
Le neuroscienze si interessano della struttura del sistema nervoso, ma anche delle funzioni superiori dell'uomo quali la cognizione, la memoria, l'apprendimento, le emozioni, la coscienza, i ragionamenti e le decisioni, cioè dell'intera area riflessiva dell'antropologia e delle attività sociali e culturali umane (etica, religione, filosofia). Da anni si parla sempre più frequentemente di neuro etica, neuro teologia, neuro filosofia. La necessità dell'integrazione tra sapere neuro-scientifico e antropologia filosofica e teologia è dunque un imperativo oltre che un dato di fatto. Non si tratta solo di confrontarli e rapportarli, ma anche di articolarli e interpretarli oltre l'angustia di una sola prospettiva disciplinare. Dalla ri-articolazione di questi saperi la conoscenza dell'umano nella sua specificità maschile e femminile dovrebbe risultare molto più scientifica, molto più filosofica e molto più teologica. Il volume, che focalizza l'attenzione su natura, cultura e identità, raccoglie apporti diversi, riconducibili all'XI Colloquio dell'Istituto Costanza Scelfo per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa, Divisione di speciale attenzione della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT).
Tenere viva la memoria sull'inestimabile lascito umano e spirituale racchiuso nella vita e nella trentennale attività pastorale di Sergio Colombo, teologo moralista e parroco bergamasco, scomparso neL 2013 all'età di 71 anni. E' ciò che si propone questo libro, che raccoglie gli atti del convegno celebrato nella parrocchia di Redona (Bergamo) il 10 e 11 ottobre 2014, arricchiti da scritti di amici, tra cui i teologi Paul Valadier e Christoph Theobald.
Dai testi qui raccolti emergono le linee di un'innovativa visione pastorale caratterizzata dalLa centralità della lezione conciliare, daLL'assunzione di uno sguardo antropologico nel confronto con la postmodernità e dal primato della ParoLa e della vita comunitaria. Intuizioni che aiutano a comprendere come essere fedeLi al Vangelo e in continuo ascolto delle domande degli uomini.
Parlare di misericordia porta con sé il rischio della riduzione a una comprensione del tema puramente spirituale, interiore, morale, quasi si trattasse di un generico atteggiamento di bontà un po' ingenua.
Questo volume si propone, al contrario, di mostrare come la misericordia sia, nel solco del magistero di papa Francesco, una categoria profondamente significativa e operativa da[ punto di vista teologico e di immagine e forma della Chiesa. Una categoria che impone ripensamenti strutturali oltre che personali e che può essere la linea guida della riforma ecclesiale e della vita cristiana che molti si augurano.
Il libro si sofferma su due icone del Nuovo Testamento particolarmente significative per cogliere il valore dello studio teologico. La prima raffigura una tappa paradigmatica dell’itinerario esistenziale di Paolo di Tarso e offre alcune riflessioni sull’affetto credente per Cristo, la comunione ecclesiale e il desiderio ardente di vita.
La seconda rappresenta l’esperienza spirituale dei discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni al cospetto di Cristo trasfigurato, un’icona che delinea la teologia come ambito di rivelazione divina del senso della vita e della morte. Intesa come scientia Dei e opera di carità, la ricerca teologica diventa così un’occasione favorevole in cui lo Spirito trasfigura il teologo in un’immagine vivida di Cristo.
Sommario
Premessa. La teologia odierna tra fatica e frammentazione. I. Affetto credente, comunione ecclesiale e desiderio di vita. 1. Affectus fidei e inculturazione della «bella notizia» di Cristo. 2. Communio Ecclesiae e unità interiore dell’evangelizzatore. 3. Concupiscentia vitae e debolezza credente dell’evangelizzatore. II. Teologia come itinerario trasfigurante della mente, del cuore e dei sensi.
1. Teologia come esperienza del «Tabor». 2. Teologia come ambito di manifestazione divina del senso della morte e della vita. 3. Teologia come scientia Dei. 4. Teologia come opera di carità. Epilogo. Teologia come itinerario di trasfigurazione della persona. Bibliografia.
Note sull'autore
Franco Manzi, sacerdote della Diocesi di Milano, ha conseguito nelle Pontificie Università Romane il dottorato in Scienze Bibliche e in Teologia. È élève titulaire de l’École Biblique de Jérusalem. Insegna nel Seminario e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e nelle Facoltà Teologiche dell’Italia Settentrionale e di Lugano. Direttore della rivista La Scuola Cattolica, è autore di numerosi libri. Con EDB ha pubblicato Attirerò tutti a me. Ermeneutica biblica ed etica cristiana (in collaborazione con A. Fumagalli, 2005).
Le pagine del volume affrontano, anche per lettori non specialisti, i maggiori temi della Dei Verbum, la costituzione dogmatica del concilio Vaticano II sulla divina rivelazione. Al suo interno sono state evidenziate quindici tematiche che riguardano non solo la riflessione teologica, ma anche la pratica biblica e la dimensione pastorale. L’intento è riproporre le principali domande che accompagnano chi desidera iniziare la lettura della Bibbia, in particolare il suo contenuto e l’interpretazione che ne hanno dato la tradizione e la dottrina cattolica.
Dopo un’introduzione storica sul «movimento biblico» che ha condotto al Concilio, sulla stesura della Dei Verbum durante il Vaticano II e sulla recezione del documento nell’ultimo mezzo secolo, il libro suggerisce «quindici passi» nei grandi temi, come la rivelazione di Dio all’uomo, l’Ispirazione, l’interpretazione scientifica del testo sacro, la verità teologica che la Bibbia contiene, la sua potenza e il suo valore in quanto Parola di Dio e parola umana, il dialogo tra scritture ebraiche e scritture cristiane. E, infine, il «compimento» di ogni attesa e speranza in Gesù, nella sua vicenda storica e nel suo mistero.
Sommario
Premessa. Introduzione. I. In religioso ascolto (DV 1). II. Parla agli uomini come ad amici (DV 2). III. Gesù compimento della rivelazione (DV 3-4). IV. Una fede libera e intelligente (DV 5-6). V. Gli apostoli e la Tradizione (DV 7-8). VI. Scrittura, Tradizione e magistero (DV 9-10). VII. Ispirazione e interpretazione
(DV 11-12). VIII. Parola come corpo (DV 13). IX. Scritture ebraiche (DV 14-15). X. L’uno e l’altro Testamento (DV 16). XI. Eccellenza e storicità del Nuovo Testamento (DV 17-20). XII. Un «largo accesso» alla Scrittura (DV 21-22). XIII. Anima della teologia e dell’apostolato (DV 23-24). XIV. I «lettori» della Bibbia (DV 25).
XV. Il Verbum abbreviatum. Appendice. La costituzione dogmatica Dei Verbum
Note sull'autore
Guido Benzi è docente di Antico Testamento all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini e all’Università Pontificia Salesiana. Per EDB ha pubblicato: Ci è stato dato un figlio. Il libro dell’Emmanuele (Is 6,1–9,6): struttura retorica e interpretazione teologica (EDB 2007) e La profezia dell’Emmanuele. I testi di Isaia 6–9 tra attesa e avvento della salvezza (EDB 2014).
Il vangelo di Luca riferisce di una peccatrice che cosparge di profumo i piedi di Gesù, nella casa di un fariseo: è una donna della Galilea, da non identificare con Maria Maddalena. Marco, Matteo e Giovanni raccontano invece l'unzione avvenuta a Betania pochi giorni prima della Pasqua e della passione. Per Marco e Matteo l'anonima protagonista versa il profumo sul capo di Gesù, mentre per Giovanni si tratta di Maria e l'unzione riguarda i piedi.Il libro analizza i due episodi evangelici - gli unici in cui Gesù si lascia toccare a lungo da qualcuno - e ricostruisce la storia della loro interpretazione dai Padri della Chiesa al XX secolo attraverso opere esegetiche, omiletiche, spirituali, mistiche e con particolare attenzione alla tradizione monastica e quella francescana.
Dopo cinque secoli, Lutero, Zwingli, Butzer e Calvino sono ancora figure largamente sconosciute a un pubblico di non specialisti. Questo volume si propone di colmare la lacuna offrendo una mappatura delle traiettorie che hanno caratterizzato il Cinquecento protestante. Il saggio delinea, pertanto, la particolare vicenda storica dei grandi riformatori inquadrandola nel loro specifico contesto sociale e prendendo in esame le loro peculiari teologie. La Riforma protestante, infatti, non è il frutto solitario di un monaco agostiniano che «scomunicò» la Chiesa di Roma, ma un evento epocale e policentrico che ha determinato la modernità e a cui hanno contribuito quattro distinte città, sedi di quattro riformatori: Wittemberg, che conobbe la riforma della fede; Zurigo, che orientò la riforma della città; Strasburgo, che pose il problema della riforma della vita; Ginevra, che seppe operare la riforma della Chiesa. Nel loro insieme esse costituirono la cosiddetta «Riforma magistrale». A questa si deve aggiungere la «Riforma radicale», l'ala sinistra del movimento riformatore che nell'anabattismo trovò la parabola per separare lo Stato dalla Chiesa.
Dalla situazione attuale della Chiesa cattolica viene una particolare spinta a rimettere a fuoco il tema del magistero. Dopo l'avvento al papato di Jorge Mario Bergoglio si sono mosse le acque - secondo alcuni pericolosamente, secondo altri felicemente. In qualche maniera, se pure in misura minore, si rivive il clima del concilio Vaticano II. Papa Francesco, infatti, intende far uscire la Chiesa dalle trincee nelle quali sembra essersi rinchiusa, nell'ansia di dover contrastare un'evoluzione del costume e della legislazione che sta travolgendo il millenario «ethos» della tradizione cristiana. Solo superando il fossato che rischia di riaprirsi fra Chiesa e società civile, papa Francesco conta di trovare spianata la strada alla riproposizione del vangelo agli uomini di oggi. Egli è ben consapevole che nella fede non si procede superando l'antico dettato dottrinale e la normativa etica tradizionale e affida, quindi, la sua impresa a un cambiamento dello stile, delle forme e dei metodi del magistero. È proprio questo che sconcerta molti ed è su questo aspetto che vale la pena puntare l'attenzione per cercare di comprendere verso quali orizzonti si muova la missione della Chiesa nel mondo.
All’interno della Chiesa l’autorità non si limita alla persona del papa o alla Curia romana. Su questo tema l’insegnamento del concilio Vaticano II è infatti più ricco e più complesso e consente di riflettere sull’aspetto policentrico dell’autorità, inclusivo della Scrittura, della tradizione, del magistero (il papa, il collegio dei vescovi, le conferenze episcopali), dei teologi, del sensus fidelium, della coscienza, dell’esperienza e della pratica. Inoltre, vi è una gerarchia delle autorità, secondo la quale la Scrittura occupa il primo posto.
Sommario
Introduzione. I. Autorità, Scrittura e Tradizione. II. La Tradizione. III. Autorità collegiale ed esercizio del magistero. IV. Conclusione.
Note sull'autore
Gilles Routhier è professore ordinario di Ecclesiologia e decano della Facoltà di Teologia e Scienze religiose dell’Università di Laval, in Canada. Si occupa, in particolare, della storia, della recezione e dell’ermeneutica del concilio Vaticano II e della sua influenza sull’evoluzione del cattolicesimo post-conciliare.
Questo libro si propone di presentare una visione personale della fede e uno sguardo aggiornato del mistero di Dio in sintonia con le preoccupazioni della cultura di oggi. La riflessione di Torres Queiruga – che costituisce anche una serena risposta alle obiezioni sollevate dalla Commissione per la fede dell’episcopato spagnolo – si concentra su tre temi di particolare urgenza: l'idea della creazione per amore, il problema del male e la messa in discussione della preghiera di richiesta.
In questo testo, il teologo compie una difesa appassionata, e lontana dai dogmatismi, del carattere personale di Dio e analizza il tragitto di una coscienza religiosa che consente di avvicinarsi al baratro luminoso intravisto dai grandi mistici di tutte le religioni.
Definire l’ateismo al singolare può risultare un’operazione imprecisa e fuorviante; sarebbe più corretto parlare di ateismi, vista la varietà delle forme, dei contenuti e degli orientamenti. In ambito teologico la percezione è mutata profondamente e ha abbandonato i toni apologetici passando a un’attività di analisi e a una riflessione sulla testimonianza della speranza cristiana e della freschezza evangelica.
Nell’ottica di Gallagher l’ateismo contemporaneo è da ricondurre alla crisi culturale che si è prodotta con la scomparsa dallo scenario europeo di personalità dotate di spirito enciclopedico e di cultura universale. Se, da un lato, il perfezionamento della ricerca scientifica e la moltiplicazione degli ambiti hanno prodotto risultati eccellenti e lodevoli, dall’altro hanno provocato una frattura nel mondo del sapere che ha avuto ricadute sia nell’elaborazione teologica sia nella percezione che gli uomini hanno di Dio.
I processi e le strutture che hanno permesso, fino a qualche decennio fa, di comunicare il Vangelo paiono oggi sempre più inadatti a svolgere questa funzione. La trasmissione della fede da una generazione all’altra, su cui per secoli si è potuto quasi naturalmente contare, si sta velocemente interrompendo ed è sempre meno chiaro o condiviso che cosa si debba fare affinché il messaggio cristiano torni a essere tale per le donne e gli uomini che vivono in Europa.
A partire dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium un gruppo di teologi riflette sulla «conversione» che il testo di papa Francesco richiede a diversi livelli e in diverse direzioni, sul terreno pratico e, prima ancora, su quello della riflessione accademica. Nel quadro di una lettura che prende in esame la Chiesa e la teologia latino-americane e il contesto culturale europeo, l’indagine si focalizza su due grandi orizzonti di conversione - il volto di Dio e la realtà della Chiesa – che richiedono di trovare concretezza in più specifici e circoscritti terreni: il diritto canonico, la liturgia, la morale e la spiritualità.