
"Il messaggio che viene trasmesso fin dalla più tenera età è che siamo troppo fragili per affrontare le difficoltà della vita e che è possibile al massimo limitare i danni, facendosi curare. È il paradosso del salutismo, che ha creato nuove forme di dipendenza: più ci si sottopone a cure e controlli, peggio si continua a stare." La nostra cultura è sempre più sensibile al tema della salute, fino all'ossessione. Una ossessione alla base del suo attuale disagio di vivere: più ci si cura e più ci si scopre fragili, ansiosi, impauriti. Da qui la tendenza a esasperare l'aspetto malato delle persone, non solo nell'ambito della salute mentale ma nei contesti più diversi della vita, come la politica, le relazioni affettive, l'educazione. Con effetti devastanti. Nel libro si presentano le molteplici sfaccettature di questa preoccupante novità del nostro tempo, cercando di risalire alle sue radici culturali. La salute a tutti i costi ha comportato un grave impoverimento culturale e spirituale che sta lentamente spegnendo il gusto di vivere dell'uomo occidentale.
La mentalizzazione gioca attualmente un ruolo importante in molte psicoterapie rivolte agli adulti. Questo libro mostra come le concezioni sullo sviluppo del sé e delle relazioni interpersonali possano aiutare nel sostenere il benessere emotivo dei bambini e degli adolescenti sia all'interno della pratica clinica sia in altri contesti. Con il contributo di esperti internazionali, tra cui Peter Fonagy e Mary Target, il volume esplora il concetto di mentalizzazione da un punto di vista teorico, l'utilità degli interventi basati sulla mentalizzazione nei servizi di psicopatologia infantile e l'applicazione della mentalizzazione nei contesti di comunità e nelle scuole. Il testo è di particolare interesse per i clinici e per quanti lavorano in ambito terapeutico con i bambini e le loro famiglie, ma si rivolge anche agli insegnanti, ai ricercatori e agli studenti interessati alla salute mentale del bambino e dell'adolescente, agli studiosi di psicologia dello sviluppo e della cognizione sociale.
Un libro che vuole esortare i genitori a vivere all'aria aperta e praticare attività con i propri figli: escursioni, arrampicata, campeggio libero, rafting e lunghissime e rigeneranti camminate. In palio c'è la bellezza della natura, vi pare poco? A volte l'eccesso di protezione è un deterrente per questa filosofia di vita. Ma la vita all'aria aperta è per i bambini e i ragazzi una necessità e una fonte per sviluppare la personalità e la fantasia. Niente più orologio ma, al suo posto, i ritmi delle stagioni: si mangerà quindi quando si sentirà la fame, si andrà a dormire quando si sarà stanchi e, alla sera, davanti al fuoco, tutti racconteranno le loro storie. E attraverso queste piccole cose che, racconta l'autore, si arriva a capire ciò che davvero è importante. Migliorare il proprio carattere. Essere aperti a nuove persone, attività, idee. La meta non conta, conta piuttosto la strada che percorriamo insieme. Non si tratta solo di noi! Un libro da leggere insieme ai propri figli e poi da lasciare a casa perché nello zaino... pesa!
Amare per dovere è la peggior sorte che possa capitare all'amore. Eppure accade spesso che la mancanza di consapevolezza di ciò che avviene nella vita affettiva e l'incapacità di cogliere i condizionamenti della propria storia e dei propri vissuti rendano faticosa la ricerca di un equilibrio tra la cura di sé e l'attenzione per gli altri. La capacità di accogliere, condividere e rendersi disponibili quando le persone e i fatti implicitamente lo richiedono è uno degli esiti naturali, ma non scontati, dell'accettazione incondizionata di se stessi e della costruzione armoniosa della propria identità personale. Da compito che si limita ad allontanare il senso di colpa, "farsi prossimo" può così diventare un segno naturale il cui significato, vissuto in profondità, ricompensa chi lo compie trasformando l'amore in una forza propulsiva che trova fonte e confine nella persona stessa. Un amore che supera ogni contabilità, dà pienezza a chi lo esprime e crea analoghe premesse in chi lo riceve.
La felicità è la percezione di essere persone uniche, realizzate e appagate. Che si voglia o no, le persone cercano la felicità e obiettivo di ogni persona è viverla. Ma questa ricerca non è priva di rischi, di incertezze e di ostacoli, poiché ogni processo di crescita comporta aspetti di "crisi" e "cambiamento". Le "crisi" ci spaventano perché esse richiedono il coraggio di ascoltare la propria voce, la propria chiamata, la propria vocazione alla vita. L'uomo di oggi, disabituato ad affrontare le sfide, si lascia passivamente assorbire da schemi precostituiti di pensiero, in regole d'azione preconfezionate; credendo di vivere, si annulla negli altri e sceglie o quello che gli altri gli dicono di fare o quello che gli altri fanno. Così l'infelicità è assicurata.
L'ambiente scolastico è sempre più interessato da comportamenti conflittuali che possono sfociare in dinamiche disfunzionali e patologizzanti. Il progetto presentato dalle autrici è stato realizzato in alcune scuole medie inferiori a Novara negli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007 e prevede un percorso formativo per docenti (quattro incontri a cadenza settimanale) e uno per studenti (cinque incontri a cadenza settimanale). Attraverso lo sviluppo delle capacità empatiche (capire il punto di vista degli altri avvalendosi di giochi, interpretazioni di brevi racconti, esercitazioni con cartelloni ecc) il progetto mira a ottenere un maggior rispetto reciproco, una gestione positiva dei conflitti e quindi una serena convivenza sociale.
Nel 1948, tre anni dopo il rientro a Vienna dalla tragica esperienza nei Lager nazisti, Viktor E. Frankl tenne una conferenza dinanzi a un piccolo gruppo di persone sostenendo la tesi che, diversamente dall'interpretazione freudiana, non esiste solo un inconscio istintivo, ma anche un inconscio spirituale. Il materiale fu edito nello stesso anno con il titolo "Der unbewusste Gott (Amandus)" e gli valse il conseguimento della laurea in filosofia. Immediata apparve la contrapposizione con la lettura, troppo riduttiva e unilaterale, che la psicoanalisi faceva non solo dell'uomo preso nella sua globalità tridimensionale di soma-psyche-nous, ma anche dell'inconscio, considerato unicamente come serbatoio di impulsi e di istinti. Mediante quell'opera Frankl offrì ai suoi lettori una griglia di lettura del mondo interiore dell'uomo dal punto di vista della trascendenza. Il testo fu riedito in edizioni successive con integrazioni significative che confluiscono in questa nuova edizione curata da Eugenio Fizzotti.
"Bugiardi nati" è un viaggio nel mondo della menzogna. La menzogna dei bambini, quella degli adulti, quella dei politici o quella particolare categoria di menzogna che è rivolta a noi stessi e che chiamiamo autoinganno. Scritto con umorismo, ricco di aneddoti e di dettagli fulminanti, questo libro è allo stesso tempo un saggio informato, che usa le conoscenze più recenti nel campo della psicologia, delle neuroscienze e della filosofia per fare il punto su ciò che sappiamo in merito a menzogne, bugie, mezze verità, inganni e autoinganni. Siamo stati abituati a pensare alle bugie come a qualcosa di malvagio; la menzogna è per molti la principale responsabile dell'abiezione umana, l'opposto della verità, nella cui luce bisognerebbe camminare. Eppure tutti mentiamo, senza eccezione, continuamente, e più spesso che mai mentiamo a noi stessi, rendendo le nostre bugie più difficili da scoprire, poiché nascoste ai nostri stessi occhi, Ian Leslie rovescia dunque la prospettiva, appoggiandosi sulle spalle di Darwin, di Freud e dei molti psicologi che si sono occupati di questo tema negli ultimi anni: lungi dall'essere un "baco" della nostra psiche, la menzogna è necessaria, vitale, formativa e inevitabile per definire ciò che davvero siamo. Di fatto, non possiamo conoscere noi stessi se prima non conosciamo la sottile dinamica della bugia e dell'autoinganno.
L'autore accompagna il lettore in un percorso psicologico alla scoperta della propria vocazione per viverla con originalità e libertà. Ogni qualvolta si persegue un ideale, una passione, un desiderio profondo un'inclinazione dell'anima, un grande entusiasmo per un certo tipo di attività si realizza la propria vocazione e si può raggiungere una vera consapevolezza di se stesso che porta alla serenità, alla pace, in armonia non solo con se stessi, ma anche con il mondo.
Avere l'intelligenza del cuore significa non solo saper amare e capire gli altri, ma anche essere capaci di rimanere se stessi in tutte le situazioni. Si tratta insomma della capacità di essere felici, di non lasciarsi dominare dalle avversità, di scegliere la propria vita e di stabilire relazioni armoniose con gli altri. Chi non desidera questo per i propri figli? Traendo spunti ed esempi dal vivere quotidiano, Isabelle Filliozat, psicoterapeuta, ci aiuta a capire il significato di tanti comportamenti e a trovare le parole e i modi "giusti" per risolvere anche le situazioni che paiono più difficili.
Boris Cyrulnik, celebre psichiatra francese, ha un passato tormentato alle spalle: i genitori, di origine ebraica, sono stati rinchiusi e assassinati nel campo di concentramento di Auschwitz quando lui era ancora un bambino. Rimasto solo, è caduto prigioniero dei nazisti ma è riuscito a salvarsi per miracolo nascondendosi nel bagno della sinagoga della sua città. Dopo aver trascorso l'infanzia come un fuggitivo, in casa di famiglie che lo ospitavano e in orfanotrofio, terminata la guerra ha scelto di diventare psichiatra. Pur lavorando ogni giorno con traumi e sofferenze da superare, soltanto di recente è riuscito ad affrontare il proprio passato, per testimoniare a voce alta l'orrore vissuto e le conseguenze dolorose che ha dovuto affrontare crescendo. "La vita dopo Auschwitz" è un viaggio nella memoria, un'esplorazione profonda dei ricordi di un passato che emerge dopo un lungo silenzio. La memoria, ci dice Cyrulnik, non racconta la verità storica dei fatti, ma un'altra verità, soggettiva ma non per questo meno reale: un meccanismo dal potere salvifico che cancella, seleziona e modifica quello che è accaduto e che nel tempo ha plasmato i nostri ricordi per rendere il dolore accettabile aiutandoci a superare i traumi vissuti. Attraverso la sua storia, Cyrulnik si rivolge a tutti coloro che cercano di scappare da un passato difficile: un lavoro paziente, in cui l'autore si è messo in gioco, accettando di essere per la prima volta soggetto e oggetto della propria ricerca.
Un viaggio senza pause alle origini dello stile di vita, in cui l'infanzia è solo un pretesto per raccontare come nasce la personalità, perché sistemiamo in un certo modo i mattoni del nostro edificio interiore e attraverso quali vie diventiamo ciò che siamo. L'approccio è innovativo e spiazzante, figlio di una psicologia del profondo ottimistica, lontana da oscure elucubrazioni e da autocompiacimenti, che pesca nella rivoluzione operata dal grande dissidente della psicoanalisi, Alfred Adler. Un modo diverso per parlare di noi, che ci rende familiare il nostro mondo interiore, svelando la straordinaria logica che lo presiede.