
La scienza inventata da Freud ha ormai più di un secolo di vita; non molto, se paragonata ad altre discipline. Tuttavia in questo arco di tempo la psicoanalisi – al tempo stesso una teoria dei processi psichici inconsci, una tecnica di indagine di questi stessi processi e il più efficace metodo di terapia per la sofferenza psichica – si è imposta come lo strumento che offre la comprensione più approfondita della mente umana. Con l’ausilio di accessibili definizioni dei concetti più importanti, questo breve volume ne affronta alcuni dei temi principali – la teoria del sogno, il concetto di inconscio, la clinica psicoanalitica, l’analisi dei bambini e degli adolescenti, la storia della psicoanalisi in Italia –, avvicinando il lettore non specialista a una disciplina straordinariamente affascinante.
Il volume illustra il modello postbioniano del campo analitico, che sta emergendo internazionalmente come un nuovo paradigma in psicoanalisi. Fra i temi trattati, la metafora, la confrontazione, l'influsso di Merleau-Ponty sulla psicoanalisi, la figura di Grotstein, la componente artistica del lavoro dell'analista. Il modello del campo analitico rifiuta di immobilizzare rigidamente i fatti dell'analisi all'interno di un quadro storico o di una visione esclusivamente intrapsichica del soggetto. L'intenzione è invece far emergere la storicità del presente, il modo in cui il campo emotivo inconscio determinato dall'incontro fra analista e paziente prende forma istante per istante. A partire da un sottile gioco di identità e di differenza, analista e paziente sono visti come impegnati in una sorta di "sognare assieme": che dà un senso all'esperienza e fa crescere la mente di entrambi.
La psicoanalisi è un metodo di cura valido per i pazienti del terzo millennio? Con il suo stile informale e provocatorio, Antonino Ferro; uno tra i più autorevoli psicoanalisti contemporanei, ribadisce qui la vitalità della disciplina elaborata da Freud, affrontandone tutti, i punti fondamentali: dagli aspetti formali - l'uso del lettino, la durata della terapia, il pagamento - ai casi più particolari - il transfert erotico, le bugie, l'autismo. Il risultato è una guida stimolante per il terapeuta che vuole superare l'ortodossia grazie a intuizioni innovative e per le persone curiose che vogliono sbirciare nella stanza d'analisi per capire che cosa accade lì dentro. Il lettore si prepari a vedere capovolte le sue idee sulla psicoanalisi.
L'autore considera la psicoanalisi sotto due aspetti: come una forma di letteratura, cioè come un racconto messo in atto da paziente e analista, e come una terapia, cioè come una cura della sofferenza psichica che utilizza come strumento il rendere narrabile e condivisibile quanto prima poteva essere espresso solo attraverso il malessere, i sintomi, la sofferenza. In questo volume vengono trattati argomenti come i nessi tra narrazione e interpretazione all'interno della seduta analitica e lo sviluppo che il concetto di personaggio ha avuto in letteratura e nei diversi modelli psicoanalitici.
Chi sono i bambini pensati? Sono i bambini o i "bambini negli adulti" che hanno la possibilità di guardare e di essere visti, per poter così guardare a loro volta. Sono coloro che hanno o hanno avuto la possibilità di avere un posto nella mente dell'Altro, di essere stati desiderati dall'Altro. Sono i bambini che sono stati pensati e sognati dall'Altro, l'Altro per loro significativo. Il fatto è che in quanto esseri umani siamo .costituzionalmente. destinati ad inserire noi stessi all'interno di un mondo che ci pre-esiste. Non è possibile quindi negare che la natura di questo "incontro" condizionerà più o meno fortemente il nostro stato di esistente. La cornice teorica di riferimento per questo lavoro è il legame intersoggettivo. Si parla dunque di "contagi", come di "incontri di menti".
Essere gentili conviene: fa bene alla salute, guadagna simpatie, crea intorno un clima positivo e sereno. Il vero tornaconto della gentilezza, tuttavia, sta proprio nell'essere gentili. La gentilezza, infatti, dà un senso e un valore alla nostra esistenza, ci fa dimenticare i guai quotidiani e sentire bene con noi stessi. Piero Ferrucci mostra in questo libro, frutto di ricerche scientifiche, ricco di aneddoti tratti dalla sua esperienza di psicoterapeuta e punteggiato di rimandi a fiabe e racconti delle più varie tradizioni, che una qualità "inattuale" come la gentilezza può rivelare un potere dirompente soprattutto nell'epoca odierna, in cui i rapporti fra esseri umani sono sempre meno autentici e sempre più formali.
A più di trent'anni dalla cosiddetta legge Basaglia (1978), qual è il panorama delle comunità residenziali in Italia? Quali sono le indicazioni cliniche per questo specifico metodo di cura? Il volume risponde a tali interrogativi, proponendo un'analisi aggiornata indispensabile per affrontare la complessità dei problemi delle comunità residenziali che ospitano soggetti con difficoltà psichiche gravi. L'ottica psicodinamica si articola con quella psicosociale in un modello di cura che integra il gruppo dei residenti e quello dei curanti, in collaborazione con le famiglie e i servizi territoriali e sociali. Viene proposta una strumentazione terapeutica che si differenzia a seconda della patologia, dell'età evolutiva, dei livelli di protezione e si approfondiscono i fondamentali fattori clinico-riabilitativi e organizzativi (procedure di invio e dimissioni, leadership, lavoro di gruppo e con la famiglia, modelli formativi e di gestione della crisi, inserimento esterno dei residenti). Grande rilievo è dato al processo di valutazione attraverso nuovi strumenti di verifica dell'efficacia e al confronto tra comunità.
Anna Ferruta propone di affacciarsi al mondo della psicoanalisi con una modalità inconsueta, intrecciando sequenze cliniche e descrizioni del funzionamento psichico per analizzare le più cruciali contraddizioni della vita emotiva. Incontriamo così le immersioni nel non conosciuto dell'inconscio, i conflitti che lacerano il mondo interno tra affermazione di Sé e Alterità necessaria, la solitudine essenziale e il bisogno di vivere in gruppo, la violenza inevitabile contestuale alla compassione, il male e la gioia di vivere, i continui slittamenti tra dolore del corpo e sofferenza della psiche, le straordinarie energie emotive che permettono di superare esperienze di sconforto. Ciò che unisce i differenti paesaggi psichici della teoria e della cura psicoanalitiche è l'esperienza dello stare in relazione, come condizione strutturale indispensabile per i viventi. Abbiamo bisogno di solitudine per essere creativi e di interazione con altri per crescere continuamente: tenere insieme Sé e Altro, non perdere l'altro e non perdere se stessi.
Un metodo seguitissimo diventato punto di riferimento imprescindibile, dall'autore che ha stravolto l'approccio alla sindrome di Down. Attraverso parti teoriche e testimonianze dirette di progressi un tempo impensabili, questo libro presenta un metodo innovativo per accrescere il QI dei bambini Down, e costituisce insieme l'infrazione di un luogo comune: che non gli sia concesso il piacere d'imparare.
«Non sono un ministro di culto, non sono un medico o uno psicologo. Non ho delle certezze sulla morte e non leggerete niente che abbia a che vedere con degli insegnamenti. Faccio l'accompagnatore. Sono un uomo che, in modo scevro da dogmi, sta vicino alle persone che stanno per morire e alle loro famiglie. Sono incuriosito dalla vita: dalla nascita alla morte.» Se abbiamo una vita per prepararci alla morte perché, nella nostra società, arriviamo tutti impreparati quando si avvicina la fine? Ange Fey fa un lavoro particolare: accompagna le persone malate o anziane negli ultimi periodi della loro esistenza. Assiste, in una relazione di aiuto, non solo il moribondo, ma anche i familiari. E lo fa in una maniera sorprendente, perché non è un prete, non è propriamente uno psicologo, ma con un approccio rispettoso, profondo ed empatico si mette al servizio dell'essere umano, prepara e gestisce tutte le fasi che girano attorno al trapasso. "Alla fine si muore" è una testimonianza forte dell'intenso vissuto dell'autore, sin da quando le domande sulla morte hanno cominciato a far parte della sua vita. Un vissuto fatto di incontri struggenti e commoventi, pieni di significato, di domande appese, di constatazioni sconvenienti; un insieme di riflessioni per prepararsi non solo alla morte come evento naturale ma soprattutto per ragionare sulla vita, sulla sua complessità, sul senso biologico dell'esistenza e sul bagaglio personale che ognuno si porta appresso. Con la saggezza che deriva dall'esperienza, Ange Fey tratta un argomento universale, un grande tabù dei nostri tempi, un tema attorno al quale si muovono paure, dolori e incomprensioni.

