
Una storia dei molteplici percorsi in cui il concetto religioso di Gloria assume precise funzioni estetiche, antropologiche e di rappresentazione sociale e politica, contribuendo alla creazione di nuovi linguaggi e narrazioni, e di nuove pratiche religiose e culturali.
In queste pagine la spiritualità del Movimento dei Focolari viene presentata in prospettiva storica. Attraverso l'analisi del "racconto della storia delle origini" a Trento, durante la seconda guerra mondiale, e il confronto con la testimonianza biblica, la storia di "alleanza" vissuta da Chiara Lubich e dalle sue prime compagne viene proposta come chiave ermeneutica per comprendere l'evolversi della spiritualità dell'unità all'interno della Tradizione cristiana e la realtà di comunione che essa media nel mondo di oggi, anche oltre i confini di specifiche appartenenze religiose. Narrazione e memoria scandiscono i fondamenti e l'orizzonte del carisma, nel riferimento a Dio incontrato come Amore, alla Parola, a Gesù Abbandonato, all'Eucaristia, a Maria, a "Gesù in mezzo" a noi, che continua a operare in questa storia. Narrare e ricordare, nella fedeltà alle origini, diventa anche aiuto significativo per carismi antichi e nuovi nella Chiesa.
Comunione e Liberazione nasce nella Milano degli anni '50 per opera di don Luigi Giussani. Il progetto religioso e il modello associativo che man mano prendono forma si distaccano nettamente dalle altre forme di associazionismo cattolico dell'epoca e puntano a coniugare esperienza interiore e visibilità esteriore. Dalla figura carismatica del fondatore alle strutture organizzative, dalla Compagnia delle opere alla scuola di comunità e ai momenti di festa collettiva: il volume ci parla di tutto questo con un occhio attento non solo a quello che CL è per chi vi aderisce, ma anche per il ruolo che ha giocato negli ultimi cinquant'anni di storia del nostro paese.
“La Città del Vaticano colpita da Bombe”: è il titolo con cui L’Osservatore Romano di domenica 7 novembre 1943 informa il mondo delle bombe sganciate sul territorio della Città del Vaticano, alle ore 20 e 10 minuti del 5 novembre 1943, esattamente 67 anni or sono. Il drammatico evento, sconosciuto ai più, è stato ricostruito non solo attraverso le immagini di un inedito reportage fotografico, ma anche attraverso la cronaca contenuta in alcune pubblicazioni dell’epoca: L’Osservatore Romano, La Civiltà Cattolica, Il Messaggero, Inter Arma Caritas, L’Attività della Santa Sede, Actes et documents du Saint Siège à la seconde guerre mondiale (1965), Acta Apostolicae Sedis (1943), Le Saint Siège et les victimes de la guerre janvier - decembre 1943 (1975), L’uomo e il pontificato (1876-1958) oltre a informazioni e testimonianze di personaggi del mondo ecclesiastico e civile, deceduti e viventi.
Catalogo della mostra promossa dalla Società San Paolo in collaborazione con il museo nazionale di Castel S. Angelo
a cura di Giancarlo Rocca
Negli Ordini e negli istituti religiosi l’abito fu innanzitutto un’espressione di povertà, di cui i religiosi facevano professione mediante voto.
In seguito si intese dare anche un significato spirituale all’abito religioso, attribuendo ai singoli elementi che lo componevano un richiamo ascetico e spirituale.
L’abito faceva riconoscere il religioso dalla gente e lo poneva alla sua attenzione. Nello stesso tempo si trattava di qualcosa di «effimero», in quanto l’abito religioso esprimeva usi e tendenze della società contemporanea con tutto quello che di effimero poteva presentare.
Di qui si spiega la varietà degli abiti lungo i secoli e la loro drastica semplificazione adottata dopo il concilio Vaticano II.
Una biografia essenziale del ":Papa Buono":, un invito a proseguire e ad approfondire la conoscenza di una figura fondamentale del Ventesimo secolo. Abbondante l'apparato fotografico.
Il testo raccoglie i documenti ufficiali del Concilio Vaticano II riguardanti la Chiesa, il popolo di Dio, i laici...
«Ritornare a Trento non è certo per noi guardare nostalgicamente al passato, a quel passato, aggrappandoci a tradizionalismi sterili. Per noi studiosi trentini significa piuttosto mantenere vivo un mandato che la storia ci ha affidato, quello di tornare sui luoghi, le persone, le idee tridentine che sono state determinanti per lo sviluppo della storia e della teologia, non per una sterile riproposizione, ma per una conoscenza e un'indagine più approfondita che permettano di comprenderne la genesi, l'evoluzione, entrare nell'elaborazione del pensiero per sfuggire alle semplificazioni e ritrovarne le piste più feconde per continuare a fare teologia oggi. Guardare indietro, ritornare, non è necessariamente rimpiangere o riproporre alla stessa maniera; può essere anche (ed è il nostro intento) ripercorrere le strade che hanno fatto sì che in un determinato tempo e in un determinato luogo sorgessero quelle domande e quelle risposte che hanno portato la storia religiosa - e non solo -, la storia europea - e non solo - in una certa direzione, fino all'oggi». Il volume presenta gli Atti del convegno dello Studio Teologico Accademico Trentino Ritornare a Trento. Tracce agostiniane sulle strade del Concilio Tridentino, Trento, 2-3 marzo 2015.