
Si tratta di una delle opere basilari della letteratura psicoanalitica e della psicologia in genere. In questo testo Anna Freud getta le basi dello studio dell'Io che, alla luce delle acquisizioni rivoluzionarie fornite dalle conoscenze dell'inconscio, acquista nuove inaspettate possibilità di comprensione. Alcuni importanti meccanismi di difesa della psiche, la negazione, la limitazione delle funzioni dell'Io, l'identificazione con l'aggressore, l'altruismo reattivo, sono colti nella loro dinamica intrapsichica e nelle loro manifestazioni durante la cura psicoanalitica e nel transfert.
Il celebre psicologo americano espone i cambiamenti avvenuti nella sua vita e nel suo pensiero negli anni Settanta. Con lo stile diretto e personale che lo caratterizza, Rogers rivela come è cambiato il suo modo di essere, sia sul piano umano che professionale, e come è arrivato a concepire un approccio centrato sulla persona. Nella prima parte del libro racconta le sue esperienze relazionali, le origini della sua filosofia, la valutazione della sua carriera, la sua personale concezione della "realtà". Nella seconda parte espone il suo approccio centrato sulla persona, che si applica a ogni situazione in cui la crescita - di una persona, di un gruppo, di una comunità - è compresa nelle finalità. La terza parte è dedicata al processo educativo e al suo futuro. Nella parte finale Rogers espone le sue opinioni sulla drastica trasformazione con cui si deve confrontare la cultura contemporanea, e descrive il tipo di persona che potrà vivere in quel mondo nuovo.
Cos'è successo all'uomo, alla civiltà? Concentrati su un qui e ora puramente corporei, abbiamo ucciso tutti gli dei e reso la bellezza l'unica nostra religione. Non abbiamo più sogni, non coltiviamo progetti, non sopportiamo il silenzio, facciamo rumore per vincere la solitudine, sradicati come siamo dalle nostre origini, incapaci di amare, di insegnare ai nostri figli e di imparare dai nostri padri. E siamo pieni di paura. Vittorino Andreoli, che non distoglie mai l'attenzione dal destino dell'uomo contemporaneo, ripercorre la parabola della propria vita per descrivere, nel modo più personale e insieme collettivo, l'importante mutamento cui stiamo andando incontro. Dall'emergenza parsimoniosa e crudele della guerra, dove tutta la famiglia sedeva intorno al piatto in cui campeggiava un'unica grande aringa annegata nell'olio, al boom economico, in cui il dilagare del benessere ha condotto in fretta all'eccesso, alla saturazione, all'inutile; dall'entusiasmo delle scoperte scientifiche, che ci hanno permesso di rimuovere il dolore, di controllare le nascite, di nascondere ma non cancellare la morte, alle crisi, sempre uguali e sempre diverse, della Repubblica. Andreoli non dà giudizi né offre ricette, non ha certezze né dogmi da imporre. Ha però uno sguardo profondamente umano, e la consapevolezza della sua e nostra fragilità, l'unica meravigliosa forza su cui possiamo e dobbiamo contare per risorgere.
Eveline Crone, studiosa di psicologia dello sviluppo, spiega sulla base delle ricerche più recenti delle neuroscienze le logoranti turbolenze che si verificano durante la pubertà. E mostra con esempi illuminanti come il comportamento, spesso terribilmente irritante, dei più giovani dipenda da un processo molto particolare: la progressiva riorganizzazione del cervello durante l'adolescenza. Crone non solo fa capire perché ragazzi e ragazze sono così inclini a eccessi e sbalzi emotivi e a comportamenti pericolosi, finendo non di rado per essere disorientati o bruciarsi, ma mostra anche i limiti e le opportunità propri di questa fase della vita. Un libro chiaro e tranquillizzante per insegnanti, educatori e genitori, che non riescono più a capire i loro figli. Un libro che promuove la comprensione e la pazienza, ma solleva anche interrogativi su come gli adulti possono trattare con gli adolescenti nel modo più adeguato.
Le recenti ricerche sulla valutazione dei risultati in psicoterapia confermano l'efficacia dell'alleanza terapeutica come il più importante "fattore comune" e predittore degli esiti nei diversi modelli di trattamenti. Il testo descrive come identificare e mantenere una buona alleanza anche riparando le rotture, nei seguenti indirizzi terapeutici: psicodinamico, interpersonale, cognitivo-comportamentale, umanistico, di coppia, famigliare e di gruppo.
In questo volume Bion approfondisce e sviluppa i temi cruciali già affrontati in "Apprendere dall'esperienza" e in "Gli elementi della psicoanalisi". Bion propone di applicare in psicoanalisi quella teoria delle trasformazioni già utilizzata da molto tempo in geometria, in geografia e in altre discipline. Lo scopo di Bion è quello di tradurre e formalizzare l'esperienza analitica nei termini della teoria delle trasformazioni. Da questo punto di vista, tutto ciò che diventa conoscibile in analisi appare il risultato di tre tipi fondamentali di trasformazioni.
Il libro affronta il problema della tossicodipendenza dal punto di vista della psicologia culturale che, come ricorda Bruner, si fonda sull'assunto che la mente non può esistere senza la cultura, in altre parole senza il sistema simbolico condiviso dai membri di una comunità culturale. In questa prospettiva il fenomeno della tossicodipendenza è letto e interpretato in relazione alle trasformazioni promosse nelle culture sociali dei paesi industrializzati dalla modernità e in particolare dalla desacralizzazione. La tesi sviluppata nel libro è che la tossicodipendenza come epidemia sociale sia il frutto della crisi del sacro prodotta dalla modernità. Su questo sfondo sono descritte le droghe utilizzate in questa fase storica, la loro farmacodinamica e farmacocinetica, le attese dei consumatori, i loro effetti sulla persona insieme alla rassegna delle principali teorie psicologiche e psicopatologiche che sono state elaborate per cercare di spiegare il consumo delle sostanze stupefacenti e psicotrope e individuare le vie della prevenzione e della cura. Tra queste ultime sono analizzate in modo particolare le vie comunitarie. Infine, è sviluppato un modello di prevenzione il cui nucleo è stato approvato dalla Conferenza Nazionale sulle Tossicodipendenze di Genova del 2000 e di cui l'autore del libro è stato l'estensore
In questo momento di crisi e di perdita di valori, si invoca la necessità di una "nuova morale". Anche perché la morale tradizionale sembra averci portato in un vicolo cieco: molti di noi ritengono di comportarsi correttamente e si sentono "buoni", eppure nel mondo ci sono tantissime ingiustizie. I dilemmi sulla natura degli esseri umani e sul comportamento "giusto" si impongono oggi con tragica urgenza, ma accompagnano l'intera storia dell'umanità. Da sempre ci chiediamo perché noi esseri umani siamo insieme egoisti e altruisti, individualisti e generosi, ambiziosi e collaborativi, permalosi e comprensivi, miopi e consapevoli delle nostre responsabilità. Richard David Precht parte dai fondamenti della nostra concezione del Bene e del Male, così come è stata approfondita dai maggiori filosofi. Ma ci aiuta a capire le nostre motivazioni profonde anche grazie al concorso dei più recenti studi di psicologia sperimentale e delle neuroscienze. "L'arte di non essere egoisti" riguarda ciascuno di noi: per esempio, perché rimandiamo e rimuoviamo le nostre buone intenzioni, ingannando noi stessi, per poi ritrovarci ad agire, di fatto, in modo egoistico? E investe l'intera società: diventa infatti urgente arrestare il decadimento morale della democrazia. Attingendo alla saggezza dei grandi pensatori del passato, ma con la mente aperta ai problemi, alle conoscenze e alle opportunità del mondo contemporaneo, Precht ci insegna a guardare il mondo e noi stessi con occhi nuovi.
Quando hai riso di cuore l'ultima volta? Se sei nella media è probabile che non te lo ricordi, mentre è possibile che tu sappia indicare con precisione quando ti sei arrabbiato o sei rimasto deluso. Spesso, troppo spesso, la mente si concentra sulle esperienze negative e noi, nonostante tutti i tentativi e i buoni propositi, non riusciamo a introdurre nella nostra vita qualche efficace cambiamento per superarle. Ma c'è un modo per sbloccare le infinite risorse che sono dentro di noi. Per esempio proporsi di essere semplicemente felici, un traguardo cui tutti aspirano e che - come dimostra Luca Lorenzoni - è una meta raggiungibile. Non stiamo parlando di doti che qualcuno possiede e qualcun altro no, ma di tecniche e suggerimenti che insegnano a gestire le emozioni, a condizionare gli stati d'animo per migliorare il benessere psicofisico e conducono verso un'esistenza ricca di entusiasmo, passione, fiducia e gioia. Questo libro, attraverso strumenti pratici che consentono di individuare gli errori e ridisegnare desideri e obiettivi, fornisce la chiave per accedere alla felicità: l'ingrediente necessario per trasformare la vita nel tuo capolavoro personale.
Il termine "teatro creativo" si riferisce ad una qualità del processo drammatico che può essere presente in ogni forma teatrale e che è particolarmente enfatizzata in alcune forme teatrali "di frontiera": un processo il cui principale risultato è connesso con le trasformazioni che mette in moto nelle persone che vi prendono parte. Il libro vuole fornire un contributo teorico e pratico a tali applicazioni dei metodi drammatici, attraverso una parte teorica in cui vengono delineati i principi del dramma creativo, gli antecedenti e i campi applicativi, e una parte pratica in cui vengono descritte 200 tecniche di semplice applicazione. Il libro è rivolto a drammaterapeuti, psicodrammatisti ed operatori di teatro sociale.
Il desiderio aleggia tra le immagini dei media, spinge a cercare fuori qualcosa che pulsa da dentro, illuminando il cielo e la terra con la sua forza prorompente. Questo libro propone un viaggio in cui antichi miti orientali s'intrecciano con le tipiche storie del mondo occidentale. Come in un gioco, attraverso riflessioni, forme ed emozioni, invita a decifrare i segni depositati sulla sabbia sottile della memoria, nello spazio dove abitano i sogni. Lo stesso desiderare è un atto sacro, fonte di salute e di benessere. Come percorso che onora i segni del tempo, il desiderio valorizza l'emozione dell'attesa, riconosce il limite e ravviva l'energia necessaria alla realizzazione del progetto futuro.
Tutti noi per un terzo della nostra vita siamo immersi nel sonno, uno stato di coscienza nel quale i sogni occupano un ampio settore, è bene che non si trascuri un approccio a questo mondo sommerso.
È quello che si propone questo libro.
L’Autrice parte dal presupposto che possiamo entrare in contatto con l’universo del nostro inconscio, attraverso il suo linguaggio privilegiato che è quello dei sogni.
Il rapporto è bilaterale: dall’inconscio a noi / da noi all’inconscio. È molto importante sapere questo e tenerlo presente nel corso della nostra vita, altrimenti rischiamo di perdere l’efficacia della collaborazione e della straordinaria capacità di guida che l’inconscio ha da sempre avuto nei confronti di ogni persona.
Il testo è diviso in tre parti.
Nella prima parte viene inquadrato il ruolo del sonno e del sogno secondo una definizione fisiologica e psicologica, ed è presentata una chiave di lettura per capire il significato dei vari tipi di sogni.
Nella seconda parte è illustrata brevemente una moderna visione dell’inconscio, suddiviso in inferiore, medio e superiore, e viene spiegato il senso dell’ombra e il suo importante processo di individuazione e integrazione.
Nella terza parte, vengono presentati dei metodi di comprensione e di individuazione dei sogni facendo riferimento alla meditazione profonda e autoconoscenza, una via meditativa che permette di addentrarsi nella conoscenza di sé più profonda secondo una visione tricotomica della personalità (corpo, psiche e spirito).
destinatari
Chiunque sia interessato alla conoscenza di sé attraverso i meccanismi dell’inconscio e quindi dei sogni.
Autori
Marzia Pileri.