubblicitario, persino ai gadget che alimentano la passione e la mitologia popolare, Marchesini offre al lettore una narrazione che illumina molti aspetti della società italiana contemporanea.
È dal 1909 che, salvo le interruzioni della guerra, la carovana del Giro attraversa l'Italia: il Giro è un'istituzione, fa parte della storia e dell'identità del Paese e nella vicenda del Giro davvero si rispecchia l'evoluzione sociale ed economica dell'Italia. Con una minuziosa attenzione non solo alle cronache, ma anche alle innovazioni tecniche, al contorno pubblicitario, persino ai gadget (dalle figurine agli indimenticabili tappi a corona con l'immagine dei corridori) che alimentano la passione e la mitologia popolare, Marchesini offre al lettore una narrazione di sorprendente spessore storico che illumina molti ed essenziali aspetti della società italiana contemporanea. Un capitolo finale, di particolare attualità, ripercorre la storia del doping nell'evoluzione del ciclismo italiano dalle origini a oggi.
"Pensa come doveva essere prima che scoppiasse", dice Camilla a mezza voce al fratello. Un po' di paura il vulcano gliela mette anche adesso. Hanno capito che un giorno di quasi duemila anni fa ha sputato fuoco, e fumo, e roccia per tre giorni, come un drago inferocito. A Pompei i bambini saltano da una pietra all'altra facendo finta di schivare gli escrementi dei cavalli antichi. Impazziscono di gioia all'idea dei grandi vasi messi a disposizione dei passanti per fare pipì che i lavandai usavano per smacchiare i vestiti. Scoprono il pane dell'ultimo giorno di Pompei, che ha le stesse forme di quello che vedono in tavola oggi. Di casa in casa, attraversiamo strade e vicoli e l'esplorazione di un passato comune diventa per adulti e bambini l'occasione per una profonda scoperta di sé e degli altri.
Da quando esiste l'alta cucina, i cuochi si sono dedicati a perfezionare tecniche e accorgimenti per la decorazione e la disposizione dei cibi in tavola. Dai banchetti rinascimentali ai trionfi della "grande cuisine" ottocentesca, dal lancio della cucina internazionale alla diffusione della fotografia gastronomica e all'invenzione della "nouvelle cuisine", questo libro ricostruisce la "storia estetica" della cucina attraverso le principali tappe che hanno scandito l'evoluzione del gusto della tavola, mettendone in luce le implicazioni culturali e le influenze artistiche.
La fama dell'archeologo roveretano Paolo Orsi è strettamente legata alla sua infaticabile opera di ricerca e di salvaguardia dei monumenti antichi della Sicilia e dell'Italia meridionale. Nonostante la messe degli scritti prodotta dal grande studioso, a oltre un settantennio dalla sua scomparsa i suoi taccuini, in gran parte inediti, costituiscono una fonte inesauribile di notizie per la storia dell'isola. Il volume presenta una revisione delle problematiche relative alla necropoli della Vigna Cassia a Siracusa, sulla scorta delle trascrizioni delle note registrate durante le esplorazioni condotte dall'Orsi, contenute nei taccuini n. 24 (1894), 105 (1915-'16), 100 (1915), 110 (1918), 113 e 102 (1919). Nelle appendici, oltre alle trascrizioni, vengono presentati i risultati dello studio dei ritrovamenti archeologici registrati da Orsi, e precisamente: iscrizioni e varia (Maria Domenica Lo Faro), lucerne (Gaetano Bevelacqua), monete e corredi tombali. Il tutto viene corredato dai rilievi topografici con piante e sezioni della zona del vestibolo (Valeria Battaglia).
Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui Galileo merita di essere famoso e risponde con la scoperta della legge di caduta libera dei gravi. Lo storico interessato a collocare le teorie nel loro contesto storico si chiede perché Galileo meritava di essere famoso e risponde con l'utilizzo del telescopio nelle esplorazioni celesti. Lo storico attento alla figura di Galileo si chiede se egli voleva meritarsi la fama, e risponde un po' imbarazzato che lo scienziato riteneva di aver trovato l'argomento definitivo per dimostrare il moto della Terra, ovvero l'argomento delle maree che è sbagliato. Fatto sta che Galileo è spesso più conosciuto come un "caso" per via della vicenda avuta con la Chiesa, mentre è meno conosciuto come lo scienziato al crocevia di un momento delicato e fondamentale della storia della scienza e della filosofia. Questo volume si propone di "osservare" la storia di Galileo sotto angolazioni che diano conto della complessità della vicenda, offrendo una via di accesso a questa complessità a quanti non frequentano abitualmente gli studi galileiani.
Il Seicento appare a Maravall un'epoca di marcati contrasti (fra individualismo e tradizione, autorità inquisitoria e libertà, mistica e sensualismo, teologia e superstizione, guerra e commercio, geometria e capriccio) che si riflettono in un sistema culturale fondamentalmente omogeneo che interessa diversi paesi europei. Il Barocco è l'espressione di una società in crisi, percorsa da tensioni sociali. E' una cultura urbana, fondata sul dirigismo, con caratteri di massa, e conservatrice. L'autore ricostruisce il modello di pensiero e di percezione che impronta la produzione artistica e letteraria barocca, e analizza sottilmente i meccanismi di azione psicologica sulla società rintracciabili nell'arte e in particolare nel teatro.