
Il libro di P. Boschi completa una sua precedente opera, Il nome nella Bibbia, estendendo il tema fra i due Testamenti e mostrando l'importanza fondamentale per ogni uomo.
La denominazione tipicamente cristiana di Dio come Padre nella Bibbia presenta un cammino lungo e articolato, che -come sempre- parte dalla semplice concezione della paternità terrena e famigliare, per poi dispiegarsi in un ampio ventaglio, che, dalla società umana, s'innalza fino al divino.
Nella Bibbia le "forme di aggregazione sociale" - e i relativi "termini" che le contengono - sono molto importanti e assumono varie accezioni, da quelle più semplici, come il nucleo familiare (o anche le specie animali), le varie aggregazioni sociali ecc., a quelle più ampie e complesse come la configurazione dei popoli e addirittura degli imperi. Tutto questo fa parte della concezione biblica della "creazione", nella quale Dio ha posto gli esseri in forme sociali, da quelli inanimati a quelli animati, fino alla coppia umana. Ma nel tessuto biblico riscontriamo anche le aggregazioni malefiche, capaci di portare a scontri feroci e tragiche soluzioni, anche mortali, come la persecuzione dei profeti nell'AT e la morte di Gesù nel NT. Tuttavia, detto questo, occorre tenere conto poi della diversa mentalità che si riscontra nei testi biblici nella stessa terminologia, che può riscontrarsi rispetto ad altri contesti e culture.
La peculiarità del De fide rerum quae non videntur è la sua prospettiva apologetica intesa in maniera straordinariamente attuale. Questo contributo, quindi, non solo costituisce un invito ad accostarsi alla teologia di S. Agostino, ma si propone di riscoprire la fecondità e l'attualità dell'apologetica, che fonda credibilità e ragionevolezza della Rivelazione. S. Agostino, peraltro, offre un tesoro inesauribile di spunti dottrinali, di cui ha sempre fatto tesoro il Magistero della Chiesa. Dopo un'introduzione generale alla dottrina agostiniana, viene offerta una presentazione storico-critica al De fide rerum quae non videntur, cui segue una moderna traduzione italiana. In appendice viene offerta, infine, una sintetica trattazione dell'apologetica, focalizzandone utilità ed attualità alla luce dell'humus agostiniano. La fede, pur nascendo dall'auditus Verbi, non esclude l'apporto della ragione e la sua credibilitas sta anche nell'esclusione di presunte irrazionalità o assurdità totalmente estranee alla Divina Rivelazione. Il fine, infatti, è apportare ragioni per credere e per confermare la scelta di fede, libera, coerente e possibile. Del resto, insegna San Pietro che il cristiano deve saper "rendere ragione della speranza che è in noi" (1Pt 3,15). Questo vale soprattutto oggi, nella prospettiva della "nuova evangelizzazione", situata nel "post-moderno", in cui occorre avere la capacità di parlare non solo al cuore dell'uomo, ma anche alla sua intelligenza, come ebbe a scrivere André Manaranche: "Noi non crediamo per delle ragioni, ma abbiamo delle ragioni per credere".
La capacità di cogliere le più sottili sfumature di significato in realtà complesse distingue chi padroneggia un sistema linguistico da chi invece cerca di arrangiarsi. Poiché il nostro desiderio è di conoscere sempre più a fondo la "lingua di Dio" per poterne così vivere in modo autentico il messaggio, di fronte all'uso comune della formula "parola di Dio"diventa allora urgente coglierne il senso profondo nel suo aspetto polisemico e monosemico. In questo volume vorrei mostrare la ricchezza semantica di questa formulazione così come affiora dalla lettura di alcuni testi neotestamentari e veterotestamentari opportunamente scelti. Guidati da cinque concetti emersi dalle citazioni riportate di volta in volta a inizio capitolo studieremo l'espressione con il fine d'individuare tutte quelle nuances a essa sottese e quel senso unitario a cui queste ultime convergono trovandovi il loro vero e proprio valore.
Nella sua Ystoria sancti Thomae de Aquino, Guglielmo di Tocco riferisce che in un momento della propria vita, l'Angelico Dottore ha definito palea (paglia) ciò che aveva scritto... Eppure, ciò che Tommaso ha definito 'paglia' ha nutrito in modo abbondante, esemplare ed efficace generazioni e generazioni di teologi, di filosofi, di ricercatori della verità; e può continuare a svolgere questo compito importante anche per la Chiesa e l'umanità del xii secolo... Questo libro è destinato a studiosi e studenti desiderosi di fare esperienza di alcuni aspetti dello straordinario spessore, nonché della bellezza del poliedrico pensiero di questo frate domenicano, innamorato del suo Signore, umile suo servitore, per il cui amore, come riferisce Guglielmo di Tocco, ha «studiato, vegliato, lavorato, predicato, insegnato».
Timoteo è uno dei collaboratori più fedeli ed importanti per Paolo. Dopo essere stato aggregato al team missionario in At 16,1-5, egli non cessa di accompagnare Paolo nelle tappe importanti del suo lavoro apostolico. Viene menzionato nei successivi capitoli degli Atti degli Apostoli come testimone dell'ingresso dei gentili nella chiesa. Preso atto delle varie difficoltà in cui vivono le comunità cristiane, Paolo lo manda affidandogli la responsabilità di risolvere la pesante situazione, i problemi che sorgono nelle comunità cristiane o almeno per far pervenire le raccomandazioni dell'Apostolo. Nel bilancio degli anni successivi, possiamo notare la crescita della sua responsabilità, tanto che Timoteo, giorno dopo giorno, riceve l'autorità, il rilievo e un ruolo importante all'interno delle comunità. Così, in vari momenti della sua vita, Timoteo cresce nella sua responsabilità e secondo le Lettere Pastorali diventa il successore dell'Apostolo.
Questo contributo affronta in prospettiva didattica gli impegnativi temi della cosmologia, dell'ontologia e della teologia razionale, cioè i cardini della filosofia sistematica. I problemi cosmologico, ontologico e teologico, la cosiddetta philosophia prima, sono trattati, in coerenza con l'insegnamento della Chiesa, privilegiando la prospettiva tomista o, ancor più precisamente, neo-tomista. Il fine, infatti, è di recuperare l'eredità tradizionale di San Tommaso, per farne tesoro nel dibattito filosofico contemporaneo. Il lavoro, quindi, viene sviluppato nel solco di una sorta di «impegno ontologico», quale rimedio alla perdita dell'essere che, in molteplici sue espressioni, tende a dissolvere i fondamenti della cultura contemporanea. La convinzione di fondo è costituita dall'armonia tra fede e ragione, nella consapevolezza dell'invalicabilità dei limiti del mistero, che trascende le facoltà di comprensione dell'uomo, ma che non ne offende la ragione. Molta importanza è stata riservata al tema del linguaggio teologico, che si riconduce all'esigenza di «dire Dio oggi», indagando sulle metodiche più idonee per incidere sul tessuto culturale dell'uomo secolarizzato.
È la seconda edizione riveduta e ampliata di un intenso saggio sul significato della conversione e del pentimento che fa da introduzione al Grande canone di sant’Andrea di Creta dell’VIII secolo. Canone letto dai cristiani ortodossi durante il lungo periodo di Quaresima.
Olivier Clément aiuta a cogliere tutta la ricchezza liturgica e spirituale vissuta dalla Chiesa ortodossa in preparazione alla Pasqua, la “festa delle feste”.
Consiste in un «lungo periodo di raccoglimento, di “trasformazione del cuore”, di digiuno nel senso più preciso, ma anche più largo del termine (il “digiuno delle passioni”) che insiste sull’umiltà del pubblicano, sintonizza gli animi sul tono eminentemente cristiano dell’ascesi. Seguono le sei settimane della Quaresima propriamente detta, che portano alla Grande settimana e, dopo un lungo periodo dedicato al pentimento, all’esplosione di gioia della notte pasquale».
Biografia di taglio giornalistico di uno dei protagonisti del dialogo ecumenico nella Chiesa italiana ed europea, don Silvio Franch (Cloz 1932 – Trento 2001).
Don Franch è stato uno dei più conosciuti e importanti “uomini dell’incontro” tra il cattolicesimo romano e il cristianesimo orientale ortodosso, ma anche con il mondo della riforma protestante.
Delegato vescovile della cultura e dell’ecumenismo, co-fondatore dell’Università della Pace, è stato il protagonista della stagione ecumenica post-conciliare, prendendo come impegno di vita il mandato di Paolo VI alla diocesi di Trento, quello di essere un “ponte” verso i fratelli luterani separati del Nord.
Il libro di Paolo Ghezzi, uno dei tanti suoi amici e giornalista che ha vissuto direttamente alcune delle tappe più significative dell’impegno ecumenico di don Franch, intreccia il cammino ecumenico della Chiesa cattolica post-Vaticano II con il racconto di una vita straordinaria, sempre in prima linea nel dialogo con i “lontani, separati e diversi” che Silvio Franch ha prediletto come fratelli e compagni di strada.
Si tratta del “Supplemento” – atteso da tempo – al “Dizionario teologico della Vita Consacrata”, un’opera importante e di riferimento, unica nel panorama editoriale.
L’edizione italiana del “Dizionario teologico”, uscita nel 1994, riprendeva l’impianto del prestigioso “Diccionario” spagnolo curato dall’Istituto teologico della vita consacrata di Madrid, adattato e ampliato per il pubblico italiano da due studiosi del calibro di Tullo Goffi e Achille Palazzini.
Questo “Supplemento” comprende 20 voci, per la maggior parte su temi totalmente nuovi, mentre alcune sono ampliamenti e aggiornamenti di voci già esistenti.
Ogni voce è corredata da un’ampia e aggiornata bibliografia.
Completano l’opera un Indice analitico e una Bibliografia generale ragionata.
Gli Autori e le Voci:
Salvatore Abbruzzese (Università di Trento)- Opere/attività
Sante Bisignano (Istituto “Claretianum” di Roma)- Formazione: La ratio institutionis
Pier Giordano Cabra (Pontificia Università Salesiana di Roma)- Magistero recente (I-II)
Amedeo Cencini (Pontificia Università Salesiana di Roma)- Formazione: nuove prospettive / Formazione: formazione permanente
Fabio Ciardi (Consultore presso la Congregazione degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica) - Rifondazione
Carmine Di Sante (Teologo e saggista)- Ebraismo
Antonio Fanuli (Facoltà Teologica dell’Italia meridionale)- Parola di Dio
Gianfranco Agostino Gardin (già Ministro generale dell’Ordine dei Francescani Conventuali)- Progetto apostolico
Eusebio Hernández Sola (Capo ufficio della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica) - Magistero recente (III)
Giuseppe Mattai (Pontificia Università Salesiana di Torino) - Giustizia-libertà-liberazione
Mario Midali (Pontificia Università Salesiana di Roma) - Ecclesiologia della vita consacrata
Renato Mion (Pontificia Università Salesiana di Roma) - Globalizzazione Maria Pia Montemurro (Economista)- Economia
Pier Luigi Nava (Pontificia Facoltà “Auxilium” di Roma)- Capitolo generale / Istituzioni di vita consacrata
Gian Franco Poli (Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” di Roma)- Laici e religiosi insieme
Giancarlo Rocca (Direttore del “Dizionario degli Istituti di perfezione” di Roma)- Nuove comunità
Piersandro Vanzan (Facoltà Teologica dell'Italia meridionale)- Interculturalità
Marcello Zago (già Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli)- Inculturazione della vita consacrata
L’arte in tutte le sue espressioni è forse la maggiore forma di comunicazione utilizzata dal cristianesimo sin dall’inizio della sua diffusione.
A partire da questa considerazione l’autore svolge la sua riflessione estetico-teologico seguendo l’evoluzione del concetto di “arte cristiana” partendo dal II Concilio di Nicea (787 d.C.) – dove si respinge in modo definitivo l’iconoclastia – sino ai nostri giorni.
Nella seconda parte l’autore sviluppa in particolare tre temi scelti come paradigmatici: la raffigurazione pittorica di Dio Padre nell’età alto-medievale; l’architettura cistercense; il senso dei volumi e dello spazio nelle chiese attuali, con esempi concreti: la Cattedrale di Chartres, Cluny, Autun e altri. Più di 20 illustrazioni a colori arricchiscono questo saggio di alto livello.

