
In un passaggio cruciale della storia della Chiesa e dell'Italia, nel pieno del processo di unificazione, due giovani cattolici danno vita a un'associazione di laici che diventerà l'Azione Cattolica. Il senso di tale impresa è rivolto, insieme alla difesa della Chiesa, alla formazione spirituale e culturale delle persone, unita a un coraggioso impegno sociale e civile, volto a rilanciare il ministero del Papa e la sua missione universale. Protagonista della vicenda è Giovanni Acquaderni, fondatore con Mario Fani della Società della Gioventù Cattolica: cresciuti nel clima dell'intransigenza, essi sanno guardare avanti, impostando un nuovo rapporto con la modernità. Acquaderni, accanto al contributo decisivo dato alla guida dell'Opera dei Congressi, è fondatore e animatore di molte iniziative, dal Credito romagnolo all'Avvenire d'Italia. Egli diventa così punto di riferimento per una lunga stagione che vede l'avvio della presenza organizzata del laicato cattolico, impegnato a "fare gli italiani", con un decisivo contributo per quella "educazione popolare- capace di tradursi in servizio ecclesiale e politico. Un altro volto del Risorgimento che si proietta nella storia italiana fino ai giorni nostri, secondo quanto il Concilio Vaticano II ha disegnato per la natura della Chiesa e la missione del laicato.
Il 13 maggio 1981, in piazza San Pietro a Roma, alle ore 17.17 si consuma uno degli attentati più gravi e conosciuti della nostra storia recente: un sicario, forse incaricato da mandanti ancora oggi non identificati, spara a distanza ravvicinata a papa Giovanni Paolo II per ucciderlo. A quarant'anni da quel tragico avvenimento, Antonio Preziosi ricostruisce quel giorno con dettagli poco conosciuti o addirittura inediti, analizza le ragioni e le conseguenze del gesto, evidenziando tutte le implicazioni di cronaca, storiche e spirituali dell'attentato. L'autore racconta alcune testimonianze dirette (come quelle di suor Letizia Giudici che "arrestò" il terrorista Ali Ag? ca o del professor Renato Buzzonetti, il medico del Papa) e tantissimi dettagli ricordati dal cardinale Stanislao Dziwisz - già segretario personale del Papa - e da tanti altri testimoni. Il racconto coinvolge il lettore come in un "film" che ha una duplice regia: una umana (i mandanti ancora oscuri dell'attentato) e una soprannaturale (la mano che deviò il proiettile salvando la vita a quel Papa che quel giorno "doveva morire").
Ogni volta che la politica italiana affronta tematiche sensibili a proposito dell'etica personale, familiare, sociale e a proposito della cultura nel nostro Paese, il dialogo con la Chiesa cattolica è inevitabile e indispensabile. Ma l'Italia, da questo punto di vista, è un caso davvero unico: essa ospita, nel cuore della sua capitale, un piccolo Stato di enorme importanza internazionale: la Città del Vaticano e il Sommo Pontefice, che è il punto di riferimento per milioni di cattolici. Questo libro, opera di uno dei più esperti giornalisti italiani nel campo della politica e delle istituzioni, racconta al lettore le svolte, in certi momenti drammatiche, di questo impegnativo rapporto. Il rispetto, il dialogo, l'aperta collaborazione per il bene comune non sono venuti mai meno, ma non tutti i Governi, non tutti i Parlamenti e non tutti gli inquilini del Quirinale hanno avuto sempre lo stesso tipo di confronto. E alcune stagioni sono state particolarmente difficili: i referendum sul divorzio e sull'aborto, gli anni del terrorismo, il dibattito sulla famiglia, sull'immigrazione, sulle grandi scelte morali. Una storia affascinante, che ci riguarda tutti e che continua ancora oggi, perché il rapporto tra le due sponde del Tevere è parte integrante della storia della Repubblica.
Con un singolare approccio geopolitico oltre che storico, questo volume intende spiegare che cosa sono i Balcani, mostrando le dinamiche storiche che li hanno resi un'area a sé stante, con tratti culturali comuni e caratterizzata da una cronica instabilità e ricorrenti esplosioni di violenza. I Balcani sono definiti tanto dal punto di vista geografico quanto sulla base degli eventi storici che li hanno plasmati, ovvero la divisione dell'Impero di Roma tra Oriente e Occidente e la secolare peresenza dell'Impero ottomano. L'autore si addentra anche nelle caratteristiche della società balcanica, distinguendo i modi di vita delle diverse società rurali, i tipi di città, i valori sociali e religiosi e sottolinea l'importanza peculiare di un'idea di nazione, di matrice ottomana, che prescinde da un radicamento territoriale.
I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a volte capace di modificare il corso degli eventi. Solo a distanza di anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei savi anziani di Sion nel diffondere l'antisemitismo. Si falsificano atti diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici, ma anche le antiche epigrafi, e non solo per denaro. Anche la letteratura e l'erudizione vengono coinvolte, come nel caso dei falsi ottocenteschi della poesia ceco-medievale. La falsificazione abbonda nell'arte: una legione di imbroglioni pratica una lucrosa professione, che fa il paio con quella dei falsari di merci e di monete. Dietro i falsi ci sono appunto i falsari, ora nascosti nell'ombra, ora proiettati verso una fama spesso ambiguamente ammirata, come nei casi di Annio da Viterbo, che riscrive una falsa storia antica o di George Psalmanazar che offre agli inglesi una Formosa inesistente. Sono solo alcuni dei capifila di un esercito che, con alterna fortuna, ha conquistato la nostra civiltà fin dai tempi antichi.
L'anno è il 1939. I nazisti hanno conquistato l'Austria e per il momento consentono ancora agli ebrei di lasciare il paese. Almeno a parole, perché avendo sequestrato tutti i loro beni, quasi nessuno ha i mezzi per farlo. La sensazione che si tratti di una concessione a breve termine è molto forte sia in Austria che al di là dell'oceano. Gilbert ed Eleanor Kraus sono una tranquilla coppia di ebrei americani, che vive a Philadelphia con i due figli. Niente li obbliga a fare quello che faranno, se non la loro coscienza. Semplicemente non possono lasciare che le cose accadano senza provare a fermarle. Così un semplice avvocato e una casalinga riescono a portare in America 50 bambini ebrei strappandoli al milione e mezzo di piccole vittime dell'Olocausto. Non solo, da ebrei, vanno nella tana del lupo, a Berlino e poi a Vienna, si inventano qualunque espediente per aggirare le restrittive regole di immigrazione americana, convincono i genitori ad affidare i loro figli a perfetti estranei, quando ancora il pericolo non sembra così inevitabile. E devono fare una straziante selezione perché i visti per l'espatrio sono 50 e non di più. Ma la cosa ancora più sconvolgente è che né Eleanor né Gilbert hanno parlato della loro folle e coraggiosa impresa, se non in famiglia, e le memorie di Eleanor da cui è tratto questo libro sono rimaste inedite fino alla sua morte.
Una donna di 93 anni muore lasciando una soffitta piena di memorie. Ma se quella signora è Helene Frank, sorella di Otto Frank padre di Anne, il valore di quelle memorie diventa inestimabile. Prima della guerra, quando Otto con la sua famiglia si trasferisce ad Amsterdam, sua madre Alice si stabilisce a Basilea e nella soffitta di casa, che erediterà Helene e poi suo figlio Buddy (compagno di giochi della cugina Anne), accumula ricordi, retaggio della famiglia Frank: oltre seimila documenti tra fotografie, cartoline, disegni, poesie e lettere, tra cui quelle che Otto le spedì da Auschwitz. Il racconto di quelle memorie, costruito dalla moglie di Buddy con la sapiente cura di Mirjam Pressler, restituisce un ritratto inedito e ancora più indelebile della famiglia Frank attraverso la loro fitta corrispondenza: gli amori, le vacanze estive, le angosce e le speranze durante gli anni di attese. E partendo dalla vita di Alice Frank prima della guerra, ci regala anche un'immagine di Anne precedente al "Diario", una bambina piena di aspettative e opportunità.
Questo libro racconta, prima ancora degli orrori del nazionalsocialismo, la storia toccante di una ragazza. Una giovane vita piena di aspettative e opportunità, destinata a un tragico destino. Anne Frank (1929-1945) è diventata celebre grazie al suo diario, che ha commosso e continua a commuovere lettori di tutte le età. Mirjam Pressler ne fa un ritratto biografico a tutto tondo, soffermandosi sulle contraddizioni e facendo emergere i talenti e le aspirazioni di questa giovane ebrea nata in Germania. La storia sconvolgente di una ragazzina che è diventata donna nel periodo più cupo della storia dell'umanità e che Mirjam Pressler ha avuto il coraggio di trasformare in un romanzo avvincente. Età di lettura: da 13 anni.
L'autore presenta un panorama complessivo del movimento anarchico dai primordi fino a oggi. Assumendo come prospettiva privilegiata alcuni momenti decisivi nei quali l'anarchia si manifesta come "lievito della storia", fermento rivoluzionario insopprimibile e dirompente, l'autore mostra la natura esorbitante dell'anarchismo, fenomeno che supera la dimensione del "politico", e diviene addirittura contrario alla logica stessa della lotta per la conquista del potere.
Mario Praz ebbe tra gli altri meriti quello di restituire la dignità d'arte a un periodo, quello neoclassico, che era stato trascurato nell'Ottocento e condannato da critici come il Longhi e il Venturi. Nelle pagine di questo libro Praz ricostruisce un mondo, quello che va dalla metà del Settecento ai primi anni dell'Ottocento, in tutte le sue sfaccettature artistiche, individuandone i pregi e l'originalità.