
Come funzionò davvero l'Inquisizione romana, al di là della leggenda nera che ne ha connotato l'immagine sin dall'epoca moderna? Chi furono gli uomini che la governarono e favorirono? Quali gli assetti istituzionali e le pratiche sociali che ne sostennero l'azione repressiva? Il volume ricostruisce l'attività ordinaria del Sant'Uffizio con particolare attenzione alla penisola italiana, dove operò a lungo un'autentica "società inquisitoriale", composta non soltanto da giudici di fede, ma anche da consultori, avvocati, carcerieri e da centinaia di altri collaboratori, uomini che, in cambio di ampi privilegi, permisero al tribunale di controllare l'ortodossia, la moralità e il pensiero dei fedeli fino alle soglie della contemporaneità.
Che relazione c'è tra guerra e capitalismo? Storicamente la guerra è stata considerata figlia del capitalismo. È il caso della concezione materialistica della storia nell'ottica dell'imperialismo come fase suprema del capitalismo. Ma la guerra è anche, se non soprattutto, madre del capitalismo. Innovando completamente lo scibile sociologico dell'epoca come quello dei nostri giorni, e invertendo l'ordine della relazione tra i due fenomeni, con questa opera Werner Sombart documenta tutti i processi sociali che hanno portato il mondo militare ad essere una delle fonti principali del capitalismo. Unica nel suo genere per intuizioni originali e capacità di dimostrazione dei relativi assunti, allora come oggi quest'opera costituisce un riferimento imprescindibile per comprendere la storia economica e militare di tutte le società moderne (se non la modernità tout court) e sopratutto le origini del capitalismo. L'analisi minuziosa di un patrimonio enorme di dati rende inoltre il lavoro uno tra i più autorevoli studi classici della (allora nascente) sociologia, quale scienza sociale empirica.
Alla conclusione del secondo conflitto mondiale, la sovranità nazionale viene diffusamente ritenuta un ostacolo alla costruzione di un futuro di pace e prosperità. Nasce così l'Europa unita, intenzionata a coordinare l'azione dei singoli Stati per sostenere la piena occupazione e difendere la società dall'invadenza dei mercati. Ben presto, però, la promozione della concorrenza diviene il punto di riferimento per l'operato delle istituzioni europee, che finiscono per identificare nel mercato il principale strumento per redistribuire la ricchezza. La moneta unica viene creata per presidiare questo schema, perché la sua architettura impedisce agli Stati di tutelare il lavoro e alimentare il welfare: non deve esserci spazio per allocare risorse con modalità alternative a quelle riconducibili al libero incontro di domanda e offerta di beni e servizi. Di qui il crescente impoverimento della società, alla base dei drammatici conflitti che evidenziano il tradimento delle idealità da cui era scaturito il percorso verso l'unità europea. E se l'Europa unita si mostrerà irriformabile, se cioè il sogno di una stagione di pace e prosperità avrà ceduto il passo all'incubo di un futuro di conflitti e povertà, il suo destino sarà irrimediabilmente segnato.
Abili commercianti e navigatori, stabilitisi sulle coste dell'Asia Minore in una serie di floride città-stato come Biblo, Sidone e Tiro, i fenici furono tra i protagonisti del mondo mediterraneo del I millennio a.C., espandendosi con proprie colonie anche sulle coste dell'Africa settentrionale, della Sardegna e della Sicilia. In questa concisa introduzione è ricostruita l'identità dei fenici, e ne viene ripercorsa la vicenda storica, con una particolare attenzione per l'organizzazione sociale, la vita politica, il commercio e la religione.
Michael Sommer insegna Storia antica all'Università di Liverpool. Tra i suoi libri più recenti: "Römische Geschichte II. Rom und sein Imperium in der Kaiserzeit" (2009) e "The Complete Roman Emperor" (2010).
La prima guerra mondiale è stata il tragico atto di nascita del XX secolo. In genere le opere sulla Grande Guerra, perfino quelle che si vogliono "globali", limitano l'indagine al fronte occidentale; questo volume si presenta invece come una storia complessiva del conflitto e delle sue conseguenze, che dà finalmente spazio a ogni teatro di guerra, comprendendo il fronte orientale e balcanico e gli interventi nei mari e in ambito extraeuropeo (in Asia orientale, nel Pacifico, in Africa), ma soprattutto i fronti interni, con l'ampio coinvolgimento delle popolazioni civili dei paesi belligeranti. Al lettore viene così offerto un quadro approfondito, utile alla comprensione di un fenomeno radicale e di lunga durata, e che oltre all'ambito militare, politico e diplomatico esamina le trasformazioni provocate dalla guerra nei comportamenti sociali, nei rapporti di lavoro o tra i sessi, nel commercio e nella finanza internazionale. Un racconto dalle molte sfaccettature, integrato con cronologie, testimonianze, documenti storici, approfondimenti e illustrato con numerose mappe e fotografie.
La prima guerra mondiale è stata il tragico atto di nascita del XX secolo. In genere le opere sulla Grande Guerra, perfino quelle che si vogliono "globali", limitano l'indagine al fronte occidentale; questo volume si presenta invece come una storia complessiva del conflitto e delle sue conseguenze, che dà finalmente spazio a ogni teatro di guerra, comprendendo il fronte orientale e balcanico e gli interventi nei mari e in ambito extraeuropeo (in Asia orientale, nel Pacifico, in Africa), ma soprattutto i fronti interni, con l'ampio coinvolgimento delle popolazioni civili dei paesi belligeranti. Al lettore viene così offerto un quadro approfondito, utile alla comprensione di un fenomeno radicale e di lunga durata, e che oltre all'ambito militare, politico e diplomatico esamina le trasformazioni provocate dalla guerra nei comportamenti sociali, nei rapporti di lavoro o tra i sessi, nel commercio e nella finanza internazionale. Un racconto dalle molte sfaccettature, integrato con cronologie, testimonianze, documenti storici, approfondimenti e illustrato con numerose mappe e fotografie.
"Qui stretti in famiglia giuriamo guerra eterna di sterminio a quelle belve vestite di umana forma, ai crudeli che questa terra dilaniano che, non sazi dei nostri tesori, il sangue stesso ci succhiano. Vendetta! Vendetta! Lo giuriamo!". È una pagina di un mèlo del 1848, dove una giovinetta di forte tempra morale giura di combattere il nemico austriaco che opprime, sevizia, perseguita la patria succube da secoli dello straniero. Una straordinaria esaltazione percorre in Italia le battaglie risorgimentali, mentre il lessico delle emozioni e dei sentimenti invade la politica. Persino i più moderati tra i patrioti utilizzano linguaggi, narrazioni, gestualità che risuonano di enfasi e di estremismo etico e si richiamano a quella immaginazione melodrammatica che, dalla fine del Settecento, attraversa in tutta Europa il teatro e la letteratura di finzione. E dunque sulle scene di Parigi, di Londra e di Milano che inizia il percorso di questo volume, perché è lì che per la prima volta si propongono testi insieme lacrimevoli e spettacolari, adatti a un pubblico largo e non acculturato. Ma è nell'Italia del 1848 che il melodramma della nazione esprime al meglio le sue potenzialità, permeando di sé i discorsi e la comunicazione politica, come le pratiche e i corpi dei patrioti, in un crescendo di pathos e teatralità.
Nel senso comune la storia e la storiografia hanno ben poco a che vedere con la teoria. Quello storico è un sapere ritenuto empirico e artigianale, basato sulla ricerca documentaria e su una ricomposizione il più possibile accurata delle tracce del passato. Ma è davvero così? Chi si occupa di indagine storica lavora in questo modo? Non proprio. La ricerca storica dialoga con un quadro teorico di riferimento che sorregge l'analisi e l'interpretazione delle fonti e contribuisce a dare senso alle esperienze degli uomini e delle donne del passato. La svolta culturale che ha attraversato le scienze umane e sociali a partire dagli anni Settanta del Novecento ha accentuato gli scambi tra storia e teoria culturale. E nel contempo ha prodotto nel lavoro storico delle trasformazioni importanti in termini di metodo, di temi, di fonti. Quali relazioni allora possono intercorrere tra riflessioni teoriche e pratica storiografica, quali opportunità e occasioni esse aprono a una conoscenza più profonda del passato, e in ultima istanza quali lasciti la svolta culturale ha consegnato al fare storia oggi? Questo libro offre ai lettori non soltanto una sintesi dei dibattiti e delle tendenze più interessanti ma anche un bilancio attento dei vantaggi e delle ambiguità della svolta culturale.
Precettistica religiosa, letteratura libertina, arte figurativa, documenti archivistici delineano la storia sotterranea di un'intimità quotidiana che non ha prodotto molti discorsi, né memorie collettive. Uno spaccato che dal Medioevo alle soglie del Novecento porta alla luce visioni culturali e correnti di pensiero dal punto di vista religioso e laico. Un quadro variegato di conferme e di sorprese per rivivere le avventure del corpo nei pruriti di pulci e pidocchi, nelle evacuazioni umane, nelle pratiche igieniche genitali, nelle sollecitazioni e nelle mortificazioni delle "parti vergognose". Dalle avventure di un corpo a misura d'uomo emerge un'intimità quotidiana istintiva o calcolata, in cui la vera sorpresa è la scoperta di un mondo di donne.