
Brevi spunti ricchi di sapienza biblica e umana per il recupero del vivere "fuori moda" rispetto alla fretta di oggi: l'arte del perdono e della perseveranza, l'arte di "non sapere" come quella di "aspettare". Il "Ravasi portoghese" elogia la lentezza. È un "riscatto del tempo" che punta a una migliore qualità di vita.
Consolare chi soffre è uno dei gesti più rivoluzionari che la fede cristiana richiede. Ci domanda di mobilitarci tutti per lottare contro ogni ingiustizia. La vera solidarietà si vede anche nelle lacrime.
Chi manca del necessario ha diritto a pane e dignità: la carità è un atto di giustizia verso i poveri, assetati di fraternità. Si può vivere per donare agli altri oppure rinchiusi nel proprio io. A noi decidere quale strada prendere. La nuova collana EMI "Fare misericordia" per il Giubileo della misericordia.
Chi è senza vestito (per metafora, dignità) ci domanda una restituzione: la giustizia che spetta a ogni persona.
Dare un vestito, riconoscere dignità, non è offrire quel che «ci avanza» ma lasciarci coinvolgere nel destino altrui. Come ha fatto il samaritano del Vangelo.
Le opere di misericordia per un cristianesimo semplice
È un'opera ardua da praticare per le difficoltà che il carcere impone. Ma un'amicizia con chi è "dentro" genera gratuità, l'essenza di Dio. Papa Francesco ce lo insegna: noi siamo "fuori" solo perché più fortunati nella vita.
In che modo vogliamo trattare la morte? Come a Porto Cervo, la città snob dove non esiste un cimitero? Oppure come nel Sud Tirolo dove il camposanto è al centro di ogni paese? Ciascun lutto ci chiede la misericordia della prossimità.
È proprio un male dubitare? O è il primo passo verso la verità? Se non è mancanza di fiducia, il dubbio fortifica il sapere e la fede. Aiutare a fare discernimento: anche questa è misericordia. Per farlo serve un’umiltà costante.
Le opere di misericordia per un cristianesimo semplice.
Colui che fa una correzione non può sentirsi superiore all'altro. Gesù ammoniva a tavola, il luogo simbolo dell'amicizia: la sua misericordia converte Zaccheo. Ammonire chi sbaglia significa amare il prossimo senza un perché.
Il vicino rumoroso, il collega scorbutico, il povero che ci "provoca" a cambiare. La sopportazione dei molesti non è mera tolleranza, bensì l'accoglienza calorosa e fraterna di un'alterità che ci interpella. Dio è colui che per primo ci sopporta.
Perché domandare a Dio il bene se sappiamo già che egli è buono? Preghiamo per noi e per gli altri anche per ricordarci che non siamo dèi. Chiedere è fare relazione con Dio, in solidarietà con il mondo, dentro orizzonti di pace.
Per troppo tempo, infatuato soprattutto dal pensiero utopico, l'uomo occidentale si è perso dietro a modelli costruttivisti che sono stati la negazione completa delle società aperte. Queste pagine ripercorrono un itinerario a lungo dimenticato, quello dei diritti, partendo da quella prima formulazione romana che, non a caso, sarà alla base di speculazioni come quelle di Montesquieu, Vico e altri, che hanno gettato le premesse di quei sistemi liberali nei quali, pur tra tanti problemi, abbiamo la fortuna di vivere. Il testo ripercorre il tormentato cammino delle società aperte che, tra mille difficoltà, sono alla fine riuscite ad affermarsi in alcuni paesi dell'Occidente mostrando quanto sia delicata la libertà e come sia necessario difenderla.
Con uno stile scherzoso, ricco di humor, che trova un vivace contrappunto nelle illustrazioni, l'Autore offre spunti seri di riflessione per rianimare" la fede in coma e sostenere la fede viva. "