
Gran parte della nostra vita mentale si svolge a livello inconsapevole: la consapevolezza è uno stato mentale temporaneo e fuggevole che si limita per lo più ai momenti di difficoltà. Siamo consapevoli, per esempio, quando impariamo ad andare in bicicletta, ma appena presa confidenza entrano subito in gioco degli automatismi. Subentra, così, uno stato mentale passivo, inconsapevole, che in molte situazioni impoverisce la nostra vita: ci siamo privati di quella risorsa fondamentale dell'esistenza che è la consapevolezza. Ellen Langer spiega le prerogative e i vantaggi di uno stato mentale consapevole. In questo libro ricco di insegnamenti, consigli, aneddoti e profonde verità, l'autrice mostra come consapevolezza significhi maggior controllo della nostra vita, capacità di inventare soluzioni nuove, libertà dal pregiudizio, possibilità di attingere a risorse nascoste del corpo e della mente. Basato su anni di ricerche e supportato dall'analisi di una vasta serie di casi clinici, "Mindfulness, la mente consapevole", un classico della psicologia, ritorna in libreria con una nuova prefazione dell'autrice che, a venticinque anni dalla prima edizione, spiega il successo di un indirizzo di studi che ha aperto nuovi orizzonti nella psicologia e nella vita di ognuno di noi.
Il volume, che ha l'obiettivo di facilitare lo psicologo nella conoscenza e nell'uso clinico della WAISIV, è articolato in quattro parti. Nella prima si descrive l'architettura della WAIS-IV e i cambiamenti rispetto alle precedenti edizioni. Nella seconda sono presentati i quattro Indici e i subtest che li compongono. La terza parte è dedicata alla lettura dei risultati e all'interpretazione di tutti i punteggi della WAIS-IV: QI, IAG, ICC, Indici, punti di forza e di debolezza ipsativi, punteggi di processo e abilità ampie CHC. Nella quarta parte è esemplifi cato l'impiego della Scala con soggetti anziani e sono descritti i dati che si ottengono dalla WAIS-IV in caso di soggetti con ADHD, disturbi dello spettro autistico, plusdotazione, disturbi dell'apprendimento e disabilità intellettiva. Sono infi ne aggiornate le linee guida per la stesura della relazione psicodiagnostica.
Obiettivo del volume è facilitare il clinico nella conoscenza della WAIS-IV, evidenziando analogie e differenze con la WAIS-R. Il testo è articolato in quattro parti. Nella prima si descrive la nuova architettura della WAIS-IV e i cambiamenti che la contraddistinguono. Nella seconda sono presentati i quattro Indici e i subtest che li compongono. Di ogni subtest sono descritti le abilità cognitive valutate, i processi di elaborazione e le strategie coinvolti nelle risposte, l'analisi degli errori e le possibili procedure aggiuntive per approfondire alcune variabili a fronte di dubbi clinici. La terza parte è dedicata alla lettura dei risultati e all'interpretazione di tutti i punteggi forniti dalla WAIS-IV: Ql, IAG, ICC, Indici, punti di forza e di debolezza e punteggi di processo. Nella parte quarta è esemplificato l'impiego della scala con anziani e alcune popolazioni cliniche. Nel volume sono proposte linee guida per la stesura della relazione psicodiagnostica.
Quali sono le caratteristiche innovative della WISC-V? Quali le considerazioni cliniche sui risultati? Come descrivere i funzionamenti cognitivi in una relazione psicodiagnostica? Il volume risponde in maniera esaustiva a questi e a numerosi altri interrogativi relativi alla quinta edizione della Wechsler Intelligence Scale for Children e al suo uso in ambito clinico. Dopo aver descritto approfonditamente la nuova architettura dello strumento e i modelli di ultima generazione che hanno influito sulle sue innovazioni, le autrici analizzano i diversi funzionamenti cognitivi valutati dagli Indici (primari e ausiliari), prestando particolare attenzione alle caratteristiche dei singoli subtest che li compongono. Il volume include numerosi esempi relativi alla descrizione dei risultati della WISC-V nella relazione psicodiagnostica. Completano l'edizione alcuni materiali di approfondimento disponibili online sul sito della casa editrice.
Quali sono le caratteristiche innovative della WISC-IV? Perché è consigliato l'uso di questa nuova edizione? Per rispondere in maniera esaustiva a tali quesiti, nel volume è descritto l'impiego di specifiche procedure di somministrazione in caso di dubbi clinici, sono esplicitati i criteri per l'interpretazione dei punteggi e sono fornite linee guida per la stesura della relazione. Il volume è articolato in tre parti. Nella prima si esaminano le precedenti edizioni della Scala, l'evoluzione della psicopatologia infantile e i cambiamenti nell'interpretazione dei punteggi della Scala al fine di comprendere il razionale sotteso all'attuale struttura del test. Nella seconda parte sono descritti la nuova architettura della Scala, gli Indici e i subtest che li compongono. Nella terza parte le autrici si soffermano sui punteggi che si possono calcolare e sulle ricadute che hanno nella vita quotidiana e scolastica: propongono infine alcuni esempi di stesura della relazione psicodiagnostica.
lo psicologo, quando deve decidere quali strumenti impiegare per un tailored assessment, può trovarsi in difficoltà data la molteplicità dell'offerta presente sul mercato. L'esperienza pluriennale degli autori che hanno contribuito al volume permette di dare alcune linee guida nell'impiego di questi strumenti. Le diverse sezioni (test cognitivi, self-attribution test, stimulus attribution test, storytelling) includono i test di utilizzo più consolidato dalla pratica clinica, suddividendoli nei due grandi gruppi: i test per la valutazione del funzionamento cognitivo e quelli per la valutazione della personalità. Di ciascun test è descritta la struttura, sono elencate le caratteristiche psicometriche fondamentali e sono fornite le informazioni necessarie per orientare studenti e giovani psicologi nella scelta dello strumento diagnostico più adatto.
L'idea di questo libro nasce dall'incontro quotidiano degli autori, professionisti impegnati nella clinica e nella formazione, con giovani adulti in condizione di disagio: persone fra i venti e i trent'anni alla difficile ricerca di un'identità sociale, non in grado di elaborare autonomamente la conflittualità adolescenziale e di acquisire in forma stabile le caratteristiche tradizionalmente riconducibili all'età adulta. Il volume analizza e descrive i tratti specifici di questa fase del ciclo di vita, differenziandoli da quelli adolescenziali, sia rispetto alla fisiologia della crescita sia rispetto alla qualità della sofferenza psicologica, in una prospettiva psicodinamica ed evolutiva. L'età del giovane adulto è definita "terza nascita" in quanto successiva alla seconda nascita dell'adolescenza: un modo evocativo per sottolineare come la realizzazione del Sé sociale, in questa fase di crescita, rappresenti un compito evolutivo cruciale per la definizione e costruzione dell'identità dell'individuo. Una "terza nascita" sulla quale è necessario riflettere a partire dal contesto affettivo, relazionale e sociale in cui avviene.
L'adolescenza è una fase del ciclo di vita che richiede approcci diagnostici, valutativi e clinici specifici. La fluidità di un'epoca della vita caratterizzata da instabilità psichica, corporea e relazionale costringe psicologi e psicoterapeuti a muoversi con cautela rispetto al riconoscimento delle situazioni a rischio e psicopatologiche. Questo libro presenta un modello di presa in carico dell'adolescente che coniuga teoria psicoanalitica e teoria evolutiva. Un intervento clinico che guarda alla crisi del giovane paziente come segnale di un blocco nella realizzazione dei compiti evolutivi fase-specifici. Attraverso la presentazione di diverse manifestazioni sintomatiche (ansia, gesti autolesivi, problematiche alimentari, aggressività e antisocialità, insuccesso scolastico e ritiro sociale, dipendenze da sostanze e da internet) emergono il modello teorico, che sostiene l'intervento di psicoterapia psicoanalitica in una prospettiva evolutiva, e la metodologia applicata di un lavoro clinico che prevede anche il coinvolgimento dei genitori del giovane paziente.
L'adolescenza è un periodo di sconvolgimenti fisici e di profonde rivoluzioni psichiche (a partire dal bisogno di sviluppare la propria identità) che finisce per stravolgere gli equilibri di tutta la famiglia. Una trasformazione che implica la ridefinizione, talvolta traumatica, dei ruoli non solo del ragazzo, ma anche dei suoi genitori. Gli adolescenti di oggi sono nati e cresciuti in un ambiente molto differente da quello dei loro padri e delle loro madri. È mutato lo scenario sociale in cui viviamo, ma è cambiato anche lo scenario privato: dalla famiglia delle regole si è passati a quella che promuove la creatività e la capacità relazionale dei figli, favorendo talvolta in loro il narcisismo e un'intrinseca fragilità, pur sotto i modi apparentemente spavaldi, sprezzanti e spregiudicati, e innescando una crisi adolescenziale di difficile soluzione. Ecco allora che i genitori spesso tentano di stabilire un tardivo «governo del no», rieditando modelli educativi che non condividono veramente. Se le punizioni, le botte, perfino le urla sono state bandite dal «galateo educativo» della nuova famiglia, non ha senso imporre i famosi «no che aiutano a crescere» proprio in questa delicata fase della vita. I divieti degli adulti vengono infatti vissuti dagli adolescenti come gesti sadici, ispirati dalla volontà di negare lo sviluppo, l'affermazione di sé e la capacità di decidere in autonomia. Il percorso di crescita si carica allora di tensioni nei ragazzi e di senso di delusione e di impotenza nei genitori, preoccupati da alcuni comportamenti, apparentemente ingiustificati: dall'insuccesso scolastico alla chiusura in se stessi, dall'uso di sostanze ai disturbi alimentari, dall'isolamento fisico nella propria stanza, come nei sempre più diffusi casi di ritiro sociale, all'ossessivo utilizzo di internet, blog o social network, fino ai gesti autolesivi. Forte della sua lunga esperienza a contatto con i ragazzi, Matteo Lancini traccia un quadro dei problemi legati alle crisi adolescenziali e, grazie anche al racconto di casi esemplari, suggerisce a genitori, insegnanti e educatori come prestare ascolto alle esigenze e ai pensieri dei ragazzi senza pregiudizio, come favorire la loro autonomia e la loro responsabilità senza mai lasciarli soli davanti ai problemi, come intervenire in modo adeguato nelle situazioni più critiche. Perché se c'è qualcosa di cui gli adolescenti in crisi hanno davvero bisogno sono adulti autorevoli, insieme ai quali definire il loro progetto futuro.
Una generazione cresciuta "nella rete": prendendo le mosse da uno dei fenomeni tipici del nostro tempo, gli autori si interrogano sui criteri per distinguere un uso adattivo dei social e dei videogiochi da un sintomo di malessere o dipendenza. Cyberbullismo, sexting, gioco d'azzardo e, in modo particolare, ritiro sociale sono alcuni dei comportamenti analizzati in questo testo, denso di riflessioni sui motivi della loro diffusione e sulle possibili modalità di intervento. La rivoluzione digitale ha creato ambienti espressivi nei quali non solo gli adolescenti sperimentano nuove possibilità di realizzazione, ma trovano rifugio in occasione di profonde crisi evolutive, in una forma di autoricovero che esprime sia il dolore sia un tentativo di alleviarlo o superarlo. In particolare, alla luce dell'esperienza maturata negli ultimi quindici anni, gli autori inquadrano la psicodinamica del ritiro sociale, oggi la più significativa manifestazione del disagio giovanile, e presentano gli orientamenti clinici che guidano la presa in carico dell'adolescente in una prospettiva evolutiva.
Gli adolescenti odierni smentiscono gli stereotipi. Non si arrabbiano se le prospettive economiche sono fosche e se una pandemia li costringe a rinunciare a esperienze importanti. Identifi cati con le fragilità degli adulti, sono stati abituati fi n da piccoli a non frequentare cortili e parchi dove avrebbero potuto farsi male. Per questo si sono inventati piazze virtuali, in cui sperimentare la propria identità nascente. Gli adulti hanno obiettato che non andava bene, che erano diventati dipendenti da internet. Poi internet si è rivelato indispensabile e la mancata accensione della telecamera è stata considerata assenza dalla scuola, il cui portone era in realtà chiuso, come se fossero gli adolescenti il motore della diffusione del male. Avrebbero potuto arrabbiarsi, invece niente. Gli adolescenti non sono più trasgressivi, si sono responsabilizzati di fronte a adulti confusi, ma che provano ogni giorno a voler bene a ragazze e ragazzi. Forte della propria esperienza di psicologo e psicoterapeuta, l'autore delinea il ritratto più aggiornato di giovani e giovanissimi e indica agli adulti la strada da percorrere per svolgere al meglio il proprio ruolo.