
A scuola di etica con brillanti lezioni e con molti esempi tratti dalla vita quotidiana.
Il filosofo Carl Friedrich von Weizsäcker afferma: «Non credere a qualcosa che hai compreso prima di essere riuscito a dirla con parole semplici, tali che chiunque possa comprenderla». Questo principio guida l'«introduzione», anzi il «seducente invito» a filosofare, a cui mira l'Autore in questo libro: l'avventura del pensare in prima persona assomiglia molto al travaglio che si prova quando si è colpiti dal dardo di Eros. I temi proposti per co-riflettere con altri pensatori e per pensare-oltre sono: Come si entra nella filosofia?; Ragione e fede: avversarie o alleate?; Sulla verità; L'arte del comprendere; Che cosa dobbiamo fare?; L'enigma dell'essere un io; La speranza può avere delle ragioni? Ciò che distingue questa introduzione sono la chiarezza del dettato e l'attenzione prestata all'interesse di teologi/teologhe.
Il libro cerca di mettere dialogicamente a confronto le due parti dell'unica e duplice Bibbia cristiana dal punto di vista della teologia della creazione.
Presentazione globale e articolata della teologia asiatica con saggi inediti appositamente scritti per questo volume.
Un testo per ripensare il significato della fede cristiana, nella consapevolezza che si tratta di una questione di qualita.
Un libro segnavia per una esistenza sacerdotale nell'oggi, intesa come servizio concreto alla Chiesa e all'umanita.
Un approccio innovativo alla teologia e alla prassi liturgica: aperto sul mondo ecumenico, attento al sociale.
Il testo vuole far conoscere la figura e il pensiero di Rosenzweig. Che rimane di Rosenzweig a oltre settantacinque anni dalla sua morte? Dalle trincee della prima guerra mondiale agli ultimi anni funestati dalla paralisi, Salomon Malka ha seguito puntualmente le sue tracce, nella citta' che l'ha visto nascere, per raccontare questo singolare percorso di pensiero che conosce la tentazione cristiana, il ritorno all'ebraismo e la scoperta della loro profonda e inconciliabile intimita'. Egli cerca di far rivivere il personaggio, afferma il ritorno del suo pensiero tra noi e ricostruisce il percorso di unopera di grande spessore, 'La stella della redenzione', che voleva essere una testimonianza per un lontano futuro.
Il libro indaga chi sono gli ebrei" con i quali si confronta il Vangelo di Giovanni, e spiega perche' e in quale modo le affermazioni del vangelo sono state recepite da un ambiente che aveva perduto le sue radici ebraiche. "
Il dogma della Trinità ha plasmato in maniera decisiva l'identità del cristianesimo: ne va dell'immagine specificamente cristiana di Dio.
Questo libro è dedicato soprattutto a coloro che soffrono e che si interrogano sul senso della loro sofferenza. Ma chiunque segua Gesù nel cammino della fede deve cercare una risposta al perché del dolore, a fronte del credo professato in un Dio buono e onnipotente. Per scoprire che, nella croce e nella risurrezione di Gesù, il problema appare in una nuova luce.
Dalla quarta di copertina:
Perché tutto il dolore umano? Per gli uni la sofferenza è la «rocca dell’ateismo» e la principale obiezione contro la fede in Dio. Per gli altri la sofferenza umana si può sopportare con dignità solo se Dio si fa garante che il dolore non è l’ultima parola sulla vita degli esseri umani.
«Gesù è spirato gridando: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Chiunque segua Gesù nella fede non può esimersi dall’affrontare questo interrogativo del suo Signore morente; anzi, deve cercare una risposta al perché del dolore, a fronte della fede in un Dio buono e onnipotente» (Gisbert Greshake).
Recensioni:
Un libro scritto bene e che fa bene questo di Greshake.
G. Segalla, in Studia Patavina 55 (1-2008) p. 305
Un particolare colpisce il lettore del libro di Gisbert Greshake, "Perché l'amore di Dio ci lascia soffrire?" è quello relativo al giorno in cui l'autore ha firmato la prefazione e che - ecco il particolare denso di significato - è coinciso con la festa della «Esaltazione della Croce». Infatti, l'interrogativo potente e terribile riguardante la presenza del male e del dolore nel mondo, che da sempre tormenta la mente e il cuore degli uomini, non può trovare risposta se non nella passione e morte di Cristo. Ciò non significa che l'uomo possa o debba smettere di affaticarsi intorno a esso, ma sarà ben difficile che, senza un chiaro riferimento alla fede in Gesù morto e risorto, sia possibile trovare una via d'uscita dall'angosciante questione che già fece fremere la straordinaria intelligenza di Sant'Agostino. A questo riguardo non casualmente, lo stesso Greshake, noto teologo con un significativo passato di docente nelle Università di Vienna e di Friburgo, così chiarisce il senso del suo lavoro: «La seguente riflessione teologica, perciò, si sforza di conseguire un ragionamento concludente e una concatenazione stringente nell'argomentare, ma può trovare la sua dimostrazione soltanto nella prassi di fede, speranza e carità». Guardando al Signore, il cristiano inquadra l'esperienza del dolore in un contesto nuovo che fa perdere a essa l'insensatezza e l'inutilità che sembrano caratterizzarla: la sofferenza di Cristo, vissuta per e con amore, diventa il paradigma e la prefigurazione di ogni umano patire che non rimane confinato in una insignificante sterilità, ma si apre alla speranza: «Soltanto chi ama - scrive l'autore - è in grado di sopportare la sofferenza, di integrarla, di superarla... La sofferenza e il superare la sofferenza soffrendo sono quindi la via concreta dell'amore di quel Dio la cui onnipotenza non opprime la creatura, ma la colloca nell'autonomia e nella libertà per vivere l'amore». Muovendosi entro queste coordinate, Greshake, nella seconda parte del libro, dedica un'intensa riflessione alla drammatica esperienza dei limiti della vita, quella che tocca in particolare i malati cronici, i disabili, gli infermi, i moribondi. Anche in questo caso, la fede cristiana autorizza la speranza, come insegna San Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi: «Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi; portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo».
M. Schoepflin, in Avvenire del 06/09/2008
Negli snodi cruciali della vita – la nascita e la morte, l’ingresso nell’età adulta o il matrimonio… – i rituali vengono in aiuto dell’uomo, in tutte le culture. Così pure i sacramenti cristiani: sono segni efficaci della benefica vicinanza di Dio, che lui stesso ci dona per accompagnarci e offrirci sostegno lungo il cammino.
Dalla quarta di copertina:
Soprattutto in alcuni momenti di svolta della nostra vita, avvertiamo che essa è legata a contesti che esistevano prima di noi e ci saranno dopo di noi. In occasione di eventi importanti i rituali ci accompagnano e ci sostengono nelle relazioni con gli altri e con noi stessi.
Nella tradizione cristiana i sacramenti ci aiutano a dare forma a simili momenti di passaggio. Essi sono un segno del fatto che ci viene donata la benefica vicinanza di Dio.
Queste sante celebrazioni sono rese accessibili in questo libro con una introduzione pratica.

