
Secondo tanti filosofi antiche e molti registi moderni, la meraviglia e la paura sono i sentimenti base dell'animo umano.
In particolare, in questo testo, il successo mass-mediatico di Stephen King viene considerato come l'emblema e il sintomo dell'amplio sostegno psicologico che il pubblico globalizzato si aspetta dall'immaginario: suggerimento per combattere l'angoscia contemporanea, aiuti per controllarla, indicazioni per trovare possibili odierne vie di liberazione dal dolore.
Questo libro racconta l'esperienza di una comunità di donne consacrate, sorta in Diocesi di Milano nel 1996. Attraverso le parole della loro Regola, emerge la proposta di una vita evangelica saldamente radicata nella preghiera e nella parola di Dio e, al contempo, immersa nella ferialità di tutti, nella vita comune e negli ambiti del lavoro professionale.Il testo della Regola, interamente commentato, è preceduto da una meditazione del cardinale Carlo Maria Martini e dalle riflessioni di don Severino Pagani.
"Ha veramente senso lavorare? Esiste una dignità del lavoro, del lavoratore? È possibile esprimerla nelle strutture normali della vita aziendale? È possibile esprimerla in rapporto alle nuove tecnologie, là dove le cose si svolgono senza problemi drammatici?". Queste e altre sono le domande legate alla tematica del lavoro che, nel corso del suo ministero episcopale, il cardinal Martini si è posto e a cui ha voluto fornire delle risposte. Sono problematiche ancor oggi di grande attualità, considerata la grave crisi economica e sociale che dobbiamo affrontare, come se ci trovassimo nel bel mezzo di una tempesta; ma per non lasciarci sopraffare, ci ricorda Martini, "in tempi difficili come questi che stiamo vivendo [...] mi sembra utile fare un momento di pausa e metterci in ascolto della Parola evangelica". Le riflessioni del cardinale sono introdotte e commentate da due autorevoli esperti dei nostri giorni: don Walter Magnoni, teologo morale e responsabile del Servizio per la pastorale sociale e il di Milano, e il professor Alberto Quadrio Curzio, professore emerito e già Preside di facoltà dell'Università Cattolica, noto economista e collaboratore del cardinal Martini.
Nel contesto delle celebrazioni legate all'Anno Costantiniano, l'incontro tra Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, e l'Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha assunto un valore altamente simbolico. I discorsi e le omelie pronunciati in occasione della visita di Bartolomeo a Milano, dal 14 al 16 maggio, sono raccolti nell'instant book dal titolo "Chiese in dialogo per la vita buona delle nostre città", pubblicato dal Centro Ambrosiano. Il testo offre uno spunto per riflettere sull'importanza della libertà di culto e, contemporaneamente, sul ruolo delle religioni nella costruzione di società giuste e solidali. Al cuore degli interventi sta la lectio magistralis a due voci tenuta da Bartolomeo I e Scola. In appendice il messaggio di Papa Francesco, inviato il 15 maggio dalla Città del Vaticano in occasione del XVII centenario dell'Editto di Milano.
Anche quest'anno, in occasione del Natale, il cardinale Angelo Scola ha voluto scrivere il proprio tradizionale augurio alle famiglie. "Andarono senza indugio", questo il titolo della letterina 2013. L'Arcivescovo desidera, con questa lettera, incontrare ogni singola persona attraverso i sacerdoti e il messaggio che rivolge alle famiglie è di fare come i pastori, di lasciarsi sorprendere da Dio. Egli ci precede sempre, ci ama per primo. Fa il primo passo, non calcola sul nostro amore, non pretende una reciprocità. Se lo desideriamo, Egli si fa trovare e viene a casa nostra. Il Natale è la festa del Dio vicino. Egli ci raggiunge ovunque. Non solo nelle chiese, ma all'aperto, nei luoghi della vita concreta, in tutte le realtà del quotidiano dove gli uomini amano e lavorano, riposano, soffrono e lottano per una vita buona.
Nel reciproco scambio di esperienze spirituali e nel mutuo ascoltarsi su questioni che toccano la fede e la vita, le due tradizioni religiose, il Cristianesimo e l'Islam, possono percorrere il cammino di arricchimento reciproco fondato sulla conoscenza della verità, nel perseguimento del bisogno umano e spirituale dell'altro. Parliamo qui dell'incontro tra due fedi, tra due culture che hanno come soggetto Dio, il quale spinge l'uomo a ricercarlo in ogni aspetto della realtà. Sia il Cristianesimo che l'Islam hanno come oggetto la riscoperta dell'umano in tutta la sua dimensione naturale e spirituale, ossia l'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio. Su questo presupposto il dialogo interreligioso vuole riflettere sulle possibili esperienze e sui modelli di riferimento.
Il volume raccoglie il testo integrale del "Discorso alla Città" tenuto nella Basilica di Sant'Ambrogio dal cardinale Angelo Scola. L'alimentazione, l'energia, il pianeta e la vita: l'Arcivescovo mette a fuoco i temi di Expo 2015, e quindi l'uomo e il suo rapporto col creato. Il pianeta è consegnato all'uomo per il suo "dominio"? O è intoccabile come qualcosa di "sacro"? L'autore tenta una risposta proponendo una "ecologia umana". A partire dal nesso tra bisogno e desiderio, affronta argomenti che domandano un "nuovo umanesimo", necessario per assicurare il futuro dei nostri figli. "In verità nutre la vita solo ciò che la rallegra".
L'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium è sicuramente un documento di grande importanza che racchiude le linee programmatiche disegnate dal nuovo Papa e che determineranno il nuovo volto della Chiesa. Vista l'importanza del volume, Centro Ambrosiano ha deciso di pubblicare il testo integrale dell'Esortazione, arricchendolo con una prefazione scritta dal Cardinale Angelo Scola così da sottolineare i passi più significativi del testo di Francesco. Leggere questo volume, sarà un modo per avvicinarsi alla visione del pontefice comprendendo il significato più profondo della nuova evangelizzazione voluta da Francesco, riuscendo nel contempo a interpretare i segnali di un cambiamento che avrà ripercussioni in tutti gli ambiti della società. Anche in quelli laici o comunque non espressamente inerenti alla religione e alla fede..
In tutto l'arco della sua attività accademica, tra il 1963 e il 1984, Giovanni Moioli si è occupato dell'identità e del metodo della teologia spirituale. Con attenzione e intelligenza si è inserito nel dibattito che, sin dai primi decenni del Novecento, si è occupato di definire l'oggetto della disciplina, la sua natura di "vera scienza teologica" e i rapporti con le altre discipline. Moioli ha, progressivamente, fatto maturare la consapevolezza che la teologia spirituale, all'interno di una rinnovata teologia della fede, appartiene alla sintesi finale dell'intera operazione teologica, studiando, dal suo specifico punto di vista, "la fede in quanto vissuto cristiano concreto e storico". Gli undici contributi - raccolti qui per la prima volta documentano l'interessante percorso svolto dall'autore e costituiscono la base per gli ulteriori sviluppi della disciplina e per il suo inserimento, sempre più consapevole, nel quadro complessivo della riflessione teologica.
"Il profondo contenuto innovativo che, in questo manuale, soggiace alla puntuale ritrattazione della materia tradizionale, rappresenta un termine di riferimento di intatta attualità. [...] Esso rimane il documento programmatico di un sostanziale avanzamento della materia, le cui implicazioni teoriche ed ermeneutiche sono da svolgere analiticamente e consequenzialmente. Una esplorazione avanzata insomma, che ancora a buon diritto avanza la pretesa di diventare il nostro inizio" (dalla presentazione di PierAngelo Sequeri). "Il testo di Moioli rappresenta una novità per molteplici aspetti. Anzitutto per un ricentramento cristologico alieno da ogni vaghezza. Cristo sta al centro della trattazione nella totalità della sua vicenda, che trova compimento nella risurrezione/innalzamento. Non a caso nella considerazione dell'escatologico (non dell'escatologia) si prende avvio dalla parousìa di Cristo. [...] Ricentramento cristologico dell'escatologia significa far diventare la cristologia la matrice, la regola e il criterio di verifica dell'escatologia. In questo l'opera di Moioli si ripropone metodologicamente esemplare".
L'immagine che meglio raffigura monsignor Ambrogio Trezzi è quella scelta per la copertina della biografia scritta da Ennio Apeciti: un sorriso caldo, uno sguardo colmo di gioia e due braccia aperte ad abbracciare coloro che gli sono di fronte. Perché l'intera esistenza del sacerdote di Paina di Giussano è stata guidata dalla felicità del donarsi, dello spendersi per chiunque avesse bisogno. Non c'è persona che l'abbia conosciuto, rivela don Daniele Gandini nella prefazione, che non abbia speso una "confidenza di bene", non c'è famiglia che non abbia narrato un segno di bontà lasciato nella loro vita. Quella bontà che è stata il filo conduttore della sua esistenza e che il titolo bene sottolinea, riportando una frase pronunciata da Monsignor Bernardo Citterio nel celebrarne le esequie. Pagina dopo pagina viene svelato ciò che ha animato monsignor Trezzi in tutta la sua vita: l'amore sincero per Dio e per i fedeli a lui affidati, di cui si sentiva padre a tutti gli effetti, come il buon pastore che conosce le sue pecore arrivando a offrire tutto sé stesso per loro".