
Un giovane prete della provincia di Catanzaro ha iniziato durante il lockdown a trasmettere su Youtube e Instagram le sue messe e alcune preghiere e riflessioni, per accompagnare i fedeli durante un periodo buio. Con una rapidità impressionante don Francesco Cristofaro ha costruito attorno a sé una comunità di fedeli ispirati dal suo modo limpido di parlare di temi religiosi e di raccontare le storie esemplari di molte persone che non hanno voce. In questo libro don Francesco traccia un percorso per aiutarci a comprendere la ricchezza che la speranza è in grado di portare nelle nostre vite e come cercare di alimentarla e nutrirla coltivando la preghiera e la gratitudine, e scegliendo il sorriso e l'amore come fiaccole sulla strada. Accanto alle vicende celebri e illuminanti dei santi Padre Pio, Giuseppina Bakhita, Gabriele dell'Addolorata e del beato Carlo Acutis scopriamo così alcune storie di persone comuni mai raccontate prima: le vite coraggiose, drammatiche e piene di speranza della piccola Silvia Tassone, di Angela Trevisan, di Maria Assunta Frustagli, e di Giuseppe Armeli Moccia sono grandi esempi di resilienza e fede, capaci di portare nei nostri cuori gioia autentica per la vita e di accendere quella scintilla della speranza che stiamo cercando. Un viaggio nel potere della preghiera, della gratitudine, del sorriso e dell'amore.
Questo libro cerca di comprendere gli eventi che caratterizzarono il lungo e travagliato episcopato di Mons. Luigi Sodo, vescovo della diocesi di Telese o Cerreto dall'estate del 1853 fino alla sua morte nel 1895. Rifuggendo da qualsivoglia intento celebrativo e apologetico, si tenta di inserire la sua esperienza nel quadro generale dei delicati rapporti venutisi ad instaurare, nel corso del XIX secolo, tra la gerarchia ecclesiastica del Meridione d'Italia e le nuove istituzioni sorte in seguito all'affermazione dei principi liberali, al crollo del regime assolutistico borbonico e alla nascita del nuovo Stato unitario. A tal fine si procede a tracciare un quadro sintetico della situazione politica ed ecclesiale che è andata formandosi in Italia in quel particolare clima di instabilità e di fermento che caratterizzò gli anni che vanno dalla fine del secolo XVIII alla seconda metà del secolo XIX.
Il presente libro narra di Barnaba Luigi Chiaramonti, che alla morte di Pio VI, fu eletto papa e prese il nome di Pio VII. Di Pio VII è stata avviata di recente la causa di beatificazione. La ragione dell'attenzione alla figura di Pio VII va ricercata principalmente nella sua santità, il quale già in vita era venerato come vero uomo di Dio. Egli ha saputo stare al timone della Chiesa in un momento storico tra i più difficili della sua storia (1800-1823).
Gli abitanti del Vecchio e del Nuovo Mondo entrarono in rotta di collisione a partire dal fatidico 1492. Con l'avvento dei Conquistadores e il tentativo di conversione degli Indios, che spesso nascondeva la volontà di una loro sottomissione, gli europei eseguirono una sentenza di morte ai danni delle civiltà americane. Ma esisteva davvero un solo modo - cruento, impari, ingiusto - perché le due parti dell'umanità organizzassero la loro convivenza: l'una come dominatrice e l'altra come dominata? Luca Crippa risponde a questa domanda a partire dell'esperienza che, tra il 1609 e il 1768, i gesuiti realizzarono in una vasta area compresa tra i fiumi Paraná e Uruguay, una formula di organizzazione sociale alternativa al sistema coloniale di sfruttamento della manodopera indigena. Si tentò, lì, di cristianizzare gli Indios, e di farlo nel modo "giusto": fu un'occasione mancata o una pia illusione? E perché fallì?
Giordano Bruno non voleva porre limiti alle proprie domande, alle proprie intuizioni, alle proprie aspirazioni, alle proprie frequentazioni intellettuali, a una visione d'insieme del sapere amplissima, addirittura illimitata. Le idee di Bruno ci possono apparire superate, ma la sua volontà di comprendere, studiare, stupirsi dovrebbe contagiarci e farebbe bene a tutti i protagonisti della cultura contemporanea. Cercheremo in questo libro di seguirlo, senza farci abbagliare dalla sua vanità, dal fortissimo amor proprio, dall'opportunismo, dal senso di totale autonomia nei confronti di un mondo in cui sapeva muoversi, ma che non amava.
"Napoleone e i suoi due papi" propone al pubblico un punto di vista originale sul personaggio Bonaparte: la sua visione della religione - anche nella vita privata - e i suoi rapporti con la Chiesa cattolica e con i due papi che la guidarono negli anni del suo potere: Pio VI, che nel 1798 i francesi cacciarono da Roma e costrinsero a morire in esilio in Francia e Pio VII, che fu prigioniero di Napoleone dal 1809 al 1814. Per la Chiesa, furono anni di aperta persecuzione, con la requisizione forzata di beni ecclesiastici, la dispersione di interi ordini religiosi, la chiusura dei conventi, la nomina di vescovi fedeli al sovrano francese. Tutto questo meritò a Napoleone il titolo di "Anticristo"... che egli meritò ampiamente.
La prova della verita della fede cattolica, fondata sul Vangelo e creduta dai primi cristiani e dai Padri della Chiesa.
Questo quaderno cerca di dare delle risposte alla mancanza di sviluppo nei Paesi poveri. La mancanza di sviluppo nei Paesi poveri è soltanto colpa dell'egoismo degli occidentali? O delle crisi economiche mondiali? Oppure esiste un problema culturale che riguarda la concezione della vita e della morte, e la visione dell'uomo, che i popoli del Terzo mondo devono affrontare e risolvere se vogliono uscire dalla miseria? L'autore, alla luce della sua esperienza missionaria, tenta di rispondere a tutte queste domande.
Un approccio essenziale e introduttivo al tema appassionante della credibilità storica dei Vangeli. Dopo una breve ricostruzione degli attacchi alla storicità da parte della Scuola critica, l'autore analizza i motivi di credibilità e la natura della storicità dei Vangeli, attraverso l'esame dei testi, della predicazione e delle opere di Gesù e degli Apostoli.
Cosa ci attende dopo la morte? Che cosa è il giudizio particolare, cui l’anima va incontro appena lascia le nostre spoglie mortali? E in cosa consiste il giudizio universale, nel quale Dio giudicherà tutti gli esseri umani alla fine del mondo? Le realtà del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno, delle quali oggi quasi nessuno più parla, sono esaminate in queste pagine di facilissima lettura attraverso la dottrina della Chiesa cattolica.
Un Quaderno di straordinaria utilità, per ricordare che siamo già incamminati verso la vita eterna e che siamo stati creati da Dio con l’imprescindibile dovere di fare di tutto per guadagnare la felicità senza fine del Cielo ed evitare la disperazione della dannazione eterna.
L'Autore, uno dei massimi esperti mondiali di Dottrina sociale della Chiesa, analizza il magistero di papa Francesco incentrato sulla Dottrina sociale della Chiesa.
Tutti abbiamo un'idea di Giovanna d'Arco. Probabilmente, come accade alle icone, tutti abbiamo una nostra Giovanna d'Arco. Un volto cinematografico, un simbolo, un modo di portare i capelli o vestire, un'idea di rivoluzione, giovinezza e martirio. Attraverso gli atti del processo e grazie a cronache, lettere e dichiarazioni coeve, in questo testo assistiamo alle intemperanze, ai racconti e alle parole - sempre semplici, sempre dirette - di una donna molto giovane che suscita ammirazione e, talvolta, soggezione in uomini più grandi e più importanti di lei, cavalieri e titolati che hanno un piede già impigliato in quella corda della Storia che va sotto il nome di guerra dei Cent'anni. Questa Giovanna d'Arco non è ipotesi, è persona; il libro non contiene una attualizzazione, ma documenti d'archivio tradotti dal francese e dal latino, e tuttavia la sua struttura è analogica e non cronologica: ciò autorizza chi legge a pensare e seguire Giovanna d'Arco anche come una ragazza di oggi, sola contro un sistema di uomini che la valuta, la imbecca o tenta di intimorirla. E questo, oltre alla bellezza e alla forza sorprendente dei testi, è il motivo per cui oggi ripubblichiamo, in una versione completamente rivista e aggiornata, Il processo di condanna di Giovanna d'Arco - perché non bisogna chiedere il permesso a nessuno per intraprendere una battaglia.