
“Il problema di molti maestri o mistici cristiani è che illustrano gli effetti della preghiera, ma pochi si soffermano a spiegare come pregare […] Secondo me, il fatto che la meditazione orientale abbia attirato molti ricercatori dello spirito deriva proprio da questo: dal dare indicazioni chiare sulle tappe concrete da percorrere. P. Jalics, appunto, ha riempito questo vuoto. Il libro che ora avete tra le mani è il frutto di più di venti anni di esperienza di preghiera personale e di accompagnamento agli altri. In queste pagine, egli ci mostra il cammino della vita spirituale o contemplativa suddiviso in quattro tappe e inizia proprio da una esegesi dei vangeli, nei quali Gesù è presentato come maestro di preghiera. Da questa prospettiva, molti dei passaggi che ci sono familiari acquistano un nuovo significato. L’autore mostra con chiarezza che questo avanzare in quattro tappe implica una corrispondenza fra il modo di vivere e quello di pregare, in quanto la preghiera non è un’attività separata dalla vita, ma è una sintesi della vita stessa, un punto di arrivo e un punto di partenza, per poi tornare alla nostra quotidianità con più forza e più consapevolezza” (Javier Melloni Ribas)
Nella visione cristiana il fondamento della speranza non sta negli esiti positivi verificati, bensì nella presenza di Dio nella storia. Nel contesto della post o tardomodernità sono vari i percorsi che cercano soluzioni plausibili sul senso e la rilevanza di una speranza nella storia. Questi sentieri, però, sembrano tutti presentare una prospettiva comune: la ricerca di risposte concrete ed efficaci alle questioni dell'oggi, che, tuttavia e malgrado tante suggestive ipotesi, risulta sempre più frammentato, contraddittorio e conflittuale. L'esperienza e la condivisione della speranza esigono, piuttosto, il recupero del senso della relazione responsabile con gli altri, con la natura e con quel radicalmente Altro che è il Dio d'amore incondizionato. Per tracciare i sentieri di questa speranza che è rivelata nel Figlio donato, nella prospettiva segnata dal pellegrinaggio della Chiesa italiana verso il Convegno ecclesiale di Verona 2006, è offerto un approfondimento che porta all'attenzione fonti, paradigmi e contesti vitali della speranza cristiana.
Sebbene Servais-Théodore Pinckaers (1925-2008) non fosse presente al Concilio Vaticano II, tuttavia fu scelto come esperto consultore durante le sessioni. Uno studio sul rinnovamento della teologia morale conciliare e post-conciliare non sarebbe completo senza fare il nome di Pinckaers.
Il volume fornisce i criteri per distinguere le verità da credere con "fede divina e cattolica", in quanto rivelate da Dio e interpretate dalla Chiesa, dalle opinione teologiche che anche quando siano compatibile con il dogma, non sono materia di fede.
L'obiettivo di questo studio è di rendere esplicito, per la prima volta nella storia del cristianesimo, il contenuto di verità naturale racchiuso nel Padre nostro.
Istruzioni dottrinali e norme pastorali dell'arcivescovo di Genova sul culto eucaristico e sulla riforma liturgica promossa dal Vaticano II. Scritti e discorsi raccolti e commentati da Antonio Livi. In appendice. "Dogma e liturgia nel dibattito teologico attuale", di Nicola Bux.
E' il primo commento teologico-spirituale al Diario di Eugenia von der Leyen (1867-1929), dove la principessa tedesca riferisce delle visioni da lei avute in un periodo di circa otto anni (1921-1929). Presentazione di Antonio Livi.
Il volume intende offrire ai fedeli una guida sicura per interpretare rettamente la discussione in atto tra quanti sono favorevoli alle tesi “pastorali” del cardinal Kasper (tra questi, il cardinale Marx) e quanti invece (come i cardinali Müller, Caffarra, Brandmüller e Sarah) propongono una pastorale che applichi efficacemente la dottrina della Chiesa sulla sessualità umana e sul matrimonio.
Da molti anni la teologia cattolica, inficiata di storicismo idealistico, va togliendo all'interpretazione del dogma cristiano le sue essenziali coordinate logiche e metafisiche, e con esse la nozione di verità rivelata, sostituendola con la dialettica del progresso umano e delle riforme sociali. Al messaggio divino della Redenzione offerta da Cristo si è andati sostituendo l'illusione dell'umanesimo ateo, che immagina l'uomo di oggi non più bisognoso di salvezza perché ormai capace di trascendersi e di realizzare con le sue forze il Paradiso in terra. Dal Vaticano II in poi, questa falsa teologia ha penetrato progressivamente anche il linguaggio del magistero ecclesiastico (non più sobrio e dottrinale ma sempre più retorico e affettivo) e ha indotto molti vescovi e persino qualche Papa a una prassi pastorale che sembra mirare a un sistematico "superamento-toglimento" della Tradizione, soprattutto per quanto riguarda i valori autenticamente soprannaturali, sostituiti dai valori meramente naturali, propri dell'umanesimo secolaristico oggi dominante nella cultura occidentale. Inevitabile, di conseguenza, il disorientamento delle coscienze dei comuni fedeli, che non vedono più nei loro Pastori - ormai apertamente divisi sui motivi e sulle finalità delle riforme dottrinali, disciplinari e liturgiche - una guida unanime e coerente. In questo saggio, la situazione nella quale sembra trovarsi oggi la Chiesa cattolica dal punto di vista del rapporto tra pastorale e fedeli viene illustrata con un'accurata documentazione che riguarda principalmente il pontificato di papa Francesco, «il Papa della gente», come lo chiamano i mass media di tutto il mondo e come si intitola il film sulla sua vita recentemente realizzato.