
La 'Teologia della speranza' offre una miniera di informazioni e di critiche: di ogni questione dibattuta l'Autore presenta un'ampia rassegna storica e, attraverso una analisi critica delle posizioni dei teologi che l'hanno preceduto, egli apre un varco alla teologia della speranza.
Dalla quarta di copertina:
Nel momento in cui si rendevano palesi le crepe e la crisi del mondo borghese dell'epoca moderna e si facevano avanti nuove idee rivoluzionarie, veniva riscoperta anche l'escatologia biblica. È stata l'opera di uomini come A. Schweitzer, J. Weiss e F. Overbeck. Ma ci volle del tempo prima che le nuove impostazioni esegetiche e storiche potessero affermarsi in teologia sistematica. Nei grandi progetti di Barth e Bultmann, ma anche di Rahner e di Balthasar, l'escatologia biblica è ancora irretita in categorie astoriche. Solo la teologia più recente ha operato il tentativo di affrontare di petto la struttura-di-speranza della fede cristiana.
Il documento più significativo di questa svolta della teologia contemporanea – svolta che le imprime un orientamento 'politico' – è Teologia della speranza di Jürgen Moltmann. Il recupero della dimensione escatologica e della struttura-di-speranza della fede cristiana avviene in costante dialogo con i grandi filosofi e tologi dell'epoca moderna e contemporanea: Hegel, Marx, Bloch, Barth, Bultmann, Pannenberg.
Ernst Käsermann ha scritto. «Il libro di Moltmann rappresenta la conquista di una posizione avanzata, attestata in un continente inesplorato e quasi inaccessibile, e il segno di una nuova problematica che va delineandosi e va investendo tutto l'impianto della teologia».
Moltmann si è occupato della teologia della croce fin dagli inizi dei suoi studi teologici; egli ritiene che il filo conduttore del suo pensiero teologico sia appunto questa teologia della croce. Anche Teologia della speranza – apparsa nell'edizione originale nel 1964 – era prospettata in termini di una eschatologia crucis. Se in Teologia della speranza Moltmann dialogava con la filosofia della speranza di E. Bloch, ora gli interlocutori sono la «dialettica negativa» e la «teoria critica» di Th. W. Adorno e di M. Horkheimer, ma anche le esperienze e le prospettive della prima teologia dialettica e della filosofia esistenziale e della teologia ebraica dell'Olocausto; in una parola: le moderne tematizzazioni della sofferenza del mondo.
Un completo trattato di Cristologia, che viene riedito con una nuova Prefazione (1992) nella quale si sintetizzano gli sviluppi della discussione cristologica nel corso degli ultimi due decenni.
Dalla quarta di copertina:
Preparato da un lavoro decennale di studio e di magistero accademico la Cristologia di Walter Kasper è un'opera che si richiama alla scuola cattolica di Tubinga e in particolare agli schemi cristologici di Karl Adam e di Josef Ruprecht Geiselmann. Intento dell'opera non è quello di ripetere in modo sterile i vecchi discorsi, e nemmeno di ragguagliare, sfruttando l'enorme materiale a disposizione, sulle innumerevoli e nuove questioni di carattere esegetico, storico e sistematico. Qui si mira piuttosto ad evidenziare, con una riflessione approfondita e metodica, i motivi dominanti della tradizione e della ricerca contemporanea, per vagliarli e utilizzarli in vista di una nuova impostazione sistematica della cristologia, che riproponga in modo responsabile di fronte al pensiero moderno le ricchezze della tradizione e i risultati del dibattito contemporaneo.
Un completo trattato di Cristologia, che viene riedito con una nuova Prefazione (1992) nella quale si sintetizzano gli sviluppi della discussione cristologica nel corso degli ultimi due decenni.
Questo corso di morale fondamentale è caratterizzato da un’attenzione multidisciplinare alla storicità dell’agire e dall’apertura alla pluralità delle culture morali. E, soprattutto, l'autore si cura di salvaguardare sempre la necessaria oggettività dell’agire umano, pur all’interno di un contesto relazionale. Per questo riesce a offrire criteri e strumenti per operare il discernimento morale, alla luce della fede cristiana, nella complessità della vita di ogni giorno.
Descrizione
L’opera si presenta come un corso di teologia morale fondamentale caratterizzato da una particolare attenzione alla dimensione storica dell’agire, dall’esigenza di superare l’etnocentrismo aprendosi alla pluralità delle culture morali, dalla necessità di assicurare l’oggettività dell’agire sempre all’interno di un contesto relazionale. Quest’ultima caratteristica si estende anche a livello epistemologico, mettendo costantemente la teologia morale alla prova delle altre scienze (e viceversa). Lo studio intende offrire alla persona gli elementi necessari per operare il discernimento morale, alla luce della fede cristiana, nella complessità della vita di ogni giorno.
«Da qui un punto catalizzante l’intera riflessione: la rivalutazione della centralità della coscienza morale, apprezzata nella sua ricchezza che va oltre la semplice dimensione funzionale – quella di una macchina distributrice di giudizi e decisioni –, per assumere invece il ruolo di regia di tutta la vita morale. Non si deve affatto temere di sottolineare il potere della coscienza che determina la qualità morale dell’agire e integra l’universo degli elementi moralmente significativi sotto il dominio dell’esperienza della moralità personale. Infatti, più cresce la rilevanza della coscienza morale, più cresce la responsabilità della sua formazione, impostata a partire dalla consapevolezza reale e vissuta dell’importanza dei valori in quanto tali. Del resto, l’autenticità e la credibilità della norma sono determinate proprio dalla sua reale capacità di presentare il valore in termini di esigibilità morale incondizionata» (C. Zuccaro).
Il primo libro a proporre una teologia dell'ecumenismo abramico.
Il questo testo si trova esposta la storia di quasi un millennio della raccolta dei libri che costituiscono l'Antico Testamento.
La Bibbia si offre a ogni coscienza umana, sia che si venga ad essa per pura curiosità oppure per sete di Dio. In questo senso, la Bibbia è aperta a un'infinita varietà di letture. In un altro senso, la Bibbia vincola: chiunque pretenda di spiegarla deve infatti rapportarla a ciò di cui essa parla, cioè a Dio e alla relazione che egli instaura con i suoi. Ecco il grande tema di questo libro: lo studio storico e letterario non bastano a far intendere la verità della Bibbia. Per comprenderla bene, occorre prendere atto della sua natura teologica: essa è il testo di una rivelazione che suscita ogni volta un rilancio del suo significato. Ciò obbliga l'esegeta e il dogmatico a incrociare i loro passi nello spazio di scambio della teologia biblica, che collega Bibbia e vita di fede oggi. Ecco allora il motivo di questa straordinaria impresa di riconciliazione epistemologica fra discipline assolutamente essenziali. Ed ecco perché - lo dimostra magnificamente questo saggio - non finiremo mai di leggere il Libro. Bourgine ridefinisce con rigore e in modo strutturato il metodo della dogmatica e, rispettivamente, quello dell'esegesi. Lo fa sia riscoprendo la teologizzazione che è all'opera nel processo di scrittura biblica, sia riportando la dogmatica a prendere la strada che va dalla lettera alla Parola.
Già a partire dal titolo è chiaro che la storia delle Chiese non riguarda solo la Chiesa cattolica: l’analisi viene qui affrontata coerentemente da punti di vista ecumenici e perciò vengono evidenziati elementi di altre confessioni che spesso restano facilmente trascurati.
Dalla quarta di copertina:
Questa sintesi della “Storia delle Chiese” è una ideale lettura introduttiva. Il volume si articola in 25 capitoli panoramici, ben leggibili e dal linguaggio comprensibile. Inoltre, una adeguata raccolta di testi relativi alle ‘fonti’ fanno rivivere il tempo a cui, di volta in volta, si fa riferimento.
Già a partire dal titolo è chiaro che la storia delle Chiese non riguarda solo la Chiesa cattolica: l’analisi viene qui affrontata coerentemente da punti di vista ecumenici e perciò vengono evidenziati elementi di altre confessioni che spesso restano facilmente trascurati.
Gli autori affrontano anche i lati oscuri e dolorosi della storia delle Chiese, quali le crociate, l’inquisizione, la questione sociale o il Terzo Reich.
L’opera, nel suo complesso, non è solo uno straordinario strumento per studenti e insegnanti di religione o di storia, ma ben figura anche nella libreria di ogni contemporaneo dalla mente aperta e interessato alla storia.
Dall’indice: 1. Gesù in mezzo agli storici; 2. Gesù in testa ai màrtiri del nostro tempo; 3. Il Cristo di Paolo, nelle pratiche; 4. Il Cristo dei concili, nella sua tunica lacerata; 5. L’incarnazione come interpellazione, empatia e compassione; 6. Dall’imperdonabile alla riconciliazione: la croce; 7. Approssimazioni della gloria; Conclusione: Stupirsi delle parole e appropriarsi degli avvenimenti nell’intimo.
Descrizione
Gesù di Nazaret, oltre i secoli e le dottrine, può essere nostro contemporaneo? Come possiamo orientarci fra i diversi ritratti del Gesù della storia? Non vi è forse un abisso fra il Cristo di Paolo, il Gesù dei sinottici e il Cristo dei concili? Come mai le definizioni conciliari sulla natura di Cristo hanno causato tante divisioni nelle chiese? È accettabile che la tunica del Cristo rimanga lacerata, mentre le dichiarazioni ecumeniche professano la stessa fede nel Cristo?
Facendo leva su domande decisive come queste, la breve cristologia di Durand propone alcuni criteri di valutazione e apre un cammino innovativo. L’autore è attento non ai soli concetti, ma valorizza altresì i màrtiri, le pratiche, il dialogo. Prende poi in esame incarnazione, croce e gloria, facendosi aiutare da esperienze strutturanti per la nostra sensibilità come l’interpellazione, l’empatia e la compassione, il fatto di dover affrontare l’imperdonabile, la scomparsa del Risorto e così via.
Un approccio acuto e innovativo a Gesù, a prova della vitalità indomita della cristologia europea contemporanea.