
La coscienza filiale dei redenti, di cui artefice e testimone è lo Spirito santo, viene proclamata mediante un'intensa preghiera che appartiene ugualmente ai battezzati e al medesimo Spirito. Lo Spirito ed i credenti si ritrovano a rivolgersi a Dio in un modo identico. Il grido "Abba! Padre!" costituisce per i fedeli una proclamazione della propria identità filiale mentre per lo Spirito rappresenta il sostegno esistenziale di questa nuova condizione di vita di cui egli stesso è l'artefice.
Le neuroscienze stanno rivoluzionando il nostro modo di guardare al mistero dell’uomo, presentandolo come nient’altro che un groviglio inestricabile di impulsi e sensazioni, mosso per lo più inconsciamente da una serie di processi a livello cellulare e molecolare. Cos’ha da dire la teologia a riguardo? Il libro di Andrea Pizzichini tenta di rispondere a questa domanda attraverso un percorso di indagine che rilegge l’oggettività scientifica dalle sue basi e la integra nella riflessione teologica, andando oltre il semplice dialogo tra “metodo empirico” e “metodo ermeneutico”. In questo modo, anche le neuroscienze possono essere collocate «entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio» (Francesco, Veritatis gaudium).
Informazioni sull'autore
Andrea Pizzichini (1984), presbitero dal 2017, dopo gli studi universitari in Ingegneria ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Teologia morale all’Accademia Alfonsiana, dove è attualmente docente, occupandosi principalmente del rapporto tra antropologia teologica e visione scientifica del mondo.
Il contributo del Sinodo dei Vescovi a un assetto sempre più sinodale della Chiesa oggi non può prescindere dalla questione del diritto di voto dei membri non appartenenti all'ordine episcopale. Bisogna percorrere la via della rappresentanza, o non sarebbe maggiormente costruttivo riscoprire il valore della rappresentazione fondata sul principio di partecipazione?
"L'autore ascoltando due voci "fuori dal coro", affronta un tema nuovo e scottante e prova a formulare una proposta per superare il rischio di conciliarismo implicito di un Assemblea sinodale con nuove concessioni del diritto di voto". (dalla Prefazione di don Dario Vitali).
Un'opera che ripensa il pensiero grazie al contributo di teologi e filosofi.
Con Bonaventura sia la Chiesa sia l'Ordine dei Frati Minori si trovano a vivere la fase storica in cui nasce l'esigenza di rendere accessibile in modo esplicito l'esperienza di Francesco di Assisi, e a Bonaventura stesso, a causa del suo ministero teologico al quale si aggiunge anche quello della guida dell'Ordine, tocca in sorte la missione di esplicitare non solo il vissuto dell'Assisiate, ma anche e soprattutto le sue intenzioni originarie nei confronti della sua Fraternità. Egli riesce in quest'impresa grazie alla geniale intuizione di pensare all'interno di ciò che, in definitiva, costituisce il cuore del vissuto di Francesco: l'evento de La Verna. In questo senso tale evento non solo diventa il motivo principale di una theologia practica nel doctor seraphicus, ma ne accompagna l'intero itinerario, come una costante e interna presenza, a partire dalla teologia della creazione, fino alla centralità cristologico-trinitaria del vissuto di Francesco a La Verna. Il carattere trinitario dell'esperienza mistica di Francesco, il suo influsso e la sua presenza nella teologia trinitaria di Bonaventura costituscono una delle interpretazioni più interessanti di tale esperienza e una chiave di lettura di vari passaggi della teologia trinitaria di Bonaventura, il quale rappresenta l'intelligenza teologica della «mystica sapientia» di Francesco d'Assisi. Da questo punto di vista egli si presenta particolarmente attuale e provocatorio per la ricerca teologica. Infatti, in Bonaventura, grazie a quanto egli sa cogliere da Francesco, riflessione filosofica e speculazione teologica si fondono insieme nel vissuto mistico-agapico di quel Dio trino che non recede mai dalla sua volontà di scendere verso l'uomo. In questo senso, la mistica diventa di per sé una vera e propria provocazione, che la teologia non può fare a meno di raccogliere.
La relazione" co-principio originario dell'essere insieme alla sostanza. "
Una riflessione sui temi della creazione e dell’evoluzione. Un “mondo in evoluzione”, dipendente da Dio, o un “mondo autosufficiente”?
Si riscontra oggi un nuovo interesse per il dibattito tra la dottrina teologica della creazione e la teoria scientifica dell’evoluzione. In tale confronto la vera alternativa non è tra evoluzione e creazione, ma tra la visione di un mondo in evoluzione, dipendente da Dio, e la visione di un mondo autosufficiente. Si tratta di una riflessione che potrebbe rappresentare un’opportunità per una comprensione teologica più adeguata del rapporto tra Dio e il mondo, e per narrare in forme nuove e più efficaci la fede nel Dio presente in modo dinamico nella sua creazione. Nel saggio Rubini affronta la questione individuando nel cattolico Rahner e nel protestante Moltmann due tipi rappresentativi di coloro che si sono misurati con i temi della creazione e dell’evoluzione.
In un periodo storico come il nostro, in cui le affermazioni della riflessione cristiana vengono delegittimate da correnti figlie dell’illuminismo e del soggettivismo, mentre la società si distacca dalla dimensione religiosa della vita, la riflessione rosminiana diviene attuale, soprattutto in servizio di una Chiesa che si trova ad affrontare, oggi più che mai, una sfida decisiva. L’educazione del clero secolare, già carente ai tempi di Rosmini, rischia oggi di favorire anche nei fedeli ignoranza o deviazione del fervore religioso. Un pensiero debole e indebolito rischia di penetrare anche nell’ambito educativo di matrice cristiana. Per questa ragione la proposta rosminiana si configura come una risposta puntuale al problema formativo, costituita da una profonda maturazione spirituale e da una valida riflessione intellettuale.
Uno sguardo olistico e pluridisciplinare sulla pastorale degli infermi. L'ethos culturale nei confronti della salute, della malattia e della morte, i progressi della medicina e la conoscenza della sua storia, gli sviluppi della psicologia e della psicoterapia, la ricerca biblica, gli studi liturgici, il magistero del Vaticano II e il cammino ecumenico sollecitano ad accostare il malato e il sacramento con cui la Chiesa, obbedendo al mandato di Cristo, se ne prende cura, con uno sguardo olistico e nello stesso tempo pluridisciplinare. Da tale lettura emergono prospettive originali circa la pastorale degli infermi, il soggetto, gli effetti e il ministero dell'unzione.
La teologia spirituale di Thomas Spidlick. Teologo e Cardinale, Tomás Spidlík (1919-2010) è stata una figura di primissimo piano nell'ambito ecumenico, ponte tra la teologia e l'arte d'Oriente e d'Occidente. Mentre nel corso del XX secolo si prende sempre più coscienza della drammatica separazione tra fede e ragione a cui è giunto il pensiero teologico, Spidlík non solo opera in un contesto che conosce la frammentazione del sapere generata da questa divisione, ma egli stesso deve confrontarsi con un'altra separazione, quella tra oriente e occidente. E proprio a partire da queste lacerazioni, il teologo ceco compone una teologia spirituale inedita e sinfonica, una teologia della Chiesa indivisa.
Tra il 1928 e il 1932 la Stein, filosofa, psicologa, educatrice interviene nel dibattito contemporaneo sulla condizione femminile con una serie di conferenze che confluirà nel volume "La donna". Con un ricchissimo bagaglio teoretico, unito ad una esperienza didattica vissuta quotidianamente e con un'attenzione straordinaria ai temi sociali e politici del suo tempo la Stein esamina tale questione con una completezza e lucidità che rappresenta un caso forse unico nella storia della riflessione antropologica cristiana sulla donna. Questa nuova edizione presenta una nuova cura dei testi e delle note; la disposizione cronologica degli scritti; una nota introduttiva premessa ad ogni testo che ne spiega la genesi e la natura.
La Scala del divino amore è un breve trattato spirituale anonimo scritto in occitano nel XIV secolo nel Sud della Francia. È articolato intorno alla dottrina dei cinque sensi spirituali, che viene ripensata a partire dall’incontro con la tradizione della poesia trobadorica.