
Ateo, anarchico, surrealista. Ma anche ebreo. Così si definisce Arturo Schwarz. In queste pagine dimostra come proprio nell'ebraismo, vissuto nella sua dinensione esistenziale e filosofica, sia possibile trovare le radici del suo atteggiamento e della sua filosofia di vita. Il rifiuto del principio di autorità, inteso impostazione di tipo statico e irrazionale, ma anche la brama di conoscenza, il rispetto del diverso e della natura, l'anelito di giustizia e il diritto alla felicità, il ruolo salvifico e iniziatico della donna, trovano tutti il loro fondamento nella Bibbia, nel Talmud e negli scritti dei cabbalisti. Del resto, come sottolinea nella sua prefazione Giuseppe Laras, di tipi come Arturo Schwarz, fra gli ebrei, ce ne sono parecchi; non solo, ce ne sono stati sempre. In apparenza paradossale e provocatorio, il testo ci guida così alla ricerca del senso più autentico e prezioso del vivere.
Seduto sulla spiaggia di Mumbai, una sera d’estate, l’autore racconta al suo amico indù il suo incontro con il Cristo e riscrive il Vangelo facendo rivivere il messaggio di Gesù per l’oggi. Ecco che frasi di un tempo, rivolte ai farisei, oggi vanno a bersaglio contro cattedre e gerarchie, pulpiti e troni. E i lebbrosi e i ciechi di prima, oggi sono avviliti da tutt’altri morbi e sono bisognosi di più impegnative cure. Oggi il tocco di grazia e di passaggio di Gesù non può bastare; si deve trasformare in disciplina quotidiana di servizio, aperto giorno e notte. Servono sentinelle senza sonno.
Gennaro Matino, (Napoli 1956) è parroco e docente di teologia pastorale nella sua città. Da sempre impegnato nella ricerca del dialogo con la differenza, sostiene un rinnovamento ecclesiale che passi attraverso linguaggi religiosi nuovi comprensibili all’uomo di oggi. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Parrocchia e preghiera (1990); Abbà, Padre (1992); Aspettando Pasqua (1993); Le strutture pastorali della Chiesa locale (1996); Anno 2000, Giubileo e conversione (1997); Una parrocchia tra memoria e profezia (2000); Abelardo: l’intuizione della coscienza (2000); Nostalgia di cielo (2003); La tenerezza di un Dio diverso (20043); La parrocchia: una fontana senza più acqua? (2004); Aspettando Natale (20042); con Erri de Luca, Mestieri all’aria aperta (2004); Avverbi in preghiera (2005).
Non si può guardare un figlio e pensare alla morte.
Lettera di una mamma al suo bimbo che vuole guarire.
Abbiamo fatto tutto quello che poteva essere fatto.
Ma ho solo una cosa in testa stasera.
E la devo dire, per una volta. La voglio dire.
Perché è il motore di tutta la mia esistenza.
Io voglio solo che mio figlio viva.
Non desidero altro.
È questo il lieto fine che voglio per noi. Maria Giovanna
Cosa passa nel cuore e nella mente di una mamma quando le dicono che suo figlio Nicola, di un anno di età, non ha una fastidiosa influenza, ma la leucemia? Cosa si prova nei lunghi mesi di segregazione in ospedale, quando la speranza di guarigione si alterna con l’attesa, la paura, il dolore innocente? E quando arriva il momento del trapianto di midollo, e bisogna aspettare, aspettare?
Brevi meditazioni sull'enigma della vita, proposte da un grande biblista.
La luce, il mistero della Parola, le feste... temi fondamentali della fede ortodossa da uno dei massimi maestri di teologia e spiritualità ortodossa.
"Profetici" è l'aggettivo che più adeguatamente può qualificare i venti articoli qui presentati, scelti nella lunga lista di quelli che Maurice Bellet ha scritto per la rivista Christus dal 1965 al 1985. Primo collaboratore non gesuita in seno alla rivista, attento e lucido osservatore, protagonista appassionato e talora sognatore, è stato in prima linea in tutti i dibattiti di quegli anni cruciali, di cui si comincia forse solo oggi a raccogliere i frutti. La fede nel Cristo-Vangelo, per usare le sue parole, ci fa "passare per il fuoco". È una prova che conduce, in una sorta di notte, a una purificazione come quella di cui parlano i mistici. Per questa strada è possibile arrivare, nell'interiorità, all'esperienza del non-credente e crescere in umanità mantenendosi fedeli alla Vita.
Alla luce della psicologia del profondo, della tradizione cristiana e della meravigliosa ricchezza della lingua ebraica, il libro dell'Esodo, che per molti poteva costituire niente più del racconto leggendario dell'uscita dall'Egitto del popolo ebraico, si rivela in queste pagine essere invece un autentico libro per la vita. Le cifre divengono simboli, le parole e i nomi rivelano tesori di senso: così le dieci piaghe che si abbattono in successione sul paese d'Egitto per obbligare il faraone a lasciar partire il popolo ebreo sono per l'uomo altrettante prove o passaggi sul cammino della propria liberazione, nell'esperienza della pasqua interiore.
Una antologia di battute fulminanti, paradossali, a volte segnate dall'eccesso, ma che hanno una incisivita' straordinaria. Una raccolta di 1051 aforismi e pensieri folgoranti di due autori le cui battute sono celebri e vengono citate soprattutto per la loro forza paradossale: Oscar Wilde (1854-1900) e Nicolas Gomez Davila (1913-1994). Una antologia che aiuta a rinnovare il linguaggio nella predicazione, nella riflessione, per essere piu' incisivi e provocanti.
L'autore, come in tutti i suoi testi, si sofferma sulla necessità di costruirsi una personalità armonica. Una armonia tra le componenti fisiche e psichiche senza trascurare la parte spirituale. Perciò, il rispetto del corpo, l'ascolto del corpo. E poi le paure da superare nelle situazioni della vita. La vita vista come viaggio, con tutte le incognite da superare (alla maniera dei viaggi iniziatici). E tutte le cose hanno un senso perché Dio è in ogni cosa, in tutte le vicende umane.
Raccolta di riflessioni di Mons. Leuzzi, direttore dell'ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma e segretario della Commissione Universita' del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa.