
Introduzione al concetto di cristianesimo. Un'esposizione della fede cristiana che scava a fondo, attingendo alla tradizione teologica con conoscenza e sicurezza.
La presente opera di Küng sulla giustificazione si colloca nella linea del dialogo tra teologie di diverse confessioni. La prima parte del volume mira a una lettura obiettiva di K. Barth; la seconda parte è lo sviluppo della dottrina cattolica sulla giustificazione fondato su una penetrante analisi delle definizioni e dichiarazioni infallibili del magistero.
«La chiesa è quello che è oggi soltanto perché ha saputo legare insieme continuità e discontinuità: ha saputo svilupparsi, per portare in modo sempre nuovo il vangelo nel suo presente. È questo il fine per il quale essa è inviata» Michael Seewald.
«Tracciando la storia della teoria sullo sviluppo dei dogmi, Seewald illustra sia la mutevolezza delle espressioni dogmatiche sia i diversi sforzi compiuti per comprenderle. La determinatezza del contenuto del dogma è qualcosa che continua a provocarci e indubbiamente richiede sempre nuove determinazioni, ma in definitiva corrisponde al fatto che il Dio di Gesù Cristo si è voluto determinare facendosi umano. E vale la pena rifletterci, proprio in un tempo stanco dei dogmi come quello che abitiamo» (Jan-Heiner Tück, Christ in der Gegenwart).
Descrizione
Indicando dei punti fermi, i dogmi hanno il compito di assicurare la trasmissione inalterata della fede nel corso del tempo. Ora, che il rapporto esiste fra vangelo e dogma? Anzi, che cosa s’intende per “dogma”: una dottrina fissa, definita una volta per sempre? Oppure un insegnamento vivo, realmente aperto allo sviluppo?
Nella storia del cristianesimo forse mai quanto oggi si è discusso di cambiamento. Di rado, però, si riflette su ciò che significa esattamente in senso teologico “sviluppo” – e sviluppo del dogma, in particolare. Eppure la chiesa è stata fin dal principio una comunità dinamica che ha cercato di annunciare il vangelo, nel mutare dei tempi e delle culture, in modo comprensibile. Altrettanto ricca è la tradizione, spesso dimenticata, di teorie dello sviluppo in campo dogmatico. Vale la pena, allora, disseppellire questi approcci e dar loro criticamente nuova vita.
La chiesa in passato è stata assai più capace di cambiare di quanto molti non siano disposti a concedere. Perché non dovrebbe essere capace di farlo anche in futuro?
Una riflessione interdisciplinare a più voci sul tema della salvezza. Il tema della Salvezza è di grande attualità in un mondo divenuto villaggio globale, nel quale le differenti visioni della realtà e del destino dell'uomo si confrontano. Che cosa ha di specifico la fede biblica e cristiana? Come proporre in modo convincente una dottrina della salvezza che renda giustizia ad affermazioni come: "Cristo è il Salvatore del mondo" (Gv 4, 42)? Come capire il valore universale della persona e del destino di un uomo singolo, per giunta crocifisso, quando la croce rischia d'essere ridotta a un simbolo confessionale? Il volume si articola in tre parti: l'Antico Testamento e il Giudaismo del secondo Tempio; il Nuovo Testamento; il pensiero teologico in dialogo con la cosmologia scientifica contemporanea. In appendice, la nota biobibliografica del biblista Rossé illustra il suo originale percorso e la ricca attività accademica.
Il male costituisce senza dubbio uno degli aspetti più sconcertanti e assurdi dell'esistenza. Esso coinvolge l'essere umano nella sua globalità, dall'ambito dei sentimenti al corpo, dalla sfera morale e religiosa a quella politica, dai rapporti col prossimo a quelli con l'ambiente. Ma se Dio, sommo Bene, ha creato ogni cosa, perché tanta malvagità? La risposta risiede nel peccato di Satana, che di sua libera iniziativa si ribellò a Dio sovvertendo l'ordine della creazione e diffondendo il caos nell'universo. Ma esiste davvero Satana e chi è esattamente? Qual è la sua natura e quali i suoi poteri? Renzo Lavatori affronta questi quesiti con puntualità e rigore, analizzando le fonti antiche e moderne e offrendo ai lettori una panoramica esaustiva sulle posizioni dei teologi contemporanei. Dall'incontro tra demonologia e antropologia scaturisce una comprensione della figura satanica che, paradossalmente, getta luce sulla complessità dell'essere umano. Attraverso lo studio di Satana si conferma la visione positiva dell'uomo, al centro della quale emerge l'opera del Cristo, il Verbo incarnato, morto e risorto, che mostra come il bene prevalga sul male, la vita sulla morte e il mysterium amoris sul mysterium iniquitatis.
Nell'ottica di Harnack il dogma è considerato dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. Il XVI, il secolo dell'"enorme rivoluzione", costituisce l'argomento del settimo e ultimo volume. Harnack vi illustra quelle che per lui sono le tre correnti moderne del dogma: il cattolicesimo tridentino, il socinianesimo e la riforma. Un terzo intero del volume è dedicato al protestantesimo e alla personalità e all'opera di Lutero, "il più conservatore degli uomini che frantumò la chiesa antica e diede un porto alla storia del dogma".
È impossibile, in senso stretto, comprendere la Parola espressa dalla Bibbia se non se ne è compreso l’equivalente oggi nelle nostre vite. […] La fede non è la chiamata a fare o dire le stesse cose di chi ci ha preceduto, ma a riconoscere in essi ciò che ci spinge, dall’intimo, a esprimerci in modo nuovo, a partire dalla nostra cultura.
Ecco un saggio affascinante per l’intenzione che lo anima di comprendere la risurrezione al cuore di un’epoca segnata dalla cultura scientifica, dall’individualismo e dalle preoccupazioni per l’ambiente. L’autore inizia col tracciare un ritratto della nascita del concetto di risurrezione, e dunque di un certo tipo di rapporto con l’aldilà, per giungere, al termine del suo itinerario, a riformulare la nozione di tale concetto e le sue relative implicazioni etiche per i cristiani di oggi. André Myre propone un’opera coraggiosa e libera, in cui fa appello contemporaneamente alle proprie competenze professionali e alla propria esperienza umana.
Costellata di espressioni evocative e di esempi tratti dalla vita quotidiana, quest’opera esigente e impegnata non potrà non scuotere le certezze dei lettori, provocando una riflessione sulla risurrezione cristiana.
ANDRÉ MYRE, biblista, ha insegnato esegesi alla facoltà di teologia dell’Università di Montréal per più di trent’anni. Ha partecipato alla Nouvelle traduction de la Bible edita nel 2001.
Il Dizionario di Teologia dommatica curato dal cardinal Pietro Parente e dal grande teologo monsignor Antonio Piolanti è un piccolo miracolo, un capolavoro di precisione e sintesi di duemila anni di teologia, storia, dommatica e morale racchiusi in una selezione accuratissima di centinaia di voci, che spaziano dai misteri più alti del cristianesimo alle sue più evidenti verità.
L’anima di quest’opera – pubblicata nel 1943 e che conobbe quattro edizioni, l’ultima delle quali nel 1957 – trae la sua ispirazione infallibile dalla Sapienza Evangelica, da quella dei coraggiosi Padri, da quella chiara, equilibrata e profonda di San Tommaso (a cui tutte le voci sono ispirate). Inoltre trae la sua forza dal magistero infallibile della Chiesa nei suoi Concili più rappresentativi: Nicea I (325), Costantinopoli I (381), Trento (1545-63), Vaticano I (1869-70) e dalle più grandi Encicliche dei Papi (in particolare quelle di Pio IX, Leone XIII, Pio X, Pio XI e Pio XII).
La concentrazione di questi imperituri elementi dell’operato umano sotto l’impulso della Grazia, sapientemente stilati in questo Dizionario, ha condotto ad un risultato di eccezionale valore.
Con le sue centinaia di voci ben organizzate, di grande precisione dottrinale e di eccezionale chiarezza espositiva, il Dizionario è utile per indagare le realtà profonde dell’ordine naturale (creazione) e quelle dell’ordine soprannaturale. Esso inoltre ripercorre, con un italiano perfetto, fatto di singole, concise, sobrie, semplici e brevi frasi la storia della Chiesa e le lotte condotte contro le eresie in campo teologico e filosofico. Mette ordine nelle voci riguardanti l’indefettibilità della Chiesa, il Magistero, i Sacramenti e il Corpo Mistico di Cristo, le quali dissipano, se studiate a fondo e senza paraocchi, gli equivoci che si son creati sulla natura della Chiesa anche in campo tradizionalista.
In tempi di modernismo redivivo e imperante, il “Dizionario Parente-Piolanti-Garofalo”, allineato con la perfetta ortodossia e con la migliore tradizione, vuole essere una guida attuale e sicura sul terreno storico, filosofico e dommatico contro le tendenze inquietanti della Nouvelle théologie.
Questo strumento di precisione millimetrica rappresenta un’arma imprescindibile per il cattolico. Un’arma per l’intelletto, nel combattimento dell’errore, e un’arma per lo spirito, nel conoscere – per amare – i doni di Dio.
Essendo poi il pregio fondamentale di questo Dizionario la sua grande accessibilità – avendo i suoi tre benemeriti autori lavorato per anni al fine di trascrivere in linguaggio intelligibile, per ogni persona di una certa cultura, l’alto e trascendente contenuto della filosofia e della teologia cattolica – se ne consiglia la lettura assidua ai laici (anche ai giovani) come ai consacrati.
«Il senso che la Chiesa, e l'appartenenza ad essa, riveste per il credente in Cristo, per il suo essere uomo e la sua salvezza è tutt'altro che scontato: verrebbe anzi da dire che è sempre meno scontato. Quale sia il motivo per cui, in altri termini, la salvezza si realizzi - pur in modo incipiente - in forma ecclesiale e perché il credere del cristiano sia strutturalmente un con-credere rimane quasi sempre questione inevasa. [...] La visione ecclesiologica di de Lubac resta a tutt'oggi, tra gli studi occidentali, una delle poche all'altezza di una tale fondamentale questione. Ciò è evidente quando si leggano i testi a carattere ecclesiologico del teologo di Lione in raffronto con gli altri suoi studi, soprattutto quelli sul soprannaturale: cosa assolutamente legittima e forse doverosa dal momento che, come ha notato un autorevole commentatore come Balthasar, in Cattolicismo c'era già in nuce tutto quanto si sarebbe sviluppato nella monumentale opera di de Lubac. In un tale orizzonte appare infatti evidente come esista, per così dire, un "aspetto sociale del soprannaturale": tanto più visibile quanto più si passi da una sua considerazione in termini formali a una sua lettura che ne rifletta la concretezza cristologica. L'uomo è creato non solo in una generica immagine di Dio, ma porta impressa in sé l'immagine del Viglio fatto uomo, dell'Unigenito che si è fatto il "primogenito di molti fratelli" (Rm 8,29): per questo non esiste altra vocazione umana che non sia quella alla filiazione divina e, dunque, alla fraternità con gli altri uomini. Il senso per il quale la Chiesa sia la forma incipiente della salvezza è rinvenibile quando si consideri che non esiste uomo se non in Cristo e, dunque, vocato alla filiazione divina e alla fraternità inter-umana. Per l'uomo essere è partecipare dell'essere di Cristo e dunque, co-essere con gli altri uomini, suoi fratelli. Si tratta di dimensioni fondamentali e in certo senso previe a qualunque altra riflessione ecclesiologica, su cui l'opera delubachiana può ancora beneficamente indirizzare.» (Dall'Introduzione di Roberto Repole alla Sezione terza dell'Opera Omnia)
L'Escatologia, la dottrina teologica sul futuro dell'uomo e dell'intero creato, comprende i seguenti temi: la morte, la vita dopo la morte, la risurrezione e la creazione nuova. Anche se si tratta di eventi o situazioni futuri, magari ancora molto lontani, essi dispongono di un'importanza fondamentale per comprendere l'esistenza terrena perché il presente riceve la sua direzione dal fine. Come risposta teologica alla domanda umanissima sul futuro, l'Escatologia si basa di verità di fede sulla Creazione e soprattutto sulla Cristologia. Queste verità giungono al pieno sviluppo soltanto alla fine della vita di ogni singola persona umana e alla conclusione dell'intera storia.
"È senz'altro sintomatico, e decisamente promettente, il fatto che oggi la teologia cattolica, alla ricerca di un nuovo equilibrio e di un nuovo slancio che le permetta d'interpretare con pertinenza e impatto performativo le molteplici sfide proposte dal cambiamento d'epoca che stiamo attraversando, faccia ricorso al classico assioma gratia supponit naturam. In effetti, nella sua icastica sinteticità, esso esprime il cuore dinamico dell'intelligenza evangelica della realtà. Ma che cosa significa e comporta, in verità, questo assioma e quali ne sono l'origine e la storia? Il grande merito del magistrale e per molti versi teologicamente strategico saggio di Simone Billeci è quello di rispondere con oculata documentazione e competente cognizione di causa a queste domande assumendo come ideale chiave interpretativa la teologia di un maestro come Joseph Ratzinger, evidenziandone così ancora una volta - se ve ne fosse bisogno - lo spessore e la lungimiranza." (dalla «Prefazione» di Piero Coda)