
Ripensare la comunicazione è qualcosa di più che pensare ad un restyling dei percorsi formativi, ma è in primo luogo mettere in discussione lo scena­rio in cui viviamo e individuare il ruolo della comunicazione e le sue respon­sabilità. In secondo luogo, a partire da una comunicazione spesso malata e asservita ai vari tipi di potere, individuare il ruolo delle facoltà di comuni­cazione nel progettare professioni e percorsi formativi atti a preparare per­sone che sappiano far la differenza nel settore della comunicazione che necessariamente si intreccia con la vita sociale, politica, artistica, educativa e con gli altri ambiti con i quali la comunicazione opera.
La riflessione sulle teorie è importante in quanto sono frame ideologici irri­nunciabili e necessari per interpretare la stessa realtà in cui viviamo. È ine­vitabile per questo il confronto con le tecniche e le tecnologie perché sono presenti, perché cambiano continuamente, perché ci condizionano nel sapere, nel fare e nell’essere. Non è possibile prescindere dalla loro presenza, ma è urgente capire come noi interagiamo con i mutamenti tecnologici in atto e verificare il grado di coscienza delle implicazioni a livello per­sonale e sociale. Le didattiche, infine, sono irrinunciabili perché sono il ter­reno di incontro e scontro tra teorie e pratica, ed è nell’azione e nella rela­zione che si mettono alla prova non solo le teorie ma tutti i valori che rap­presentano.
Il convegno Ripensare la comunicazione. Le Teorie, le Tecniche, le Didatti­che si è tenuto in occasione del 25mo della Facoltà di Scienze della Comu­nicazione sociale il14-15 novembre del 2014.
Fabio Pasqualetti – Docente dal 1995 presso la Facoltà di Scienze della Co­municazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Insegna Musica e Comunicazione e Teoria e Tecniche dalla Radio (fino al 2012) ; Teorie e Tecniche del suono; Comunicazione e sviluppo; Opinione Pubblica e Introduzione alle Scienze della Comunicazione.
Tra le sue pubblicazioni: Lever – Pasqualetti – Presern, Dai loro frutti li riconoscerete. Comunicazione, coerenza, azione, LAS (2011); Giovani e musica. Una proposta edu­cativa, LAS (2012); Il concerto e la danza. Ritualità musi­cali giovanili, San Paolo (2014); Pasqualetti – Alvati (Edd.), Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione, LAS (2014).
Siamo circondati, sommersi dalle immagini. Dagli schermi dei computer e degli apparecchi televisivi, dai muri delle strade, dalle pagine dei giornali, immagini d'ogni genere ci seducono, ci impartiscono ordini (compra!), ci spaventano, ci abbagliano. Questo libro ci invita a guardare le immagini lentamente, attraverso alcuni esempi, notissimi e meno noti: Guernica, il manifesto di Lord Kitchener con il dito puntato verso chi guarda, il Marat di David, il frontespizio del Leviatano di Hobbes, una coppa d'argento dorato con scene della conquista del Nuovo Mondo. Immagini politiche? Sì, perché ogni immagine è, in un certo senso, politica: uno strumento di potere. Siamo soggiogati da menzogne di cui noi stessi siamo gli autori, ha scritto Tacito e sono parole indimenticabili. È possibile infrangere questo rapporto?
Tutti consultiamo le mappe di Google, interroghiamo il suo motore, condividiamo foto e pensieri su Facebook, ci lusinghiamo della nostra arguzia su Twitter, ci informiamo su Wikipedia, diffondiamo il nostro curriculum su Linkedin. A loro volta, Google, Facebook, Twitter, Linkedin, trasformano ogni nostro gesto in un dato che permette di ricostruire la nostra storia, la nostra identità e i nostri interessi meglio di quanto sapremmo fare noi stessi. I politici che vincono le elezioni (come ha insegnato Obama in America), le società i cui prodotti incontrano un larghissimo favore di pubblico (come Apple o Google), asseriscono di fondare il loro successo sulla raccolta e l'interpretazione di grandi moli di dati: i cosiddetti Big Data. Ma questo non basta. La loro convinzione è che esista un percorso irreversibile nella storia, che guida ad assumere le decisioni corrette. La società, gli uomini, l'economia, sono composti di reti, che si auto-organizzano con meccanismi che possono essere descritti da leggi matematiche. Le reti sono ovunque, plasmano gli organismi viventi, le organizzazioni sociali, gli scambi economici, le strutture urbanistiche, la letteratura scientifica. Ma le regole che le governano sono a loro volta il sintomo di un fenomeno più profondo, da cui sono configurate in filigrana: l'informazione.
Nel corso della nostra vita siamo accompagnati da alcune esperienze fondamentali che ci consentono di conoscere cosa noi siamo e cosa sono gli altri; e fra queste esperienze come non ripensare alla tristezza, alla sofferenza, alla felicità, alla solitudine, alla tenerezza, al desiderio di comunità e di comunità di destino, alla speranza, alla malattia e alla morte volontaria, e ai modi con cui entrare in comunicazione con ciascuna di queste esperienze? Ma cosa è questa parola ambivalente, "comunicazione", che entra in gioco in ogni forma di discorso e di vita? Comunicare vuol dire rendere comune (dal latino munus, dono): è dialogo, relazione. Significa entrare in relazione con la nostra interiorità e con quella degli altri, nella convinzione che comunicazione sia sinonimo di cura. Noi entriamo in relazione con gli altri, allora, in modo tanto più intenso e terapeutico quanta più passione è in noi, quante più emozioni siamo in grado di provare e di vivere.
Si è sempre erroneamente sostenuto che la vita reale e la vita digitale siano distinte, generando errori semantici più volte perpetrati dai media quali "il popolo della Rete", come se offline il popolo fosse un altro! La verità è diversa: la vita reale e la vita digitale sono due facce della stessa medaglia, anzi sono la stessa faccia della stessa medaglia, ormai talmente fuse in un unico plasma che si potrebbero immaginare come due liquidi di diverso colore lasciati liberi di miscelarsi in un nuovo cromatismo, non più separati ma uniti, amalgamati. Si è sempre parlato di personal branding abbinato alla personalità online e di carisma associato a una tipologia di personalità offline ma, se on e off sono saldati, allora lo saranno anche personal branding e carisma. Il carisma è qualcosa che può essere coltivato anche in ambito digital ovvero anche in non-presenza, dove non occorre la fisicità. Sì, per la prima volta nella storia siamo di fronte a un nuovo modo di approcciarci alla realtà: attraverso la vita reale (VR) e la vita digitale (VD).
La tanto decantata "democrazia digitale" si situa appena un passo prima della dittatura degli stupidi e dei creduloni. Serve un antidoto, ed è con questo libro che Charles Seife ci viene in soccorso. Non è che prima di internet gli uomini non mentissero, anzi, però internet ha dato ai mentitori uno strumento fantastico e potente per esercitare liberamente la loro paziente opera distruttiva. Sia chiaro: internet è uno strumento straordinario. Grazie al Web oggi siamo in grado di fare cose che fino a pochi anni fa sembravano semplicemente impensabili. Ma, nel bene e nel male, internet è anche una gigantesca cassa di risonanza, nuova di zecca e potenzialmente devastante, che può essere facilmente usata dai malintenzionati. E loro la usano, eccome! Oggi è più che mai necessario capire come può essere usata l'informazione digitale: riconoscendo i segni delle manipolazioni della Rete si può capire come (e perché) la gente sfrutti le proprietà di questo strumento per cercare di alterare la nostra percezione della realtà. Ben venga allora questa guida per gli scettici, un manuale per chi desidera comprendere con chiarezza in che modo la sfera digitale stia influenzando tutti noi. Viviamo in un mondo dove il reale e il virtuale non possono più essere del tutto separati, tanto che a volte c'è ben poca differenza tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Ma non è un gioco indolore: questa "irrealtà virtuale" ha conseguenze che possono essere alquanto spiacevoli.
Il lettore ha tra le mani il frutto delle conversazioni svolte da Chesterton sul programma radiofonico della BBC tra l'autunno del 1932 e la primavera del 1936. È corretto parlare di frutto perché il volume non raccoglie solo le trascrizioni delle trasmissioni radiofoniche pubblicate sul settimanale della BBC, The Listener (rimasto in vita sino al 1991), ma anche di ciò che esse generarono e cioè le lettere e soprattutto una partecipazione viva dei lettori-ascoltatori, le risposte di Gilbert e i contributi polemici originati dalle trasmissioni di Chesterton. È un errore considerarlo un polemista. Era in realtà un amante della Verità in ogni sua possibile veste e declinazione. Questa raccolta lo dimostra. Al di là dei fuochi d'artificio che legittimamente si concedeva, dell'umorismo piacevole e frizzante che praticava con larghezza, Gilbert aveva l'"arma segreta": entrava davvero nelle case e soprattutto nei cuori delle persone. Introduzione di Marco Sermarini.
Cosa accomuna le mamme di oggi e i loro ragazzi? La voglia di sorridere insieme e con autoironia dei propri errori. Per ritrovarsi, in fondo, in una nuova sfaccettatura del rapporto tra genitori e figli. Un giorno riceviamo l'ennesimo messaggio della nostra mamma su WhatsApp. Un disastro! Possibile che sia l'unica a non aver capito come evitare di mandare dieci volte lo stesso messaggio in un minuto e l'unica che riesce a infilare tre errori di ortografia in una riga di testo?! Da questa considerazione è nata la pagina Facebook che raccoglie i messaggi più buffi e irriverenti tra genitori e figli. Questo libro è una selezione di quelli più divertenti, un viaggio un po' narcisista, un po' assurdo, e forse anche un po' catartico, attraverso le stravaganze della famiglia di oggi, per capire chi siamo e come siamo diventati.
Fare business in un mare di device diversi, con l'impennata di accessi da dispositivi mobili, non è cosa semplice. Sicuramente è monitorabile in modo scrupoloso rispetto ai mezzi pubblicitari tradizionali. Ma oggi fare pubblicità e marketing tradizionale è ancora dividere cosa accade fuori rete da cosa succede invece nei presidi informatici? Cosa fare per promuovere il proprio sito web e come gestire al meglio le attività sui social network? In questo volume proviamo a dare alcuni semplici consigli, sia teorici che pratici, su come eseguire operazioni di implementazione, analisi e monitoraggio delle attività di digitai marketing, al fine di comprendere non solo come raggiungere gli obiettivi prefissati, ma come seguirne l'evoluzione definendo step intermedi. Come identificare gli utenti; Cosa sono i target e come usarli nelle campagne di remarketing; Quali difficoltà si incontrano quando lo stesso utente accede prima da smartphone e poi da computer; Tante risposte e suggerimenti a un mare di domande, fornendo accorgimenti dal SEO al SEM, passando dai social, all'ottimizzazione delle landing page.
Se la rivoluzione dei big data ha un genio che la presiede, questi è certamente Alex Pentland. In anni di esperimenti innovativi ha distillato scoperte che oggi spalancano le porte di un campo scientifico completamente nuovo: la fisica sociale. La fisica sociale si occupa del flusso delle idee e di come le reti sociali le diffondano e le trasformino in comportamenti. Finora le ricerche dei sociologi sono dipese da set di dati limitati e da indagini che ci dicono ciò che le persone dichiarano circa i propri pensieri e comportamenti, piuttosto che ciò che veramente pensano e fanno. Siamo rimasti ancorati all'uso di categorie quali le classi sociali o il mercato. In realtà, gli esseri umani rispondono in modo molto più potente a stimoli sociali che implichino la gratificazione degli altri e rafforzino i legami, invece che a stimoli che implichino solo il loro proprio interesse economico. Pentland conduce i lettori oltre la soglia della più importante rivoluzione nello studio del comportamento sociale, verso un modo completamente nuovo di guardare alla vita stessa. Prefazione di Filippo Barbera, postfazione di Cosimo Accoto.
Oggi appare ovvio parlare di social network, di sharing, di opportunità legate alla Rete e all'utilizzo del Web, anche se spesso ci dimentichiamo che si tratta di un'innovazione recente, fra le più potenti e rivoluzionarie degli ultimi duecento anni. La generazione di coloro che non sono "nativi digitali" - chi è nato prima dell'avvento delle nuove tecnologie - cerca ancora di "resistere" a quest'onda travolgente. Ma si può far finta che i social network non esistano? Che il Web sia superfluo? Che l'e-commerce possa esser ridotto al livello di infima branca commerciale secondaria? E a che prezzo? Possiamo definirci uomini wireless in una civiltà wireless, che ha a propria disposizione il trampolino per un salto epocale, paragonabile solo all'invenzione della stampa. Per la prima volta nella storia, attraverso i terminali che portiamo con noi - cellulari, tablet, notebook -, in collegamento con la Rete, cioè col mondo, possiamo considerare realistica l'utopia di un'accademia universale in cui ognuno è discente e docente, un luogo di sapere senza confini le cui aule ci accolgono perennemente, per una formazione che duri l'intera esistenza. Un anfiteatro delle vicende umane in cui tutti sono spettatori e, al contempo, attori protagonisti.
Il libro nasce dalla denuncia delle aberrazioni conseguenti alle campagne mass mediatiche di amplificazione e deformazione di una notizia in un caso quale quella che venne data il 6 agosto 2014, utilizzando il Caso Schettino, ed esasperando la sua presenza ad una presunta Lectio Magistralis sul panico presso La Sapienza di Roma. L'occasione di tale denigrazione mass mediatica contro un noto criminologo, ha fornito lo spunto per affrontare, insieme alla confessione di noti giornalisti, il sistema delle strategie di voluta amplificazione e distorsione di una notizia per finalità di audience dei media.