
Venticinque anni di vita, ventiquattro ristampe, il manuale storico che ha formato generazioni di psicologi in una nuova edizione rivista e aggiornata alle più recenti ricerche in ambito scientifico.
La psicologia non è solo una branca di studio relativamente giovane, ha anche dei tratti sui generis. Per esempio non è una scienza unitaria, che si dispiega nel tempo in modo coerente attorno a un nucleo fondamentale di princìpi teorici, condivisi e accettati unanimemente dalla comunità dei suoi ricercatori. Costituisce piuttosto una famiglia di linee di ricerca, ciascuna delle quali ha propri assunti teorici fondamentali che la caratterizzano rispetto alle altre, proprie metodologie e proprie aree privilegiate di indagine. Possiamo rintracciarne sei fondamentali: la fenomenologica, la psicodinamica, la comportamentista, la cognitivista, la storicoculturale, la biologica o, oggi diremmo, neuroscientifica. Ma non finisce qui: accanto a tale plurivocità teorica e metodologica, rintracciamo un singolare filo rosso che collega personalmente gli esponenti delle varie prospettive e delle diverse teorie. Si tratta delle biografie degli psicologi: personalità complesse, vite inquiete e inquietanti, eventi tragici. Si pensi soltanto alle vicende sentimentali di Franz Brentano, James M. Baldwin, Carl G. Jung e John B. Watson; alle depressioni di William James, Melanie Klein, Jean Piaget, Burrhus F. Skinner; alle sofferenze psichiche e fisiche di moltissimi psicoanalisti e psicologi ebrei a causa delle emigrazioni forzate negli anni ’30; agli ultimi anni di dolore fisico di Sigmund Freud e Lev S. Vygotskij; ai suicidi di Vittorio Benussi, Bruno Bettelheim, Karl Duncker, Stefan Miller, Marta Muchov, Richard Semon e Victor Tausk; alle morti di Vladimir M. Bechterev avvelenato da Stalin, di Wilhelm Reich in un penitenziario statunitense, di Otto Selz nel lager di Auschwitz, di Georges Politzer fucilato dai nazisti, di Sabina Spielrein uccisa dai tedeschi, ed infine di numerosi psicologi russi nei gulag stalinisti. Non sembra che ci sia altra scienza, se non la psicologia, per la cui comprensione occorra richiamarsi così direttamente alla vita, spesso drammatica, dei suoi protagonisti. Il libro è organizzato in sette capitoli: il primo capitolo è dedicato allo sfondo teorico e metodologico della fine dell’Ottocento, dal quale si distaccarono sin dai primi anni del Novecento le varie prospettive psicologiche, trattate negli altri sei capitoli. Ogni prospettiva è delineata nelle sue caratteristiche teoriche e metodologiche principali, nella sua evoluzione storica ed è corredata da schede biografiche di autori e scuole.
«Ci sono libri che cambiano il modo di fare psicoterapia. Sono rari. Uno lo avete tra le mani. In queste pagine è riuscito l’esperimento alchemico: restare in contatto con l’unicità dello scambio umano e allo stesso tempo indicare un modo di intervenire rigoroso e manualizzato sulla relazione terapeutica». Dalla Prefazione di Giancarlo Dimaggio
Attraverso l’esemplificazione di casi clinici e trascrizioni di sedute, gli autori indagano il concetto di alleanza terapeutica, sia nei suoi aspetti teorici che in quelli pratico-operativi. Fondato sugli sviluppi della psicoterapia relazionale, il libro formula chiari principi di intervento riservando un’attenzione particolare ai processi interni del terapeuta e al ruolo che questi svolgono nel ricomporre i momenti di crisi dell’alleanza.
Il giudizio morale non è (solo) una faccenda per specialisti. Quotidianamente tutti noi formuliamo valutazioni e siamo oggetto della valutazione altrui. Non solo. Noi giudichiamo costantemente noi stessi, ci domandiamo qual è l'azione giusta da fare e se l'azione che abbiamo compiuto possa essere considerata buona e ammirevole, oppure vile e detestabile. Ma da dove proviene la nostra capacità di formulare giudizi morali? E come si sviluppa durante i primi anni della nostra vita? Nell'affrontare queste domande, gli autori danno conto dei progressi compiuti nella recente ricerca empirica e nella teorizzazione psicologica sulle competenze precoci dimostrate dai bambini in vari ambiti.
Questo volume propone un percorso psicologico e spirituale sulla relazione tra fratelli e sorelle e sul sentimento di fratellanza.
Descrizione
Il volume mette a tema Abramo, il padre della fede. È un testo a due voci. La primaripercorre, attraverso i dati biblici, l’esperienza di vita e di fede del primo patriarca. Un’avventura che Abramo ha vissuto con la sua famiglia, in particolare con la moglie Sara e il figlio Isacco. Emerge la figura di un uomo chiamato a lasciare le sicurezze che aveva per mettersi in viaggio guidato da una presenza Altra che gli ha sempre chiesto tutto senza misura. È proprio nel viaggio che l’esperienza di Abramo si consuma e diventa significativa. La seconda voce riprende il dato biblico e, grazie a una lettura psicologica, riflette su alcune esperienze del patriarca, in particolare quella del lutto. Abramo, l’uomo di Dio e da Lui scelto, non è risparmiato dalle difficoltà della vita come nessun altro uomo o donna della Bibbia. Infatti, essere credenti non esonera dalle svolte difficili e tragiche della vita. Il lutto è uno stato emotivo che caratterizza la vita di ogni persona, il sentimento del lutto può accompagnare anche momenti importanti di cambiamento, legati a trasferimento geografico, alla separazione, alla morte… A partire dal dato biblico si desidera far comprendere che la vita ci porta alla scoperta della morte e non solo fisica, terribile verità per tutti. È saggio quindi sviluppare una riflessioni che tematizzi come l’accompagnamento alla morte o l’elaborazione di qualsiasi altro lutto, sia un’arte.
Biografia
Roberto Tadiello
docente di AT presso lo studio teologico Lurentianum e il polo accademico Marcianum di Venezia. Ha conseguito la licenza e il dottorato presso lo Studium Biblicum Franci scanum di Gerusalemme.
Marco Bennati
psicologo psicoterapeuta, specialista in psicosessuologia, baccalaureato in teologia. Nell'Amazzonia brasiliana ha lavorato in ospedale con pazienti leucemici e in un consultorio psicologico dei quartieri meno abbienti dove ha affrontato i molteplici problemi del disagio sociale.
La ricerca si inserisce nel vasto panorama di studi riguardanti i Disturbi del Comportamento Alimentare in adolescenza, all'interno del quale vuole apportare uno specifico contributo di tipo etico-teologico e pedagogico, a partire da una concezione antropologica fondata sul personalismo. La chiave ermeneutica di fondo viene individuata nel desiderio, quale componente strutturante la natura umana, che guida le considerazioni sul senso del limite, sulla corporeità, nella sua precipua connotazione relazionale, e sull'universale apertura alla trascendenza. La proposta educativa che ne scaturisce, inserendosi nell'alveo di una Teologia Morale in costante ricerca della verità e in fruttuoso dialogo con il mondo odierno, risulta finalizzata a promuovere nelle giovani generazioni la capacità di introspezione e di scoperta della dimensione spirituale, lo sviluppo del senso morale e l'assunzione di responsabilità nel segno della progettualità futura.
L'autore in questo breve saggio focalizza l'attenzione sulla figura del padre del nostro tempo, coniugando l'esperienza personale di paternità e professionale di psicoterapeuta. Conduce il lettore, con delicatezza e progressione, verso la comprensione del volto del Padre Celeste dimostrando che Dio è un modello raggiungibile di ogni paternità, per l'oggi e per sempre. Una progressione che diventa bene grande, desiderabile e necessario, una conquista indispensabile per il futuro dell'umanità.
Il tema è piuttosto intrigante e complesso. Lo è per natura sua, e lo è in maniera particolare nella Chiesa di oggi. Sia a motivo di una certa attuale evidenza storica, che ci ha riproposto in termini truci lo scarto esistente tra la sublimità della chiamata e la debolezza della risposta; sia perché ci muoviamo in un settore che, per alcuni aspetti (vedi l'omosessualità), sfugge ancora a una definizione diagnostico-prognostica precisa, su cui vi sia convergenza da parte degli studiosi.
La vita di Giobbe, uomo giusto e dedito a Dio, viene scossa e turbata da diverse sciagure che si succedono rapidamente. Questi eventi mettono in crisi le sue certezze e la sua identità portandolo, dopo grandi sofferenze, a guardare la sua esistenza con occhi nuovi. In questo libro cerchiamo di riflettere sull’esperienza del dolore umano e sulla possibilità di conferirgli un significato, lasciandoci guidare dalla vita di Giobbe, dai momenti più bui e da quelli cruciali per la sua rinascita.
Biografia
Giuliano Franzan Teologo, Psicologo e Sessuologo. Lavora con coppie in difficoltà e segue diversi gruppi in un cammino di Fede, leggendo la Bibbia anche sotto l’aspetto psicologico. Segue diversi corsi per fidanzati sia in campo teologico che psicologico in Veneto e in Trentino. Ha pubblicato diversi articoli e due libri con la casa editrice Messaggero di Padova. È specializzato in problematiche di coppia e lavora come psicologo e sessuologo presso il suo studio privato a Bussolengo (VR).
Giulia Ciclamini. Psicologa. Lavora con bambini e adolescenti in difficoltà e con le loro famiglie. Sta portando avanti la formazione in sessuologia presso l’associazione A.I.S.P.A. di Milano. Segue diversi percorsi sul tema dell’educazione e dell’affettività rivolti a genitori ed educatori.Attualmente svolge l’attività di psicologa presso i suoi studi privati di Bussolengo (VR) e Lendinara (RO).
Il manuale offre agli studenti dell’Ecclesia Mater uno strumento per accostarsi alla Psicologia della Religione, di cui si chiariscono compiti e limiti; offre una panoramica del pensiero dei “maestri” che hanno delineato le dinamiche che mettono in relazione l’uomo con il Trascendente e i segni che le accompagnano. Presenta alcuni aspetti del contesto contemporaneo, con attenzione particolare alle giovani generazioni; evidenzia il rischio del riduzionismo, foriero di una visione parziale della Religione e dei processi di rifiuto/adesione al credo religioso. Riferendosi all’ambito ebraico-cristiano, il manuale esemplifica processi e meccanismi della relazione uomo-Dio anche utilizzando alcuni passi della Sacra Scrittura.
Biografia
Alessandro Panizzoli, psicologo, è membro della Società Italiana di Psicologia della Religione ed è consulente del Ministero della Giustizia. Collabora con l’Editrice La Scuola, presso cui ha pubblicato articoli e libri per l’IRC, curandone l’aspetto antropologico-storico e psicologico. Insegna Religione cattolica nella Secondaria superiore ed è docente di Psicologia della Religione presso l’ISSR Ecclesia Mater
Scriveva l’autore:«Il contatto con le persone che ricorrono alla consulenza psicologica ci ha fatto maturare la convinzione che le loro difficoltà comportamentali non derivano solo da disturbi intrapsichici o da condizioni sociali sfavorevoli, ma anche dalla difficoltà a instaurare relazioni caratterizzate da autentiche comunicazioni interpersonali. Processi di alienazione, conflitti interpersonali, rapporti non autentici sono alcune delle conseguenze più frequenti che si riscontrano quando mancano ai soggetti competenze comunicative adeguate. Inoltre, gli stessi interventi terapeutici o le consulenze di tipo pedagogico, psicologico, ecc., non portano al raggiungimento delle mete desiderate se le persone, che hanno difficoltà comportamentali, non acquistano contemporaneamente quelle competenze comunicative che permettono loro di introdursi come persone vere nelle relazioni umane».
A ciò si aggiunge la convinzione che la pedagogia e la psicologia non debbano limitarsi al compito d’intervenire solo quando le persone sono afflitte da disturbi o da problemi psichici. A queste, come ad altre discipline, si richiede non solo di promuovere condizioni sociali e politiche che permettano uno sviluppo umano, ma anche di aiutare preventivamente i soggetti a sviluppare le competenze comportamentali necessarie per affrontare la vita in modo più appropriato.
Nella presente pubblicazione, pertanto, si offre un programma di comunicazione pragmatica per coloro che vogliono migliorare le loro relazioni interpersonali dal punto di vista della comunicazione. Si rimane convinti, però, che una semplice informazione sui temi dell’interazione comunicativa non è sufficiente, per cui il testo propone un intero training che ha come scopo l’apprendimento comportamentale delle singole competenze relazionali. In realtà, il soggetto potrà comunicare nel modo desiderato unicamente se, oltre ad essere informato sulle qualità processuali richieste, sarà sensibilizzato e introdotto alla loro realizzazione pratica.

