
La parola "rivelazione" racchiude in se stessa il nucleo della fede cristiana: la relazione tra Dio e l'uomo e, in ultima analisi, il mistero di Dio come fine ultimo dell'uomo. Tuttavia tale concentrazione della tradizione cristiana in un solo vocabolo rischia di restare astratta o esteriore. Il volume propone un cammino di esperienza nell'intento di inscrivere la rivelazione dentro l'umanità dell'esistenza individuale, sociale e cosmica, di porre le condizioni di un'intelligenza interiore del mistero. L'itinerario si articola in tre momenti. I primi tre capitoli esplicitano la nozione stessa di rivelazione tracciando qualche via di accesso al mistero cristiano. Il capitolo centrale del percorso propone una tappa biblica, lasciandosi condurre dalle varie accezioni di "rivelazione" proposte dalla Scrittura e prendendo come guida i generi letterari del Nuovo Testamento. L'ultima parte del percorso invita infine il lettore a fare esperienza di rivelazione in tre luoghi elementari dell'esistenza: la relazione umana nelle sue diverse forme; la storia con le sue dimensioni politiche, culturali, religiose e comunitarie; l'universo nei suoi aspetti scientifici, ecologici ed estetici.
Descrizione dell'opera
In un quadro di grande frammentazione dei saperi, all’antropologia teologica è chiesto di dare il proprio specifico contributo offrendo un orizzonte di riferimento, nel quale rintracciare criteri di discernimento sull’umano. Ma il clima di diffuso laicismo aggrava in Occidente il rischio di isolamento e di emarginazione della teologia in genere e dell’antropologia teologica in particolare. Dalla dialogicità effettiva ed efficace dell’antropologia cristiana con le diverse espressioni della cultura dipende tuttavia la sua rilevanza nei circuiti del pensiero e nei vari ambiti.
All’interno di tale contesto, la ricerca si assume il compito di ripartire dall’uomo, ridisegnando il posto e il ruolo dell’antropologia teologica con una riflessione sul piano epistemologico, metodologico e contenutistico.
Prendendo le mosse dall’assunzione delle provocazioni della realtà contemporanea l’autrice si propone dunque di approfondire la questione della dialogicità dell’antropologia teologica non solo con le varie materie teologiche, ma anche con altri saperi scientifici e aree cognitive.
Sommario
Introduzione. I. La questione epistemologica. II. Sacra Scrittura e antropologia teologica. III. Cristologia e antropologia teologica. IV. Ecclesiologia e antropologia teologica. V. Mariologia e antropologia teologica. VI: Interrelazioni tra antropologia teologica e teologia pastorale. VII. Antropologia teologica in dialogo con la teologia spirituale. VIII. Antropologia relazionale e dialogicità dell’antropologia teologica.
Note sull'autrice
Ina Siviglia, laica, coniugata, madre, laureata in lettere classiche, licenziata in ecclesiologia e dottore in teologia, è docente di antropologia teologica presso la Pontificia Facoltà teologica di Sicilia S. Giovanni Evangelista e presso la sezione S. Silvia della LUMSA di Palermo. Da qualche anno è direttore del dipartimento di antropologia cristiana, da lei creato, che ha tra i suoi obiettivi principali la formazione integrale dei soggetti ecclesiali, promuovendo sia sul piano scientifico che su quello didattico il dialogo e l’interazione fra la teologia e le scienze umane. È responsabile del Centro pastorale della diocesi di Palermo per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Collabora come esperta all’Ufficio famiglia della CEI e come consultore al Pontificio consiglio per la famiglia. Si occupa di ecclesiologia, antropologia e teologia con particolare riferimento alla riflessione sulla famiglia e sul femminile nell’attuale contesto socio-culturale e alla formazione in ambito ecclesiale.
Il Vaticano II ha voluto essere un concilio ecclesiologico: ha approfondito la natura e l’identità della Chiesa con l’intento di promuovere un’autocomprensione che gli storici del futuro non potranno fare a meno di segnalare come una tappa rilevante nella millenaria storia della Chiesa.
Il volume cerca quindi di ripercorrere il cammino dei principali temi conciliari, considerandoli dal punto di vista del soggetto-Chiesa – esso trova il proprio fulcro nella costituzione Lumen gentium – e delle sue relazioni. Quanto a queste ultime, il concilio ha inteso esprimere una volontà comunicativa universale: ciò l’ha condotto a porre le basi di un progetto ecumenico, di un più positivo rapporto con le varie religioni e di un migliore dialogo col mondo.
Considerando la ricezione del Vaticano II ancora aperta, l’opera si inserisce nell’elenco dei testi che intendono favorirla.
Sommario
Introduzione. 1. Un concilio riguarda tutti. 2. La Chiesa tra memoria e novità. 3. Passaggio di un’epoca. 4. Un concilio ecclesiologico. 5. La «nuova» autocomprensione di Chiesa. 6. L’articolazione del soggetto. 7. Il recupero del laicato. 8. Chiesa che ascolta. 9. La Chiesa in preghiera. 10. Il primato dell’eucaristia. 11. La ricerca dell’unità. 12. Chiamati per essere inviati. 13. La Chiesa solidale. 14. La Chiesa vive nella storia. 15. In difesa della persona umana. Conclusione. Nota bibliografica. Indici.
Note sull'autore
Giovanni Tangorra è docente alla Pontificia Università Lateranense. Oltre a diversi articoli in riviste specializzate e contributi in opere collettive, ha pubblicato: Credere dopo Auschwitz?, San Lorenzo, Reggio Emilia 1996; Cristo comunicatore (con F. Lambiasi), Paoline, Roma 1997; Dall’assemblea liturgica alla Chiesa, EDB, Bologna 1999; Ecumenismo e dialogo tra le religioni (coautore), San Paolo, Cinisello Balsamo 2001; Il Male, Emi, Bologna 2006. Ha inoltre curato i volumi: Terzo millennio: ipotesi sulla parrocchia, San Lorenzo, Reggio Emilia 1999; Sacramenti e azione (con M. Vergottini), Glossa, Milano 2007. Collabora con le riviste Orientamenti pastorali, Settimana, Famiglia cristiana.
Nel corso dei secoli, non poche volte la Bibbia ha rappresentato un armamentario da cui si è pensato di trarre versetti e argomentazioni allo scopo d'imporre alla donna una condizione d'inferiorità e di mantenerla in tale assoggettamento.
Il volume sonda il testo sacro intorno al tema della donna e dell'amore con l'intento di individuarvi e vagliare anche tali tratti negativi, da cui, a prima vista, non appare del tutto immune. E insieme si propone di mettere in risalto il "personalismo" che attraversa l'intera Scrittura e che, fondendosi con la problematica dell'eros e dell'agàpe, costituisce un filo rosso quanto mai prezioso per discernere e annodare le istanze più giuste e nobili del femminismo contemporaneo.
Il tutto senza evitare il confronto e il dialogo con quella specifica esegesi, impostasi da alcuni decenni, che si caratterizza come "femminista".
Sommario
Premessa. 1. Bibbia, femminismo ed ermeneutica. 2. Bibbia e liberazione della donna. 3. Com'era nel principio. Donna e uomo «a immagine e somiglianza di Dio». 4. La donna e l'eros nei Profeti. 5. Il «contrappunto» sublime del Cantico dei cantici. 6. La donna nel giudaismo. La soggezione sacralizzata? 7. Gesù di Nazaret, la donna e il «regno di Dio». 8. Paolo, la donna e la «nuova creazione». 9. Da Maria, la ricolmata-di-grazia (Lc 1,28) alla donna vestita di sole (Ap 12,1-6). 10. «Ricapitolazione» su eros, agape, persona. 11. «Fra i tempi». Femminismo, storia e responsabilità.
Note sull'autore
Andrea Milano insegna storia del cristianesimo all'Università "Federico II" di Napoli e dottrine teologiche all'Istituto di scienze religiose "I. Mancini" dell'Università di Urbino. È confondatore e responsabile della rivista Filosofia e Teologia, confondatore e membro del comitato scientifico della Società italiana per la ricerca teologica (SIRT), membro dell'European Society for Catholic Theology, membro dell'Accademia Pontaniana. La sua ricerca si muove tra storia, teologia, filosofia. Oltre a numerosi saggi, articoli in riviste, voci di dizionari ed enciclopedie, presso le Edizioni Dehoniane (Roma) ha pubblicato Persona in teologia (1984 21996), La Trinità dei teologi e dei filosofi (1987), La Parola nella Eucaristia (1990), «L'età del Modernismo», in Storia della Teologia, a cura di R. Fisichella (1996) e ha curato Misoginia. La donna vista e malvista nella cultura occidentale, 1992 (con il saggio Eva e le sue figlie. Sulla misoginia della Bibbia). Presso le EDB ha pubblicato Quale verità. Per una critica della ragione teologica (1999).
Mentre si moltiplicano le pubblicazioni volte a dimostrare l'inesistenza o la contraddittorietà di Dio, la cultura del Dio limitante - ostacolo alla libertà, all'autonomia, alla felicità dell'uomo - è penetrata fin nel popolo cristiano. E sta proprio qui, nel mostrare quanto tale idea sia fuorviante, la sfida per la Chiesa di oggi, una sfida della massima importanza che è insieme pastorale e culturale. La ricerca dell'autore si colloca sul piano della riflessione teologica, ma mantiene lo sguardo fisso sulla spiritualità e sull'azione pastorale.
Descrizione dell'opera
L'opera, organizzata in due volumi, presenta il punto più avanzato del pensiero del grande teologo. Egli propone una definizione e un ruolo del cristianesimo, nonché una discussione sul senso del fare teologia all'interno della modernità.
Finora la Chiesa e la teologia hanno pensato la fede come un contenuto da trasmettere: modello che ha funzionato positivamente nelle società tradizionali. La modernità e la postmodernità hanno tuttavia introdotto delle trasformazioni interne all'identità cristiana che non riguardano più questo o quel punto della sua dottrina ma, più radicalmente, la sua stessa forma.
Theobald manifesta un approccio alla tradizione cristiana in cui la categoria dello stile esprime al contempo il contenuto e la forma della fede in quanto principio regolatore della presenza del cristiano nel mondo. Le sue pagine vivono del fascino e della difficoltà di coniugare assieme il concetto di stile e l'identità cristiana, nella consapevolezza che definire il cristianesimo come stile comporta sia una riflessione epistemologica sul modo di fare teologia, sia una diagnosi teologica del momento attuale con le discussioni su modernità e postmodernità.
Sommario
Prefazione. «Ouverture». I. Diagnosi teologica del momento presente. 1. Il modernismo cattolico. 2. La cristologia trascendentale ne «L'Azione» (1893) di Maurice Blondel. 3. Il progetto apologetico di Maurice Blondel ieri e oggi. 4. «Credere» secondo il «modus conversationis». 5. La «sapienza di Salomone» al concilio Vaticano. II. Un modo di procedere. 1. La «teologia spirituale». 2. La teologia come discernimento della vita autentica. 3. A servizio della giustizia del Regno. 4. Le ripercussioni della narratività sulla teologia. 5. Il carattere confessante della teologia le toglie ogni pertinenza scientifica?
Note sull'autore
Christoph Theobald, gesuita, è nato a Colonia. È docente di teologia sistematica e fondamentale al Centre Sèvres di Parigi, caporedattore della rivista Recherches de Science Religieuse, consigliere e collaboratore della rivista Études ed è stato membro della Fondazione della rivista internazionale Concilium. Tra le sue pubblicazioni: Maurice Blondel und das Problem des Modernität, Beitrag zu einer epistemologischen Standorbestimmung zeitgenössischer Fundamentaltheologie (1988); Le canon des Ecritures: études historiques, exégétiques et systématiques (1990); La Pensée musicale de Jean-Sébastien Bach. Les chorals du Catéchisme (1993); Histoire des dogmes. t. IV: La Parole du salut (1996); Présences d'Evangile. Lire les Evangiles et l'Apocalypse en Algérie et ailleurs (2003); Une nouvelle chance pour l'Evangile. Vers une pastorale d'engendrement (2004); Le péché originel. Heurs et malheurs d'un dogme (2005), Vatican II et la théologie. Perspectives pour le XXIe siècle (2006). Le EDB hanno pubblicato La Rivelazione (22009).
L'opera, organizzata in due volumi, presenta il punto più avanzato del pensiero del grande teologo. Egli propone una definizione e un ruolo del cristianesimo, nonché una discussione sul senso del fare teologia all'interno della modernità. Finora la Chiesa e la teologia hanno pensato la fede come un contenuto da trasmettere: modello che ha funzionato positivamente nelle società tradizionali. La modernità e la postmodernità hanno tuttavia introdotto delle trasformazioni interne all'identità cristiana che non riguardano più questo o quel punto della sua dottrina ma, più radicalmente, la sua stessa forma. Theobald manifesta un approccio alla tradizione cristiana in cui la categoria dello stile esprime al contempo il contenuto e la forma della fede in quanto principio regolatore della presenza del cristiano nel mondo. Le sue pagine vivono del fascino e della difficoltà di coniugare assieme il concetto di stile e l'identità cristiana, nella consapevolezza che definire il cristianesimo come stile comporta sia una riflessione epistemologica sul modo di fare teologia, sia una diagnosi teologica del momento attuale con le discussioni su modernità e postmodernità.
Descrizione dell'opera
La tesi del volume è che la teologia deve occuparsi non di Gesù, né del messaggio biblico, bensì dell'istituzionalizzazione della religione cristiana, come si è attuata nel II secolo sulla matrice greco-romana: «Il cristianesimo si è modellato sui dati socioculturali della tarda antichità. Non solo vi prende corpo, ma ne è un prodotto, facendosi carico delle sue questioni, delle sue ricerche e delle sue aporie in base alle coordinate dell'epoca; e dandovi una propria riposta. Perciò la religione cristiana non è l'effetto di un testo (la Bibbia), né di una realtà riconducibile a quel fondatore che sarebbe Gesù di Nazaret». Per l'autore il momento costitutivo del cristianesimo non può quindi essere un modello da ripetere ma potrà solo essere una successione di trasformazioni storiche continuamente riprese.
Oggi si intende spesso per «teologia» un complesso di rappresentazioni organizzate, di credenze o di dottrine, ma tutto ciò è il prodotto di una storia più recente. I padri della Chiesa fino al III-IV secolo hanno fatto teologia in presa diretta sul mondo greco-romano rispondendo ai problemi di quella cultura. Compito della teologia è dunque quello di tornare a dialogare con il mondo e con l'uomo. Non si tratta di screditare la realtà di una tradizione, ma di fare chiarezza sull'orizzonte del lavoro da compiere: il paradigma della Chiesa dei padri, che ha risposto ai problemi della cultura greco-romana assumendone le categorie, deve spingere la teologia di oggi a parlare usando le categorie della contemporaneità.
Sommario
Introduzione. I. Certe eredità storiche all'orizzonte di un compito. 1. Compito e funzione della teologia: un'eredità da differenziare. 2. Genealogia e aporie dell'Occidente, luogo dell'esercizio teologico oggi. II. Un'esemplarità: il cristianesimo. 3. Statuto e uso dei riferimenti nella teologia cristiana. La regolazione di una tradizione come ripresa e superamento di eredità. 4. La costruzione delle teologia nel cristianesimo. Storia diversificata e posizioni discordanti. III. Una pertinenza pubblica. 5. La teologia come lavoro sulle credenze. 6. Il teologo davanti alla società contemporanea. Una lettura dell'umano. Indice dei nomi propri.
Note sul curatore
Pierre Gisel è docente all'Università di Losanna e professore invitato in diverse istituzioni universitarie. Ha pubblicato Les monothéismes. Judaïsme, christianisme, islam, Labor et Fides 2006; Qu'est-ce qu'une religion?, Vrin 2007, e ha diretto l'Encyclopedie du protestantisme, PUF 2006.S
Descrizione dell'opera
«Nell'attuale dibattito circa l'unicità e l'universalità dell'azione salvifica di Gesù Cristo mi è stato chiesto ripetute volte di affrontare il tema della salvezza. Perché Cristo è il salvatore di tutti? Perché noi cristiani dobbiamo mantenere questa pretesa che non poche volte risulta inintelligibile e perfino scandalosa a molti dei nostri contemporanei?» (dal Prologo).
Per esplicitare fin dal primo momento l'intimo legame tra la persona di Gesù e la salvezza da lui offerta, il titolo del libro parla di Gesù Cristo come salvezza dell'uomo e non semplicemente come suo salvatore. Egli infatti non ha portato dei beni, per quanto grandi, che siano estranei alla sua persona. E l'influsso salvifico di Gesù e del suo Spirito non conosce frontiere, se non la possibilità, tremenda, che si apre a ogni essere umano, di dire di no.
La mediazione universale di Gesù e la rilevanza della cristologia per la dottrina della creazione dell'uomo sono i temi fondamentali che l'autore affronta da diversi punti di vista nei contributi confluiti nel volume.
Sommario
Prologo. 1. Cristo «perfetto uomo» e «uomo perfetto». 2. L'antropologia cristiana come proposta di un nuovo umanesimo. 3. Salvezza di Cristo e salvezza dell'uomo. 4. L'incarnazione di Dio e la teologia cristiana delle religioni. 5. Il cristianesimo e l'universalità della salvezza.
Note sull'autore
Luis F. Ladaria sj, nato nel 1944 nelle Baleari, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1966. Dopo gli studi di diritto e filosofia a Madrid e di teologia a Sankt Georgen, viene ordinato sacerdote nel 1973 e nel 1975 consegue il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana. In seguito insegna teologia alla Pontificia Università Comillas di Madrid e poi alla Gregoriana. Nominato membro della Commissione teologica internazionale, ne diventa segretario generale; nel 2008 viene nominato segretario della Congregazione della dottrina della fede e arcivescovo. Le sue numerose pubblicazioni - ha al suo attivo 25 volumi e un centinaio di articoli scientifici - sono dedicate soprattutto alla teologia patristica e all'antropologia teologica.
Descrizione dell'opera
La Chiesa cattolica è impegnata in modo irreversibile a percorrere la via dell'ecumenismo e, al fine di un proficuo dialogo, risulta di fondamentale importanza la reciproca conoscenza. In particolare, l'Oriente cristiano racchiude in sé autentiche e antichissime tradizioni apostoliche, che rappresentano senza dubbio una componente essenziale della Chiesa di Cristo. Col proprio specifico approccio al mistero rivelato, la teologia d'Oriente propone una visione complementare a quella dell'Occidente cristiano.
L'espressione «Oriente cristiano» non designa infatti semplicemente una connotazione storico-geografica del cristianesimo, ma anche e soprattutto un insieme di caratteristiche vitali, che formano e determinano la tradizione orientale.
Il volume propone dapprima una panoramica descrittiva di tutte le Chiese orientali, illustra poi la cornice interpretativa della loro teologia e ne espone successivamente i contenuti su Dio, Trinità, ecclesiologia, Maria Vergine, liturgia e sacramentaria. Le questioni relative a cosmologia e angelologia, cristologia, antropologia, spiritualità, icone ed escatologia verranno affrontate nel volume secondo.
Sommario
Presentazione (D. Salachas). I. Importanza teologica ed ecumenica della teologia orientale. 1. Un corso di teologia orientale? 2. Il lungo iter dei documenti magisteriali. 3. Motivi d'interesse per la teologia orientale. 4. Oriente cristiano: precisazioni terminologiche. II. Panorama descrittivo delle Chiese orientali. 1. Varie prospettive possibili. 2. Classificazione alfabetica delle Chiese. 3. Rilievi conclusivi. III. La teologia orientale: fonti, storia, natura, caratteristiche. 1. Teologia orientale e teologie orientali. 2. Le fonti della teologia nella Chiesa ortodossa e nelle Antiche Chiese Orientali. 3. Panorama storico della teologia ortodossa. 4. Panorama della letteratura teologica nelle Antiche Chiese Orientali. 5. Natura della teologia ortodossa. 6. Caratteristiche della teologia ortodossa. 7. Le espressioni teologiche delle Antiche Chiese Orientali. IV. Dio, Trinità Santissima. 1. La prospettiva trinitaria ortodossa. 2. La processione dello Spirito Santo e la questione del Filioque. 3. La SS.ma Trinità nelle Antiche Chiese Orientali. V. Linee di ecclesiologia ortodossa e orientale. 1. Ecclesiologia ortodossa. 2. Linee di ecclesiologia nelle Chiese antico-orientali. VI. Maria Vergine nella vita e dottrina dei cristiani d'Oriente. 1. Maria nella vita e nel culto della Chiesa ortodossa. 2. La mariologia delle Antiche Chiese Orientali. VII. Liturgia e sacramentaria. 1. Alcune caratteristiche delle liturgie orientali. 2. Particolarità di alcuni riti. 3. Dottrina generale sui sacramenti. VIII. I singoli sacramenti. 1. Il battesimo. 2. La confermazione (o crisma o myron). 3. L'eucaristia. 4. La penitenza. 5. L'olio degli infermi. 6. L'ordine sacro. 7. Il matrimonio. Conclusione. Indice dei nomi. Bibliografia.
Note sull'autore
Pier Giorgio Gianazza, nato a Cerro Maggiore (MI) nel 1945, parte giovanissimo per la Terra Santa, ove nel 1973 viene ordinato sacerdote nei salesiani di don Bosco. Laureato in filosofia e teologia, insegna queste materie da oltre trent'anni (Istituto Teologico di Cremisan a Gerusalemme, Università di Betlemme, Centro superiore di studi filosofici-teologici di Harissa in Libano). Ha pubblicato una sessantina di articoli, sia di teologia che di divulgazione, sulla Terra Santa e, presso le EDB, Guida alle comunità cristiane di Terra Santa. Diversità e fede nei luoghi di Gesù (2008).
Descrizione dell'opera
Il volume prosegue il discorso avviato ne I sacramenti simbolo e teologia. 1. Introduzione generale e 2. Eucaristia, battesimo e confermazione, in cui i sacramenti della Chiesa sono presentati ricorrendo alla chiave interpretativa fondamentale del simbolo. All'Eucaristia, culmen et fons di tutti i sacramenti, è stata data priorità fondativa-teologica: Cristo vuole che a ogni persona umana pervenga questa sua proposta d'amore che, alla fin fine, coincide con l'invito alle Nozze con lui. Come, attraverso che cosa e attraverso chi sarà possibile comunicare e tradurre tale invito? In che modo e per mezzo di chi portare a tutte le persone questo amore ultimativo, escatologico e totale? È questa la domanda fondamentale che guida l'autore nel considerare il sacramento dell'Ordine.
Sommario
Introduzione. I. Il sacramento del sacerdozio ministeriale. L'ordine. 1. La regalità sponsale del sacerdozio profetico di Cristo. 2. Radicamento eucaristico del sacerdozio ministeriale nell'ultima cena del Cristo. 3. I Dodici: dal dopo la cena al prima chiamata/formazione. Dimensione protologia e escatologica dell'apostolo/sacerdote. 4. Natura e carattere del ministero apostolico. Gli invitati inviati ad invitare al banchetto. Dal Cenacolo al mondo: la missione tra gli uomini. II. La Mediazione sponsale del sacerdozio di Cristo e del sacerdote ordinato in Cristo. Fondamento e implicazioni. Introduzione. 5. La mediazione regale/sponsale e la sponsalità mediatrice del Cristo Verbo incarnato. 6. Cristo e la Donna/Maria: la coppia escatologica e la drammaticità della sua mediazione salvifica. 7. L'opera sacerdotale del Cristo Re/Sposo: il suo dramma redentivo e il coinvolgimento sponsale di Maria a lui con/sociata come co/adiutrice. 8. Caro nuptialis cardo salutis e ragioni del sacrificio di Cristo. 9. Dal mistero nuziale realizzato alle nozze compiute tramite il ministero eucaristico/liturgico/apostolico. III. Simbolica e teologia liturgica sponsale del sacerdote ordinato in Cristo. Dimensioni e implicazioni esistenziali. 10. Il simbolismo liturgico e la simbolica del sacerdozio. Simbolica del sacerdozio e suo simbolismo liturgico. 11. La teologia del sacerdote. Teologia nuziale del ministero sacerdotale e sua funzione materna e paterna.
Note sull'autore
Giorgio Mazzanti, sacerdote della diocesi di Firenze, ha insegnato teologia presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze) ed è ora docente di sacramentaria presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma. Presso le EDB ha pubblicato due serie di volumi che affiancano alla riflessione teologica - I sacramenti simbolo e teologia. 1. Introduzione generale (32003) e 2. Eucaristia, Battesimo e Confermazione (32005); Teologia sponsale e sacramento delle nozze. Simbolo e simbolismo nuziale (42004); Mistero pasquale mistero nuziale. Meditazione teologica (22003); Persone nuziali. Communio nuptialis. Saggio teologico di antropologia (2005); Da Cana la luce. Teologia e spiritualità del mistero nuziale (2005) - l'immagine e l'elaborazione poetica - Il canto della Madre (42008); Nella adorata luce. Voce di sposo e voce di sposa. Un poema nuziale (2003); Ultimo Avvento (2005); Tra soffio e carne (2009).
Descrizione dell'opera
In una società secolare, in cui la cultura e i linguaggi si trasformano, la formulazione tradizionale della fede cristiana risulta spesso inefficace. E le domande ultime dell'esistenza umana rischiano di restare senza risposta.
I figli della tecnologia e della secolarità non abitano più i linguaggi antichi del cristianesimo, diventato, per molti, estraneo e pietrificato. L'autore intende farsi interlocutore degli uomini che abitano un mondo trasformato, spesso smarrito e senza radici, con i suoi enigmi e il suo mistero… Con una convinzione: ciò che chiamiamo «parola di Dio» è una parola radicalmente umana, addirittura la più umana che possa esistere, portatrice di vita nelle nostre vicende difficili o felici.
Christoph Theobald spiega le condizioni per trasmettere un Vangelo di libertà per tutti e mostra come dire oggi, nella trama delle Scritture, le sue dimensioni antropologiche e cristiane.
Sommario
Introduzione. I. La fede in Cristo: trasmettere l'intrasmissibile? Cosa ci insegna il «passatore» di Galilea? Come nasce la fede in Cristo? Credere in Cristo: le condizioni di una trasmissione riuscita. Possibilità, difficoltà e promesse per la Chiesa nella società. II. Accedere alla coscienza del peccato. La rivelazione del peccato. Un'esperienza universalmente accessibile. III. Il Vangelo della libertà. In ascolto della Scrittura. Punto di partenza: la chiamata alla libertà (Gal 5,13). Alla scuola del Maestro. «Prendi il largo…» (Lc 5,4). IV. «Testimoni del Risorto». Avete detto Risurrezione? Un modo di procedere nella trama dell'opera lucana. Discernere le esperienze di risurrezione. La pedagogia del Risuscitato. V. Per una intelligenza interiore del mistero della Trinità. Una difficoltà. Dio, «mistero» della storia. Perché «tre»? Paesaggio spirituale. VI. Il futuro della creazione. Un paesaggio culturale favorevole alla scoperta del mondo come creazione. Dal nulla e per nulla… VII. Leggere i «segni dei tempi». A proposito della dimensione sociale e politica della fede. Conclusione. La promessa dell'altro.
Note sull'autore
Christoph Theobald, gesuita, è nato a Colonia. Professore di teologia fondamentale e dogmatica al Centre Sèvres di Parigi, è direttore di «Recherches de Science Religieuse». Tra le sue pubblicazioni: Le canon des Ecritures: études historiques, exégétiques et systématiques, 1990; La Pensée musicale de Jean-Sébastien Bach. Les chorals du Catéchisme, 1993; Histoire des dogmes. IV: La Parole du salut, 1996 Présences d'Evangile. Lire les Evangiles et l'Apocalypse en Algérie et ailleurs, 2003; Le péché originel. Heurs et malheurs d'un dogme, 2005. Presso le EDB ha pubblicato: La Rivelazione, 22009; Il cristianesimo come stile. Un modo di fare teologia nella postmodernità (2 voll.), 2009.

