
Una parrocchia tutta casa e strada. Oltre le sacre mura, le case e tutti i luoghi della vita diventano ambiente pastorale nell'intreccio di incontri e dialoghi, attese e desideri, speranze e compimenti, solitudini e compagnie. Mentre si snoda la strada del quartiere, si delinea il cammino della vita e se ne svela il senso. Una "teologia della strada" che entra in dialogo diretto con il lettore e lo conduce a scoprire "la bellezza dell'essere cristiani e la gioia di comunicarlo".
La paternità è un'esperienza sintetica: essa svela la grandezza e la limitatezza dell'uomo. Laddove non si riconosce un padre, non si diventa padri. E per questo, non si è pienamente uomini. Un figlio sarà creativo nella misura in cui accoglie il tesoro che riceve. Così Dante si poggia su Virgilio, e lo supera; Frodo porta a termine l'opera di Gandalf. Nessuno genera se non è generato. Per diventare adulto, un figlio deve conoscere e perdonare il proprio padre. Da questo perdono nasce la speranza. È un'esperienza che si può vivere già nella giovinezza. Ed è un'esperienza bellissima.
Filosofi, poeti, scrittori, medici e responsabili di opere sociali si sono messi in gioco davanti a giovani universitari, dando le ragioni della propria speranza e rileggendo, da diverse angolature, i percorsi dell'uomo moderno e contemporaneo.
Il volume raccoglie per la prima volta le prose che Chesterton ha pubblicato su riviste italiane fra il 1919 e il 1938. Tredici testi comparsi rispettivamente su La Ronda, L'Italia letteraria, Il Frontespizio e L'Illustrazione Toscana. Scritti in anni decisivi per la sua formazione, essi non possiedono solo un valore documentario o storico, ma assolvono anche a quella funzione eminentemente educativa che egli ha sempre riconosciuto alla letteratura.
Dopo il crollo delle "Twin Towers" a New York, l'11 settembre 2001, il "ritorno della religione" sulla scena mondiale ha coinciso con un conflitto teologico-politico che non si è ancora spento. Dall'avanzata dei settori radicali dell'Islam, alla reazione teocon, ai settori ultraortodossi in Israele, all'induismo nazionalista, il vento del "Dio degli eserciti" è chiamato ad alimentare il fuoco di identità antagoniste. Lo "scontro di civiltà" diviene uno scontro "teologico-politico". La critica all'integralismo trova il suo modello originario nel cristianesimo il quale, con il Concilio Vaticano II, riattualizza l'antico paradigma paleocristiano culminante nella "Città di Dio" di Agostino.
La tendenza all'unità è tipica di ogni ortodossia, che tuttavia è attraversata da forze centrifughe eterodosse. Il conflitto tra ortodossia ed eterodossia ci informa sull'essenza stessa delle istituzioni religiose deputate a costruire e a conservare l'unità fondante del loro credo. Lo stesso cristianesimo resta incomprensibile se la vicenda della costituzione del suo canone non viene letta sullo sfondo del conflitto che oppose le diverse interpretazioni dell'eredità di Cristo. Questo volume prende avvio da un testo inedito di Schelling su Marcione, attorno al quale sono state idealmente disposte le storie esemplari di tre eretici: Claudio di Torino, l'iconoclasta; David Lazzaretti, il "messia" anarchico; Ernesto Buonaiuti, il prete modernista scomunicato dal Sant'Uffizio nel 1925
Il martire è, oggi forse con più evidenza che in passato, una figura che si pone nella zona d’intersezione tra la teologia e la politica. I saggi raccolti in questo volume cercano di individuare, all’interno dello spazio delimitato da quella intersezione, le sovrapposizioni, talora manifeste, talora occulte, tra martirio e sacrificio. Attraverso il meccanismo sacrificale, infatti, la testimonianza del martire assume senso salvifico, religioso e politico, al prezzo del totale annullamento del martire nel suo gesto, della sua sublimazione in pura immagine.
Nel tentativo di assumere su di sé la pienezza di un’idea e di portarne la testimonianza oltre il limite della propria morte, il martire non può però che fallire. Ed è perciò che si rende necessario un atto di pietà: bisogna trovare la forza di seppellire il martire, di abbandonare il suo ricordo e il suo corpo. Ciò che iniziamo a chiamare qui deposizione.
Il volume comprende, tra gli altri, uno studio inedito di Adolf von Harnack. Inoltre, tre liriche shaihidiche: il testamento di un volontario della milizia iraniana votato a missioni suicide nella guerra tra Iran e Iraq, la poesia di un martire palestinese e una poesia sufi.
In questo numero: Riccardo Panattoni - Il lato estremo di una teologia apocalittica TRE CLASSICI: Walter Benjamin - Capitalismo come religione Franz Rosenzweig - Guerra e messianismo Jacob Taubes - Il Leviatano come Dio mortale. Sull'attualità di Thomas Hobbes L'EBREO, IL NEMICO Anselm Haverkamp - Il nemico non ha futuro Gianluca Solla - La contesa: Lutero, gli ebrei, la Scrittura Bernd Wacker - I volenterosi carnefici di Cristo? L'origine del genocidio nazionalsocialista dallo spirito dell'Apocalisse APOCALITTICA E GIUSTIZIA Johann Baptist Metz - La lotta per il tempo perduto. Tesi inattuali sull'apocalittica Giacomo Coccolini - Teologia politica apocalittica. In cammino con Johann Baptist Metz Luigi Lorenzetti - Pace giusta. Guerra ingiusta. La giustizia in terra IN DISCUSSIONE Leora Batnitzky - L'eredità filosofica di Franz Rosenzweig: Levinas o Strauss? Heinz-Jürgen Görtz - Trascendenza e fattualità. Risposta a «L'eredità filosofica di Franz Rosenzweig» di Leora Batnitzky Francesco Paolo Ciglia - Rivelazione fra storia e eternità. A confronto con Leora Batnitzky Leora Batnitzky - Rispondendo... DOSSIER Stefano Salzani - Le mutazioni della teologia estrema: il caso Iran Biblioteca di teologia politica
È diffusa la convinzione che fra la teologia politica e l'anarchia non ci possa essere altro rapporto che di mera contrapposizione. E che anzi la teologia politica sia, a suo modo, una risposta all'istanza anrchica volta a preservare i fondamenti della società. Ad animare questo volume è il tentativo di far emergere l'istanza anarchica quale parte integrante di ogni gesto realmente teologico-politico.
Una raccolta di testi mariani dal 2003 al 2005.