
"La malattia mentale è una grossa sfida per il nostro mondo. Oggi vogliamo essere forti, i deboli vengono schiacciati. In realtà siamo nati tutti nella debolezza e moriremo nella debolezza. La nostra parte più debole ha qualcosa da dirci. in ascolto di coloro che rifiutiamo, dei più vulnerabili, impariamo ad ascoltare anche la vulnerabilità che è in noi. Loro, essa, ci prendono per mano per portarci dalla paura alla relazione" (Jean Vanier)
Il volume dà la parola alle domande di Giobbe: domande urlate che tirano fuori tutto il dolore dell'uomo e tutto il dolore del mondo. Domande di allora e di sempre, che tornano ad interpellare la coscienza delle donne e degli uomini di oggi.
L'attimo presente è un elemento chiave della vita spirituale, sia nel cristianesimo che in altre grandi religioni. Forse perché, di fronte all'inarrestabile Russo del tempo, lo si è scoperto come un argine, una pausa d'arresto, un aiuto. A contatto con la spiritualità di Chiara Lubich, non vi è chi non sia stato grandemente aiutato dal vivere il presente, così come da lei proposto e illustrato in vari modi. Di qui la presente raccolta di sue riflessioni e suoi suggerimenti in un libro di agile consultazione, utile a quanti, alle prese con le strettezze e le ambasce della vita, sentono in qualche modo il bisogno di "fermare il tempo", in una sorta di "time-out" esistenziale, per ritrovare se stessi o il proprio progetto di vita.
Tredici anni in carcere, di cui nove nel più assoluto isolamento, a causa della fede. Anni che, poiché vissuti nella grazia della presenza e dell'amore di Dio, sono stati di luce straordinaria. A rischio della sua stessa vita, clandestinamente, François Xavier Nguyen Van Thuan mette per iscritto brevi pensieri, frutto della sua esperienza personale, che successivamente, tornato in libertà, correda con passi della Scrittura e dei documenti del Concilio Vaticano II. Il presente volume raccoglie quei pensieri che tematizzano le virtù cristiane, di cui lui stesso è stato testimone coraggioso e coerente.
Dal vasto patrimonio di scritti e discorsi di Chiara Lubich testi, anche brevi, scelti e ordinati secondo un paradigma da lei adottato negli ultimi anni. "Amare tutti", "Amare per primi", "Amare come sé", e così via. Un'originale serie di punti di genuina derivazione evangelica che ben a ragione l'Autrice definisce "arte di amare", perché armoniosa sintesi delle esigenze dell'amore come pure richiamo al concetto di esercizio, sforzo continuo per renderlo realtà viva e operante. Colpisce, in questi pensieri, una gradevole essenzialità di linguaggio, segno di un vissuto che non necessita di molte parole, e una totale adesione all'insegnamento di Cristo che ne fa scoprire le molte anche inopinate applicazioni allo svolgersi dei rapporti umani. Di rilievo il riconoscimento dell'amore quale valore universale, presente nelle più grandi religioni del mondo con la cosiddetta "regola d'oro": "Fa' agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te". E non solo. Ché esso lo si ritrova pure in persone senza alcun riferimento religioso ma spesso attente e operose nella linea della "fraternità universale". Un libro quasi piccolo vademecum e ausilio per il quotidiano, per rispondere alla più alta vocazione dell'uomo, che è quella all'amore. Nella certezza, come dice san Paolo, che: "Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: "Amerai il prossimo tuo come te stesso".
«L'odierna civiltà occidentale ha rimosso la morte, certa di un'esistenza terrena ormai infinita. La pandemia del Coronavirus ha obbligato tutti a vedere e incontrare la morte, anzi ha costretto l'umanità a pensare ad essa e a sostare davanti ad essa. Il presente sussidio, con 31 meditazioni, intende offrire un itinerario di riflessione "controcorrente" circa l'esperienza del distacco dai propri cari e dalla casa comune, che ci ospita tutti. La prospettiva di fondo è la fede in Cristo crocifisso e risorto, che illumina il mistero di ogni persona umana. Alla fine, la scelta decisiva e non eludibile: o la vita, terminando nel nulla, è destinata al fallimento totale oppure essa è un pellegrinaggio che, per quanto faticoso, ha una meta appagante». (dall'introduzione)
Viviamo oggi nella società più sicura e tutelata di sempre. Eppure, mai come oggi siamo assillati da preoccupazioni, ansie, angosce, timori, paure. La paura è una struttura fondamentale dell'esistenza: quella reale ci difende da possibili pericoli personali e collettivi. Oggi però esistono infinite forme di paura, molte delle quali indotte, "derivate". Il volume offre 31 meditazioni nelle quali, sociologi, psicologi, grandi saggi e maestri di spiritualità ci aiutano a scoprirle, analizzarle, superarle, per vivere un'esistenza più consapevole e serena. Le preghiere offerte dopo ogni riflessione, intendono infondere coraggio mediante la forza anti-panico più potente al mondo: la fede nel Signore risorto.
La perdita prematura di un figlio è forse la più grande sofferenza per un genitore. Il libro di A. Cencini, racconta il cammino, pur lento e faticoso, di fede e di speranza, che ha consentito a molti genitori di "ritrovare" il figlio che credevano perduto per sempre. Esso si divide in due parti. Nella prima definisce i concetti-chiave di un cammino autenticamente credente: storia, storia di salvezza, memoria, memoria credente, i virus della memoria, memoria affettiva, razionale e biblica, memoria spirituale, che servono a ricordare in modo pieno e credente la vita come storia d'amore e di salvezza, anche nei risvolti dolorosi. Nella seconda parte affronta un itinerario preciso per l'integrazione del dolore o l'elaborazione del lutto legato alla morte del figlio, all'interno di una prospettiva credente.
Si tratta di una raccolta di diciotto brani, racconti e favole tratti dalla tradizione popolare, che illustrano con semplicità i temi del kerygma, altrimenti detto primo annuncio cristiano, i cui temi sono: l'amore di Dio, il peccato, la salvezza in Gesù, la fede, la conversione, l'infinita misericordia del Signore, la Signoria di Cristo, lo Spirito Santo, la comunità. Ogni storia è accompagnata da una riflessione e una preghiera, così da portare il lettore vicino a Dio. L'obiettivo di quest'opera è di mettere il lettore davanti alla propria coscienza per scoprire in verità e semplicità la propria natura.
È questa la nuova edizione di un volume di successo che raccoglie le riflessioni scaturite dall’Autore durante un periodo di deserto di quaranta giorni. Originariamente destinato ai membri del Movimento da lui fondato, il testo è proposto ora a tutti i giovani per un itinerario di riflessione nella solitudine del deserto che ciascuno può creare nel frenetico ritmo della vita.
Una raccolta di pensieri più o meno brevi suddivisi in tredici tematiche: carità, contemplazione, parola di Dio, Spirito santo, gioia, consigli evangelici, abbandono alla Provvidenza, umiltà, povertà, vita liturgica, deserto, Maria, consigli di padre de Foucauld.
Sono questi dei richiami, «richiami dal deserto», da leggere e rileggere, da far propri e meditare per giungere a una mentalità nuova, sulle orme di Gesù Cristo.
Tra il luglio 1942 e il settembre 1944 un treno merci partiva quasi ogni martedì dal "campo di transito" di Westerbork, in Olanda, portando il suo carico di esseri umani verso la Polonia, verso Auschwitz. Più di centomila furono i deportati alla fine della guerra, cinquemila i superstiti. Da Westerbork passarono anche Anna Frank e Edith Stein, e a Westerbork visse i suoi ultimi giorni la giovane Etty Hillesum, osservando, scrivendo e aiutando i suoi simili, fin quando anche lei dovette salire sul treno. In queste due lettere, scritte nel dicembre 1942 e nell'agosto 1943, Etty racconta il luogo dell'umiliazione e l'attesa della morte, guarda le persone, parla con loro, mostra i preparativi per la partenza nella notte, la dignità, la paura, descrive i volti dei soldati. Avrebbe potuto salvarsi; scelse invece di restare e di testimoniare quei giorni, con la voce di chi vive e scrive in perfetta armonia e sa esattamente cosa deve fare: aiutare gli altri, non cedere all'odio, cercare, nonostante tutto, la bellezza. Le due lettere vennero pubblicate clandestinamente dalla resistenza olandese nell'autunno del 1943. Per proteggere le persone coinvolte e sviare la censura, l'editore le aveva attribuite a un pittore fittizio di nome Johannes Baptiste van der Pluym e ne aveva aggiunta una terza falsa. Questi testi ci consegnano intatta la forza di una prosa dove ogni parola è vera, necessaria, intensamente vissuta.