
Don Divo Barsotti ci parla di uno dei temi fondamentali non solo del pensiero umano, ma soprattutto della vita religiosa, in modo particolare del Cristianesimo. La vita del cristiano quaggiù in che modo può essere veramente piena libertà, assoluta libertà? L'assoluta libertà per l'uomo non è propria soltanto della vita futura? Don Divo medita su questo tema, per approfondirlo, e ci offre nozioni che ci aiutano a comprendere meglio la condizione umana quaggiù, la condizione dell'uomo nei confronti di Dio, i rapporti dell'uomo riguardo a Dio nel Cristianesimo e... finalmente nella vita del Cielo.
Questa è la II edizione del testo del padre Barsotti riguardante il nostro rapporto con i vivi, i defunti, gli angeli e i santi. Una meditazione sempre attuale che ha aiutato tantissime persone a ricostruire un rapporto di fede con i propri cari defunti e con la vita dell'aldilà. È importante meditare attentamente il mistero della vita di comunione: mistero di comunione con i Santi del cielo, mistero di comunione con i nostri defunti che magari si trovano ancora in uno stato di purificazione per accedere alla visione di Dio, e la comunione anche con i viventi. La commemorazione dei Santi e dei morti richiama alla coscienza cristiana il mistero di una comunione che dobbiamo vivere con tutte le creature, sia con quelle viventi quaggiù sulla terra, sia anche con quelle ascese nel Regno di Dio.
Un'analisi di due racconti di passione e morte: la Sindone e i Vangeli. Dopo aver presentato singolarmente le due realtà, l'autore passa al confronto diretto, mettendo in evidenza come la Sindone e i Vangeli sembrano due narrazioni dello stesso fatto: La passione e morte di Gesù di Nazareth. Da un lato uno speciale lenzuolo funebre e dall'altro i racconti evangelici della passione in un rapporto dialogico veramente inequivocabile.
"L'autore, in questo testo, innanzitutto, ci spinge a confrontarci con quel sistema dei media che marca in maniera decisiva stili di vita e credenze e che pone le agenzie educative alla prova di un "sincretismo strumentale" e delle dinamiche culturali che genera. Ci affida la responsabilità di non arrenderci alla distanza che spesso separa il linguaggio dell'annuncio da quello di chi abita in un ambiente "naturalmente" connesso, senza soluzioni di continuità. A questo proposito, il testo sottolinea come sarebbe limitativo, se non addirittura fuorviante, pensare ancora e semplicemente ai nativi digitali e non più in generale a una dimensione che oggi attraversa e abbraccia le generazioni. Tale comunanza è veicolata in maniera emblematica nei prodotti dell'industria culturale. Di qui l'analisi che l'autore conduce attorno a cinema, televisione, videoclip, spot e trailer, volta a una comprensione della realtà che li suscita e che attraverso di loro si alimenta: conoscerla nelle sue tendenze è condizione per conoscere l'altro - i suoi codici simbolici - e, quindi, per l'incontro e la stessa proposta di fede" (Ivan Maffeis)
"In cammino con le encicliche", è una sorta di percorso spirituale guidato dalle lettere-encicliche dei Papi Francesco e Giovanni Paolo II. Dopo un breve riassunto di tali documenti, seguono mie riflessioni personali, canzoni o pensieri di persone illustri che hanno come filo conduttore le tematiche affrontate nelle encicliche stesse. Lo scopo di questo libro è quello di essere di conforto a molte persone sole o fragili e aiutarle a ritrovare un proprio cammino spirituale.
Il presente studio ha ad oggetto la questione del soprannaturale, così come si è sviluppato nel corso del secolo XX, ad opera soprattutto di due tra i più grandi teologi: Henri de Lubac e Karl Rahner. Le loro posizioni hanno di fatto costituito un confronto vertente sulla teoria della "natura pura", alla ricerca della migliore argomentazione a difesa della gratuità specifica del soprannaturale.
Questo libro mette a tema la questione del linguaggio religioso e vuoi suggerire un modo di dire Dio che sia radicalmente non violento. Perché la Parola di Dio possa risuonare carica di senso è necessario deporre le pietre. L'allusione è a un racconto del Vangelo (Gv 7, 53-8, 11): una donna, sorpresa in adulterio, rischia di essere lapidata da un gruppo animato da zelo religioso; ma, proprio quando tutto sembra ormai perduto, di fronte a una parola autorevole e sorprendente di Gesù, sopraggiunge nel cuore di ciascuno un barlume di umanità e di verità religiosa. Deporre le pietre è necessario perché il dire religioso abbia senso. Allora come oggi.
I testi qui raccolti sono il frutto di due intense riflessioni proposte dal vescovo, mons. Francesco Lambiasi, in questi primi mesi del suo episcopato. Scaturite da distinte circostanze (la prolusione al nuovo anno accademico dell'ISSR "A. Marvelli" e la lezione magistrale tenuta all'Università di Bologna - Polo di Rimini) queste due riflessioni trovano la loro profonda connessione nel rinnovato incontro tra fede e ragione, tra verità e libertà, tra conoscenza e amore. In profonda sintonia con la più autentica tradizione del pensiero cristiano, il vescovo Lambiasi ci mostra, con magistrale sintesi, come la verità manifesta diviene amore e, nel contempo, come l'amore realizzato si trasformi in bellezza.
Come è possibile desiderare il futuro, piuttosto che temerlo? Può questo desiderio divenire speranza, una speranza così grande da accomunare l'umanità intera? E che rapporto ha, con questo orizzonte di desiderio e di attesa, la specifica speranza insita nella fede cristiana? C'è un desiderio onesto di futuro che sogni e prepari un bene comune e definitivo? In queste pagine vorrei provare a rispondere a tali questioni. Propongo la mia riflessione qui per un'esigenza di verità e anche per un sentimento di protesta contro un presente ingiusto e ingannevole.
Il Concilio Vaticano II ha rappresentato (in particolare con il documento Gaudium et spes) la riconciliazione della chiesa cattolica con il modello contemporaneo, cioè con quel mondo che era nato emancipandosi dalla tutela ecclesiastica e, spesso, dalla stessa fede in Dio. Invece della contrapposizione, il Concilio ha scelto la difficile ma feconda strada del dialogo.
Il presente libro si propone di verificare se nella Bibbia al tradimento dell'alleanza da parte del partner umano abbia fatto seguito il rinnegamento della stessa da parte di Dio e in che rapporto si pone l'evento Gesù Cristo con la struttura dell'alleanza del Sinai. Il titolo, Liberare la libertà, sottende che il rapporto tra antica e nuova alleanza concerne il senso e il ruolo della libertà umana nella sua relazione con il trascendente e con il mondo. La tesi che nel presente scritto cercheremo di esibire e supportare afferma che, nella prospettiva biblica, non c'è rottura tra antica e nuova alleanza, tra il patto sinaitico e il patto siglato da Gesù Cristo.