
Le relazioni tra Repubblica Popolare Cinese e Chiesa Cattolica stanno vivendo una nuova stagione. In tale contesto, è sembrato utile divulgare il testo delle Facoltà speciali che sono state concesse nel 1978 dall'allora Congregazione di Propaganda Fide ai sacerdoti e ai fedeli dimoranti in Cina, testo rimasto finora a disposizione di pochi e che ora viene pubblicato nell'originale in lingua latina e nelle versioni italiana, inglese, francese e cinese. Sulla scorta di tale testo, e dei qualificati studi che l'accompagnano, sarà possibile non solo avere uno spaccato della situazione storico-ecclesiale e dei mutamenti avvenuti, ma anche verificare un esempio di inculturazione nel processo di radicamento della Chiesa in Cina. Si tratta di un contributo di documentazione e riflessione senz'altro utile al dialogo tra la Santa Sede e il Governo civile.
La comprensione dell'uomo africano dipende dalla conoscenza della sua identità, dal suo accostamento ai tratti fondamentali (religione, cultura, nascita, matrimonio, morte, solidarietà, relazionalità) che disegnano l'antropologia comunitaria africana. L'appartenenza dell'africano alla comunità e il suo stretto legame con l'intera creazione si prolungano nel tempo saldando il presente con il passato e aprendolo positivamente al futuro. In nome della solidarietà, costitutiva o morale, l'uomo africano si sente se stesso solo in relazione con gli altri e per gli altri. Con la valutazione etica del vivere-insieme degli africani, evidenziata nella dimensione assiologica delle relazioni, si pone in discussione soprattutto il tema della relazionalità connessa alla solidarietà. Superando molti stereotipi degli approcci più tradizionali, vengono così esposti gli aspetti negativi e positivi di questa speciale forma di solidarietà nel vissuto quotidiano delle comunità africane.
"Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull'amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce" (Papa Francesco, Omelia per l'inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, 19 marzo 2013). Il primato petrino richiama senz'altro polemiche del passato. Oggi tuttavia è affrontato, anche in ambito ecumenico, con maggiore serenità. La Chiesa Cattolica ritiene di aver conservato nel ministero petrino un dono di grazia a favore dell'unità della Chiesa di Cristo perché, attraverso i secoli e nelle variegeografie, sia Una e Sancta. I contributi che qui vengono offerti riflettono aspetti essenziali del significato e del valore del ministero per l'universalità della vita e della missione del popolodi Dio. L'obiettivo comune è di illustrare l'intimo rapporto che vige tra primato ed episcopato all'interno del dinamismo missionario della Chiesa.
Il gesto del dono è antico quanto l'umanità. Sul piano culturale la sua valorizzazione semiologia è stata lenta e difficile. Il celebre Saggio sul dono (Essai sur le don. Forme et rasino de l'echange dans le societes arcaiques) di Marcel Mauss, apparso nel 1923 - 1924, segnava l'avvento di una svolta antropologica del 'donare' quale paradigma di interazione tra individui e comunità. Grazie poi ai contributi di Emanuel Levinas, Jacques Derrida e Jean Luc Marion, anche in filosofia si realizzava una sorta di Svolta che si è riflessa nelle variazioni delle scienze etiche ed economiche.
Solo timidamente la teologia cristiana si è lasciata coinvolgere dalla riscoperta delle tematiche connesse con il gesto della liberalità. Aperture si sono registrare anche nell'ambito cristiano, un tentativo di lettura continua e globale rimaneva ancora da fare. Questo libro intende colmare questa lacuna.
"Nell'esercizio della loro attività (le POM) portano nel mondo cattolico quello spirito di universalità e di servizio alla missione, senza il quale non esiste autentica cooperazione" (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio 84 l'enciclica sulla "Permanente validità del mandato missionario"). Il presente volume affronta i vari ambiti della cooperazione missionaria in una prospettiva interdisciplinare. I contributi di storia, teologia, diritto, pastorale qui contenuti concorrono a fornire un ampio inquadramento delle problematiche attuali. Le riflessioni offerte sono il frutto di una giornata di studio organizzata dalle Facoltà di Diritto Canonico, di Missiologia e dell'Istituto Superiore di catechesi e spiritualità missionaria della Pontificia Università Urbaniana nel marzo 2009. La pubblicazione inaugura la collana dei "Quaderni di Ius Missionale", la rivista fondata nel 2007 dalla stessa Facoltà di Diritto Canonico dedicata ai temi del diritto missionario. Il volume è anche arricchito dal testo degli Statuti delle quattro Pontificie Opere Missionarie
II Convegno Storico Internazionale su "L'Ecclesiologia di Scalabrini" ha avuto luogo a Piacenza dal 9 al 12 novembre 2005, nel contesto delle celebrazioni per il primo centenario della morte del Vescovo di Piacenza e Fondatore dei Missionari di San Carlo - Scalabriniani. A quasi vent'anni di distanza dal precedente Convegno, sul tema "Scalabrini tra Vecchio e Nuovo Mondo", e a seguito degli studi storiografici più recenti, è maturata l'esigenza di un approfondimento degli aspetti più fondamentali della visione spirituale, ecclesiologica e missionaria di Giovanni Battista Scalabrini. Tale tematica è stata sviluppata in due momenti e giornate distinte: l'Ecclesiologia e la Spiritualità di Scalabrini nel contesto storico-teologico di fine '800; l'Approfondimento storico-teologico di alcuni aspetti della ecclesiologia di Scalabrini, alle quali sono seguite due tavole rotonde, rispettivamente su Il contributo dei migranti e degli Scalabriniani alla Chiesa di Cristo, e Religione, nazione e cultura: Scalabrini e il dibattito attuale. Chiude la raccolta il testo integrale del progetto di Scalabrini per la costituzione di una commissione centrale "Pro emigratis catholicis".
Nel tentativo di definire la complessa realtà umana, l'antropologia filosofica del XX secolo ha cercato di risalire agli elementi strutturanti dei linguaggi corporei, esplorando ambiti poco considerati da quelle prospettive che per lungo tempo hanno invece privilegiato i codici della razionalità. Il volume approfondisce questa prospettiva postulando una trascendente sorgente di senso che si dispieghi sulla "testualità" del nostro corpo e del mondo intero. L'autore riprende le sollecitazioni provenienti dalla cultura filosofica contemporanea e individua i percorsi di senso segnati dal richiamo alle cose sensibili. Paolo Miccoli è ordinario di Storia della filosofia moderna e contemporanea presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma.
L'evangelizzazione è il primo e principale mandato che Gesù ha dato agli apostoli: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Il "Dizionario storico e teologico delle missioni" si caratterizza da altri dizionari mettendo in primo piano i protagonisti dell'evangelizzazione che lungo i secoli hanno speso la loro vita per il Vangelo. Ogni figura viene collocata nell'epoca e nei luoghi dove ha svolto la sua missione e si precisa quale contributo particolare ha dato. L'aspetto storico viene completato dalla riflessione teologica sulle principali tematiche e problematiche missionarie. Ogni voce è completata da una bibliografia essenziale per l'approfondimento.
"Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l'amicizia con Lui. Il compito del pastore, del pescatore di uomini può spesso apparire faticoso. Ma è bello e grande, perché in definitiva è un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che vuol fare il suo ingresso nel mondo".Benedetto XVI Omelia durante la S .Messa per l'inizio del Pontificato24 aprile 2005Quest'opera vuole suscitare un dibattito appassionante e ricco di spunti sulla via della bellezza e sul ruolo che le diverse espressioni artistiche svolgono nell'annuncio della fede, per proporre ai Pastori della Chiesa e ai laici risposte valide alle sfide del nostro tempo mediante un'appropriata pastorale della cultura. Sono qui contenuti i contributi forniti da consultori ed esperti nel corso dell'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura del marzo 2006
Già annunciata da Giovanni Paolo II, dal 4 al 25 ottobre 2009 si è svolta la II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Dopo un’apposita consultazione, Papa Benedetto XVI ha voluto che tale assise affrontasse il tema: La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione della giustizia e della pace. “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,13.14). Molteplici sono le ragioni della sua importanza, non ultima la crescente rilevanza assunta dal dinamismo della Chiesa in Africa nell’orizzonte della Chiesa universale. Gli Atti di questo Sinodo costituiscono il primo strumento per conoscere il presente e il futuro della vita delle Chiese particolari in Africa (valori coltivati, difficoltà incontrate, aspirazioni, progetti ecc.). Il volume consente di seguire l’iter dei lavori sinodali, dal momento dell’annuncio del tema fino alla promulgazione dell’Esortazione Apostolica Postsinodale Africae Munus.
I contenuti sono distribuiti in sei sezioni:
1. Annuncio e preparazione del Sinodo (storia e significato dell’istituzione sinodale; i Lineamenta; lo Instrumentum laboris);
2. L’inizio del Sinodo: temi e problemi;
3. In ascolto dei Padri (le prime 14 Congregazioni Generali; la Relatio post Disceptationem);
4. Il frutto pastorale (Nuntius e Propositiones);
5. Il Sinodo come evento;
6. L’Esortazione Apostolica Postsinodale Africae Munus (consegnata alla Chiesa da Benedetto XVI nel novembre 2011).
Il Sinodo dei Vescovi è un’istituzione permanente fondata dal papa Paolo VI il 15 settembre 1965, con la Lettera Apostolica Apostolica sollicitudo, per mantenere viva l’esperienza collegiale che, raggiungendo la sua manifestazione più alta nel Concilio, rende i membri del Corpo episcopale partecipi in gerarchica comunione della sollecitudine della Chiesa universale. Si tratta di un organismo che, favorendo la comunione dei Vescovi tra loro e con il Romano Pontefice, aiuta il Vescovo di Roma con il consiglio per la salvaguardia e l’incremento della fede e dei costumi, come pure per l’osservanza e l’incremento della disciplina ecclesiastica, per lo scambio di informazioni ed esperienze, per la comune ricerca di soluzioni pastorali adeguate e per lo studio dei problemi riguardanti l’attività della Chiesa nel mondo.
Lo studio esamina i catechismi del Continente Africano presenti nel Fondo della Biblioteca della Pontificia Università Urbaniana, istituzione della storica Propaganda Fide. L'ingente materiale rinvenuto copre i secoli XVII e XVIII e, con più ricca documentazione, i secoli XIX e XX. Per ogni catechismo sono identificate la circoscrizione e l'autorità ecclesiastica originarie; della maggior parte dei testi è data una descrizione completa della struttura, dei contenuti schematicamente presentati e, quando possibile, degli aspetti più salienti dell'inculturazione locale. In alcuni casi, data l'importanza o l'antichità del testo, ne è data anche una traduzione molto ampia. I testi, classificati inizialmente per autori, case editrici o tipografie, e lingue, sono poi ripartiti in base alle aree principali del Continente Africano e raggruppati specificamente per aree più circoscritte, facendo attenzione a situare le precedenti denominazioni geopolitiche ed ecclesiastiche in relazione a quelle degli attuali Stati Africani e delle Circoscrizioni ecclesiastiche di Propaganda Fide.
Nei Mongoli di oggi è impossibile non scorgere il profilo del mondo dei Mongoli di ieri. Anche oggi abitano nella parte centrale del continente asiatico, come ieri non sono confondibili con altri popoli, sia per la loro identità che per la loro storia. Del resto, la specificità del loro ingresso e protagonismo nella storia comune degli uomini non mancò di impressionare nel XIII secolo Guglielmo di Rubruk, il quale, appena entrato nella steppa e incontrati i Mongoli, ebbe la netta sensazione di trovarsi in un altro mondo: «Inter quos cum intraui, uisum fuit michi recte quod ingrederer quoddam aliud seculum».
L’autore contribuisce al dialogo della fede nella “casa” fisica e spirituale dei Mongoli, ricostruendone la storia e la cultura, e verificando puntualmente la fecondità profetica dell’annuncio “sussurrato” del Vangelo.