
Si tratta delle lettere pastorali scritte da Giovanni Jacono, vescovo di Caltanissetta. Come si può immaginare, questi documenti mostrano le idee dell'autore circa la cura delle anime, l?attenzione alla realtà diocesana, il richiamo all'esperienza cristiana. Ma non si tratta di un'opera "archeologica", che riguarda solo la storia della religiosità siciliana: questi messaggi di Giovanni Jacono sono attualissimi e ancora oggi ispirano al lettore un senso di umanità, pietà, amor di Dio e del prossimo. Pagine toccanti che riguardano il ruolo del Pastore di anime, ma anche il rapporto di ciascuno con Dio, la vita comunitaria cattolica, la pratica delle virtù.
L`Anno della Fede, coincide con il 50° Anniversario del concilio Vaticano II (11 ottobre 1962), il grande evento della Chiesa nel mondo contemporaneo. Non si può ignorare quanto affermava il beato Giovanni XXIII, che proprio del Concilio ebbe l`intuizione profetica come di un respiro nuovo per la Chiesa, e cioè la centralità di Gesù Cristo: "Che è mai infatti un Concilio Ecumenico se non il rinnovarsi di questo incontro del volto di Gesù risorto, re glorioso e immortale, radiante per tutta la Chiesa, a salute, a letizia e splendore delle genti umane? È nella luce di questa apparizione che torna a buon proposito il Salmo antico: "Solleva su di noi la luce del tuo volto, o Signore! Tu hai posto letizia nel mio cuore"(Sal 4,7-8)". Di fatto, è solo l`umanità di Gesù, quale viene incontro a noi nelle narrazioni evangeliche, che non solo può guidarci in una appropriazione profonda del suo mistero, ma anche rivelarci il volto di quella nostra umanità che niente è in grado di fare tacere, fin dentro i nostri smarrimenti, convulsioni, ricerche disperate di una pienezza di senso.
Si tratta di uno studio teologico sulla pratica della virtù della Carità che consiste nell’amare Dio e il prossimo. Le basti dottrinali da cui si sviluppa questa riflessione sono costituite dal motu proprio “Intima Ecclesiae natura” scritto da Benedetto XVI nel 2016.
Don Francesco Spagnesi, sacerdote di Prato, indica l’opera di Benedetto XVI, continuata da Papa Francesco, come spunto per una necessaria riforma della dottrina inerente l’azione caritativa.
Le nuove norme, nel solco della Tradizione, accostano la pratica delle opere di carità all’annuncio della Parola e alla celebrazione dei Sacramenti, come fondamento della vera vita cristiana.
Facciamo le tabelline: 2 x 2 = 4, poi 5 x 5 = 25 e dopo 7 x 7 = 49; e invece 70 x 7 è un po' meno facile, ma vi si arriva: è 490. È l'unica volta in cui Gesù invita ad un'operazione matematica. Ma perché e soprattutto per quale motivo? Per il perdono, sì proprio su questo tema, facilissimo da capire ma difficile da attuare: è come un pugno nello stomaco, quando pensiamo alle facce di coloro ai quali dovremmo perdonare. Ma Gesù non vuole metterci in difficoltà, anzi desidera liberarci dai pesi interiori, cioè liberare la nostra libertà.
Di fronte alla crisi che attraversa la cristianità e, in particolare, la Chiesa Cattolica, questo libro si pone al di là del tempo e dello spazio per suggerire un nuovo umanesimo che abbia fondamento nella figura storica di Gesù Cristo: un umanesimo relazionale con riferimento alla vita vissuta nel mondo da cui Egli proviene e illustrata ai suoi seguaci. Vuole offrire a tutti una risposta alla percezione diffusa che molti adulti sembrano aver rinunciato a proporre ai giovani significati e regole per vivere con responsabilità e libertà, per la difficoltà a superare la rigidità del passato e il permissivismo libertario che hanno caratterizzato la transizione contemporanea di modelli educativi ormai desueti e ritenuti obsoleti (V Convegno Ecclesiale Nazionale - Firenze 2015). Come la pensava veramente Gesù Cristo, cosa c’era nella Sua Mente? E’ una domanda che fa tremare le vene e i polsi. Ripercorrendo la conversione di San Paolo sulla via di Damasco, la dottrina di San Giovanni Apostolo che fondano l’esperienza di Chiara Lubich, è possibile arrivare a comprendere cosa aveva in mente Gesù. Una presunzione? Può darsi, ci ho provato e spero che questo lavoro, possa riavvicinarti a quel Cristo che, forse, un tempo sentivi più vicino. A te che non lo conosci auguro sia un buon incontro.
Il volume presenta gli atti di un Seminario teologico, svoltosi a Loppiano (Firenze) il 10 e 11 giugno 2016, promosso e organizzato dal dipartimento di Ontologia Trinitaria dell'Istituto Universitario Sophia e dalla Comunità dei Figli di Dio. Gli interventi partono dalle idee e dai carismi di Chiara Lubich e Divo Barsotti, come chiavi per sviluppare una rilettura teologica dell'esperienza di Dio in Gesù, quindi dell'esperienza del divino per noi uomini e donne di oggi. I contributi presenti in questo volume sono il frutto di una collaborazione, di un "pensare insieme", in cui studiosi di diversa provenienza accademica, si sono lasciati coinvolgere e provocare.
La Parrocchia è il modo in cui la Chiesa si rende visibile nel territorio... è una comunità in cammino, proiettata nel futuro ma agganciata al presente, ricca di persone che si spendono con e per gli altri e che fanno della gratuità la loro forza. Nella Parrocchia si condividono valori che consentono di affrontare meglio la realtà quotidiana nelle sue molteplici sfaccettature, nelle sue criticità e non soltanto con l'ascolto e l'accoglienza, ma ponendo in essere azioni utili allo scopo perseguito.
Le grandi domande sul senso della vita, sul bene e sul male, sul dolore e la morte, da sempre oggetto di riflessione dei filosofi come dell'uomo comune, presuppongono una domand~ ancora più grande, su Dio. E l'interrogativo ultimo che, sia chi è in ricerca, sia chi dice di "aver già trovato", devo~o porsi perché il cercare non sta vano e possa approdare a una risposta, anche se mai definitiva. Ma come cercare Dio, con la ragione o con la fede? Quanto la fede è frutto del Suo intervento e quanto il risultato di una nostra ricerca? Che cosa vuoI dire credere? Sono solo alcune delle domande che Ottavio Di Grazia, storico del cristianesimo, pone a Vincenzo Vitiello e Bruno Forte. Un dibattito appassionato e appassionante su Dio, la fede, la libertà, il bene e il male, il valore e i valori della vita.
«Dio non è ineffabile nel senso che sia inintellegibile, ma è ineffabile perché resta sempre al di là di tutto ciò che ne possiamo dire» (Henri de Lubac): in questa definizione è racchiuso il paradosso che caratterizza la teologia negativa o apofatica, che è il tentativo di pensare ciòche si sottrae a ogni pensabilità, di pensare e di parlare di Dio ricorrendo alle negazioni piuttosto che alle affermazioni. Ripercorrendo il formarsi della teologia negativa lungo i secoli, a partire dalla filosofia greca, passando per la letteratura ermetica, i primi autori cristiani e il neoplatonismo pagano e cristiano, fino ad approdare all'Alto Medioevo e alle soglie della prima età moderna con Giovanni Scoto Eriugena, Meister Eckhart e Niccolò Cusano, il presente saggio intende offrire un contributo alla comprensione del significato e dell'importanza della tradizione apofatica, che ha segnato momenti decisivi del pensiero del passato e continua a farlo fino a oggi.