
Che ne è della reciprocità donna-uomo nella pastorale?
Come dare riconoscimento al diverso modo di pensare e di sentire dell'uomo e della donna?
Come passare dal senso di superiorità o di sudditanza alla collaborazione, dall'essere contro all'essere-per?
Attorno a queste domande un viaggio a partire dall'in-principio, quando la Sapienz danzava davanti al Creatore, quando Dio fece l'Uomo a sua immagine, maschio e femmina. Un viaggio tra bibbia e psicologia, tra lectio divina e lectio human. In compagnia di Giacobbe e Rachele, di Mosè e Miriam, di Davide e Abigail, dei discepoli e discepole di Gesù… Per la diaconia del Vangelo.
Con quale chiave antropologica la teologia morale vuole affrontare temi come peccato, perdono, misericordia? Quale proposta può essere realmente incisiva per la vita dell'uomo contemporaneo? La riflessione proposta vuole essere la ripresa del fermento, proprio della stagione post-conciliare, presente nella figura di Josef Fuchs. Il moralista di Colonia, spesso frainteso, viene qui letto alla luce del suo legame con Karl Rahner. La pretesa che l'opera si pone è portare alla luce quelle parole implicite sul peccato, parole di cui si riconosce il bisogno, al fine di non fraintendere la totalità dell'impostazione proposta necessaria al presente. È davvero il tempo di accantonare quelle intuizioni presenti nel dibattito di cui il nostro autore è stato protagonista, oppure vale la pena rispolverare i "vecchi" volumi e riprendere quello spirito a cui il Concilio aveva dato vita? Il dialogo Fuchs-Rahner vuole richiamare ad un passato ricco da cui attingere, per poter entrare in relazione all'uomo di oggi, alle problematiche concrete del nostro tempo. Prova di ciò sono le questioni non lontane, bensì vicine e interne alla Chiesa stessa, basti pensare alle riflessioni del Sinodo sulla Famiglia e più vicino ancora l'indizione del Giubileo straordinario della Misericordia.
Il tema della riforma della Chiesa è tornato ad essere di grande attualità e urgenza in questi anni. Per la sua realizzazione, senza facili retoriche, è però indispensabile domandarsi che cosa sia e debba essere la Chiesa nel progetto di Dio rivelato in Cristo. Oggi si parla molto della chiesa, anche perché sono avvenuti e stanno continuando ad accadere mutamenti che toccano, in modo radicale, i modi tradizionali con cui essa si è pensata e strutturata per diversi secoli. Non sempre, però, al molto parlare di chiesa corrisponde un'altrettanto lucida consapevolezza di che cosa essa sia o debba essere. Il testo rappresenta il tentativo di chiarificare, alla luce della Rivelazione di Dio attestata dalla Scrittura e trasmessa nella lunga vicenda ecclesiale, che cosa sia stato e che cosa sia sotteso al termine chiesa. L'auspicio è che questo scritto possa sostenere il desiderio espresso da papa Francesco e corrispondente anche alle attese di "tutti i cristiani di buona volontà", di "una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa" della realtà ecclesiale.
Un dialogo tra storico, teologo e moralista, per liberare il matrimonio indissolubile dalla retorica e restituire alla fedeltà la sua profondità umana e la sua profezia divina. La Chiesa ha bisogno di annunciare il matrimonio "per sempre", ma deve farlo senza retorica, con profezia e senso della misura, nella fedeltà a Dio e senza infedeltà all'uomo. È necessario conoscere la storia e far dialogare teologia e diritto.
Il maschile e il femminile nella vita consacrata. Insieme, quale espressione specifica della redenzione di Cristo e partecipazione creaturale alla vita trinitaria. La presenza ormai decennale nella Chiesa di esperienze di vita consacrata mista chiama la teologia a percorrere nuovi sentieri i quali, radicati nella tradizione ecclesiale, sappiano gettare fondamenta e offrire nuove prospettive di sviluppo alla riflessione. Il presente lavoro è un tentativo di dare ragione del bipolarismo uomo-donna nella vita consacrata, alla luce del 'grande mistero' della relazione nuziale tra Cristo-Sposo e Maria/Chiesa-Sposa, senza tralasciare il rapporto materno che unisce la Vergine al Figlio Gesù e sponsale che la con/lega al suo sposo terreno Giuseppe.
Secondo il can. 890 del Codice di Diritto Canonico i fedeli sono obbligati a ricevere "tempestivamente" il sacramento della cresima. Di fatto, però, ci si trova davanti ad una situazione pastorale problematica: molti omettono o differiscono negli anni la ricezione di questo sacramento. Il "tentativo pastorale" sotteso al cambiamento della normativa circa l'età della cresima non ha prodotto i risultati sperati perché si è cercato di mutare la teologia del sacramento della cresima. Un ripensamento della prassi a partire da una più corretta teologia è ciò che viene auspicato alla luce dei dati emersi nella ricerca, confluita nelle pagine di questo volume.
Il rinnovato interesse per la relazione che intercorre tra ecclesiologia e liturgia, tra la vita della chiesa e il modo in cui nella celebrazione essa esprime se stessa, ha visto nel dopo-concilio moltiplicarsi gli studi ecclesiologico-liturgici, anche se l'influsso della liturgia sulla produzione ecclesiologica non è molto rilevante, fatte salve le debite eccezioni. Di qui la necessità di colmare questo vuoto riprendendo lo studio di quello che fu il primo documento del Vaticano II. L'analisi critica si conclude offrendo alcuni stimoli affinché la dimensione cultuale della chiesa possa essere maggiormente esplicitata e sviluppata anche in vista di implicazioni pratiche per la vita della chiesa stessa.
La Bibbia può rispondere alla questione attuale urgente quale è quella della immigrazione? Può ispirare il giusto criterio per una più pacifica e proficua convivenza tra i popoli? Il libro presenta la sintesi dello studio di tutti i casi in cui emergono relazioni con gli 'stranieri'. Dall'Israele biblico, alla novità inaugurata da Cristo, fino alla missione paolina, l'autrice mette in evidenza quello che è l'insegnamento biblico senza nulla aggiungere. Il linguaggio tecnico e rispettoso dei Testi permette infatti di individuare la risposta alla questione in merito proponendo possibili soluzioni di sorprendente attualità.
La Chiesa in uscita si ritrova inevitabilmente tra gli altri. Quale stile può renderla riconoscibile come il popolo del Dio della misericordia? Ma cosa vuol dire Chiesa in uscita? Quale competenza rende credibile l'evangelizzazione in un mondo segnato dal pluralismo? Forse si tratta di reimparare che essere per altri è possibile solo a condizione di saper stare tra gli altri.
Un approccio che fonda, attraverso strumentazioni propriamente esegetiche, la complessa questione della percezione sensibile della trascendenza divina nella rivelazione biblica, cogliendone i tratti emblematici nell'Apocalisse.
Le odierne capacità tecnologiche hanno aumentato enormemente le possibilità di intervenire sulle condizioni non solo di salute ma anche di benessere dell'uomo moderno, sollevando però anche difficili e gravi domande di tipo morale e sociale. I due autori vogliono affrontare molte di queste questioni in un dialogo sereno e attento tra visione cristiana e le nuove posizioni morali, per evidenziare i vantaggi e i rischi che la tecnologia possiede per la qualità umana della vita e per la dignità della persona.
Il percorso prendo avvio dalla domanda: "Adamo, dove sei?". L'umano interrogato richiede una lente di ingrandimento per leggere l'umano minacciato e disegnare il cammino della generazione dell'uomo e della donna nel tempo attuale. Questa avviene in una rete di relazioni che costellano il suo cammino: con il corpo, con l'altro, con il noi sociale, con Dio, nel quadro della cura della casa comune. Fino a suscitare la responsabilità e la capacità di far vivere un umano condiviso. Il cammino trova compimento nell'"Ecce Homo!", immagine crocifissa del Dio invisibile.