
In questo volume voci diverse per ambito tematico e cronologico, oltre che per metodo, si misurano con un tema difficile, che attraversa la storia di genere aprendosi a nuovi spazi di indagine lungo le vie del sacro. I contributi raccolti coprono un orizzonte assai vasto, che pone nuove domande su cesure e continuità storiche nell'ambito dell'Europa cristiana, dal tardo antico all'età contemporanea. Nel percorso si incontrano persone e immagini, donne che agiscono in carne e ossa e al tempo stesso riflettono la loro cultura di appartenenza: vengono restituite le vicende di badesse, mistiche, fondatrici di movimenti religiosi, donne che scendono sui campi di battaglia veri e propri o in quelli della politica. Ne risulta illuminata la complessità e la ricchezza dell'esperienza femminile, il cui ruolo si muove tra uno specifico carisma e il trovar posto negli edifici concettuali e sociali della tradizione cristiana.
Una guida storica per la scoperta del volto attuale di Roma, che viene a colmare un vuoto di memoria sul suo recente passato e costituisce un decisivo contributo per vivere il presente con consapevolezza e per ricavare con chiarezza orientamenti utili alla costruzione del prossimo futuro della Chiesa diocesana di Roma. ''Se ne sentiva la necessità. È una accurata, affidabile ricostruzione storica dell'identità della Chiesa locale di Roma e della configurazione della città fino ai nostri giorni, a partire dal 1870 con la fine dello Stato Pontificio e con la scelta di Roma come capitale del nuovo Stato italiano.'' Dalla Prefazione del card. Angelo De Donatis.
Sulla base di 9600 schede provenienti dagli archivi vaticani e finora inedite, il volume presenta tutti i tentativi dei vari poteri politici del '900 di sopprimere la fede cristiana: dal genocidio degli armeni nel 1915 fino ai massacri di Timor Est del 1999, passando per il comunismo bolscevico, il nazismo, i regimi dittatoriali dell'America latina, le tragedie dell'Africa, l'oppressione dell'Islam integralista. Il bilancio complessivo si aggira attorno ai 5 milioni di morti, uccisi esplicitamente per la loro adesione alla fede cristiana. Sono i Nuovi Martiri.
Due persone molto diverse s'incontrarono nell'agosto 1968 ad Istanbul, crocevia di storie e mondi: il professore francese, Olivier Clément, quarantasette anni, e il patriarca ortodosso di Costantinopoli, Athenagoras, ottantadue anni, vissuto tra l'Oriente ottomano e nazionalista, gli Stati Uniti e infine la Turchia. Il motivo era un'operazione editoriale. Ma fu un incontro da cui scaturì un messaggio che parla ancora oggi. Sullo sfondo la "rivoluzione" del '68. Nel colloquio affiorano molte domande sul futuro del mondo, sul cristianesimo in un tempo non più religioso o religioso in modo diverso. Oriente e Occidente si parlano. In queste pagine si ripercorrono anche le storie dei due personaggi. Dal loro intreccio, sgorga un messaggio di umanesimo spirituale. Quale futuro per il cristianesimo, l'Occidente e l'Oriente alle prese con l'Islam? Stupisce l'emergere, durante la guerra fredda, della percezione dell'aurora di un mondo globale. Per me, scrivere questo libro è stato immergermi in una vicenda personalmente rilevante. La mia esistenza di giovane (allora) e di credente è passata attraverso il '68, le sue discussioni e crisi. Nel clima del Vaticano n, ho sentito come il cristianesimo dovesse rivolgersi di più ad Oriente. Incontri, letture e l'attrazione verso figure e luoghi. Tra questi, Istanbul e Athenagoras, e poi l'amicizia con il suo "biografo", Clément, pensatore originale e cristiano profondo. C'è in queste pagine un'indicazione - quasi la mappa di un itinerario - per il cristianesimo, diviso, investito dalla secolarizzazione e poi dalla globalizzazione, bisognoso di un ressourcement alle radici. Non la fuga in un fortilizio della fede o dei valori tradizionali, ma l'assunzione delle fratture del nostro tempo. Oggi si comprendono meglio le idee e le indicazioni suggerite dalle storie dei due personaggi e dai lontani colloqui del 1968.
Paolo VI è stato l'ultimo papa italiano. Il suo successore, Giovanni Paolo i, ha governato la Chiesa per poche settimane. E il 16 ottobre 1978 venne eletto Karol Wojtyla, primo papa non italiano da più di quattro secoli. Giovanni Battista Montini è stato un papa immerso nella storia d'Italia: ne ha vissuto le vicende con intensità a partire dal suo ambiente bresciano fin da giovane, percependole anche come sfide alla Chiesa. Si è insistito sul «genio italiano» di Montini non per ridurlo ai confini nazionali, ma per sottolineare la vicenda di un papa italiano che realizza un'apertura al mondo dopo il Vaticano II, non solo con i viaggi, ma con gesti, riforme e decisioni importanti. Questo volume non vuole essere una biografia di Montini. Si vogliono approfondire alcuni aspetti decisivi della sua storia personale e del suo governo: insomma, cogliere il suo «genio italiano» al servizio di quell'«internazionale» particolare che è la Chiesa cattolica. Giovanni Paolo II, pur con la sua storia lunga e particolare, si pose in forte continuità con papa Montini, con cui, tra l'altro, il card. Wojtyla ebbe un rapporto molto profondo. Un passaggio decisivo per capire il cattolicesimo tra il XX e il XXI secolo è, quindi, provare a comprendere meglio Giovanni Battista Montini.
Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant'Egidio che conobbe e collaborò a lungo con il papa polacco, ricostruisce in queste pagine, basandosi su documenti e testimonianze anche inediti, la storia del pontefice che ha cambiato il mondo e la Chiesa. Un viaggio nella vita di Karol Wojtyla dalla vocazione alla luminosa testimonianza della sua malattia, ma anche attraverso le vicende che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo, per comprendere appieno la carismatica figura del Pontefice. "Giovanni Paolo II veniva da un popolo sofferente, quello polacco, sottoposto a tante prove nella sua storia. Da questo popolo sofferente, dopo tante persecuzioni, si sviluppò la forza di sperare. L'ho visto sofferente, ma mai triste. Egli, fin dall'inizio del suo pontificato, parlava di un nuovo Avvento. Sperava che, nella storia, si affermasse un tempo di gioia del cristianesimo" (Benedetto XVI, da un colloquio con Andrea Riccardi)
"In questo nostro mondo, dove tutto è mercato e dove si sopprimono gli spazi del gratuito, la vita cristiana, ma soprattutto quella religiosa, rappresenta la rivolta del gratuito. Vivere non per accumulare, ma per donare gratuitamente, mostrando che c'è più gioia nel dare che nel ricevere: questo è il contrario dell'adattamento allo spirito del tempo."
Il "partito romano" ha una storia a cavallo tra la politica italiana, la Chiesa e la Curia romana. Per Alcide De Gasperi si tratta di una lobby ecclesiastica con cui fare i conti per la creazione e la conservazione del sistema politico da lui realizzato. La visione del "partito romano" è fortemente bipolare, critica verso il centrismo e il parlamentarismo degasperiano. In sostanza corrisponde a quella che è la geopolitica di una parte consistente della Curia romana, ben espressa dal card. Ottaviani: lo scontro epocale tra la Chiesa e l'"antichiesa", tra cristianità e comunismo. La storia del "partito romano" è la vicenda dell'opposizione alla politica degasperiana, ma anche dell'antagonismo con Giovanni Battista Montini, Sostituto della Segreteria di Stato con Pio XI e Pio XII e, dal 1954, arcivescovo di Milano, considerato il maggior sostegno in Vaticano del leader democristiano. Questo prelato rappresenta una visione riformista della Chiesa e milita per un rapporto meno conflittuale con il mondo contemporaneo. Non è l'avversario dei "romani" solo da un punto di vista politico, ma lo è principalmente nella vita della Chiesa. La prima edizione di questo volume, apparsa nel 1983, ricostruiva questa vicenda dalla fine della guerra mondiale sino al 1954, anno della morte di De Gasperi e del trasferimento di Montini a Milano.

