
È una piccola guida per tutte le persone colpite dall’esperienza di un lutto e quindi della perdita, spesso repentina e/o prematura, di una persona cara. L’Autrice, partendo dalla sua ricca esperienza di psicoterapeuta, descrive tutte le emozioni, sensazioni, dubbi che affollano la mente di chi non ha più accanto a sé la persona amata. Un approccio umano, ma nello stesso con un tocco religioso/spirituale a una realtà dolorosa e coinvolgente, quale può essere la condizione dell’essere in lutto. La piccola guida si pone come un supporto psicologico per una rinascita dal vuoto e dallo smarrimento che è stato lasciato dalla persona cara deceduta.
L’AUTRICE
Emma Luciani, specialista in Neurologia e in Psichiatria, è psicoterapeuta di formazione psicodinamica. Medico di famiglia subito dopo la laurea, ed è attualmente impegnata nell’Amministrazione del Comune di residenza occupandosi di Servizi Sociali.
Affianca all’attività di psicoterapeuta quella della scrittura, con la passione di condividere i frutti della sua esperienza umana e professionale.
DESTINATARI
• Coloro che hanno perduto una persona cara e che vivono l’esperienza del lutto.
• Operatori pastorali, parroci, cappellani d’ospedale.
Nella seconda metà degli anni Settanta, Wilfred Bion, esponente di spicco della psicoanalisi britannica, condusse importanti seminari a Brasilia e a San Paolo. Dopo la sua morte, la moglie Francesca, che lo aveva accompagnato, raccolse in questo volume gran parte del materiale registrato, selezionando i momenti salienti della discussione. Forte di una lunga esperienza di pratica analitica costantemente messa in questione, Bion invita a riflettere sulla posizione dell’analista, sollecitando l’interlocutore a coltivare sempre la fiducia nella propria capacità di osservare, di sopportare l’incertezza, di “contenere” il disagio del paziente. Egli stesso descriveva la psicoanalisi come “un mestiere duro”, “un lavoro pericoloso”, e l’esperienza analitica come “potenzialmente sgradevole sia per l’analista sia per l’analizzando”. Alla domanda se la funzione dell’analista sia quella di aiutare il paziente, Bion risponde: “Stiamo tentando di dire: ‘Ti aiuterò a conoscerti, cercherò di essere uno specchio che rifletta per te la persona che tu sei, sicché potrai vedere in quello che ti dico un’immagine di te stesso’”.
Attraverso questi seminari si snodano i fili del penetrante insight di Bion. Egli riteneva che, nell’osservazione del paziente, l’analista dovrebbe associare la curiosità disciplinata dello scienziato, il calore dell’umanista, la saggezza del filosofo e la sensibilità dell’artista. Un profilo certo molto alto, al quale questa grande figura di studioso sembra però arrivare molto vicino.
L'autore
Wilfred R. Bion (1897-1979) è l’autore di molte opere che hanno segnato il cammino della teorizzazione psicoanalitica. Nelle nostre edizioni è stata pubblicata la trilogia Memoria del futuro (1993-2007).
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Un volume pensato per studenti universitari alle fasi iniziali del loro percorso, ma utile anche ad operatori della formazione psicosociale e dell'educazione, che vi troveranno temi che in genere sono dispersi in testi diversi. Vuole introdurre all'uso dei metodi e delle tecniche di gruppo nei contesti formativi ed educativi, premettendo una rassegna dei temi principali della dinamica di gruppo e dei gruppi di lavoro organizzativi, e della psicologia sociale dei gruppi. Il volume è caratterizzato da una forte e costante sottolineatura del carattere non meramente fattuale del gruppo, dunque della necessità di trattarlo in quanto fenomenologia contingente, che si configura ed acquista specifiche modalità di funzionamento in ragione dei contesti di pratica entro cui ed in ragione dei quali si dispiega. Questa idea di gruppo se non può considerarsi di per sé originale in assoluto - essa riflette una concezione più generale dei processi psicosociali di matrice socio-costruttivista - è sicuramente innovativa nel campo della psicologia dei gruppi, troppo spesso portatrice di una visione reificata, entro la quale il gruppo, invece che costrutto teorico, viene inteso e trattato come uno stato del mondo.
La felicità è un'aspirazione che accomuna ogni essere umano, un'esigenza legittima e un diritto innegabile. Ma è svilente considerarla semplicemente un punto d'arrivo, che a volte ha i tratti confusi di un sogno irraggiungibile. Perché la felicità è innanzitutto una ricerca, un percorso consapevole che serve a lasciare ai pensieri più profondi e alle esigenze più nascoste la forza di esprimersi e di trasformarsi in azione contagiosa. Perché la felicità - che non è mai una condizione permanente ma è effimera nell'esperienza degli esseri umani - è prima di tutto un agire. E sono i piccoli gesti quelli che fanno ogni giorno la differenza. Il dolce piacere di accogliere chi si aspetta una porta sbattuta in faccia, la scoperta di essere capaci di ribaltare un rapporto negativo, l'importanza di sentirsi accettati pur nella propria diversità, capiti anche nelle paure più segrete. Non sono che piccole ricette per riuscire a raggiungere e a donare a se stessi e agli altri la felicità. Una parola spesso abusata e fraintesa, che trova la sua vera essenza nelle cose più semplici. Un percorso che ci guida, attraverso molteplici aspetti della vita quotidiana, verso la scoperta della felicità.
La condizione delle persone in stato vegetativo ha attratto negli ultimi anni l'interesse del grande pubblico e degli esperti di bioetica, anche in virtù dell'eco mediatica di vicende come quella di Eluana Englaro. Poco spazio e poca attenzione sono invece stati riservati alle figure che quotidianamente e per molti anni ne curano l'assistenza, ossia i familiari dei pazienti stessi (i cosiddetti caregiver informali) e gli operatori socio-sanitari (caregiver formali). Il presente volume intende colmare questa lacuna, presentando i risultati della prima ricerca empirica condotta in Italia su un campione di famiglie di persone in stato vegetativo. Tale ricerca - finanziata dalla Regione del Veneto e cofinanziata dalla Fondazione Cariparo e della Veneto Banca Holding - si è proposta di analizzare con diverse metodologie la condizione dei familiari delle persone in stato vegetativo e l'impatto sulle loro vite che il prendersi cura di questa tipologia di pazienti comporta. Gli aspetti indagati dalla ricerca sono molteplici: dalla condizione psicologica dei caregiver alla loro qualità di vita complessiva, dalle modalità più efficaci per affrontare la situazione ai costi sociali ed economici dell'assistenza. I dieci saggi che compongono il testo rappresentano bene tale varietà, e offrono inoltre strumenti concettuali per affrontare in maniera informata l'argomento e proposte operative per supportare in maniera efficace le famiglie dei pazienti e gli stessi operatori socio-sanitari.
Nel fornire una panoramica completa della psicologia sociale il volume aiuta il lettore ad accostarsi alle tematiche caratterizzanti la disciplina, come ad esempio l'influenza sociale, la costruzione soggettiva dell'ambiente, il bisogno individuale di autostima. L'approccio proposto è di tipo narrativo e fa ricorso ad esempi concreti, desunti dalla vita quotidiana, nell'intento di verificare l'applicazione pratica dei diversi assunti teorici.
Da vent'anni Jonathan Haidt, psicologo morale e filosofo, indaga i meccanismi profondi che regolano la nostra esistenza, fatta di scelte su cosa per noi è giusto o sbagliato, di valori che crediamo universali, di unioni e di laceranti divisioni, di giudizi e pregiudizi. L'obiettivo è rispondere a una domanda che riguarda il nostro stesso stare al mondo, dalla semplice quotidianità al massimi sistemi della politica e della religione: per quale motivo non riusciamo ad andare d'accordo, e anzi ci dividiamo così facilmente in gruppi, in tribù ognuna delle quali è convinta di essere nel giusto? il risultato è "menti tribali", un libro che propone una via alla convivenza e al dialogo, partendo dalla comprensione dei meccanismi biologici ancestrali da cui nasce la nostra ricerca del bene.
Etica, competenza, buone prassi raccoglie i documenti e le linee guida elaborati negli ultimi anni dall’Ordine degli psicologi del Lazio e mette a disposizione della comunità professionale i risultati raggiunti in anni di studio e di lavoro. Il volume ha l’obiettivo di definire uno spazio di comportamenti condivisi dalla comunità professionale, svolgere una funzione di guida per i giovani psicologi in cerca di una collocazione nel mondo del lavoro, illustrare e diffondere la capacità della psicologia di incidere nella complessità della società contemporanea, al fine di determinare un cambiamento.
Sommario. 1: Linee guida per le perizie in caso di abuso sui minori - 2: Requisiti minimi per l’inserimento nell’albo dei consulenti tecnici del giudice presso i tribunali - 3: Linee guida sull’etica della professione e sulla comunicazione nei mass media - 4: Linee guida per lo psicologo del lavoro nella pratica del coaching organizzativo - 5: Linee guida per l’ascolto del minore nelle separazioni e nei divorzi - 6: Linee guida per la valutazione psicologico-giuridica del danno alla persona - 7: Interventi di supporto psico-sociale in emergenza - 8: Linee guida per la psicoterapia con persone lesbiche, gay e bisessuali - Appendice: Codice deontologico degli psicologi italiani
Questo libro presenta una panoramica dei principali temi che vengono trattati nell'ambito della psicologia del pensiero. L'autore illustra le tre diverse modalità di pensiero di cui dispone la mente (intuitivo, tramite euristiche e analitico). Di ciascuna identifica specificità, funzionamento, punti di forza, limiti. In questo quadro considera i processi di pensiero nell'ambito del giudizio, del ragionamento, della presa di decisione, della soluzione di problemi, della creatività e della fantasticheria.
I ragazzi non diventano adulti in modo indolore. Non basta rimpinzarli di cereali e rifornirli di magliette pulite perché un bel giorno si risveglino uomini. È necessario seguire una strategia. Chiunque trascorra del tempo con loro resterà affascinato da come cambiano e dalla gamma di umori e dalla quantità di energie che di volta in volta rivelano. Il problema è capire cosa è loro necessario e quando. Steve Biddulph prende in considerazione diversi ambiti significativi per la comprensione dei maschi, come i tre distinti stadi di sviluppo, i poderosi effetti degli ormoni maschili sulla loro psicologia e le nuove importanti scoperte sulla vulnerabilità del cervello nei ragazzi.
Dopo "Crescere figli maschi", il libro che ha aiutato milioni di genitori a comprendere a fondo i propri figli, Steve Biddulph, in questo libro, dedica la sua esperienza e la sua preparazione alle bambine. "Crescere figlie femmine" vi guiderà nel percorso di crescita di vostra figlia, dalla nascita ai 18 anni; scoprirete che il processo di sviluppo si suddivide in 5 fasi fondamentali, ognuna delle quali con caratteristiche ben precise, e imparerete ad adottare comportamenti corretti che favoriscano la sua autostima, la serenità nei rapporti interpersonali e soprattutto quella sicurezza necessaria per affrontare la vita. Grazie ai consigli per far fronte a ogni sorta di problema, dai disturbi alimentari, all'alcol, all'errata immagine di sé, ai rapporti con i ragazzi, potrete capire vostra figlia e aiutarla a diventare prima una ragazza e poi una donna saggia, forte e responsabile.
Non ci sono più i leader di una volta. Pessima notizia? No, forse è meglio così. Ora che il concetto di intelligenza emotiva è entrato a pieno diritto nella nostra società, anche la vecchia e logora concezione della leadership basata sul potere e sull'autorità è stata definitivamente scalzata. Perché non bastano più l'attitudine al comando e le competenze tecniche per ottenere risultati, far quadrare i bilanci aziendali, salvare imprese e organizzazioni dalla bancarotta. Occorre essere in grado di mobilitare le energie migliori del proprio gruppo di lavoro, sapere giocare sulle motivazioni profonde di ognuno e allo stesso tempo analizzare lucidamente le proprie, esercitare la difficile arte dell'autocontrollo e della critica senza rinunciare all'empatia. In questo libro, Daniel Goleman ci spiega come essere capi migliori, più efficienti e più amati. Con un'ammonizione: adottare un unico stile di comando non è più sufficiente. La leadership del futuro è fluida: a seconda delle circostanze, dovremmo assumere le caratteristiche del capo visionario, di quello "allenatore", del federatore, del democratico, dell'incalzante e dell'autoritario. Perché sapere governare e gestire gli stati d'animo di chi lavora con noi è la chiave dell'armonia e del talento creativo che soli possono garantire lo sviluppo economico e culturale, nelle piccole comunità aziendali come nell'intera società.