
Descrizione dell'opera
«Nell'attuale dibattito circa l'unicità e l'universalità dell'azione salvifica di Gesù Cristo mi è stato chiesto ripetute volte di affrontare il tema della salvezza. Perché Cristo è il salvatore di tutti? Perché noi cristiani dobbiamo mantenere questa pretesa che non poche volte risulta inintelligibile e perfino scandalosa a molti dei nostri contemporanei?» (dal Prologo).
Per esplicitare fin dal primo momento l'intimo legame tra la persona di Gesù e la salvezza da lui offerta, il titolo del libro parla di Gesù Cristo come salvezza dell'uomo e non semplicemente come suo salvatore. Egli infatti non ha portato dei beni, per quanto grandi, che siano estranei alla sua persona. E l'influsso salvifico di Gesù e del suo Spirito non conosce frontiere, se non la possibilità, tremenda, che si apre a ogni essere umano, di dire di no.
La mediazione universale di Gesù e la rilevanza della cristologia per la dottrina della creazione dell'uomo sono i temi fondamentali che l'autore affronta da diversi punti di vista nei contributi confluiti nel volume.
Sommario
Prologo. 1. Cristo «perfetto uomo» e «uomo perfetto». 2. L'antropologia cristiana come proposta di un nuovo umanesimo. 3. Salvezza di Cristo e salvezza dell'uomo. 4. L'incarnazione di Dio e la teologia cristiana delle religioni. 5. Il cristianesimo e l'universalità della salvezza.
Note sull'autore
Luis F. Ladaria sj, nato nel 1944 nelle Baleari, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1966. Dopo gli studi di diritto e filosofia a Madrid e di teologia a Sankt Georgen, viene ordinato sacerdote nel 1973 e nel 1975 consegue il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana. In seguito insegna teologia alla Pontificia Università Comillas di Madrid e poi alla Gregoriana. Nominato membro della Commissione teologica internazionale, ne diventa segretario generale; nel 2008 viene nominato segretario della Congregazione della dottrina della fede e arcivescovo. Le sue numerose pubblicazioni - ha al suo attivo 25 volumi e un centinaio di articoli scientifici - sono dedicate soprattutto alla teologia patristica e all'antropologia teologica.
Descrizione dell'opera
La Chiesa cattolica è impegnata in modo irreversibile a percorrere la via dell'ecumenismo e, al fine di un proficuo dialogo, risulta di fondamentale importanza la reciproca conoscenza. In particolare, l'Oriente cristiano racchiude in sé autentiche e antichissime tradizioni apostoliche, che rappresentano senza dubbio una componente essenziale della Chiesa di Cristo. Col proprio specifico approccio al mistero rivelato, la teologia d'Oriente propone una visione complementare a quella dell'Occidente cristiano.
L'espressione «Oriente cristiano» non designa infatti semplicemente una connotazione storico-geografica del cristianesimo, ma anche e soprattutto un insieme di caratteristiche vitali, che formano e determinano la tradizione orientale.
Il volume propone dapprima una panoramica descrittiva di tutte le Chiese orientali, illustra poi la cornice interpretativa della loro teologia e ne espone successivamente i contenuti su Dio, Trinità, ecclesiologia, Maria Vergine, liturgia e sacramentaria. Le questioni relative a cosmologia e angelologia, cristologia, antropologia, spiritualità, icone ed escatologia verranno affrontate nel volume secondo.
Sommario
Presentazione (D. Salachas). I. Importanza teologica ed ecumenica della teologia orientale. 1. Un corso di teologia orientale? 2. Il lungo iter dei documenti magisteriali. 3. Motivi d'interesse per la teologia orientale. 4. Oriente cristiano: precisazioni terminologiche. II. Panorama descrittivo delle Chiese orientali. 1. Varie prospettive possibili. 2. Classificazione alfabetica delle Chiese. 3. Rilievi conclusivi. III. La teologia orientale: fonti, storia, natura, caratteristiche. 1. Teologia orientale e teologie orientali. 2. Le fonti della teologia nella Chiesa ortodossa e nelle Antiche Chiese Orientali. 3. Panorama storico della teologia ortodossa. 4. Panorama della letteratura teologica nelle Antiche Chiese Orientali. 5. Natura della teologia ortodossa. 6. Caratteristiche della teologia ortodossa. 7. Le espressioni teologiche delle Antiche Chiese Orientali. IV. Dio, Trinità Santissima. 1. La prospettiva trinitaria ortodossa. 2. La processione dello Spirito Santo e la questione del Filioque. 3. La SS.ma Trinità nelle Antiche Chiese Orientali. V. Linee di ecclesiologia ortodossa e orientale. 1. Ecclesiologia ortodossa. 2. Linee di ecclesiologia nelle Chiese antico-orientali. VI. Maria Vergine nella vita e dottrina dei cristiani d'Oriente. 1. Maria nella vita e nel culto della Chiesa ortodossa. 2. La mariologia delle Antiche Chiese Orientali. VII. Liturgia e sacramentaria. 1. Alcune caratteristiche delle liturgie orientali. 2. Particolarità di alcuni riti. 3. Dottrina generale sui sacramenti. VIII. I singoli sacramenti. 1. Il battesimo. 2. La confermazione (o crisma o myron). 3. L'eucaristia. 4. La penitenza. 5. L'olio degli infermi. 6. L'ordine sacro. 7. Il matrimonio. Conclusione. Indice dei nomi. Bibliografia.
Note sull'autore
Pier Giorgio Gianazza, nato a Cerro Maggiore (MI) nel 1945, parte giovanissimo per la Terra Santa, ove nel 1973 viene ordinato sacerdote nei salesiani di don Bosco. Laureato in filosofia e teologia, insegna queste materie da oltre trent'anni (Istituto Teologico di Cremisan a Gerusalemme, Università di Betlemme, Centro superiore di studi filosofici-teologici di Harissa in Libano). Ha pubblicato una sessantina di articoli, sia di teologia che di divulgazione, sulla Terra Santa e, presso le EDB, Guida alle comunità cristiane di Terra Santa. Diversità e fede nei luoghi di Gesù (2008).
Descrizione dell'opera
Il volume prosegue il discorso avviato ne I sacramenti simbolo e teologia. 1. Introduzione generale e 2. Eucaristia, battesimo e confermazione, in cui i sacramenti della Chiesa sono presentati ricorrendo alla chiave interpretativa fondamentale del simbolo. All'Eucaristia, culmen et fons di tutti i sacramenti, è stata data priorità fondativa-teologica: Cristo vuole che a ogni persona umana pervenga questa sua proposta d'amore che, alla fin fine, coincide con l'invito alle Nozze con lui. Come, attraverso che cosa e attraverso chi sarà possibile comunicare e tradurre tale invito? In che modo e per mezzo di chi portare a tutte le persone questo amore ultimativo, escatologico e totale? È questa la domanda fondamentale che guida l'autore nel considerare il sacramento dell'Ordine.
Sommario
Introduzione. I. Il sacramento del sacerdozio ministeriale. L'ordine. 1. La regalità sponsale del sacerdozio profetico di Cristo. 2. Radicamento eucaristico del sacerdozio ministeriale nell'ultima cena del Cristo. 3. I Dodici: dal dopo la cena al prima chiamata/formazione. Dimensione protologia e escatologica dell'apostolo/sacerdote. 4. Natura e carattere del ministero apostolico. Gli invitati inviati ad invitare al banchetto. Dal Cenacolo al mondo: la missione tra gli uomini. II. La Mediazione sponsale del sacerdozio di Cristo e del sacerdote ordinato in Cristo. Fondamento e implicazioni. Introduzione. 5. La mediazione regale/sponsale e la sponsalità mediatrice del Cristo Verbo incarnato. 6. Cristo e la Donna/Maria: la coppia escatologica e la drammaticità della sua mediazione salvifica. 7. L'opera sacerdotale del Cristo Re/Sposo: il suo dramma redentivo e il coinvolgimento sponsale di Maria a lui con/sociata come co/adiutrice. 8. Caro nuptialis cardo salutis e ragioni del sacrificio di Cristo. 9. Dal mistero nuziale realizzato alle nozze compiute tramite il ministero eucaristico/liturgico/apostolico. III. Simbolica e teologia liturgica sponsale del sacerdote ordinato in Cristo. Dimensioni e implicazioni esistenziali. 10. Il simbolismo liturgico e la simbolica del sacerdozio. Simbolica del sacerdozio e suo simbolismo liturgico. 11. La teologia del sacerdote. Teologia nuziale del ministero sacerdotale e sua funzione materna e paterna.
Note sull'autore
Giorgio Mazzanti, sacerdote della diocesi di Firenze, ha insegnato teologia presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze) ed è ora docente di sacramentaria presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma. Presso le EDB ha pubblicato due serie di volumi che affiancano alla riflessione teologica - I sacramenti simbolo e teologia. 1. Introduzione generale (32003) e 2. Eucaristia, Battesimo e Confermazione (32005); Teologia sponsale e sacramento delle nozze. Simbolo e simbolismo nuziale (42004); Mistero pasquale mistero nuziale. Meditazione teologica (22003); Persone nuziali. Communio nuptialis. Saggio teologico di antropologia (2005); Da Cana la luce. Teologia e spiritualità del mistero nuziale (2005) - l'immagine e l'elaborazione poetica - Il canto della Madre (42008); Nella adorata luce. Voce di sposo e voce di sposa. Un poema nuziale (2003); Ultimo Avvento (2005); Tra soffio e carne (2009).
Descrizione dell'opera
In una società secolare, in cui la cultura e i linguaggi si trasformano, la formulazione tradizionale della fede cristiana risulta spesso inefficace. E le domande ultime dell'esistenza umana rischiano di restare senza risposta.
I figli della tecnologia e della secolarità non abitano più i linguaggi antichi del cristianesimo, diventato, per molti, estraneo e pietrificato. L'autore intende farsi interlocutore degli uomini che abitano un mondo trasformato, spesso smarrito e senza radici, con i suoi enigmi e il suo mistero… Con una convinzione: ciò che chiamiamo «parola di Dio» è una parola radicalmente umana, addirittura la più umana che possa esistere, portatrice di vita nelle nostre vicende difficili o felici.
Christoph Theobald spiega le condizioni per trasmettere un Vangelo di libertà per tutti e mostra come dire oggi, nella trama delle Scritture, le sue dimensioni antropologiche e cristiane.
Sommario
Introduzione. I. La fede in Cristo: trasmettere l'intrasmissibile? Cosa ci insegna il «passatore» di Galilea? Come nasce la fede in Cristo? Credere in Cristo: le condizioni di una trasmissione riuscita. Possibilità, difficoltà e promesse per la Chiesa nella società. II. Accedere alla coscienza del peccato. La rivelazione del peccato. Un'esperienza universalmente accessibile. III. Il Vangelo della libertà. In ascolto della Scrittura. Punto di partenza: la chiamata alla libertà (Gal 5,13). Alla scuola del Maestro. «Prendi il largo…» (Lc 5,4). IV. «Testimoni del Risorto». Avete detto Risurrezione? Un modo di procedere nella trama dell'opera lucana. Discernere le esperienze di risurrezione. La pedagogia del Risuscitato. V. Per una intelligenza interiore del mistero della Trinità. Una difficoltà. Dio, «mistero» della storia. Perché «tre»? Paesaggio spirituale. VI. Il futuro della creazione. Un paesaggio culturale favorevole alla scoperta del mondo come creazione. Dal nulla e per nulla… VII. Leggere i «segni dei tempi». A proposito della dimensione sociale e politica della fede. Conclusione. La promessa dell'altro.
Note sull'autore
Christoph Theobald, gesuita, è nato a Colonia. Professore di teologia fondamentale e dogmatica al Centre Sèvres di Parigi, è direttore di «Recherches de Science Religieuse». Tra le sue pubblicazioni: Le canon des Ecritures: études historiques, exégétiques et systématiques, 1990; La Pensée musicale de Jean-Sébastien Bach. Les chorals du Catéchisme, 1993; Histoire des dogmes. IV: La Parole du salut, 1996 Présences d'Evangile. Lire les Evangiles et l'Apocalypse en Algérie et ailleurs, 2003; Le péché originel. Heurs et malheurs d'un dogme, 2005. Presso le EDB ha pubblicato: La Rivelazione, 22009; Il cristianesimo come stile. Un modo di fare teologia nella postmodernità (2 voll.), 2009.
«Questo libretto cerca di accostare l’identità di Gesù – e quindi quella dei suoi discepoli – a partire dal gesto feriale e ovvio del suo abitare, considerando il luogo in cui egli si è sentito a casa. Il testo tenta di evidenziare come lo sguardo del Signore restituisca il carattere originariamente “domestico” a tutte le cose e le persone del mondo» (dall’Introduzione). Fin dalle prime pagine, le Sacre Scritture, mostrano la volontà di Dio che il mondo intero diventi una casa ove abitare confidenti, liberi dalla paura. Sullo sfondo dello stile abitativo di Gesù e della sua visione del mondo come “casa”, l’autore prende in considerazione la singolare consapevolezza del Maestro di essere – attraverso la Pasqua – la pietra angolare che conferisce saldezza e definiva abitabilità a tutta intera la creazione. Di conseguenza anche la fede del discepolo avrà a che vedere con lo stare al mondo, dimorandovi e contribuendo alla sua costruzione secondo lo stile del Signore.
Il corpo del logos, «bello o brutto, splendente o piagato e piegato» (P. Sequeri), è l'unica condizione cristiana della pensabilità di Dio; non vi è altro differenziale che giustifichi la presenza del cristianesimo sulla scena del mondo. Gesù è il Dio toccato dalla storia e la storia è il luogo in cui questo Dio è messo alla prova.
Parlare di Dio nel corpo di Gesù vuol dire collocare il discorso teologico cristiano nel cuore della cultura contemporanea. Non si tratta solamente di un'interlocuzione con la contemporaneità, con le sue ragioni e i suoi tratti problematici, ma del posizionamento in cui ne va del cristianesimo stesso di essere un 'possibile effettivo' nel plurale della socialità europea. Il compito pubblico della teologia «non consiste nel raccogliere i frammenti disseminati del cristianesimo in una nuova forma unitaria di coestensione della fede alla socialità, ma nel percepire il "cristiano", che abita ormai ospitalmente in corpi estranei, riconoscendolo come proprio esattamente in questa sua estraneità senza ritorno e consegnandolo definitivamente a essa» (dal capitolo III).
Lo studio tenta di dire il Dio di Gesù nella cultura contemporanea, non come privilegio di una fetta eletta di popolo, ma a favore del plurale della socialità.
Sommario
Introduzione. I. LA FIGURA DI GESÙ: DALLA DIMOSTRAZIONE ALLA POSIZIONE. 1. Inquadramento storico della questione. 2. Quale paradigma storico per il Dio di Gesù? 3. Il dito di Tommaso. 4. Posizionamento di Dio, dislocazioni della fede. II. LA QUALITÀ DELLA MANIFESTAZIONE CRISTIANA DI DIO. 1. L'attestazione. 2. Piccola criteriologia della verità attestata. 3. Gesù: a testimonianza per Dio. III. NELLE TRAME DELLA SOCIALITÀ. 1. Il testo e la storia. 2. Scrittura e critica. Istantanee di un rapporto inquieto. 3. Senso della fede e Gesù storico. 4. Scrittura - Cultura - Teologia. IV. ABBOZZI PER UNA FENOMENOLOGIA DI GESÙ. 1. Teologia e fenomenologia. 2. La carne di Gesù: approcci fenomenologici a un tema cristologico. 3. Il Dio sensibile. 4. Il corpo quale differenziale cristiano di Dio. 5. Quello che resta…
Note sull'autore
MARCELLO NERI, teologo e pubblicista, attualmente è ricercatore presso l'Istituto di teologia fondamentale dell'Università di Graz (Austria), membro del gruppo di ricerca «Commu(nicat)ing Bodies. The Body as Medium in Religious Symbol Systems» (Università di Graz e Zurigo, Fondazione Kessler di Trento) e redattore de Il Regno. È stato professore di teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell'Emilia Romagna e professore invitato all'Università di Vienna. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La testimonianza in H.U. von Balthasar. Evento originario di Dio e mediazione storica della fede, EDB, Bologna 2001; Gesù. Affetti e corporeità di Dio. Il Cuore e la fede, Cittadella, Assisi 2007; Nell'acqua e nello Spirito. Riflessioni per il battesimo dei nostri bambini, EDB, Bologna 2008; Il monte e la senape. Meditazioni sul Simbolo apostolico, EDB, Bologna 2009.
Come cercare e trovare la propria vocazione? Vocazione a che cosa? Per l'autore si tratta di «un serbatoio continuamente rinnovato d'energia che non smette d'irrigare l'umanità e la Chiesa nel più profondo di se stesse» (dall'Introduzione).
Theobald legge in modo originale e profondo il tempo di crisi che stiamo attraversando, per aiutare a scoprire nella vita di ogni persona la vocazione cristiana al servizio del mestiere di uomo e di donna e a individuare le diverse vocazioni particolari che nascono all'interno della Chiesa in trasformazione.
Il suo percorso prende avvio incrociando qualche figura biblica dell'Antico e del Nuovo Testamento. Distingue successivamente la 'vocazione umana' e la 'vocazione cristiana', arrivando così a descrivere la struttura fondamentale dell'esistenza umana nel suo svolgimento tra la nascita e la morte, a mostrare che l'uomo ha bisogno di figure con cui identificarsi per dare forma alla propria vita e incontrare finalmente Gesù, il quale introduce nelle dimensioni ultime della propria "formazione" a immagine di Dio.
CHRISTOPH THEOBALD, gesuita, è nato a Colonia. Professore di teologia fondamentale e dogmatica al Centre Sèvres di Parigi, è direttore di Recherches de Science Religieuse. Tra le sue pubblicazioni: Le canon des Ecritures: études historiques, exégétiques et systématiques (1990); La Pensée musicale de Jean-Sébastien Bach. Les chorals du Catéchisme (1993), Histoire des dogmes. IV: La Parole du salut (1996), Présences d'Evangile. Lire les Evangiles et l'Apocalypse en Algérie et ailleurs (2003), Le péché originel. Heurs et malheurs d'un dogme (2005). Presso le EDB: La Rivelazione (22009), Il cristianesimo come stile. Un modo di fare teologia nella postmodernità, 2 voll. (22010), Trasmettere un Vangelo di libertà (2010), «Seguendo le orme...» della Dei Verbum (2011).
Descrizione dell'opera
Con stile chiaro ed essenziale, il volume presenta una riflessione sistematica su pace e guerra nel contesto teologico-morale dell'ultimo cinquantennio, esaminando il contributo specifico dei moralisti italiani.
La prima parte espone una visione essenziale del pensiero biblico, della storia della teologia e del magistero di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. La seconda parte è dedicata alla riflessione teologico-morale che segue un ordine tematico: la liceità/illiceità della guerra, la legittima difesa, l'ingerenza umanitaria, l'obiezione di coscienza, il terrorismo, ecc... Un'ampia bibliografia è utile strumento per la documentazione e per lavori di ricerca.
Nelle sue conclusioni l'autore constata come gli studiosi ribadiscano la necessità di abbandonare il principio del bellum iustum sulla base di due ragioni principali: le esigenze del Vangelo, che non lasciano spazio alcuno alla violenza, e l'insegnamento tradizionale, che ne decreta la fine a causa delle capacità distruttive della guerra moderna. Tale principio può essere al massimo rimpiazzato da quello dell'ingerenza umanitaria o dal diritto alla legittima difesa.
Sommario
Abbreviazioni. Introduzione. I. ELEMENTI DI TEOLOGIA POSITIVA. 1. La Scrittura e la storia della Chiesa: una panoramica. 2. La svolta teologico-pastorale di Pacem in terris e Gaudium et spes. 3. Paolo VI. 4. Giovanni Paolo II. 5. Benedetto XVI. II. LA RIFLESSIONE TEOLOGICO-MORALE. A. Il periodo della Guerra fredda. 1. L'illiceità della guerra e il sogno della pace. 2. La legittima difesa. 3. Il problema degli armamenti. B. Dalla caduta del muro di Berlino ai nostri giorni. 1. Il contenimento della violenza. 2. Vendicare la violenza? 3. Prevenire la violenza. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
GIULIO CESAREO è frate minore conventuale, sacerdote dal 2005. Ha compiuto gli studi di teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana e all'Università di Fribourg (Svizzera). Dal 2009 è docente alla Facoltà teologica del Seraphicum (Roma).
Esiste un rapporto tra bellezza e bontà? È possibile assimilare l'azione morale a un'opera d'arte? Il senso di un gesto, come l'intera forma di un'esistenza, seduce per la sua dignità o ripugna per la sua falsità, rinviando simbolicamente a un orizzonte di valori, che impone una decisione: dargli o rifiutargli credito, abitarlo o fuggirlo, incarnarlo o dissolverlo. Come la bellezza, il bene si rivela in opere, il cui fascino ha una valenza universale e nel contempo si colora della singolare cifra di una vicenda umana. L'azione buona merita di essere posta senza riserve, perché è l'azione che solo io potrei porre in quel modo di fronte a tutti, onorando il mio desiderio di felicità ed assieme la mia passione per la giustizia.
Cadono conseguentemente le opposizioni, che hanno gettato la bioetica contemporanea in un imbarazzante stallo: qualità contro sacralità della vita, laici contro cattolici, arbitrio soggettivo e universalità del dovere, diritti individuali e doveri sociali. Un'etica della dignità sceglie di aver cura di ogni condizione di sofferenza, propria e altrui.
Sommario
Introduzione: l'oracolo. I. BELLEZZA, BONTÀ E CRITERI DI GIUDIZIO. Etica e narrazione. Estetica in Aristotele. La paura del relativismo. Filosofie della vita e neokantiani. Agire morale e fare artistico. Il significato intrinseco. Decidersi per il valore. Il rimando simbolico: oltre gli effetti, oltre l'intenzione. La cornice di senso. Il ruolo della teoria. L'artista intrattabile. Radici ontologiche comuni. II. WELBY, L'ETICA E DIO. Una lettera, contro il male. Simboli e storie, prima delle teorie. La nutrizione artificiale è sempre doverosa? Aiutare a morire, aiutare nel morire. Dove sta Dio? Laici contro cattolici? La dignità dell'esistenza. Indice dei nomi.
Note sull'autore
PAOLO CATTORINI è professore ordinario di bioetica alla Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli studi dell'Insubria, Varese. Laureato in medicina e filosofia, specializzato in psicologia clinica, ha svolto ricerche in filosofia della medicina, bioetica e medical humanities ed è stato componente di commissioni etiche a livello nazionale e locale.
Nel pensiero morale cattolico il soggetto risponde dei suoi atti in quanto sono volontari. Il peccato involontario, pertanto, non è imputabile moralmente al soggetto, non può essere oggetto di penitenza e non necessita di perdono. Involontario è anche il male causato da coscienza invincibilmente erronea, che pure è norma di condotta.
Tale dottrina, che ancora domina il pensiero teologico-morale cattolico, ha suscitato negli ultimi anni molto disagio e difficoltà varie. Non casualmente l'allora card. Ratzinger e papa Giovanni Paolo II hanno espresso dubbi su di essa, giacché sembra togliere consistenza e tragicità al male provocato dall'uomo.
Una rilettura integrale della questione è resa possibile dalla tradizione teologica delle Chiese ortodosse, che hanno conservato la nozione di peccato involontario, un peccato del quale costantemente si chiede penitenzialmente perdono a Dio nelle celebrazioni liturgiche e sacramentali. Segno della debolezza originaria dei figli di Adamo, il peccato involontario costituisce pur sempre un male addossabile all'uomo e al suo agire.
L'autore analizza le fonti e i concetti che sostengono la posizione della tradizione ortodossa, così come appaiono nella liturgia, nella letteratura patristica e nella teologia ortodossa contemporanea.
Nella conclusione, esprime la convinzione che tale tradizione può aiutare a ritrovare la percezione adeguata della serietà del male, di ogni male, anche di quello del quale l'uomo è causa pur non facendolo oggetto del suo volere.
Sommario
Un fatto per cominciare… Introduzione. Il peccato involontario nel pensiero occidentale: dalle certezze del passato al disagio odierno. I. Il «peccato involontario» nella liturgia orientale. II. Le radici greche del «peccato involontario». III. Il «peccato involontario» nella tradizione orientale del primo millennio. IV. Il «peccato involontario» nella teologia ortodossa contemporanea. Oltre il disagio e lo scandalo. Per una conclusione. Appendice.
Note sull'autore
BASILIO PETRÀ (Arezzo 1946), figlio di genitori greci, laureato in filosofia e dottore in teologia morale, è presbitero della diocesi di Prato. È professore ordinario di teologia morale fondamentale e di morale familiare presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze); dal 1979 è docente invitato di teologia morale patristica greca presso l'Accademia Alfonsiana (Roma); dal 1992 tiene corsi di morale ortodossa presso il Pontificio Istituto Orientale (Roma). È consultore della Congregazione per le Chiese orientali cattoliche, professore invitato presso l'Istituto ecumenico San Nicola di Bari, membro del Board of Governors dell'Intams (International Academy for Marital Spirituality) di Bruxelles. I suoi ambiti di ricerca e di pubblicazione sono la teologia morale, la tradizione ortodossa e la teologia del matrimonio. Presso le EDB ha pubblicato: Tra cielo e terra. Introduzione alla teologia morale ortodossa contemporanea (1992); Il matrimonio può morire? Studi sulla pastorale dei divorziati risposati (1996); Preti sposati per volontà di Dio? Saggio su una Chiesa a due polmoni (2004); La penitenza nelle Chiese ortodosse. Aspetti storici e sacramentali (2005); La Chiesa dei Padri. Breve introduzione all'Ortodossia (2a ed. aumentata, 2007) e La contraccezione nella tradizione ortodossa. Forza della realtà e mediazione pastorale (2009).
Giuseppe Angelini è uno dei più noti rappresentati della "scuola" teologica milanese. I due saggi di apertura, che costituiscono la prima parte del volume, tentano di offrire sia una versione abbreviata del suo progetto teologico, sia una sua valutazione critica. La seconda parte del volume rilegge alcuni dei principali temi della morale fondamentale in confronto con il suo pensiero. Complessivamente, il testo raccoglie i frutti di un'attività più che trentennale di studio e di insegnamento della disciplina.
Sommario
Introduzione. I. LA TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE DI G. ANGELINI. UNA VISIONE SINTETICA (G. Quaranta). Premessa. Introduzione. 1. La teologia morale: stato presente della ricerca. 2. La storia della dottrina morale cristiana. 3. Teologia biblica dell'esperienza biblica. 4. Ripresa sintetica. II. IL PROGETTO TEOLOGICO-MORALE DI G. ANGELINI. ESPOSIZIONE E CONSIDERAZIONI CRITICHE. Introduzione. 1. Identità e compiti della teologia morale fondamentale. 2. Considerazioni critiche e valutazione globale. Conclusione. Prospettive per la teologia morale fondamentale. III. LA TEOLOGIA MORALE SI TROVA IN CRISI EPISTEMOLOGICA? UNA LETTURA DELLA TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE DI GIUSEPE ANGELINI ALLA LUCE DEL PENSIERO DI ALASDAIR MACINTYRE SULLE CRISI EPISTEMOLOGICHE (M. McKeever). Introduzione. 1. Che cos'è una crisi epistemologica? (A. MacIntyre). 2. Una rilettura di Angelini in chiave di crisi epistemologica. 3. Il contributo di Angelini al superamento della crisi epistemologica. 4. Fare teologia morale dopo Angelini. IV. IL POSTO DELLA BIBBIA NEI MANUALI DI TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE. Introduzione. 1. Uno sguardo al passato. 2. Bibbia e morale in alcuni manuali di morale fondamentale. 3. Una possibile griglia interpretativa. 4. Bibbia e morale in Giuseppe Angelini. 5. Bibbia e morale: un confronto tra G. Angelini e i manuali post-conciliari di teologia morale fondamentale. Conclusione. V. LA LEGGE MORALE NATURALE IUN GIUSEPPE ANGELINI (S. Zamboni). Introduzione. 1. Le ragioni di una crisi. 2. Una radicale retractatio. 3. La natura escatologica della legge naturale. POSTFAZIONE. CRITICA DELLA DOTTRINA E ASCOLTO DELLA COSCIENZA (G. Angelini). 1. I difetti di incompiutezza. 2. Presenza residuale di vecchi codici. 3. Riflessione sistematica o mera raccolta di appunti? 4. Un indice che si cerca. 5. Le ragioni teoriche del dissenso: teologia e filosofia. 6. La tesi centrale e la teologia della morale. 7. Una critica troppo radicale della tradizione?
Note sugli autori
MARTIN MCKEEVER (Belfast 1958) è sacerdote redentorista. Laureato in filosofia e letteratura inglese alla University College Galway, ha studiato teologia a Dublino e ha conseguito il dottorato in teologia morale a Roma. Dal 1997 è professore di morale sociale all'Accademia Alfonsiana, della quale è attualmente preside. Per sei anni è stato direttore della rivista Studia Moralia.
GIUSEPPE QUARANTA (1971), francescano conventuale, dottorato in teologia morale presso l'Accademia Alfonsiana di Roma, è attualmente docente di teologia morale presso la Facoltà Teologica del Triveneto. La sua tesi di dottorato, La cultura pieno sviluppo dell'umano. Il concetto e la funzione della cultura nel pensiero di Bernhard Häring, è stata pubblicata come primo volume della collana «Tesi Accademia Alfonsiana» (Roma 2006). Rettore della Scuola di formazione teologica dei Frati minori conventuali di Padova dal 2006, dal 2008 è membro della redazione della rivista teologica Credere Oggi.
La crisi ecologica è crisi etica. Oggi non è più ovvio che la terra debba offrire cibo per ogni uomo. Non è detto che l'aria sia cosa buona per i polmoni. Non è scontato che l'accesso all'acqua debba essere garantito a tutti, gratuitamente. Non è neppure condiviso che le risorse del creato siano al servizio della vita di ogni uomo e non possano essere accaparrate dai più scaltri.
In tale confusione d'interessi, l'etica ecologica ha bisogno di ripensarsi. È in gioco il rapporto con le esperienze elementari del vivere: terra, aria, acqua e fuoco sono doni che vanno al cuore della relazione con Dio, coi fratelli e col mondo.
Alla comunità cristiana si apre la strada di un rinnovato incontro con le fondamentali domande dell'uomo: che senso hanno i doni del creato? Per chi sono? Come promuovere la comunione e la fraternità tra gli uomini?
Le pagine del volume intendono smascherare logiche di ingiustizia e di privilegio che si perpetuano in campo ambientale. E portano a rivedere, nella fede, l'approccio umano con i beni essenziali della creazione.
Sommario
Prefazione (L. Infanti De La Mora). Introduzione. I. «La creazione geme e soffre nelle doglie del parto fino ad oggi» (Rm 8,22). Fondamenti di un'etica teologica. II. «Il cibo ad ogni vivente» (Sal 136,25). Valore della terra e fame umana: un connubio da ricostruire. III. Nel «sussurro di una brezza leggera» (1Re 19,13). L'aria, respiro di vita. IV. «L'acqua è nostra!» (Gen 26,20). Il mondo con l'acqua alla gola: è merce o diritto? V. «Ridistribuzione delle risorse energetiche» (Civ 49). Il fuoco dell'energia alla prova della condivisione. VI. «Giocavo sul globo terrestre» (Pr 8,31). In conclusione: la conversione ecologica. Bibliografia.
Note sull'autore
BRUNO BIGNAMI è docente di teologia morale a Crema, Cremona, Lodi e Mantova. È presidente della «Fondazione don Primo Mazzolari» di Bozzolo (MN). Con le EDB ha pubblicato Mazzolari e il travaglio della coscienza. Una testimonianza biografica (2007) e ha curato l'edizione critica di due opere di Mazzolari: Preti così (2010) e Il Samaritano. Elevazioni per gli uomini del nostro tempo (2011).