
È tempo di referendum. Anche sulle modifiche costituzionali imposte dal Governo Renzi e sul nuovo sistema elettorale. L'esito inciderà profondamente sulle regole della democrazia e sulla vita quotidiana dei cittadini. "Dire No" è un esercizio di sovranità consapevole, un gesto di resistenza contro l'autoritarismo, la prevaricazione, l'attacco ai diritti di tutti. È una scelta per una società migliore. I quattro autori, esponenti della società civile analizzano quali sono, fuori dagli slogan del governo, le vere implicazioni della riforma e quali sarebbero le conseguenze, nel lungo e nel breve periodo, sulla vita politica e sociale del Paese.
Considerata nella tradizione del pensiero occidentale quale massima attività etica dell’uomo, la politica attraversa oggi un’innegabile e rischiosa fase di delegittimazione che tende a sminuirne il significato, riducendola a mera attività tecnica di gestione del conflitto, indifferente ai fini ultimi del proprio agire. E tuttavia – è altrettanto innegabile – non si può non ‘fare politica’. Ma laddove riemerge il desiderio di autentico impegno, spesso mancano conoscenze, nozioni e strumenti fondamentali per poter consapevolmente operare. Ecco perché questo volume, nel porgere l’invito al tavolo dove si costruisce la ‘città dell’uomo’, si configura come proposta di un percorso di formazione e di accompagnamento alla vita politica. Esso si fonda su una linea interpretativa di tipo antropologico, che riconduce tanto le teorie quanto i problemi concreti a una soggiacente visione dell’uomo; e a quest’uomo, in ultima analisi, si rivolge, sia che egli si ritenga «uomo del mondo e del tempo», sia che si consideri «uomo della creazione e della trascendenza». In questo cammino, si affrontano temi complessi, esposti in forma nitida e dentro una cornice sistematica. Questioni di estrema «attualità e urgenza», sulle quali, sottolinea Carlo Maria Martini nella sua presentazione, «gli autori ragionano e fanno ragionare, rimanendo sempre su un piano oggettivo e realistico, senza fughe utopiche, sforzandosi di saldare idealità e concretezza, progetti arditi e fattibilità».
Luigi Franco Pizzolato è ordinario di Letteratura cristiana antica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Allievo e successore di Giuseppe Lazzati, ne ha proseguito l’opera anche alla guida dell’Associazione di cultura politica «Città dell’uomo». Ha pubblicato una vasta serie di studi su questioni del Cristianesimo antico e, parallelamente, su problemi di politica, con spiccato interesse per gli aspetti antropologici. Filippo Pizzolato è ricercatore di Diritto pubblico presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni: Finalismo dello Stato e sistema dei diritti nella Costituzione italiana, Vita e Pensiero, Milano 1999; Il sistema di protezione sociale nel processo di integrazione europea, Milano 2002.
«Non è difficile individuare le politiche economiche necessarie per invertire la rotta. Abbiamo bisogno di maggiori investimenti nei beni pubblici; di una migliore governance aziendale, leggi antitrust e antidiscriminazioni; di un sistema finanziario più regolamentato; di un rafforzamento dei diritti dei lavoratori; di sistemi di tassazione e trasferimenti più progressivi. 'Riscrivendo le regole' che disciplinano l'economia di mercato sulla base di queste esigenze potremo ottenere una maggiore uguaglianza nella distribuzione del reddito sia prima che dopo le tasse e i trasferimenti, e di conseguenza risultati economici migliori.»
"Un epistolario telematico su deliri populisti, incubi fondamentalisti, prodigi della rete e altre ombre della contemporaneità (novembre 2013-luglio 2014). Rapaccini e Raffaelli dimostrano che prima di tutto viene la capacità e la possibilità di far conto anche su altri mezzi formativi. Sventando il primo pericolo che la Rete propone e che è quello di essere prigionieri della palla di vetro soli, isolati e solitari, pur stando in contatto con una folla e col mondo intero. Ne nasce un colloquio che spazia dalla filosofia alle concezioni politiche e sociali; dalla conoscenza tecnologica dello strumento alla più particolare delle esperienze personali. Perdendosi anche loro in un mare magnum da cui si sentono in alcuni momenti quasi travolti, mai dimenticando, però, in nessuno di quei momenti, che la forza, quella vera, sta nel cervello dell'uomo e non in quello di un mezzo." (dalla Prefazione di Walter Patalocco)
"Tutto è instabile, tutto rischia di rovinarci addosso. E proprio in questa situazione il Presidente della Repubblica Italiana pensa di sortire da essa con una sorta di imitazione delle dittature romane che abbiamo studiato perché amavamo e amiamo i classici [...]. La prassi con cui si è proceduto alla nomina di Mario Monti prima senatore a vita, poi Primo Ministro, ricorda l'essenza del processo di nomina del dictator romano"
Un libro di un cristiano combattente nel primo conflitto mondiale. Interrogativi provocatori e temi di estrema attualita, tra tensioni e affanni che si respirano ancora in questi giorni.
Anche attraverso l'esempio di specifiche cause giudiziarie, la guida di Martyn Bond illustra i diritti tutelati e promossi dalla Convenzione europea dei diritti umani (1950) e colloca l'azione della Corte europea all'interno del più ampio contesto delle attività del Consiglio d'Europa che perseguono gli stessi ideali. La collana "Consiglio d'Europa" propone le più importanti pubblicazioni ufficiali dell'omonima organizzazione europea che promuove la democrazia, i diritti umani e il rispetto della legalità stabilendo standard per tutto il continente tramite convenzioni ratificate dal maggior numero possibile di stati membri. «Fu la devastante esperien za della Seconda guerra mondiale che indusse gli statisti europei a rafforzare la protezione dei diritti degli individui di fronte allo stato. Gli arresti arbitrari, le deportazioni e le esecuzioni, la prigionia senza capi d'imputazione, i campi di concentramento e il genocidio, la tortura e i processi politici facevano parte dell'esperienza recente di buona parte dell'Europa. I leader europei volevano proteggere le future generazioni da queste esperienze. "Mai più" fu il loro motto. L'osservazione dei principi della Convenzione europea dei diritti umani può essere lacunosa ed è indubbio che in Europa si verificano ancora violazioni dei diritti umani, ma gli stati possono essere trascinati davanti a un tribunale dove il singolo può chiedere giustizia contro lo stato che ha violato i suoi diritti. In nessun altro luogo del mondo si può fare una cosa del genere» (Martyn Bond).
Ralf Dahrendorf è stato uno degli studiosi più originali delle trasformazioni della società contemporanea, un punto di riferimento teorico, per il pensiero politico del Novecento, alternativo sia al liberalismo classico che al marxismo. È considerato uno dei pochi teorici sociali ad avere continuato nel solco della tradizione classica che mira a "catturare la propria epoca nel pensiero". Al centro della sua analisi sono le chances di vita e la libertà attiva al fine di cogliere la direzione e la qualità dei processi di cambiamento sociale. Affrontando i temi del conflitto sociale nella modernità, delle disuguaglianze e delle classi, del rapporto tra democrazia e capitalismo, tra mercato, società civile e stato, Ralf Dahrendorf solleva anzitempo una delle questioni principali che si pongono alle società europee del XXI secolo: la difficoltà di conciliare crescita economica, coesione sociale e libertà politica.
La mafia esiste ancora? E, soprattutto, la si combatte ancora? E come? Questo libro ripercorre la storia di una partita mortale: dagli anni '80, quando un pugno di magistrati (Falcone e Borsellino tra gli altri) inventarono il "pool" e misero in crisi Cosa Nostra, alle stragi che li fermarono; dagli arresti voluti da Caselli alle campagne mediatiche per beatificare gli imputati eccellenti; dal "patto" tra Stato e mafia del 1993 a oggi, con il patto scaduto e i boss in carcere sempre più irrequieti. Documenti, drammi, retroscena di una vicenda sommersa, una storia lontana dai riflettori, una bomba che può esplodere in ogni momento.
Guerra e politica, Oriente e Occidente, religione e potere, libertà e giustizia: sono alcuni dei temi che troveremo in questa Intervista curata da Antonio Carioti. Partendo dall'esperienza del mondo classico per giungere fino all'attuale crisi delle cosiddette democrazie, Luciano Canfora mette in campo la sua competenza di conoscitore dell'antichità nonché la sua passione di intellettuale alieno dai luoghi comuni del pensiero unico. I suoi giudizi non risparmiano neanche ciò che un tempo si chiamava la sinistra e che dalla caduta del comunismo a oggi sembra smarrita al rimorchio di un'inquietante degenerazione oligarchica.
La democrazia si trova da sempre alle prese con il problema delle dimensioni, del territorio, del numero di persone che fanno parte di una comunità. Il pluralismo è non solo una risposta alla elementare esigenza di libertà, ma anche un modo per affrontare la "grandezza". Robert A. Dahl in questo libro-intervista percorre la storia della sua rielaborazione del concetto di democrazia come "poliarchia", governo di molti.