
Il testo si presenta, già dal titolo, come un trattato di teologia morale fondamentale. Nato da un'esperienza ventennale di insegnamento della disciplina morale, si prefigge l'ambizioso progetto (non privo di novità e di originalità sia dal punto di vista metodologico che contenutistico) di un ripensamento a tutto campo della materia morale, specie per ciò che concerne l'indirizzo teorico di fondo. Quasi una sorta di modello di pensiero e di trattazione di cui non si potrà fare a meno nel dibattito teologico come nell'insegnamento.Materialmente il volume si presenta in quattro parti. La prima dedicata alla riflessione sintetica sullo stato attuale della teologia morale fondamentale; essa è volta a predisporre l'orizzonte per la ricognizione di tutta la vicenda storica - la tradizione - del pensiero morale cristiano, con particolare riferimento alla sintesi di Tommaso, che per molti secoli ha costituito il referente teorico privilegiato della theologia moralis (seconda parte) e per la successiva ed estesa trattazione dell'ermeneutica biblica (terza parte) sul tema. Ad un formale e sintetico tentativo di ripresa teorica è dedicata l'ultima sezione dell'opera (quarta parte).
Tra i fattori che concorrono ad alimentare l'attuale e persistente difetto di identità del cristiano, occupa un rilievo cospicuo il distanziamento dai sacramenti; tale distanziamento costituisce il nocciolo duro della nuova religione 'invisibile' e senza Chiesa, caratteristica del nostro tempo. Per riferimento al sacramento del battesimo dei bambini il rischio (talvolta anche la proposta teologica) è quella della semplice rinuncia a tale pratica.Le relazioni degli Atti del Convegno tenuto dalla Facoltà Teologica il 23-24 febbraio 1999, intendono invece confermare la necessità di tale pratica, cercandone però i motivi nel significato cristiano della generazione, e non subito e solo nelle necessità del bambino, nella tradizione, eccetera. A partire da questo significato vengono poi indicati alcuni criteri per la pratica pastorale così da correggere la persistente marginalità che il battesimo sembra avere nella prassi fino ad oggi corrente.
Il volume contiene numerosi saggi editi e inediti dell'autor che da più di trent'anni coltiva un sempre più maturo interesse per il rapporto tra la teologia e l'estetica, e più in generale tra l'estetica (dottrina dei sensi, degli affetti) e l'uomo (filosofia, psicologia). L'intreccio tra fede ed estetica è talvolta solo banalmente e retoricamente affrontato. L'affondo teorico delle questioni che l'estetica teologica e filosofica comporta stenta a decollare e ad assumere un profilo di carattere assolutamente decisivo in ordine alle questioni del senso e della fede. Precisamente contro questa deriva del tema e in ordine al merito da esso obiettivamente suscitati si rivolgono i saggi qui raccolti. I confronti puntuali della riflessione estetica dell'autore con la teologia, la spiritualità, la liturgia, la filosofia, la psicologia, le arti (musica, architettura e pittura in specie) e, non ultimo, con l'attuale attenzione del magistero alle questioni della bellezza e dello stile cristiano costituiscono un affresco che incanta e convince.
Dopo il primo volume di "L'uno e l'altro testamento. Saggio di Lettura", tradotto in lingua italiana nel 1985, l'editrice Glossa inaugura una nuova collana (Biblica) dedicata agli studi in ambito biblico, con il proseguimento del progetto di approfondimento del rapporto tra i due Testamenti del noto gesuita francese. Il testo, "L'uno e l'altro Testamento. 2. Compiere le Scritture", apparso in francese nel 1990, diventa ora disponibile anche in lingua italiana, impreziosito da un saggio introduttivo di A. Bertuletti, sul modello di teologia biblica elaborato da Beauchamp. Come è noto infatti, il nucleo della riflessione di Beauchamp in questa sua opera principale, verte sull'articolazione dei due Testamenti, come luogo proprio di elaborazione della teologia biblica, cioè di uno "studio del rapporto della Bibbia con la realtà; uno studio condotto da uomini che si interrogano su ciò che significa 'realtà'". Tale operazione comporta una lettura teologica del Libro sacro, procedente dalla fede, in grado cioè di comprendere il testo nella sua verità, che sta oltre la pagina, nell'origine che è in Dio stesso; si tratta cioè di passare dalla ricerca delle idee della Bibbia all'ascolto della sua 'Parola'. Primato del testo e del lettore permettono di elaborare la teologia che attraversa i due Testamenti; permettono altresì di cogliere Gesù come compimento delle Scritture e assieme a Lui, ogni lettore, di 'compiere' egli stesso le Scritture.
Raccogliere le ultime parole di un maestro è come custodire un messaggio, una raccomandazione, un importante insegnamento. Le riflessioni si snodano attorno al tema della "secolarità cristiana", cioè del modo credente di assumere la realtà, nel divenire della storia. Così l'autore definisce la "secolarità secondo lo spirito" come l'esperienza di chi, nella prospettiva della fede, legge e interpreta le diverse situazioni della vita e della storia secondo il discernimento della sapienza e della scienza.