
Le scienze cognitive e le neuroscienze inaugurano un settore di ricerca nelle scienze delle religioni? Che tipo di comprensione hanno e possono avere del fenomeno religioso? Quali sono le affinità e differenze nel meto- do sperimentale - e nei risultati empirici - rispetto alle scienze umane? Evitando contrapposizioni e assumendo la prospettiva dei cognitivisti per fare chiarezza sul loro metodo nello studio del "sacro" - più di quanto loro stessi abbiano compiuto finora - 1'autore, in prospettiva fenomenologica, cerca di descrivere e confrontare le diverse modalità di ricerca, senza stabilire un ordine gerarchico tra gli esiti ma limitandosi a osserva- re elementi comuni e categorie ricorrenti.
Quando non cade in una deriva del tutto naturalistica, incapace di dar conto della trascendenza, anche lo studio della mente può servire a com- prendere il manifestarsi del sacro nell'uomo, e svela inaspettate assonanze con quell'apriori religioso vissuto ed esperito - di Rudolf Otto, cui l'intero arco della storia e delle scienze della religione novecentesca più o meno velatamente rinvia. Assonanze che invitano ancora a riflettere e in più modi - sull'esperienza religiosa.
Nella vita e nel pensiero di Jacob Taubes (1923-1g87) - rabbino di origine viennese, emigrato prima in Svizzera, poi a New York, Gerusalemme ed infine in Germania - si rifrangono alcune delle più significative esperienze culturali del Novecento. nelle sue, spesso contrastate, amicizie e frequentazioni con Gershom Scholem, Theodor W Adorno, Karl Lowith, Leo Strauss non solo possiamo trovare un punto di vista privilegiato da cui disegnare il ritratto intellettuale di un'intera generazione, ma soprattutto, nel suo confronto con Walter Benjamin e Carl Schmitt, è possibile sorprendere i nodi teologici e politici che più hanno segnato il secolo.
Cosa resta del messianismo tra crisi delle filosofie della storia e ritorno di attualità della teologia politica, nel mondo segnato dai totalitarismi? Come pensare la promessa di redenzione, propria dell'ebraismo, dopo l'età della cristianità e il suo apparente risolversi in compiuta secolarizzazione? E ancora possibile una storia? Domande che guidano l'autrice in questa prima biografia intellettuale di Taubes - un profilo che mostra come l'inattualità delle sue indagini sull'escatologia occidentale, Paolo, la teocrazia, legittimi la definizione, paradossale, di classico pensiero.
Huimanitas è una rivista bimestrale di cultura cattolica fondata nel 1946 e diretta da Ilario Bertoletti.
Il filosofo inglese John Hick (1922-2012), pioniere della filosofia del dialogo interreligioso, fin dalle origini della sua riflessione si è occupato di una pluralità di tematiche che spaziano dalla teologia alla filosofia della religione, con particolare attenzione a questioni quali il rapporto fede-ragione, il problema del male, la promozione del dialogo tra le diverse confessioni religiose, la cristologia. L'autrice analizza criticamente la teodicea di Hick, meglio nota come soul-making theodicy, allo scopo di valutarne possibilità e limiti. Una teodicea - intesa quale crescita morale attraverso le sofferenze - degna di attenzione in quanto non solo segue percorsi alternativi rispetto alle soluzioni classiche del problema della relazione tra Dio e il male, ma mantiene un dialogo serrato con la tradizione. In tal senso, il volume è una introduzione a uno dei più originali filosofi contemporanei della religione.
La categoria di sacrificio appartiene alla tradizione religiosa dell'umanità ma è altresì una dimensione universale dell'esistenza. Perché in questi tempi si avanza la proposta di abbandonarla? Sacrificio è rinuncia a qualcosa per ottenere un bene più grande, cui si oppongono due argomenti: contraddirebbe la tensione verso la pienezza di vita, desiderio fondamentale di ognuno, e negherebbe la gratuità della relazione, per via di uno scambio finalizzato a ottenere qualcosa da qualcuno, anche dalla divinità. Una rilettura attenta della tradizione biblica ne mostra le diverse accezioni: il sacrificio di Isacco descritto nell'Antico Testamento, ad esempio, è diverso da quello del Cristo in croce, così come all'interpretazione violenta del termine si possono contrapporre i temi dell'amore, della misericordia, della giustizia che vanificano il sacrificio cultuale e una ricomprensione della morte di Gesù (nella Lettera agli Ebrei) come fine dei sacrifici nella comunione con Dio. Il cristianesimo continua a sostenere il valore del sacrificio come "dono" ed esso è ancora indispensabile nella vita personale e sociale, necessario per la dinamica relazionale in cui gli esseri umani vivono e desiderano. I diversi contributi di questo volume sono accomunati dal tentativo di restituire al tema i suoi significati più profondi: dal porsi della questione in prospettiva filosofico-teologica, e in autori come Blondel, Girard, Ricoeur, Vattimo, agli studi di esegesi biblica, di teologia patristica, eucaristica, fondamentale, antichi e moderni.
Chi crea l'opera d'arte, l'uomo o Dio? In questo testo, tradotto sulla base dell'edizione critica danese, Kierkegaard si interroga sul rapporto, ambiguo e dialettico, tra apostolici - l'essere un chiamato da Dio - e genialità - l'essere ispirato.
Un dilemma sia esistenziale, vissuto in prima persona e sotteso all'intera opera kierkegaardiana, sia teoretico: l'essere apostolo in che modo è compatibile con l'essere un creatore in se stesso? E' l'antinomia che riecheggia nella categoria di "genialità apostolica", l'aspirazione al carattere divino della creazione umana.
La religione, nella modernità, è divenuta superflua ed è quindi destinata a scomparire? Nella storia del cristianesimo europeo mai la vita religiosa cristiana si è eclissata come negli ultimi vent'anni. Scopo di questo libro è cercare cli comprendere a fondo tale evoluzione. Robert Spaemann e Hans ]oas, entrambi pensatori cattolici, dialogano sul futuro della religione toccando temi quali il ruolo del Concilio Vaticano II in questo processo cli decadenza, la figura di Benedetto XVI e il fenomeno Francesco, la morale sessuale cattolica e il sacerdozio femminile.
Le concordanze e le differenze fra loro rispecchiano I'ampiezza e la pluralità del mondo cattolico, restituendo fiducia nella fecondità del dialogo intellettuale capace di diradare la nebbia del nostro tempo.
La presenza materna di Maria, che ha accompagnato il Figlio nel cammino terreno dal concepimento alla Pasqua di morte e resurrezione ed è stata da Lui unita a sé in cielo, accompagna il discepolo del Signore Gesù nel suo pellegrinaggio verso la Città celeste. Le preghiere qui raccolte ci ricordano questo prezioso dono d'amore e possono essere recitate in qualunque momento come partecipazione credente e adorante alla vita e alla missione del Figlio, alla scuola e con l'aiuto della Madre.
Bisognerebbe sgomberare il campo dal rumore di fondo di tutto quel che già si sa e si è scritto di cesare Angelini e Paolo De Benedetti, rispettivamente il "quasi evangelista" e il "quasi talmudista" di questo carteggio, per coglierne appieno i tratti. Due personalità di spicco del Novecento letterario e teologico che - missiva dopo missiva, in un lasso di tempo che va dal 1949 al 1975 - si addentrano l'uno nell'altro e si delineano nella reciproca relazione: lo sguardo di Angelini restituisce epistolarmente ritratti di De Benedetti, e viceversa.
Lettere nelle quali si respira aria di cultura - letteratura, teologia, poesia - in una cornice di "ironica letizia".
Dal 1933 al 1945 Hitler si presenta come l’autentico «portatore di salvezza». A due anni dal suo avvento al potere Romano Guardini decide di reagire a questa commistione di religione e politica affrontando il tema del salvatore in chiave esclusivamente religiosa. Dopo la fine della guerra esce una seconda versione del testo – riportata anch’essa in questa edizione – corredata da una parte sul regime nazista e sull’Europa.
La religione politica del nazionalsocialismo si è rivelata come il più minaccioso tentativo di negazione del cristianesimo, il quale per Guardini significa liberazione dell’uomo dalle catene del potere e della natura perché gli offre una possibilità personale di salvezza. La negazione del cristianesimo si accompagna a quella delle sue grandi creazioni: l’umanesimo e la civiltà europea. L’ispirazione cristiana deve allora tornare a fornire la propria linfa all’Europa per proteggerla dai miti dei falsi salvatori. Il fatto che oggi siano tornati in auge rende questo scritto guardiniano ancora attuale: un classico del dibattito teologico-politico.
ROMANO GUARDINI (1885-1968) è stato uno dei protagonisti della storia culturale europea del sec. XX. Presso la Morcelliana è in corso di stampa l’Opera Omnia.
«Nel mio ministero episcopale sono più volte tornato sulla liturgia, nella convinzione che aiutare i battezzati e la comunità cristiana nel suo insieme a vivere una vita liturgica pienamente e consapevolmente partecipata vuol dire favorire l'impegno cristiano su tutti i fronti, dalla vita spirituale all'esercizio della carità, dalla missione evangelizzatrice al coinvolgimento sociale e politico»: così Bruno Forte descrive l'esperienza liturgica, rinnovata e riformata dal Concilio Vaticano ii. La liturgia introduce la comunità in una relazione unificante con il Padre: è il luogo in cui il singolo e la Chiesa sperimentano l'avvento sempre nuovo dell'amore, l'avvento di Cristo, dove sono raggiunti e trasformarti dalla presenza divina e si lasciano amare dal Padre. Il percorso si snoda attraverso i momenti della liturgia, dall'iniziazione cristiana all'eucaristia, dal sacramento del matrimonio fino alla domenica, giorno della Chiesa.
«Il Compendio dell'Orazione mentale cavato dalle opere di Santa Teresa dal Venerabile Padre Fra Tommaso di Gesù Carmelitano Scalzo apparve a Verona nel 1749. Il testo scritto originariamente in lingua spagnola fu pubblicato per la prima volta a Roma nel 1610 quando i lavori per la beatificazione della Santa erano in pieno fervore e fu accolto tanto favorevolmente, che nel giro di pochi anni ne apparvero subito diverse edizioni. Nel Prologo Padre Tommaso scrive che l'orazione mentale si può dividere in due specie: l'orazione acquisita e l'orazione infusa. L'orazione acquisita sale a Dio con passo lento, si ottiene con mezzi umani e mediante l'uso della ragione tuttavia sorretta dalla grazia divina. L'orazione infusa viene direttamente dalla grazia e dalla ispirazione divina, assecondata per altro dalla nostra cooperazione. Si procede poi nel distinguere l'"orazione di raccoglimento", di "quiete", di "unione" e di "rapimento", fino al culmine dell'ascesi spirituale, il "matrimonio spirituale". Dal raccoglimento interiore nasce nell'anima una quiete e una pace per cui le sembra che non le manchi nulla. Questa orazione dona una grande soddisfazione alla volontà ed è una piccola scintilla che Dio accende nell'anima; in essa l'anima comprende che è vicina a Dio e può trasformarsi in Lui. Nel matrimonio spirituale, poi, oltre al grande diletto che si sente, l'anima o meglio il suo spirito è diventato una sola cosa con Dio, che anch'egli è spirito e volendo mostrare l'amore, che porta alle sue creature, ha voluto unirsi a lei e non vuole più separarsi da lei, come avviene nel matrimonio tra gli sposi, che non possono più separarsi. Un percorso spirituale e mistico valido anche per l'uomo contemporaneo». Dall'Introduzione di Elisabetta Zambruno.