
La riscoperta della centralità dell’evangelizzazione per l’identità della Chiesa che è avvenuta nel post-concilio ha dato vita a numerosi tentativi di ripensare il modo con cui comunicare la fede a chi non crede o a chi vive l’esperienza cristiana in modo frammentario. In realtà, la storia dei fondamenti teologici dell’annuncio evangelico, di cui questo volume offre una lettura sintetica, mostra che la qualità e l’efficacia della missione ecclesiale dipendono anzitutto dal fatto che il popolo di Dio, sotto la guida del magistero che ne è parte integrante, sia disponibile a reinterpretare continuamente contenuto dottrinale della fede, ponendolo in correlazione con le istanze dell’esistenza umana individuale e collettiva. L’evangelizzazione, insomma, risulta essere primariamente un’attività ermeneutica.
Davvero Dio è Buono con i buoni e punisce i cattivi? Talvolta sembra esattamente il contrario. La domanda, velata di accusa, attraversa la fede contraddetta dell'orante alla ricerca del vero volto di Dio e del modo misterioso di attuarsi della sua giustizia. Superata la crisi il salmista canterà la lode di Dio anche nella sofferenza o in prossimità della morte (dalla Prefazione di Donatella Scaiola).
Un grappolo di testi sulla fede raccolti tra i numerosi scritti di un teologo che ha attraversato, con intraprendenza, le sfide ecclesiali e culturali del Novecento. La freschezza delle intuizioni rimane inalterata a distanza di anni e rinvigorita dal ricordo di amici e discepoli che riascoltano la voce di un maestro della rifl essione e della testimonianza cristiana.
Esaminando alcune tappe della storia della teologia, Hoc Facite ne indaga i passi attraverso uno snodo centrale dell'esperienza credente: la presenza eucaristica. Il taglio teologico-fondamentale dell'indagine permette di aprire questioni forse non usuali e di intravvedere piste possibili per un pensiero che lo custodisca appieno ancora oggi.
Il testo è pensato per essere un "vademecum" agile e scorrevole, per orientarsi e districarsi nella valutazione morale delle diverse situazioni che oggi si presentano tanto alla coscienza del penitente che a quella del confessore.
La modernità si caratterizza per il fatto che l’uomo non "riceve" il mondo, ma lo costruisce. Ciò che appare
dipendere da altro è visto come negazione libertà personale. D'altra parte è sotto gli occhi di tutti l'insufficienza della "buona" volontà dei molti a risolvere alcuni dei conflitti fondamentali che segnano l'esistenza: la violenza, l'ingiustizia, ogni forma di negazione degli altri.
Come colmare questa insufficienza senza negare la resposabilità personale? La teologia della grazia tenta di rispondere a questa domanda alla luce della rivelazione e dell'esperienza della presenza di Dio nella vita dei credenti.
Una riflessione sul destino della Chiesa nel terzo Millennio, che è di fronte ad un bivio pericoloso: o sparisce inghiottita dalla secolarizzazione occidentale, o reagisce ai fondamentalismi che la minacciano, opponendo un altro fondamentalismo cristiano. La terza opzione più difficile della "fragile anticipazione del Regno" è l'oggetto di questo libro.
Si può toccare Dio? Si tratta di verificare se il testo di Gv 20, 1-18, permetta, o meno, di sostenere questa tesi.
E’ il viaggio verso un tema di confine, un tema-parete, un tema.limite tra il sé creatura della Maddalena e il tu di Dio, in Cristo; tra il tempo dell’uomo e l’eternità di Dio stesso. Qui, l’esperienza della Maddalena si pone come esperienza di fisicità e di sensoriali, oltre che di fede.
La teologia morale ha il compito di formare le coscienze, di aiutare le persone a discernere e avere la giusta visione dell'insieme, di presentare le verità e i valori che dovrebbero condurre alle decisioni da prendere davanti a Dio. Il volume, che raccoglie gli Atti del X Seminario nazionale dell'ATISM, dal titolo: La teologia morale dopo l'Amoris Laetitia, propone non una morale "fredda da scrivania" ma ricca di amore misericordioso e vicina alle persone.
Come dire da angolature diverse la scoperta del Mistero di Dio nella storia? Un gruppo di Docenti prendono la parola per tracciare alcuni possibili sentieri di questa avventura. L'occasione: la gratitudine nei confronti di alcuni loro colleghi che hanno speso la loro vita nell'insegnamento all'Istituto Teologico Marchigiano.
Ma è proprio vero che l’evangelista Luca si discosta da tutti gli altri Vangeli nel “non riferire” di una seduta processuale notturna a Gesù? Lo studio propone una nuova lettura della versione lucana dall’arresto di Gesù sul Monte degli Ulivi fino alla seduta sinedriale mattutina, attestando la sostanziale concordanza dei quattro Vangeli, nella successione narrativa delle scene. La notte del rinnegamento di Pietro (Lc 22,54-65), analizzata sotto il profilo metalinguistico, tipologico (Is 50) e redazionale, viene letta entro una “Teologia della Luce” rilevabile nell’intera opera lucana (Lc-At): Luce in quanto “via di uscita dallo stato di tenebra” relativa alla figura di Pietro “seduto presso la Luce” nella notte del rinnegamento; e Luce in quanto “Parola di salvezza che illumina le genti”, entro cui è circoscritta la vocazione e missione di Paolo.
Tutto il racconto di Luca si muove attorno al tempio, luogo sacro per eccellenza, la cui centralità narrativa e letteraria apre il campo all'indagine teologica. Il tempio non può essere visto come dato geografico accidentale, ma la frequenza dei riferimenti, la collocazione da parte di Luca di episodi chiave nel sacro recinto, l'insistenza sulla sua permanenza anche nella vita della primitiva comunità cristiana sono elementi che richiamano l'attenzione sul significato di questa istituzione. Attraverso l'analisi narrativa dei brani interessati si cerca di apportare un contributo nello studio dell'evoluzione del tema del tempio e della sua funzione all'interno del terzo Vangelo.

