
Come è cambiato il linguaggio politico degli ultimi trent’anni? L’irruzione sulla scena dei nuovi media, l’ossessione per lo storytelling, la crescente personalizzazione all’interno di partiti e movimenti hanno rivoluzionato il quadro. Il libro passa in rassegna le tendenze più rilevanti nel panorama comunicativo italiano e internazionale e dedica ampio spazio ad alcuni casi di studio, dalla narrazione americana sul terrorismo alle contraddizioni del marketing politico di casa nostra, dalla comunicazione dei movimenti di protesta internazionali al caso di Grillo e dei 5 Stelle. Uno strumento essenziale sia per chi fa politica tutti i giorni (leader, consiglieri di staff, consulenti, attivisti) sia per chi vuole decifrare meglio i segnali inviati da chi ci governa o aspira a governarci.
«Auguro a chiunque si accosti a queste pagine di lasciarsi provocare e interrogare sul proprio ruolo nella società e di trovare, nella profondità di questa ricerca, nuove motivazioni per impegnarsi, con coraggio e speranza, nella costruzione del Regno di giustizia e di pace».dalla Prefazione del card. Michael Czerny S.J.Il presente contributo propone un'analisi etica e sociologica delle esperienze di formazione sociale e politica di ispirazione cristiana, con particolare riferimento al modello delle Scuole di formazione all'impegno sociale e politico (Sfisp). Il lettore è accompagnato alla scopertadelle principali caratteristiche di questi percorsi formativi attraverso un'indagine integrale che ne ricostruisce la genesi, lo sviluppo e la composizione.
Perrone evidenzia il ruolo positivo della DC per il nostro Paese, sostenendo che il partito, attraverso una politica di difesa degli interessi nazionali, ebbe la capacità di ritagliare all'Italia rilevanti margini di autonomia, nonostante la subordinazione agli Stati Uniti. Agendo in modo duttile e intelligente nella situazione che la realtà dava, la DC costruì l'ascesa dell'Italia a quinta potenza industriale del mondo.
In sedici giorni avviene tutto. Avviene che quattro donne realizzate nel lavoro e negli affetti prima si scontrino, poi si conoscano e perfino si amino. Avviene, soprattutto, che il procuratore Del Campo venga a capo di un maledetto intrigo, in cui è difficile conciliare il senso della legge con il desiderio di giustizia. Il mistero si infittisce quando quella che sembra solo una torbida vicenda giudiziaria inizia a mostrare il volto terribile della corruzione politica, della criminalità economica e dell'ipocrisia ecclesiastica. Il procuratore Del Campo si rende conto di procedere su un terreno minato eppure avanza. Fino all'ultima pagina.
Ha fatto sembrare i politici tradizionali dei matusalemme. Ha schiacciato e spedito nel reparto delle anticaglie i tentativi di nuovo centrodestra destinati a diventare flop. Ha annichilito gli avversari parlando in modo chiaro e concreto. Tutto nel volgere di pochi mesi, con un succedersi di blitz, di guerre lampo senza paragoni in Italia. "Sono in estasi davanti alla sua energia" ha detto di lui Marine Le Pen. "È un uomo estremamente coraggioso e può andare al governo." L'avanzata fulminea di Matteo Salvini ha sorpreso tutti, eppure la sua storia con la Lega è cominciata quando era ancora un ragazzino, nella Milano degli anni Ottanta. È una storia profondamente intrecciata alla scoperta di una politica fatta tra la gente e per la gente, a partire dai chilometri in bicicletta per attaccare i manifesti elettorali, passando per i microfoni di Radio Padania e il Parlamento europeo, fino alla nomina a segretario federale della Lega, che lo ha fatto diventare uno dei personaggi chiave della scena politica italiana.
La storia europea più recente ha visto attuarsi processi di secessione, con il crollo dei sistemi politici socialisti e la nascita (non sempre pacifica) di nuove entità politiche. Diverse aree dell'Europa occidentale - dalla Catalogna alla Scozia, dalle Fiandre al Veneto - sono toccate oggi da rivendicazioni che mettono in discussione i confini nazionali, ponendo la questione, cruciale, di chi (e come) possa definirli. Nicola Iannello e Carlo Lottieri illustrano le tesi liberali e libertarie in tema di diritto di secessione e nazione volontaria, evidenziando come si possa uscire dall'età delle sovranità assolutistiche e dei nazionalismi autoritari solo grazie a un radicale ripensamento delle categorie filosofico-politiche fondamentali. Per i due autori, è giunto il momento di comprendere che, in una società libera, le istituzioni sono legittime solo se godono realmente del consenso dei singoli che esse s'incaricano di servire. Oltre ai due saggi di Iannello e Lottieri, il volume propone una parte antologica, con testi di Thomas Jefferson, Ernest Renan, Ludwig von Mises, Robert McGee, Murray N. Rothbard e Hans-Hermann Hoppe.
Rumiz compie un viaggio attraverso le mentalità, le tradizioni e i simboli del Nord (i fiumi, i campanili, i ponti ...) per ritrovare il senso della parola perduta e l'origine del successo della Lega. Scopre che tra noi è cresciuta silenziosamente una nuova figura, quella dello "spaesato", dell'uomo uscito dalla cultura di paese ma non ancora entrato in quella "globale", dell'uomo che non chiede risposte razionali ma simboli per radicarsi in uno spazio vitale. A questa vaga domanda di identità ha cercato di dare risposta il movimento di Bossi, che occupa un luogo immaginario, mitico, metaforico e simbolico prima che politico.
Due giovani su tre affogano senza lavoro e la Regione Sicilia butta 15 milioni per 18 apprendisti fantasma. Ci sono treni che marciano a 14 km l'ora e i fondi Ue vanno a sagre, sale bingo e trattorie "da Ciccio". Quattrocento miliardi di fondi pubblici speciali spesi in mezzo secolo e il divario col Nord è maggiore che nel dopoguerra. I vittimisti neoborbonici ce l'hanno con tutti a partire da Ulisse e intanto il Meridione si fa sorpassare anche dalla regione bulgara di Sofia. Figurano più braccianti disoccupati a Locri che in tutta la Lombardia ma i soldi vanno ai mafiosi che incassano contributi anche sui terreni confiscati. La Calabria ricava in un anno da tutti i suoi beni culturali 27.046 euro ma i Bronzi di Riace restano per anni sdraiati nell'androne del Consiglio regionale. La Sicilia è la regina del Mediterraneo con 5 siti Unesco ma le Baleari hanno 11 volte più turisti e 14 volte più voli charter. Undici miliardi buttati per l'emergenza rifiuti ma la Campania muore di cancro e a Bagnoli sono avvelenati anche i parchi giochi. Municipalizzate che non girano al fisco le tasse trattenute ai dipendenti ma si prendono il lusso di non sfruttare patrimoni immobiliari enormi. Alti lamenti sugli investimenti esteri ma a Messina una procedura fallimentare si chiude in media dopo 25 anni. Sovrintendenze cieche davanti alla devastazione delle coste e vincoli paesaggistici sul pitosforo di un giardino privato...
La carta d'identità dei nostri "rappresentanti" e la storia di quello che hanno detto e hanno fatto. Per capire quello che potranno fare. Luogo e data di nascita, curriculum, segni particolari, fedina penale, assenze in parlamento e frasi celebri. Il momento peggiore della nostra vita repubblicana. Un libro che è utile avere come guida non solo al parlamento, ma anche all'Italia sfibrata e stravolta di questi anni. Sono più di 150 politici, vecchi e nuovi. Con una piccola schiera di virtuosi (o quasi) che hanno diritto alla citazione. Sono pochi e si notano di più.
Pagliacci e forcaioli, innovatori che non innovano nulla, élite senza patriottismo, un popolo senza speranza, vecchie cariatidi in pista da decine di anni e nuove speranze con poca cultura, tecnici stimati solo all'estero, medicine inutili somministrate agli italiani solo per rabbonire l'Europa... Sono alcuni dei temi trattati da Lodovico Festa e Giulio Sapelli in questo dialogo paradossale, ma niente affatto gratuito, il cui filo conduttore è quanto l'Italia di ieri, quella dei Medici e dei papi rinascimentali, assomigli a quella di oggi, da Tangentopoli a Renzi. Sicuramente è una forzatura estrema comparare il Moro a Cuccia, Giulio II a Napolitano o Carlo V alla Merkel, ma lo è un po' meno commentare i continui sacchi di Roma e l'accettazione passiva del dominio straniero. Per gli autori, la realtà attuale è così disgregata che il paradosso diventa strumento per guardare più a fondo la situazione italiana: a quanto da lontano vengano questioni e tendenze essenziali per la nostra società, e quanto siano ancora valide le riflessioni (contrapposte) di grandi intellettuali come Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini. L'interrogativo finale riguarda tutti: oggi, in Italia, si può sperare in un nuovo Principe (cioè un Nuovo Stato) o si deve, invece, accettare l'opinione antica quanto corrente del: "Franza o Spagna purché se magna"?
La crisi dell'euro, l'arrivo in Europa di milioni di rifugiati e migranti, gli attacchi terroristici nel cuore delle città europee, infine la Brexit, i crescenti populismi e nazionalismi, le eurofobie, l'impatto della presidenza Trump sugli equilibri geopolitici alla base del progetto di integrazione. A partire dal 2008 l'Unione ha affrontato sfide senza precedenti con un assetto legale e istituzionale che alla prova si è rivelato drammaticamente inadeguato. Se vogliamo dare nuova forza all'Unione, l'idea di una misura che vada bene per tutti va messa nel cestino: è necessario separare gli stati che hanno una ragione strutturale per aggregarsi politicamente (come è il caso dei paesi dell'Europa continentale e occidentale) e gli stati che hanno invece un esclusivo interesse economico per il processo di integrazione (le isole e penisole del Nord, gli stati dell'Est). Il primo gruppo dovrà procedere verso una vera e propria unione federale con una base politica e costituzionale e perseguire l'obiettivo "di un'unione sempre più stretta"; il secondo gruppo potrà invece basarsi su un trattato interstatale puramente funzionale. Due Europe quindi collegate nel mercato unico. Solo così sarà possibile portare l'Unione Europea fuori dalla sua crisi esistenziale.

