
È stato ormai dimostrato ampiamente che Rosmini anticipa (a più di cento anni di distanza), molte posizioni del Concilio Vaticano II (ad esempio sulla partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia, come sulla ecclesiologia). Egli è stato come un profeta che, con sguardo lungimirante, riesce a scrutare nuovi orizzonti, a indicare nuove mete, precedendo i tempi e andando avanti con un passo più celere, afferrato dal desiderio di entrare in dialogo con la cultura e con le sfide del suo tempo. E d'altronde, se è evidente che papa Francesco sta indirizzando la Chiesa verso una più fedele ricezione del Concilio, è interessante confrontare molti suoi discorsi e molte sue affermazioni per ritrovarvi un profumo rosminiano. Il quinto dei "Colloqui Rosmini", promossi dallo Studio Teologico S. Paolo di Catania sin dall'anno accademico 2009/2010, presenta il pensiero del roveretano sulla Chiesa sinodale, tema quanto mai attuale e fondamentale per la Chiesa contemporanea.
Il testo biblico non affronta il problema del male come una realtà in sé per la quale individuare una soluzione, almeno in modo chiaro e distinto, come si vorrebbe talvolta; ma neanche si limita adefinire il male come un mistero per rinchiuderlo in qualche angolo del conoscibile umano il cui accesso è riservato a pochi eletti. Più che presentare una soluzione alla questione del male la Bibbia offre un itinerario che aiuti l'essere umano a rapportarsi con tale realtà che, se pur anch'essa finita e limitata, è costantemente presente nell'esperienza umana. Questo libro aiuta a percorrere le strade del male mostrandone i limiti e l'appartenenza al mondo creaturale. Ma anche come il male e il bene si riconducono alla libertà, arma potente nelle mani dell'umanità.
Movendo dalla riflessione teologica di Schelling nel suo riconoscere, attraverso le peculiari risorse offerte dal giudizio infinito, Dioin una indeterminazione ontologica che rende il concetto stesso, predicativamente declinato, del tutto "inerte" a cospetto di Dio, questo studio si propone di esaminare la funzione che, in tale orizzonte di pensiero, è svolta dalla Chiesa nel suo sviluppo storico e spirituale. L'"ecumenismo spirituale", al quale la Chiesa futura dovrebbe, per Schelling, ispirarsi poggerebbe infatti su una "pluralità" monoteistica consonante con la vocazione più autentica di una ecclesia che intenda dare espressione alla pura potentia existendidi Dio. Qui - si legge in un'ispirata pagina di Schelling - «come in un germe infinitamente fecondo, dorme in quell'unità eterna con l'abbondanza delle sue figure, la ricchezza della vita e la pienezza dei suoi sviluppi, temporalmente senza fine, ma qui assolutamente presenti, e passato e futuro, entrambi senza fine per il finito, qui giacciono insieme, indivisi, sotto una coltre comune».
La povertà, con le molteplici forme di sottosviluppo ad essa collegate, è uno dei "segni dei tempi" più eclatanti della nostra epoca. Essa coinvolge non solo intere popolazioni di paesi che soffrono un sottosviluppo endemico, ma anche vasti settori delle popolazioni dei paesi ricchi e tecnologicamente più avanzati. Diverse campagne di lotta alla povertà su scala mondiale sono miseramente naufragate. Inoltre, si è rafforzata la dottrina che povertà e poveri siano un "danno collaterale" inevitabile se si vuole perseguire il progresso dell'umanità. Se nel passato la teologia ha proposto una sua lettura della povertà, oggi è necessariamente coinvolta nell'analisi della povertà e nella lotta per il suo superamento. Ma come si può parlare della povertà, in prospettiva teologica, come "segno dei tempi", vedere in essa un "luogo teologico"? Come può essere una fonte di conoscenza per la riflessione teologica, di concerto con gli altri luoghi teologici? L'attenzione (la "scelta preferenziale") ai poveri non è più solo una virtù individuale, ma deve essere coscienza di chiesa. Di più, l'auspicio programmatico del neoeletto vescovo di Roma, Francesco, «come vorrei una chiesa povera e dei poveri», spinge a domandarsi se il "dei poveri" sia una nota puramente congiunturale o non invece una nota costitutiva della chiesa.
Di fronte alla oggi diffusa ricerca di un padre l'autore propone un itinerario per ritrovare il Padre e il senso di una paternità liberante. Un percorso compiuto a partire dalla rilettura e dal commento delle parole del Padre Nostro grazie alle quali Dio si rivela come Padre-Madre fino alla ricomprensione del senso profondo della relazione così da poter affermare che: «La teologia pretende talora di avere il monopolio su Dio, trascurando tutto ciò che è libero e personale incontro con l'amore del Padre. Ma il Padre non è il Dio dei teologi».
Alla madre che, alle nozze di Cana, lo informa sulla mancanza del vino, Gesù risponde chiamandola ‘donna’: “Che vuoi da me, o donna?”. Questo titolo (‘domina’) preannuncia il momento in cui dalla croce Gesù le dirà: “Donna, ecco tuo figlio”. Con questo termine qualifica la sua missione di madre. Lei è la donna nuova, figura ideale, prototipo di una nuova creazione, specchio di ogni virtù. È la Donna in un senso universale, madre di una umanità nuova, dei figli redenti, rinati dalla croce.
In questo senso va interpretata la parola ‘donna’, come spiega questo libro in un percorso sulla storia di Maria dalla nascita di Gesù, al Calvario, alla Donna degli ultimi tempi.
La devozione dei Sette Arcangeli si cela all'interno della celebre icona della Madonana? Le scoperte emerse dalle ricerche dell'autore potrebbero svelare il mistero e dare nuovo impulso a questa devozione.
La scienza non è nemica della Fede, essa nasce dalla capacità umile, creaturale di porre domande rigorose a Colui che ha fatto il mondo.
Poiché il dogma del Purgatorio sembra eclissarsi facilmente nella coscienza cristiana, ha spesso avuto bisogno di interventi dall'alto per risvegliarne la consapevolezza. Più le eresie o la dimenticanza tentano di spegnerle, più le fiamme del Purgatorio divampano nei grandi scritti mistici. In questo volume: Santa Geltrude di Helfta, Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena, Santa Francesca Romana, Santa Caterina da Genova, Santa Teresa di Gesù, San Giovanni della Croce, la venerabile Francesca del SS. Sacramento.
Poiché il dogma del Purgatorio sembra eclissarsi facilmente nella coscienza cristiana, ha spesso avuto bisogno di interventi dall'alto per risvegliarne la consapevolezza. Più le eresie o la dimenticanza tentano di spegnerle, più le fiamme del Purgatorio divampano nei grandi scritti mistici. In questo volume: Santa Maria Maddalena de' Pazzi, Santa Margherita Maria Alacoque, Maria Anna Lindmayr, Santa Veronica Giuliani.
Poiché il dogma del Purgatorio sembra eclissarsi facilmente nella coscienza cristiana, ha spesso avuto bisogno di interventi dall'alto per risvegliarne la consapevolezza. Più le eresie o la dimenticanza tentano di spegnerle, più le fiamme del Purgatorio divampano nei grandi scritti mistici. In questo volume, tra gli altri: San Paolo della Croce, Anna Caterina Emmerick, Santa Teresa di Gesù Bambino, Santa Gemma Galgani, San Pio da Pietrelcina, Josefa Menendez, Maria Valtorta.
Poiché il dogma del Purgatorio sembra eclissarsi facilmente nella coscienza cristiana, ha spesso avuto bisogno di interventi dall'alto per risvegliarne la consapevolezza. Più le eresie o la dimenticanza tentano di spegnerle, più le fiamme del Purgatorio divampano nei grandi scritti mistici. In questo volume, tra gli altri: Alexandrina Maria da Costa, Santa Faustina Kowalska, Suor Beghe, Maria Simma, Natuzza Evolo.