
Una questione centrale e poco approfondita del dialogo ebraico-cristiano risiede in un orientamento teologico-dottrinale di potente rilievo e di lunghissima durata storica: la tendenza più o meno marcata, ma spesso inconsapevole, della Chiesa a porsi come sostituto di Israele nelle prerogative peculiari del popolo ebraico sotto il profilo teologico. Un fenomeno tanto ampio quanto trascurato o, ancora più spesso, ignorato: al punto che lo stesso lessico concettuale teologico mostra di conoscere soltanto un tipo di sostituzione, quella vicaria del Figlio, in ambito cristologico. La questione teologica e storico-politica suscitata dalla pretesa cristiana di essere il Verus Israel non è presente nel dibattito pubblico e accademico, e al contempo si assiste a una sua sorprendente rimozione nell'ambito dello stesso dialogo ebraico-cristiano, anche da parte ebraica. Così, se da un lato oggi il pensiero teologico cristiano accredita l'acquisito superamento dell'idea stessa di sostituzione della Chiesa a Israele, dall'altro il linguaggio teologico ed ecclesiale la ripropone continuamente anche in documenti ufficiali di quello stesso magistero che pratica una relazione con l'ebraismo di segno opposto a quello antigiudaico storico.
L'originale conclusione del vangelo di Marco, con le donne che fuggono silenti dal sepolcro senza comunicare a nessuno l'annuncio di risurrezione, ha da sempre interrogato il mondo dell'esegesi. Perché le donne sono descritte travolte dalla paura, subito dopo aver appreso che il Crocifisso è risorto? Come mai il racconto non si conclude in un'atmosfera di gioia e di successo, come sarebbe lecito e ragionevole aspettarsi? Perché Marco avrebbe deciso di arrestare il motore della sua narrazione proprio nel momento in cui le prime testimoni della Pasqua di Gesù «falliscono» il mandato di diventarne anche annunciatrici ai suoi discepoli? Questo libro si propone di offrire un'originale risposta a queste domande, interrogando testi significativi del secondo vangelo e mostrando come la scelta di «non concludere» con l'ovvietà di un lieto fine corrisponda, in realtà, all'intenzione di non fallire l'obiettivo di realizzare una comunicazione adeguata a esprimere la follia e lo scandalo di un Cristo risorto perché crocifisso.
Nel Vangelo di Marco il tema del gridare è presente, con sfumature diverse, lungo tutto l'arco della narrazione e si consolida attorno a figure ed episodi che si rivelano significativi, ricchi di fascino e attuali, soprattutto se letti in chiave comunicativa. Le numerose grida riportate dall'evangelista, pur essendo differenti per ambientazione, occasione, contenuto e scopo, accomunano diversi personaggi e descrivono una reazione che esprime un complesso inestricabile di sentimenti, spesso contrapposti. Il grido, infatti, a volte precede le parole, altre volte le veicola o addirittura le supera, ma sempre comunica uno stato d'animo, specchio di un particolare momento di vita, ed esprime il desiderio o la necessità di una relazione. Ogni grido, a prescindere dal soggetto che lo emette e dal contesto in cui è inserito, è un atto linguistico e come tale può avere interpretazioni differenti a seconda delle intenzioni con cui viene usato e delle circostanze nelle quali viene proferito. Il grido pertanto non dà solo contenuto a un atteggiamento, né descrive semplicemente un'azione, ma, uscendo dal testo, entra nell'oggi del lettore coinvolgendolo in un importante cammino ermeneutico.
Negli anni recenti il tema del sacrificio è stato oggetto di ripetute indagini, il che ha trasformato questa problematica in una sorta di crocevia di discipline diverse, anche fuori dell’ambito strettamente teologico. D’altra parte la riflessione sul sacrificio registra e ispira una feconda rivisitazione di molte tematiche teologiche tra loro collegate.
Il volume, che documenta i contibuti di un convegno organizzato sull’argomento dall’ITC-isr di Trento, considera la centralità interconnessa e ramificata del tema del sacrificio, proponendo una lettura di taglio multiplo (teologico, biblico, antropologico e liturgico). La problematica rimanda inoltre a ulteriori dimensioni quali quella anamnetica, ecumenica e politica: il libro si propone come stimolo a ravvivare anche queste prospettive.
Note sul curatore
Enrico Mazza, presbitero della diocesi di Reggio Emilia, insegna storia della liturgia all’Università Cattolica di Milano e liturgia nel seminario interdiocesano della sua città. Con le EDB ha pubblicato Le odierne preghiere eucaristiche, 2 voll., 21991; La celebrazione della Penitenza, 2002.
La condizione particolare delle scienze teologiche nel contesto culturale italiano risulta determinata dalla scelta di esclusione delle Facoltà teologiche dalle Università statali, a seguito dei provvedimenti legislativi di fine Ottocento. Partendo dalla diagnosi di questa presenza anomala delle scienze religiose nella realtà italiana, nonché della religione e della fede nella società attuale globalizzata, il volume cerca di fare spazio al dialogo interreligioso per ripensare la teologia, sino a considerare i nuovi temi secondo cui declinare la proposta teologica – il rapporto tra la Chiesa e il mondo nel Nuovo Testamento, i diritti umani, la città quale categoria teologica – e a valutare la collocazione della teologia e delle scienze religiose nelle istituzioni accademiche pubbliche.
I vari contributi proposti costituiscono gli atti del convegno Teologia nella città - teologia per la città. Sulla dimensione secolare delle scienze teologiche tenutosi a Trento il 26-28 maggio 2004.
Sommario
Introduzione (A. Autiero). Quali spazi per la religione nella società globale? (G. Campanini). Il sapere della fede nel villaggio globale (G. Lorizio). L’ebraismo e la sfida della secolarità (G. Bodendorfer). Islam e secolarità (M. Aydin). Alternative a Dio? Le religioni nella sfera pubblica globale (J. D’Arcy May). Chiesa e mondo nel Nuovo Testamento: Pastora (T. Tosatti). I diritti umani come luogo di secolarità della teologia (K.-W. Merks). La città come categoria teologica (H. Vorgrimler). La teologia come diaconia politica (L. Karrer). Tavola rotonda: teologia e scienze religiose nelle istituzioni accademiche pubbliche (A. Autiero, A. Zanotti, L. Prenna, E. Prinzivalli, K. Lüdicke).
Note sul curatore
Antonio Autiero insegna teologia morale alla Facoltà di teologia cattolica dell’Università di Münster e dirige il Centro per le Scienze Religiose in Trento. Le sue ricerche spaziano dalle questioni di morale fondamentale ai problemi di bioetica e di etica ambientale. Si è occupato del pensiero rosminiano soprattutto sotto il profilo etico-teologico.
Lo studio segue con attenzione, percorrendone il corpus delle opere, il modo in cui si sviluppa la posizione teologica di Hans Küng in merito al tema cruciale della teologia delle religioni, in un dialogo fitto con le posizioni teologiche altrui: da quelle più schiettamente esclusiviste di Karl Barth a quelle radicalmente pluraliste di Paul F. Knitter, dai primi anni Sessanta fino al Progetto per un’etica mondiale, ultimo cerchio concentrico nel quale le religioni si fanno strumento di pace in maniera nuova, critica e costruttiva, attraverso le deliberazioni del Parlamento delle religioni, delle Nazioni Unite e di altri organismi internazionali.
La tematica affrontata dal saggio rappresenta un aspetto di primo piano della teologia contemporanea, proprio per la sua attuale problematicità.
Sommario
Premessa. Introduzione (A. Melloni). 1. Il problema della salvezza dei non cristiani. 2. I cristiani nel mondo secolare e il dialogo con le religioni. 3. Il Progetto per un’etica mondiale. Conclusioni. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Gianmaria Zamagni (Rimini, 1974) è dottore di ricerca in Studi religiosi. Ha svolto periodi di studio presso la Facoltà di teologia cattolica e la Fondazione per l’etica mondiale di Tubinga, e successivamente presso l’Institut d’Histoire de la Réformation di Ginevra. Dal 2005, è borsista post-doc presso la Fondazione per gli studi religiosi Giovanni XXIII di Bologna, dove continua a dedicare le proprie ricerche alle connessioni fra teologia e pensiero politico.
La portata evangelizzatrice dell’agire umano è sottolineata da Gesù stesso quando comanda agli apostoli di essere una cosa sola «perché il mondo creda» (Gv 17,21). I vari capitoli del libro si srotolano attorno all’idea centrale del lasciare che Gesù discenda sempre più profondamente nel tessuto del mondo e, attraverso gli uomini, si mostri secondo i molteplici aspetti del suo volto.
Note sull'autore
Réal Tremblay è ordinario di teologia morale fondamentale all’Accademia Alfonsiana e incaricato alla Pontificia Università Lateranense (specializzazione dogmatica, indirizzo cristologico). Nato in Canada, redentorista dal 1960, sacerdote dal 1966, ha conseguito il dottorato a Regensburg (1975) sotto la direzione dell’allora prof. J. Ratzinger. Ha pubblicato Cristo e la morale in alcuni documenti del Magistero, Roma 1996; Radicati e fondati nel Figlio. Contributi per una morale filiale, Roma 1997; La manifestation et la vision de Dieu selon s. Irénée de Lyon, Münster 1978, Irénée de Lyon. «L’empreinte des doigts de Dieu», Roma 1979; L’«Homme» qui divinise. Pour une interprétation christocentrique de l’existence, Montréal-Paris 1993.
L’autore presenta, in passaggi successivi, lo specifico proprio della morale cristiana. Quest’ultima è fortemente centrata sul Cristo risorto, dal quale emerge un’antropologia dai tratti nettamente filiali: non a caso il primo dei titoli cristologici è quello di Figlio. L’antropologia filiale diviene matrice dell’agire morale.
Da qui il tratto di una esigenza elevatissima, espressa in modo diretto nel sottotitolo del volume. L’eccesso di amore degli ultimi avvenimenti della vita terrena di Gesù determina la morale che ne deriva: è anch’essa eccessiva, perché il martirio è il punto culminante verso il quale si orienta la vita morale autentica.
La riflessione si allarga poi ai sacramenti, quali atti del Crocifisso risuscitato che condivide la sua vita con i credenti (battesimo) fino a diventare una sola carne con loro (eucaristia).
Sommario
Presentazione. I. Quadro metodologico. II. Il Cristo, libertà piena e accesso al divino. III. L’uomo filializzato. IV. Sacramenti e vita morale. V. L’eccellenza della vita filiale. VI. Morale ed evangelizzazione. Indici.
Note sull'autore
Réal Tremblay è ordinario di teologia morale fondamentale all’Accademia alfonsiana e incaricato alla Pontificia Università Lateranense (specializzazione dogmatica, indirizzo cristologico). Nato in Canada, redentorista dal 1960, sacerdote dal 1966, ha conseguito il dottorato a Regensburg (1975) sotto la direzione dell’allora prof. J. Ratzinger. Ha pubblicato: Cristo e la morale in alcuni documenti del Magistero (Edizioni Dehoniane, Roma 1996); Radicati e fondati nel Figlio. Contributi per una morale filiale (Edizioni Dehoniane, Roma 1997); La manifestation et la vision de Dieu selon s. Irénée de Lyon (Münster 1978); Irénée de Lyon. «L’empreinte des doigts de Dieu» (Roma 1979); L’«Homme» qui divinise. Pour une interprétation christocentrique de l’existence (Montréal-Paris 1993); Voi, luce del mondo... La vita morale dei cristiani: Dio fra gli uomini (EDB, Bologna 2003).
Descrizione dell'opera
Il volume presenta la morale sessuale cattolica, senza evitare il confronto critico e costruttivo anche con altre visioni culturali ed etiche. La riflessione dell’autore procede in un crescendo continuo e trova il principio unificante nella categoria «amore», considerata in base all’esperienza e alla parola di Dio. L’ideale dell’amore dell’uomo e della donna viene quindi confrontato con il vissuto umano, tenendo conto di difficoltà e problemi.
La materia è ripartita in quattro sezioni: la prima riscopre il senso («mistero») della sessualità e la riscatta da una visione riduttiva («la sessualità non è genitalità»): l’analisi dell’esperienza affettiva porta a concludere che la sessualità si presenta come una vocazione all’amore, dove l’uomo e la donna raggiungono la felicità. La seconda esamina «la realtà», «la verità dell’amore», distinguendo tra amore come passione e amore come scelta. La terza si dilunga sulla complessità dell’amare: per vivere una comunione autentica, non bastano sentimento, generosità, decisione, ma occorre l’abilità propria di un’arte – l’arte di amare –, che a nessuno è data per natura e che ciascuno deve acquisire. In questo contesto, l’autore riflette sulle difficoltà di amare, sulle differenti integrazioni dell’affettività, sulla virtù della castità e sulla carità forma e madre della castità. La quarta e ultima parte è dedicata all’unione coniugale, che realizza pienamente il senso unitivo e procreativo della sessualità.
Il testo affronta anche alcune tematiche specifiche quali omosessualità, fecondazione artificiale, contraccezione, rapporti prematrimoniali, non in quanto tali, ma trattandole entro il quadro dottrinale che l’autore progressivamente costruisce. In merito a tali questioni, distingue accuratamente tra la valutazione oggettiva e soggettiva (delle persone, della loro storia e situazione), indicando alla pastorale un cammino sapienziale.
Sommario
Introduzione. I. La vocazione all’amore: sessualità e felicità. II. Imparare ad amare: passione e scelta. III. Un amore eccellente: castità e carità. IV. La consumazione dell’amore: il dono sponsale. Epilogo.
Note sull'autore
José Noriega, sacerdote e dottore in teologia, è professore di morale speciale presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II (Roma) e professore invitato nella Facoltà di teologia San Damaso di Madrid (Spagna). Ha pubblicato Guiados por el Espìritu (2000) e curato insieme a Livio Melina Domanda sul bene domanda su Dio (1998), oltre a numerosi articoli su riviste specializzate.
˛ˇ D e s c r i z i o n e d e l l ' o p e r a
L e t i c a c o n t e m p o r a n e a , p e r e v i t a r e l a s t r a t t e z z a e l a g e n e r i c i t ‡ , d e v e a v v a l e r s i d e l l a n a r r a z i o n e . L a v a l u t a z i o n e m o r a l e d i u n c o m p o r t a m e n t o p r e s u p p o n e , i n f a t t i , u n a p r e l i m i n a r e c o m p r e n s i o n e d e l s u o s i g n i f i c a t o c h e p u Ú e s s e r e i n d i v i d u a t o s o l o e n t r o u n a s t o r i a , c h e n e i l l u m i n a l e i n t e n z i o n i , i c o n t e n u t i , l e c o n s e g u e n z e .
I l d i b a t t i t o a t t u a l e m o s t r a i n o l t r e c h e l o g g e t t o d i c o n t r o v e r s i a n o n r i g u a r d a t a n t o l a c o e r e n z a l o g i c a d e l r a g i o n a m e n t o o i l c a l c o l o d e i b e n e f i c i p r o v e n i e n t i d a u n a s c e l t a , m a p i u t t o s t o l e v i s i o n i e t i c h e ( d e l l a m a l a t t i a , d e l l a c u r a , d e l l a g e n e r a z i o n e , d e l l a m o r t e ) , d a c u i d i s c e n d o n o l e p a r o l e e i t e r m i n i i m p i e g a t i n e l l e a r g o m e n t a z i o n i e i c r i t e r i u l t i m i p e r b i l a n c i a r e i p r i n c i p i e v a l o r i i n g i o c o . T a l i v i s i o n i h a n n o u n a c o m p o n e n t e n a r r a t i v a : s o n o i m m a g i n i d i b e n e e d i g i u s t i z i a , s o n o r a c c o n t i o r i g i n a r i c h e d e l i n e a n o l a g e n e s i d e i p r o b l e m i a t t u a l i .
» d u n q u e n e c e s s a r i o r i a b i l i t a r e l a n a r r a z i o n e c o m e m e t o d o p e r f a r e e t i c a , o v v e r o p e r c o m p r e n d e r e a d e g u a t a m e n t e l a c o m p l e s s i t ‡ t e o r i c o - p r a t i c a d e l l e s p e r i e n z a m o r a l e . I n q u e s t a p r o s p e t t i v a , l a u t o r e s e g u e u n p e r c o r s o a r t i c o l a t o : s i c h i e d e a n z i t u t t o i n c h e m o d o u n a v i s i o n e d e l b e n e , f a t t a d i s i m b o l i e n a r r a z i o n i , s u b i s c a l u r t o d e l l i n c o m p r e n s i b i l e i n s i t u a z i o n i d i e s t r e m a s o f f e r e n z a ; e s a m i n a s u c c e s s i v a m e n t e a l c u n e r e l a z i o n i c o s t a n t i f r a r a c c o n t o e s p e c u l a z i o n e , f r a m i t o e r a g i o n e , f r a v i s i o n i e d i n t e r p r e t a z i o n i , o f f r e n d o n e e s e m p l i f i c a z i o n i i n a m b i t o l e t t e r a r i o , f i l o s o f i c o e t e o l o g i c o ; r i n t r a c c i a , i n p a r t i c o l a r e , n u c l e i n a r r a t i v i n e l r a g i o n a m e n t o d i d u e f i l o s o f i ( K a n t , H e g e l ) ; i n t e r r o g a t e s t i b i b l i c i ( Q o h e l e t , G i o b b e ) c h e m a n t e n g o n o , p e r v i e d i v e r s e e i n c o n d i z i o n i d i e s t r e m a s o f f e r e n z a , l a c o m u n i c a z i o n e c o n u n p r i n c i p i o t r a s c e n d e n t e . I n b a s e a l l e s u g g e s t i o n i e s e g e t i c h e , s e g n a l a , i n f i n e , a l c u n e p i s t e d i a p p r o f o n d i m e n t o p e r n o m i n a r e e i n v o c a r e i l d i v i n o .
S o m m a r i o
I n t r o d u z i o n e . ´ I l b a m b i n o c h e n o n s o g n a v a ª . 1 . V i s i o n i e t i c h e e n a r r a z i o n i . E v i d e n z e d e l b e n e . V i s i o n i d e l m o n d o e r i c e r c a e t i c a . V i s i o n i e n a r r a z i o n i . T e o r i e e t i c h e e l e t t e r a t u r a : Z o l a e M u s i l . N a r r a z i o n e e f i l o s o f i a . N a r r a z i o n e e t e o l o g i a . 2 . K a n t : ´ c o m e u n f i n e ª . 3 . H e g e l : f e n o m e n o l o g i a e r o m a n z o . 4 . Q o h e l e t : u n a l l e a t o l o n t a n o . 5 . G i o b b e : i l c o s m o c o m e u n c o r p o . 6 . I l V a n g e l o d i M a r c o . 7 . U n a m u s i c a , o l t r e i l D i o p e r s o n a l e . I c o n e m i s t e : n a t u r a , p e r s o n a . M u s i c a , r a c c o n t o : l u n i v e r s o n a r r a b i l e . D i o c o m e r a c c o n t o . P e r c o n c l u d e r e : o l t r e l a p e r s o n a . E p i l o g o . ´ I l g i a r d i n o d e i r a c c o n t i ª . I n d i c i .
N o t e s u l l ' a u t o r e
P a o l o C a t t o r i n i Ë p r o f e s s o r e o r d i n a r i o d i b i o e t i c a a l l a F a c o l t ‡ d i M e d i c i n a e C h i r u r g i a d e l l U n i v e r s i t ‡ d e g l i S t u d i d e l l I n s u b r i a , V a r e s e . L a u r e a t o i n m e d i c i n a e f i l o s o f i a , s p e c i a l i z z a t o i n p s i c o l o g i a c l i n i c a , h a s v o l t o r i c e r c h e i n f i l o s o f i a d e l l a m e d i c i n a , b i o e t i c a e m e d i c a l h u m a n i t i e s e d Ë s t a t o c o m p o n e n t e d i c o m m i s s i o n i e t i c h e a l i v e l l o n a z i o n a l e e l o c a l e . F r a i s u o i s c r i t t i : L a m o r t e o f f e s a . E s p r o p r i a z i o n e d e l m o r i r e e d e t i c a d e l l a r e s i s t e n z a a l m a l e ( E D B , B o l o g n a 1 9 9 6 ) ; L a m o r a l e d e i s o g n i . L o s t a t u t o e t i c o d e l l a p s i c o a n a l i s i ( E D B , B o l o g n a 1 9 9 9 ) ; I S a l m i d e l l a f o l l i a . D i s t u r b i m e n t a l i e p r e g h i e r e d i l i b e r a z i o n e ( E D B , B o l o g n a 2 0 0 3 ) ; B i o e t i c a . M e t o d o e d e l e m e n t i d i b a s e p e r a f f r o n t a r e p r o b l e m i c l i n i c i ( M a s s o n , M i l a n o ≥ 2 0 0 5 ) ; B i o e t i c a e c i n e m a . R a c c o n t i d i m a l a t t i a e d i l e m m i m o r a l i ( F r a n c o A n g e l i , M i l a n o ≤ 2 0 0 6 ) .
C’è uno specificum ineliminabile del martirio cristiano, che lo differenzia dalle innumerevoli morti ingiuste che hanno attraversato la storia degli uomini: il cristianesimo nasce, per così dire, da un martirio, non solo come accadimento storico, ma quale intrinseca necessità del piano divino di salvezza, in virtù del quale il Cristo doveva sopportare sofferenza e morte per entrare nella sua gloria (cf. Lc 24,26).
Anche oggi i cristiani nel mondo subiscono il martirio. Ma che cosa qualifica quella particolarissima esperienza? Il martire cristiano non muore per imporre un’idea, per quanto nobile ed elevata, ma per attestare il suo legame più prezioso, quello con Colui che è «Signore» della sua stessa vita. Le pagine dell’autore sono dedicate propriamente a tale legame.
Dopo un breve status quaestionis sul martirio nella teologia cattolica contemporanea, l’indagine si allarga a un’analisi del Nuovo Testamento per comprendere come il mistero della croce tocchi il credente. Prende quindi in esame alcune figure rappresentative di testimoni per chiudere elaborando una sintesi teologica.
Sommario
Presentazione (R. Tremblay). Introduzione. I. Il tema del martirio nella teologia cattolica. Uno status quaestionis introduttivo. II. L’evento della croce: appello alla sequela e grazia della testimonianza. Un’indagine sul Nuovo Testamento. III. Attratti dal mistero della croce. Alcune figure di «testimoni». A. L’età dei Padri. B. Il tragico Novecento. IV. Il martirio, dono della croce e culmine della vita morale. Conclusione. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Stefano Zamboni, nato a Trento nel 1974, è sacerdote dehoniano. Ha conseguito la laurea in filosofia presso l’Università di Bologna e il dottorato in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana (Roma).
Descrizione dell'opera
Attorno alla nozione di globalizzazione si raccoglie un fitto intreccio di speranze e angosce, che non può lasciare indifferente la teologia. Vi è infatti chi sogna un mondo finalmente divenuto “un singolo luogo” e chi, rispetto a un simile scenario, teme piuttosto una ulteriore riduzione delle tutele dei poveri della terra, destinati a una marginalizzazione ancora maggiore.
La dinamica globale interpella quindi in forme inedite la comunità dei credenti. In particolare, il tema della giustizia si accompagna a un’esigenza di dialogo tra le diverse componenti della famiglia umana, alla ricerca di un’etica condivisibile.
Dopo aver definito il termine globalizzazione, l’autore ne esamina la varietà delle dimensioni, per guardare poi alle prospettive proprie delle Chiese cristiane. Esplora quindi le principali indicazioni emergenti dalla riflessione teologica recente e prende in considerazione infine alcune parole chiave che possono orientare la riflessione e le pratiche delle comunità ecclesiali in quest’ambito.
Sommario
1. Introduzione: un tempo e una parola. 2. Per segnare un orizzonte. 3. Dimensioni della globalizzazione. 4. Nella globalizzazione: Chiese per la giustizia. 5. Per un dialogo di giustizia: teologia e globalizzazione. 6. Parole per la globalizzazione. 7. Conclusione. Indicazioni bibliografiche.
Note sull'autore
Simone Morandini (1961) si è laureato in fisica nel 1985; nel 1997 ha conseguito il dottorato in teologia ecumenica presso la Pontificia Università S. Tommaso - Angelicum in Roma con una tesi sulla Teologia della creazione nella ricerca del Consiglio ecumenico delle Chiese. È docente presso l’Istituto di studi ecumenici S. Bernardino di Venezia, è membro del Gruppo misto teologico del Segretariato attività ecumeniche e collabora al progetto «Etica e politica ambientale» della Fondazione Lanza di Padova. Ha pubblicato diversi articoli sui temi della teologia della creazione, del rapporto scienza-fede e del dialogo ecumenico e interreligioso. Per le EDB ha pubblicato Nel tempo dell’ecologia: etica teologica e questione ambientale (1999) e Il lavoro che cambia. Un’esplorazione etico-teologica (2000).