
Il volume traccia una storia politica del Libano contemporaneo dal mandato francese ai giorni nostri evidenziando lo stretto legame fra la struttura confessionale del paese e le sue complesse vicende interne e internazionali. Le istituzioni democratiche libanesi hanno sempre convissuto con il sistema comunitario, che le ha profondamente permeate secondo le proprie esigenze istituzionali, politiche e religiose. Il comunitarismo di stampo confessionale è stato il minimo comune denominatore che ha influenzato le dinamiche socio-politiche, potendo prevenire, tramite un continuo processo di mediazione e contrattazione, le spinte autoritarie o contribuire a esacerbare le tensioni portando allo scontro e al conflitto. Ancora oggi al centro di complesse dinamiche internazionali e regionali, il Libano dovrà tenere conto, come in passato, delle spinte comunitarie e della loro interazione con il sistema politico.
Lunedì 6 maggio 1527: Roma è assediata dai lanzichenecchi. Un immaginario cronista è sul posto, con il compito di raccontare ora per ora quella che già si preannuncia come una drammatica giornata. L'esercito imperiale di Carlo V, circa tremila uomini, è accampato sul Gianicolo e in piena notte i suoi comandanti danno l'ordine di prepararsi ad attaccare la città. Seguono fasi convulse con assalti all'arma bianca, manovre diversive, capovolgimenti di fronte, mentre all'infuriare della battaglia si contano migliaia di vittime.
Nella storia politica dell'Italia unita - spesso contrassegnata da un'inequivocabile tendenza al trasformismo ideologico dei suoi protagonisti non è poi così azzardato rintracciare un evento, un fatto, una data capaci di segnare un vero e proprio spartiacque tra un "prima" e un "dopo". Quella presa in considerazione da Antonio Di Pierro in questo libro è una data che ha condizionato l'intera storia europea del Novecento, inaugurando il secolo delle dittature. Il 28 ottobre 1922 è un sabato molto piovoso. Benito Mussolini - che ha fondato i Fasci italiani di combattimento appena tre anni prima, dopo essere stato un leader del massimalismo socialista - ha scatenato l'insurrezione armata: le sue camicie nere sono state mobilitate e marciano su Roma per conquistare il potere con la forza. "Marciare", un termine improprio. Il grosso dei fascisti conta di arrivare nella capitale in treno. Gli squadristi si sono impadroniti di numerosi convogli - soprattutto in Toscana e nella notte li hanno messi in movimento verso l'obiettivo prefissato. Obiettivo che, almeno per quella giornata, non riescono a raggiungere perché i militari hanno divelto i binari o fatto deragliare alcuni vagoni, tagliando così alle colonne fasciste la strada verso la capitale. A quel punto, la marcia su Roma può dirsi conclusa con una cocente sconfitta. Il governo si è riunito in piena notte e ha approvato lo stato d'assedio. L'esercito ha assunto i pieni poteri...
Martedì 20 settembre 1870: Roma è circondata da 50 mila soldati italiani che, dopo aver forzato i confini dello Stato Pontificio, l'assediano con cinque divisioni militari. La città del Papa Re, difesa da 11 mila uomini in armi, è pronta a resistere. All'alba dall'avamposto pontificio di villa Patrizia partono all'improvviso colpi di fucile contro le truppe avversarie schierate a villa Albani: è l'inizio della battaglia. Antonio Di Pierro ricostruisce la cronaca dettagliata, ora per ora e in presa diretta, di quella giornata fondamentale nella storia dell'Italia moderna in cui veniva cancellato dall'atlante politico europeo uno degli Stati più antichi e Roma si apprestava a diventare, dopo Torino e Firenze, la capitale definitiva del giovane Regno.
Che cosa può insegnare Alessandro Magno ai leader di oggi? Più di quanto si immagini. Aveva coraggio, carisma, abilità strategiche e una straordinaria capacità di spingere gli altri a compiere imprese memorabili. Ma proprio all'apice della sua gloria, qualcosa si incrinò: perse il legame emotivo con i soldati e dovette rinunciare al sogno di raggiungere i confini del mondo e dare vita a un grande impero universale. Questo libro offre spunti pratici a chi oggi guida team e organizzazioni con il desiderio di mantenerne viva la natura generativa. Come si costruisce fiducia? Come si alimenta un consenso autentico? Come si tiene accesa una visione comune nei momenti di trasformazione profonda? Il clamoroso ammutinamento dell'esercito di Alessandro svela i limiti di una leadership che mette al centro l'eroe e non la causa collettiva; che non aiuta le persone a riconoscersi in un ideale sentito come proprio; che non intreccia il sogno del leader con le mappe interiori di chi lo accompagna. Non si cercano semidei, ma guide capaci di rispondere ai bisogni reali delle persone; condottieri che non sacrifichino all'ambizione personale la crescita degli altri. Alessandro, prigioniero del proprio disegno, fu l'unico a conoscere davvero il senso e la destinazione di quel lungo viaggio. Il vero "andare oltre" è invece saper riconoscere i propri limiti non per accettarli, ma per superarli. Nessun leader arriva lontano da solo. Prefazione di Benedetto Vigna.
Il Regno delle due Sicilie terminò la sua esistenza a seguito di un processo di decomposizione interna accelerato dal moto risorgimentale che portò all'unificazione del nostro paese? Oppure a provocare il crollo del regime borbonico fu decisiva la pressione delle grandi "Potenze marittime" (Francia e Inghilterra) che, dalla metà del XIX secolo, tentarono di trasformare il Mezzogiorno in una colonia economica e in un avamposto strategico funzionale alla loro strategia mediterranea? Il volume di Eugenio Di Rienzo risponde a questi interrogativi, alla luce di una documentazione inedita, proveniente dagli archivi diplomatici francesi, inglesi, austriaci, russi, spagnoli, analizzando la lunga agonia del Regno di Napoli in una durata che va dal conflitto commerciale ingaggiato con la Gran Bretagna nel 1840, ai riflessi internazionali della rivoluzione del 1848, alla Guerra di Crimea, alla distruzione del vecchio equilibrio europeo successiva alla presa di potere di Napoleone III. Senza nessuna nostalgia neoborbonica ma con una grande attenzione ai problemi della storia presente, questo saggio suggerisce inoltre che la stessa debolezza geopolitica, che determinò il crollo del "Piccolo Stato" napoletano, avrebbe condizionato, fino ai nostri giorni, il destino della "Media Potenza" italiana nel segno di un passato destinato a non passare.
Il recente colpo di Stato di Kiev è stato l'ultimo atto di una strategia messa in atto per spingere l'Ucraina nella Nato e quindi per preparare il terreno alla definitiva disintegrazione della Russia come Grande Potenza. Dopo aver assistito a questo tentativo di minare le basi geostrategiche della sicurezza russa, Putin è tornato con maggior forza a promuovere un'azione in grado di ricostituire la sfera d'influenza di Mosca nelle regioni dell'ex Unione Sovietica e di dimostrare alla comunità internazionale che l'"Orso russo" possiede ancora artigli forti che gli consentono di tenere a bada i suoi avversari. Sfidando la Russia nel suo cortile di casa l'Occidente ha dato il via a una crisi globale destinata a minare per i prossimi anni la possibilità di costruire un pacifico ordine mondiale.
Questa ricostruzione biografica si basa su una ricca documentazione inedita proveniente dagli archivi italiani, vaticani, britannici, francesi, nipponici, tedeschi, statunitensi e dalle memorie delle maggiori personalità politiche entrate in rapporto con l'ultimo ministro degli Esteri dell'Italia fascista. Un lavoro corale che analizza la sua vita privata, la costruzione della sua straordinaria fortuna finanziaria, il complesso rapporto con il padre naturale e con il suocero Mussolini, la storia d'amore con Edda. Questo libro è anche una biografia dell'Italia del Ventennio nero, delle sue classi dirigenti fasciste o fascistizzate, degli intrighi e delle lotte di potere condotti all'interno del Partito Fascista, nei saloni del Quirinale, nelle segrete stanze della Santa Sede, nei circoli affaristici del regime e nei Palazzi della grande industria e dalla grande finanza. La vera novità di questo testo consiste, però, nell'aver dimostrato, per la prima volta in maniera compiuta, la sostanziale inautenticità del Diario di Ciano finora ritenuto fonte veridica per tracciare la storia del fascismo e del secondo conflitto mondiale. Quel documento invece si rivela, grazie a una più attenta analisi, una semplice deposizione a discolpa, redatta a uso dei contemporanei e dei posteri.
Il "Vade mecum in tribulatione" è l'opera più celebre del profeta Giovanni di Rupescissa, il frate minore alvergnate che, arrestato nel 1349 e inizialmente detenuto in un carcere dell'ordine francescano, fu poi trasferito in una prigione papale ad Avignone e liberato solo alla vigilia della morte (1366). Nelle sue prigioni Giovanni viene progressivamente a conoscenza dell'intero patrimonio dei testi profetici medievali, che trascrive e interpreta per costruire un sistema previsionale dei tempi finali unitario e coerente. Nei venti brevi capitoli (chiamati "intenzioni") del Vade mecum, il frate fissa i tratti delle imminenti tribolazioni e i modi per non esserne travolti, in attesa del successivo inizio dei mille anni di pace preconizzati nel libro dell'Apocalisse, e riporta attese apocalittiche e profili messianici entro un lessico profetico originale, destinato a notevole fortuna nei secoli successivi, come dimostra la rapida diffusione dell'opera in tutta Europa, sia nella versione originale latina sia nei volgarizzamenti prodotti in sette lingue. Il volume offre la prima edizione critica del testo latino del Vade mecum, allestita da Elena Tealdi sulla base dei quarantasei manoscritti superstiti, la maggior parte dei quali venuti per la prima volta alla luce in questo lavoro. Il commento della curatrice e le ampie introduzioni di Robert E. Lerner e di Gian Luca Potestà permettono di scorgere in controluce le tensioni spirituali e le attese riformatrici...
Non può esistere futuro senza memoria, è quindi importante recuperarla soprattutto per le nuove generazioni, quelle chiamate appunto a costruire il futuro.
Ci sono pagine della nostra storia che abbiamo rimosso, come il periodo dell'espansione coloniale.
Come viene studiato a scuola il colonialismo italiano? Come lo raccontano i libri di storia? Per coglierne la complessità non può più servire un modello storiografico cronologico-lineare, evoluzionista ed etnocentrico, ma occorre partire da punti di vista diversi, utilizzare anche fonti alternative come romanzi, film, perché nell'ottica delle civiltà e delle mentalità i prodotti artistici e i saperi quotidiani diventano fondamentali per capire il passato e il presente.
L'archivio storico di Lentini costituisce, sia per la consistenza che la natura della documentazione, uno dei più interessanti archivi comunali esistenti in Sicilia, anche se notevoli e gravi sono state le perdite, soprattutto per il periodo medievale e l'inizio dell'età moderna (praticamente assente dalle carte dell'archivio storico, ad eccezione del "Libro Rosso", di un registro di un Consiglio civico della metà del '500 e di documenti del sec. XIV - copie dei secc. XVII e XVIII- per rivendicare la legittimità del titolo di Senato).