
«Dio mi prenda e faccia di me, povero sacerdote, uno strumento della sua misericordia tra gli uomini». È il 3 settembre 1920 quando don Primo Mazzolari, con in mano il congedo da cappellano militare, si affida a monsignor Giovanni Cazzani (1867-1952), il vescovo di Cremona che attraversa quasi tutto l'arco del ministero sacerdotale del parroco di Bozzolo. Don Primo ha vissuto dall'interno il dramma della guerra e ora chiede al suo superiore di non finire nuovamente dietro una scrivania o su una cattedra del seminario perché desidera andare in parrocchia, tra la gente. I testi qui raccolti accompagnano i passaggi più importanti e difficili del suo ministero sacerdotale: il dramma della prima guerra mondiale, i trasferimenti a Cicognara e Bozzolo, gli scontri con il fascismo, le incomprensioni con l'autorità ecclesiastica, le scelte pastorali talora discusse, la vicinanza alle persone durante la seconda guerra mondiale, la carità generosa, gli impegni di predicazione, il percorso altalenante del quindicinale Adesso. In queste lettere, Mazzolari mostra di voler essere figlio della sua Chiesa e incontra in Cazzani una paternità accogliente. Non a caso, di entrambi è in corso il processo di beatificazione.
La Bibbia pone la misericordia come concetto-chiave, secondo cui il messaggio della misericordia non può avere che l'indole del tutto esistenziale; è la risposta pratica di Dio alla miseria dell'uomo, al peccato e alla sofferenza. Per molto tempo questo punto basilare è stato dimenticato nella teologia, la cui tendenza metafisica ha inconsciamente svigorito la centralità illuminista, non ammettendo la fragilità e il limite dell'uomo, ha sradicato la misericordia divina come il messaggio della salvezza. Cosi pur essendo un tema di rilevanza attuale nella Chiesa, è quanto mai mancante uno studio relativo nel campo teologico-spirituale. In tale contest San Giovanni Paolo II (1920-2005), vivendo il nazismo e il comunismo, ha sperimentato la misericordia in quanto la forza del bene divino che è capace di sconfiggere il male totalitario. Dalla riflessione: "Perché questo potere del male? Da dove viene il male e come possiamo vincerlo?" il Papa, valorizzando l'esperienza della connazionale Santa Faustina Kowalska (1905-1938), interpreta fino in fondo la redenzione come mistero della misericordia divina. Per lui il limite definitivo al male è la divina misericordia. Lo scopo di questo studio è offrire, tramite la vita ed il pensiero di Papa Wojtyla, il filo sostanziale della misericordia che è in grado d'indirizzare gli uomini all'orizzonte sintetico e poi alla pratica esistenziale della fede.
La santità della Chiesa e di tutti i suoi membri è oggi oggetto di una particolare e intensa riflessione sia a livello teologico-dogmatico sia a livello spirituale e pastorale. Il volume raccoglie gli interventi pronunciati in varie occasioni dal Cardinale José Saraiva Martins sull'argomento costituendo un approfondimento dei vari aspetti fondamentali della santità di Cristo e della Chiesa.
Dalla presentazione di Mons. Castoro:
“L’autore introduce la sua bella opera sul pellegrinaggio. Uno strumento attraverso il quale suggerire, il valore del
ellegrinaggio come itinerario di conversione e di spiritualità”.
Completa, ricca e stupenda guida al pellegrinaggio, metafora della vita.
INDICE DEGLI ARGOMENTI PRINCIPALI
1. Che cos’è il pellegrinaggio.
2. Abramo, Mosè e il Popolo d’Israele in cammino verso la Terra Promessa, in attesa del Messia.
3. Gesù pellegrino/straniero per incontrare gli uomini.
4. Vergine Maria, donna del cammino.
5. La spiritualità del pellegrino, il pellegrinaggio più difficile
6. Preghiere prima e dopo il pellegrinaggio
In questo libro l’Autrice ricostruisce le fasi dell’itinerario di preghiera – solitudine, silenzio, preghiera contemplativa e comunione con Dio in un’ottica di fraternità universale – che il monaco trappista Thomas Merton (1915-1968) sapeva proporre in modo creativo, eppure così fedele alla tradizione da ripresentare alla fine un famoso detto agostiniano, secondo il quale «la misura della nostra carità è paradossalmente amore senza misura […]. Siamo resi liberi di donare agli altri l’amore ricevuto nell’intimità della contemplazione».
«La scelta della vocazione monastica comporta che il bene che ci sarà dato di compiere non consisterà tanto in opere caritative, quanto piuttosto nel sacrificio della nostra vita, nella preghiera gratuita, nell' offerta di noi stessi. Tutto il monastero è da trattare come i vasi sacri dell'altare, perché tutto appartiene al Signore; noi stessi diventiamo un bene nelle mani di Dio, siamo come l'obolo della vedova gettato nel tesoro comune e la nostra vita deve essere un culto continuo a Dio, un'offerta generosa e gratuita, lieta e riconoscente».
La caratteristica di Armida Barelli, come ricordava padre Agostino Gemelli, è stata la fede; una fede semplice e audace, autentica e confidente, forte e tenera, capace di dare forma a tutta la sua vita ricca di opere, di incontri, di viaggi, di iniziative creative, di gioie e di dolori. La sua preghiera è quella di una donna appassionata, che segue il Signore vivendo nel mondo e che, per questo, impara a contemplare la presenza di Dio nei solchi della storia, nelle vicende della sua vita, del suo paese, della Chiesa. Le sue parole possono aiutare anche noi a pregare, vivendo da cristiani nel tempo che Dio oggi ci dona.
Questo libro, della collaudata collana «Cattedra del Confronto», affronta tre delle emozioni che più sembrano caratterizzare il nostro tempo. La paura - sociale, religiosa, etnica, affettiva - la rabbia - quotidiana, politica, televisiva, lavorativa - e lo stupore - che troppo spesso è sconcerto o semplice fascinazione. Attorno a queste tre, e ai legami che creano e distruggono, si confrontano gli autori di questo libro. Sono prospettive e voci differenti: lo psicanalista Luigi Zoja si confronta con la biblista Rosanna Virgili sulla paura, madre di tante emozioni e azioni; lo scrittore Paolo Nori ci provoca sulla rabbia, faccia a faccia con lo psicologo-teologo Stefano Federici che ci ricorda che l'ira è perfino divina; il filosofo Silvano Petrosino s'interroga sullo stupore e sulla bellezza incrociando la storica dell'arte e direttrice di Religion Today Katia Malatesta. «Le nostre relazioni con gli altri sono segnate dalle emozioni. L'incontro con l'altro non è mai semplicemente neutro. Gli altri si odiano o si amano, ci odiano o ci amano, ma la gamma delle emozioni è sterminata: gli altri possono essere noiosi, affascinanti, imbarazzanti, spaventosi, accoglienti, fastidiosi o rabbiosi, esasperanti o esasperati, inermi, divertenti, ingombranti, leziosi» (dall'introduzione di Andrea Decarli)
La storia cristiana è la storia di coloro che hanno accolto l'invito a seguire Cristo secondo una molteplicità di applicazioni che testimonia della grande creatività della vocazione cristiana. Hanno avuto così origine gli ordini religiosi, le congregazioni, le associazioni, gli istituti, le confraternite. Tuttavia l'accelerazione temporale, tipica della nostra epoca, ha fatto emergere la relatività delle applicazioni rispetto alla centralità della vocazione. Ma come incarnare la vocazione cristiana ai nostri giorni? Il grande teologo svizzero Hans Urs von Balthasar ha cercato di rispondere con la vita e le opere (di cui la presente rappresenta la riflessione più matura) a questo interrogativo. Per Balthasar le forme, o stati di vita cristiana, sono sostanzialmente due: quella del cristiano chiamato alla santità nella vita familiare e quella della particolare sequela secondo i consigli di povertà, castità e obbedienza. In un periodo in cui la riflessione sulla vita cristiana e religiosa si limita molte volte all'impegno sociale o alla veste da indossare, un'opera che va al cuore della vocazione cristiana.
Il legame tra matematica e misticismo è alle origini della matematica stessa. L'autore ripercorre in questo libro il lato mistico e metafisico del pensiero dei più grandi matematici da Pitagora ai giorni nostri dimostrando come il luogo comune, che considera inconciliabili la fede e la ragione, sia una costruzione artificiosa e inconsistente.
La grande storia della salvezza è l'orizzonte di senso della nostra piccola storia umana. In questa dimensione la Parola diventa l'alfabeto per comprendere la vita quotidiana, ma forse abbiamo ancora più bisogno di comprendere e vivere un'altra verità: la vita quotidiana stessa è alfabeto necessario per leggere la Scrittura, che è parola di Dio quando scopriamo che parla proprio di noi, quando la vediamo in atto nella nostra vita. L'Azione cattolica parla di primato della Vita: non possiamo incontrare il Signore se non "dentro" la nostra esistenza, nelle pieghe della storia umana.
Il carisma di S. Francesco d’Assisi ancora oggi attira tanti giovani a seguire il Signore Gesù sulla via da lui tracciata. Questo carisma, oggi è custodito e passa di generazione in generazione attraverso i diversi frati, che mediante la professione religiosa abbracciano questa vita. Il presente studio dopo aver preso in considerazione il rito della professione religiosa in Occidente, passa a prendere in esame il rito della professione religiosa delle famiglie francescane dopo il Concilio Vaticano II. Quindi, a partire dall’analisi dell’intero rituale si concentra nell’analisi delle Preghiere di Benedizione o Consacrazione sul candidato alla professione solenne, che in particolare nella terza formula sintetizza il carisma dell’Assisiate. Infine, a partire dall’analisi di queste Preghiere, traccia alcune linee di spiritualità per colui che segue il cammino di sequela e conformazione a Cristo indicato dal Poverello d’Assisi.