
Chi fu Martin Lutero? Da dove deriva la sua ribellione? Fu davvero un assertore della "povertà evangelica"? Sono tutti interrogativi che a cinquecento anni dall'affissione delle "Tesi" di Wittenberg riemergono con prepotenza nel dibattito storico e teologico mondiale, nella convinzione che, almeno nell'orbe cattolico, tale dibattito si sia eccessivamente appiattito su un'idea romantica e irreale di Lutero e del protestantesimo. Ed è proprio da questa convinzione che è sorta la necessità di riscoprire il vero volto del monaco tedesco e della sua opera, proponendo al pubblico una lettura che al tempo stesso sia fedele alle fonti e illumini il lettore sul legame profondo e inscindibile tra l'eresia gnostica e quella protestante: un filo rosso che soggiace in tutto l'imperio anticattolico, da Simon Mago alla moderna massoneria, passando per quei movimenti che, in nome di un presunto rigore morale, hanno cercato di distruggere l'autorità della Santa Sede, al fine di imporre la propria dottrina come verità assoluta. Per l'appunto, nuove versioni di gnosi.
Questo studio approfondisce il contenzioso amministrativo canonico, riflettendo altresì sull’importanza della giurisprudenza del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. La possibilità di un sindacato di giustizia a cui i fedeli possano ricorrere contro gli atti singolari posti dall’autorità amministrativa competente è stato salutato con entusiasmo pressoché unanime della dottrina, in quanto esso rappresenta certamente un frutto dell’approfondimento teologico apportato dal Concilio Vaticano II in materia ecclesiologica: non poteva mancare nella Chiesa – che deve essere nel mondo speculum iustitiae – la tutela giudiziaria dei fedeli dinnanzi a possibili arbitrarietà compiute dall’autorità, di qui la necessità di prevedere la deputazione, in seno alla Segnatura Apostolica, di vedere giudiziariamente – ovvero con imparzialità e terzietà – della legittimità degli atti amministrativi.
A quasi cinquanta anni dall’introduzione della Sectio altera della Segnatura Apostolica, si potrà così giungere ad una valutazione circa la bontà di questo istituto, ma anche scorgerne alcuni punti problematici, che richiedono un’ulteriore riflessione per essere superati e, così, permettere un perfezionamento dello stesso. Ciò che anima questo studio è la consapevolezza della veridicità dell’espressione biblica che ci insegna che opus iustitiae pax.
«Il libro che ho adesso il piacere di presentare è, soprattutto, uno studio analitico e ben ponderato della procedura attualmente vigente nel Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. […] Si tratta, in sintesi, di uno studio serio e di alto interesse, con tutta l’originalità di una monografia che apre strade ed è pioniera negli studi concernenti la nuova disciplina vigente nella Sectio Altera della Segnatura Apostolica. Il libro fa gli onori alle nuove norme promulgate da Benedetto XVI nel 2008, le quali, come si sa, hanno cercato di formulare ed elevare, a livello di legge, regole e criteri già presenti nel Tribunale per via di prassi negli anni precedenti.» (Dalla Prefazione di S. Ecc. mons. Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi)
La santità dell’Eucarestia e la grandezza del mistero per il quale Dio ne affida la celebrazione ad uomini che, benché per grazia sacerdoti, rimangono pur sempre segnati dal limite, rende urgente proporre qualche riflessione ed un richiamo sulla necessità per ogni fedele – compresi quindi i sacerdoti – di esaminarsi per vedere se, accostandosi all’altare, siano “rite dispositus”, secondo quanto insegna e richiede la Chiesa. Inoltre, l’identità sacerdotale fa del ministro ordinato un intercessore privilegiato ed un uomo atto ad offrire il culto liturgico pubblico gradito a Dio.
L’intento di questo lavoro è quello di mostrare come la disciplina derivi dalla dottrina della Chiesa, ed il suo rispetto, con adesione cordiale di vita, altro non sia finalizzata che ad una vita, ad un ministero santo e, quindi, fruttuoso e santificante non solo per il sacerdote, ma anche per l’intero popolo di Dio.
«L’opera Sacerdos alter Christus affronta due questioni che potrebbero apparire molto diverse ma che, tuttavia, hanno un punto in comune. Si tratta infatti di due obblighi che definirei “vitali” nella vita e nel ministero sacerdotale: da una parte, la celebrazione frequente della S. Messa e, dall’altra, la preghiera quotidiana e integrale della Liturgia delle Ore. Si tratta di uno studio canonico ben documentato, dalla grande profondità spirituale, accompagnato da una bibliografia esaustiva che sottolinea un aspetto essenziale del sacerdozio: la preghiera deve irrigare, nutrire e fecondare la vita e il ministero sacerdotale nel suo insieme; la vita interiore del sacerdote è pertanto l’alfa e l’omega dell’esistenza spirituale di colui che è alter Christus, riprendendo il titolo dell’opera.»
(Dalla Presentazione di S. Em.za il Card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti)
Il presente saggio, quali che siano i suoi limiti, vuole offrire un contributo al dibattito attuale sul Concilio Ecumenico Vaticano II. Il cinquantesimo anniversario del suo inizio (11 ottobre 1962), testé conclusosi, ha visto celebrazioni che ne esaltavano i supposti grandi vantaggi che ne sarebbero derivati alla Chiesa universale. Tuttavia negli ultimi anni ha preso pubblicamente piede un discorso critico sul Concilio, alimentato da una minoranza di teologi e laici; discorso che, nonostante l'ostilità della maggioranza, schierata a priori con la vulgata dominante, sta trovando un'attenzione un tempo impensabile presso i fedeli. Non si tratta ovviamente di masse sterminate e tuttavia un certo interesse per "il problema" posto dal Vaticano II comincia a diffondersi. Di fronte al perdurare ed anzi all'aggravarsi della crisi della Chiesa Cattolica, che covava sotto le ceneri per esplodere con il Vaticano II, si sente sempre più il bisogno di discutere liberamente del Concilio e delle sue conseguenze, e vale sempre meno il ricorso al principio d'autorità per impedire sul nascere ogni discussione, delegittimandola a priori.
resentazione del Presidente dell’Associazione Famiglia Domani
Luigi Coda Nunziante
Presentazione del Presidente del Movimento Europeo per la Difesa della Vita e della Dignità Umana
Alberto Zelger
Intervento del Sindaco di Verona
Flavio Tosi
Intervento del Vescovo di Verona
Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Zenti
Roberto de Mattei
I cattolici davanti alla teoria del gender
Mario Palmaro
La teoria del gender tra diritto naturale e diritto positivo
Chiara Atzori
Genere o gender? Una lettura scientifica
Dina Nerozzi
Rivoluzione di Genere: Inizio, decorso e prospettive
Luca Galantini
I nuovi diritti umani secondo l’ONU: un’aggressione alla società naturale
Matteo D’Amico
Ideologia del gender e omosessualismo: verso un nuovo totalitarismo
Si possono concedere i sacramenti ai "divorziati risposati"? Rainer Beckmann è divorziato con rito civile ma non risposato. Vive secondo l'insegnamento della Chiesa cattolica in materia di indissolubilità del matrimonio. Dalla sua analisi del volume del Card. Walter Kasper, Il Vangelo della famiglia (2014), Beckmann trae la conclusione che quel testo è privo di sostanza argomentativa: "Il Card. Kasper non dice neanche una parola che spieghi per quale motivo i divorziati risposati dovrebbero poter ricevere il Sacramento della Penitenza, benché manchino di convertirsi. Pur mentre ribadisce l'indissolubilità del matrimonio, il Cardinale vorrebbe che, in pratica, ai divorziati risposati fosse accordato esattamente lo stesso trattamento riservato ai coniugi rimasti fedeli. Le due cose sono incompatibili. L'argomentazione del Cardinale contiene in sé una profonda contraddizione."
Quest’opera di Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira rappresenta un importante contributo alla teologia del XX secolo per il rigore intellettuale con cui affronta un tema difficile e mai adeguatamente approfondito: quello della possibilità di un Papa eretico. L’autore non si limita ad offrirci un quadro sintetico ed esaustivo delle diverse posizioni teologiche e canoniche emerse nel corso dei secoli, ma propone una equilibrata soluzione del problema, invitando i teologi a cercare una posizione condivisa. Lo studio venne pubblicato nel 1975 in lingua francese, ma ebbe diffusione solo tra gli specialisti. Oggi viene presentato per la prima volta al grande pubblico offrendo un contributo primario al dibattito, anche per il suo distacco dalla contingenza dell’ora presente.
Dal divorzio all’omosessualismo, è visibile una lunga linea rossa che evidenzia l’attacco all’istituzione matrimonio voluta da Dio. Prima ancora della ribellione contro la natura e le sue leggi, si tratta di una ribellione all’ordine della creazione stabilito una volta per tutte del Creatore. E, proprio quando servirebbe una parola chiara da parte della Chiesa cattolica e dei suoi pastori, ecco che ci si trova davanti a sinodi dove trovano cittadinanza, e sono persino maggioritarie, teorie che sovvertono l’ordine naturale e sovrannaturale del matrimonio.
In questo quadro, l’opera di don Pietro Leone compie un atto di vera misericordia, di carità intellettuale, nel rimettere le idee al loro posto, facendole camminare sui piedi e con la testa rivolta verso l’alto. Ed è proprio questo il pregio maggiore del lavoro di don Leone, quello di riconoscere a fondamento dell’ordine naturale il volere e la legge di Dio.
Un lavoro che si raccomanda per la sua profondità dottrinale e per il suo afflato spirituale che offrirà a chiunque lo legga gli strumenti per capire in che cosa consiste la vocazione al matrimonio e alla famiglia.
"Non posso dimenticare le ascese giovanili in Grigna passando dalla cresta Segantini... Credo che la via della Chiesa di oggi sia una via stretta: la chiamerei la via del crinale." È lucido e consapevole, ma pieno di speranza, lo sguardo con cui il cardinale Angelo Scola racconta la sua vita, la Chiesa e l'Italia, nella profonda e sorprendente conversazione con Luigi Geninazzi: dalla riscoperta della scelta cristiana nell'adolescenza alla militanza in Comunione e Liberazione in fecondo dialogo con il "genio educativo" di don Giussani, e dalle incomprensioni con qualche autorità ecclesiastica milanese all'amicizia con Giovanni Paolo II che lo nomina vescovo a soli quarantanove anni. Non mancano ricordi personali e collettivi, dal travaglio della lunga malattia e dall'esperienza della psicoanalisi al passaggio tra il papato di Ratzinger, a cui fin dall'avventura di "Communio" lo lega una intensa amicizia intellettuale, e quello di Bergoglio, definito "un salutare colpo allo stomaco per le Chiese d'Europa". Al centro di questo ricco affresco di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa di oggi? Tra chi riduce il cristianesimo a semplice religione civile e chi propone un puro ritorno al Vangelo, il cardinale indica una "terza via" che è quella delle implicazioni dei misteri della fede. E dell'impegno fattivo dei credenti per contribuire, ripartendo dalla fede, alla "nascita di una nuova Europa, inevitabilmente meticcia ma non per questo senza più identità".
Che uomo era Gesù? Come si è formato nell'infanzia e nella giovinezza? Come è nata in lui una certa idea di Dio e del mondo? Come è diventato maestro e predicatore? Come ha iniziato a fare miracoli? Come è arrivato a essere rifiutato e crocifisso? Quale fu l'effetto del suo modo di vivere sulla società in cui viveva? Cosa capirono davvero i contemporanei di lui (e cosa noi, oggi, capiamo di lui)? Cosa rimane, insomma, del suo personalissimo Vangelo? Rispondere a tutte queste domande significa riscoprire la figura di Gesù e comprendere perché ancora oggi affascini credenti e non credenti. È quello che si propone don Antonio Mazzi in questa biografia del figlio di Maria di Nazareth, del figlio di Dio, del «Cristo incontrato sulla strada». Ogni capitolo contiene una tappa del percorso dell'uomo e una provocazione rivolta al pensiero e al cuore del lettore. Senza preoccuparsi dell'appartenenza o meno di chi legge alla confessione cristiana, l'autore fa rivivere l'avventura di Gesù come «credente», per cui la fede è tutto, ritrovando la sua carica rivoluzionaria insieme alla sua straordinaria attualità.
La pace è molto più della semplice assenza di guerra. La parola biblica shalom indica una condizione di pienezza di vita che la violenza distrugge e annienta alla radice. Ed è proprio una riflessione radicale quella che Papa Francesco offre in queste pagine, nelle quali dispiega il suo insegnamento sulla necessità della fraternità e l'assurdità della guerra. Pagine intrise della sofferenza delle vittime in Ucraina, dei volti di quanti hanno patito il conflitto in Iraq, delle vicende storiche di Hiroshima, fino all'eredità, purtroppo inascoltata, dei due conflitti mondiali del Novecento. Francesco non fa sconti a nessuno e individua nella bramosia del potere, nelle relazioni internazionali dominate dalla forza militare, nell'ostentazione degli arsenali bellici le motivazioni profonde che stanno dietro alle guerre che ancora oggi insanguinano il pianeta. Scontri che seminano morte, distruzione e rancori e che porteranno nuova morte e nuova distruzione, in una spirale cui solo la conversione dei cuori può porre fine. Il dialogo come arte politica, la costruzione artigianale della pace, che parte dal cuore e si estende al mondo, il bando delle armi atomiche, il disarmo come scelta strategica sono le indicazioni concrete che Francesco ci affida affinché la pacificazione diventi realmente l'orizzonte condiviso su cui costruire il nostro futuro. Perché dalla guerra non può nascere nulla di veramente umano.
«In questo momento vedo la Chiesa su un crinale e mi viene in mente quando, durante l'assedio a Costantinopoli, i teologi si concentravano su disquisizioni sul colore degli occhi della Madonna.» Il cardinale Gerhard Müller, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede con Benedetto XVI, ed esponente di spicco dell'ala più ortodossa della Chiesa, per la prima volta racconta dall'interno alcuni degli episodi salienti degli ultimi due pontificati. Una lunga intervista senza censure, a cura della vaticanista Franca Giansoldati, in cui il teologo tedesco spiega la confusione dottrinaria che rischia di soffiare sul fuoco di nuove eresie e affronta i temi più scottanti del papato di Francesco: dalla politica estera del Vaticano alla gestione degli scandali di pedofilia, dalle questioni di genere, aborto e fine vita alla rinuncia di Ratzinger, dalla guerra in Europa al rischio di uno scisma e alla previsione sul prossimo conclave. Cosa c'è stato all'origine dell'allontanamento dell'autore dall'ex Sant'Uffizio? È vero che la nomina dei nuovi cardinali risponde a un tentativo di accentramento di potere da parte del Papa? Quali sono i limiti dell'enciclica Praedicate Evangelium? Esiste una lobby gay in Vaticano? Perché sul controverso caso Becciu non è mai intervenuto il collegio cardinalizio? Perché il latino è ancora importante? Esiste una tendenza a riformare la Chiesa in senso protestante? E cosa sta succedendo alla Chiesa in Germania? E in America? Le risposte schiette e rivelatrici a queste e molte altre domande danno vita a un libro di riflessione e intervento attuale sulla religione nel XXI secolo ma anche all'inedito racconto personale di un protagonista della vita della Chiesa.