
Cos'è la cattolicità della Chiesa? Con quali tratti questa proprietà caratterizza il soggetto ecclesiale? Quali le chances riservate per i vissuti odierni di chiesa a partire dal suo volto "cattolico"? Queste e altre domande costituiscono la trama del presente saggio, che intende accompagnare il lettore in un percorso teologico, al contempo diacronico e sincronico, tra paesaggi molteplici. Alla luce di questi elementi, ricomposti insieme, si delinea il tema della cattolicità della chiesa, la cui attualità si misura nella tensione - mai pienamente risolta - tra profili identitari e orizzonti di universalità.
Il celebre romanzo di J. Barrie, "Peter Pan", delinea un'inedita visione della vita all'insegna della paura di diventare adulti, una paura che i decenni successivi, come un commento vivente all'opera, hanno puntualmente confermato, fino a classificarla come disturbo psicologico: la Sindrome di Peter Pan. In queste pagine se ne presentano le caratteristiche salienti: le sue origini, le peculiarità, ma soprattutto il suo dramma profondo, che esprime una preoccupante crisi di civiltà. Quando una società non vuole più crescere, puntando i piedi per non entrare nelle tappe successive dell'esistenza, significa che non sa più educare a vivere, non vede un futuro dopo di sé e muore, simbolicamente prima che fisicamente.
La felice occasione di celebrare un ‘anno della fede’, indetto da Benedetto XVI con il motu proprio intitolato Porta Fidei, evoca immediatamente l’espressione di Gesù: «Io sono la porta» (Gv 10,9). Questo libro tenta di volgere uno sguardo attento a questa ‘porta’, offrendo l’opportunità di un confronto il cui esito può essere sia quello di rimanere sulla soglia che di varcarla. Nel segno di questa libertà seguiamo il percorso attraverso i secoli della inesausta ricerca del volto di Dio, rivelato da Gesù, per la grazia dello Spirito santo. I cristiani non smettono d’interrogarsi sul mistero che si dischiude in Gesù Cristo, perciò ripercorrono continuamente il sentiero che conduce a questa porta e da essa prende avvio.
Informazioni sull'autore
Maurizio Gronchi è professore ordinario di Cristologia alla Pontificia Università Urbaniana e Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede. Tra i suoi recenti scritti, «Trattato su Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore» (Queriniana, Brescia 2008).
Poche espressioni sono cariche di forza evocatrice come Popolo di Dio. La formula è diventata comune con il Concilio Vaticano II, che ha parlato della Chiesa come "nuovo Popolo di Dio", recuperando una categoria pressoché dimenticata, soprattutto per via di una concezione clericale della Chiesa. Il riferimento è al capitolo II del De Populo Dei della Lumen Gentium, per il quale, a ragione, si è parlato di "rivoluzione copernicana" in ecclesiologia. Così l'Autore introduce il suo lavoro che indaga il tema nel Primo e nel Nuovo Testamento, nella Tradizione teologica e nei documenti del Concilio Vaticano II, per verificare quale ricezione sia stata riservata a questa idea di Chiesa nella teologia e nella prassi della Chiesa di oggi.
Il testo del card. Carlo Maria Martini è un commento profondo e semplice alla Costituzione 'Dei Verbum' sulla Divina Rivelazione, promulgata da Paolo VI con tutti i Padri Conciliari il 18 novembre 1965.
Un testo che, al seguito della proposta filosofica di Richard Schaeffler, tenta di ripensare i fondamenti teologico-antropologici della preghiera cristiana intesa come luogo dell'incontro reale tra Dio e l'uomo.
L'attuale contesto di pluralismo etico ripropone con urgenza il tema dell'obiezione di coscienza quale possibilità di affermazione delle convinzioni morali personali. Un'istanza che si carica di tensione nella sua "rotta di collisione" con l'ordinamento giuridico che si offre come garante della convivenza civile. Di qui alcuni interrogativi: l'obiezione di coscienza va intesa come una minaccia alla vita sociale democratica, o non rappresenta invece una sua imprescindibile espressione? Se fosse così, a quali condizioni essa svolge una tale funzione? E più radicalmente ancora, può essa costituire una possibile "risorsa morale" per la società?
Il libro affronta gli interrogativi fondamentali che la secolarizzazione pone alla fede cristiana e propone alcuni concreti esempi di "traduzione" della fede nel mondo secolare: quanto all'idea di Dio, da purificare dall'ombra del "sacro"; all'Eucaristia, da riscoprire nella sua struttura simbolica; alla Sacra Scrittura, da liberare da ogni residuo di fondamentalismo.
La pace è un bene necessario, ma possibile? E quale pace? Prima la giustizia o prima la pace? Conosciamo la violenza per superarla o almeno ridurla? Quali energie resistono alla violenza e con quale lavoro ognuno può avvicinare la pace?
Uno studio di Teologia fondamentale sui temi della rivelazione e fede esaminati a partire dal linguaggio, passando alla Sacra Scrittura e considerando attentamente il Magistero, per volgere infine l'attenzione alla problematica attuale.
In una situazione di pluralismo e di complessità, la catechesi avverte nella sua prassi l'esigenza di un deciso cambiamento di rotta. L'autore vuole presentare la catechesi missionaria come prospettiva efficace della Nuova Evangelizzazione in un'Europa sempre più multiculturale e plurireligiosa, facendo riferimento alla questione dell'inculturazione del messaggio della fede e alle sue implicazioni socio-culturali. Punto di partenza è la conversione al Vangelo, un cambiamento serio dello stile di vita. Dalla conversione l'inizio di un percorso efficace di formazione, perché il credente si conformi sempre più al Vero Uomo: Cristo Gesù. In questo senso la catechesi missionaria può rappresentare un punto di svolta decisivo.
Come si rapportano tra loro l'annuncio della Resurrezione e il continuo morire dell'uomo? Appoggiandosi all'evento di Cristo, l'uomo può trasformare la morte, che non è l'ultima fase della vita. Questo aspetto colgono in modo sinfonico, ispirati dalla medesima spiritualità di Ignazio di Loyola, Karl Rahner e Hans Urs von Balthasar, anche se vi si approcciano con metodi e atteggiamenti diversi.