
L'analisi del complesso rapporto fra santità femminile, isteria e altri disturbi mentali fra Medioevo ed età moderna: questo l'importante e affascinante oggetto di cui tratta questo libro. Si indaga se le estatiche, le visionarie e più in generale le mistiche - sante, beate o venerabili -, lungi dall'essere in preda a estasi e visioni, fossero in realtà affette da disturbi della personalità e del comportamento. Attraverso una rigorosa analisi delle fonti, l'autore osserva da vicino il comportamento delle donne mistiche con la lente del moderno codice medico e arriva a concludere che la loro condotta può essere spesso ricollegata a standard e profili patologici più o meno documentabili. Un complesso e articolato lavoro di 'intersezione' di fonti agio-biografiche (cronache monastiche, diari, relazioni inedite, resoconti nosografici dei medici coevi alle mistiche censite) e iconografiche (statuette e oggetti devozionali), documenti poco noti ma attendibili e assai convincenti.
Confusi e indifesi di fronte agli attacchi del mondo, ogni giorno rischiamo di sprecare la vita conformandoci alle mode della nostra epoca (relativismo, soggettivismo, individualismo, ideologismo), che ci presentano soluzioni tanto facili quanto ingannevoli. Le riflessioni di don Gino Tedoldi ci invitano a vedere la nostra debolezza di fronte a tutto e a riconoscere il bisogno di scegliere di stare dalla parte di Gesù Cristo: solo così sarà possibile essere forti e superare i momenti di tenebra, prova e difficoltà. Per questo occorre aprirsi alla Parola di Dio, porgere l'orecchio alla predicazione e riscoprire la fede, quella vera.
Henri Denis nacque in Francia, a Boulogne-sur-Mer, nel 1880 e diventò sacerdote nel 1903. Subito dopo fu inviato come missionario in Vietnam, con il nome religioso di Thuan. Dopo aver imparato rapidamente la lingua locale, si adoperò molto sia come missionario che come insegnante presso il piccolo seminario di An-ninh. Quando, nel 1920, egli fondò il primo monastero cistercense vietnamita - Nostra Signora di Annam - aggiunse al suo nome quello di Benedetto, offrendo anche una bellissima testimonianza di vita monastica. Il primo monastero in Vietnam fondato da Benedetto Thuan sta tuttora crescendo e la Congregazione della Sacra Famiglia ora è composta da cinque abbazie, alcuni priorati conventuali e tre priorati semplici, a cui vanno aggiunti tre monasteri di monache, per un totale di oltre ottocento membri. Per Benedetto Thuan è stata aperta nel 2018 la Causa di beatificazione e canonizzazione.
Si tratta di un'analisi psicologica dell'impatto che i vari aspetti della vita religiosa hanno sull'animo femminile. Dall'esperienza diretta dell'Autore, con tante situazioni più o meno difficili, un testo che può aiutare la donna consacrata di oggi a rileggere la propria esperienza per affrontare con maggior coscienza ed entusiasmo la chiamata di Dio.
La Prima parte è dedicata all'analisi dei tratti specifici della psicologia femminile (cap. I) e alla descrizione del processo evolutivo nell'arco che va dall'adolescenza fino al termine della vita (cap. II).
La Seconda parte prende in esame i principali problemi che deve affrontare la donna che si consacra a Dio.
Ampio spazio viene dato all'investimento della componente affettiva nella vita religiosa (cap. VII).
"Profetici" è l'aggettivo che più adeguatamente può qualificare i venti articoli qui presentati, scelti nella lunga lista di quelli che Maurice Bellet ha scritto per la rivista Christus dal 1965 al 1985. Primo collaboratore non gesuita in seno alla rivista, attento e lucido osservatore, protagonista appassionato e talora sognatore, è stato in prima linea in tutti i dibattiti di quegli anni cruciali, di cui si comincia forse solo oggi a raccogliere i frutti. La fede nel Cristo-Vangelo, per usare le sue parole, ci fa "passare per il fuoco". È una prova che conduce, in una sorta di notte, a una purificazione come quella di cui parlano i mistici. Per questa strada è possibile arrivare, nell'interiorità, all'esperienza del non-credente e crescere in umanità mantenendosi fedeli alla Vita.
“Non dite che è impossibile ricevere lo Spirito divino.
Non dite che degli uomini
non possono vedere una luce divina.
Mai questo può essere impossibile”
Vivere il deserto dell’esperienza monastica al cuore della città può sembrare paradossale a chi associa al termine monachesimo le aspre immagini del deserto egiziano, siriano e mesopotamico, o gli anfratti della penisola athonita. Ma una tale esperienza di deserto al cuore della città – della grande città di Costantinopoli – è quanto hanno vissuto generazioni di padri del monachesimo orientale, da Teodoro Studita, a Paolo Everghetinos a Simeone il Nuovo Teologo. È a questa esperienza così singolare e in particolare alla figura di Simeone il Nuovo Teologo che è stato dedicato il Convegno ecumenico internazionale di cui questo volume contiene gli atti. Dai contributi che cercano di illustrare il contesto, il pensiero e l’irradiamento di un autore così originale come il Nuovo Teologo – solo recentissimamente riscoperto – emerge un’esperienza spirituale di un’intensità tale da persuadere chiunque che, nei remoti deserti come là dove si affolla la vita degli uomini, è possibile vivere il Vangelo all’unica condizione di mettere in gioco il proprio cuore.
Il concilio della chiesa ortodossa russa, celebrato a Mosca tra il 1917 e il 1918 con la partecipazione di tutte le componenti ecclesiali, fu “uno degli eventi più importanti della chiesa russa nel xx secolo”, come si è espresso il patriarca di Mosca Aleksij II nel messaggio all’XI Convegno ecumenico internazionale di Bose, di cui il presente volume raccoglie gli atti. Vero e proprio “spartiacque epocale” tra il crollo dello zarismo e l’epoca delle persecuzioni, il concilio di Mosca rappresenta un momento di sintesi della tradizione, una fonte d’ispirazione per le chiese nella ricerca di vie nuove di dialogo e di risposte comuni alle sfide del mondo contemporaneo. I migliori specialisti ci offrono qui la presentazione, basata su documenti d’archivio, del ricco e incompiuto dibattito conciliare, la storia della ricezione del concilio e una riflessione teologica a più voci sulla conciliarità quale può essere vissuta oggi nelle chiese.
Parole – quelle dettate da sorella Maria nella quiete dell’eremo come quelle vergate nella notte della canonica di Bozzolo – che raccolgono con parresia e discrezione attese e turbamenti di una generazione di cristiani che aveva come desiderio più intimo quello di far rifulgere in tutto il suo splendore il vangelo di Gesù Cristo. Presentiamo in queste pagine la corrispondenza completa tra due protagonisti della storia della chiesa del Novecento: don Primo Mazzolari, instancabile predicatore del vangelo, e sorella Maria di Campello, la Minore, attenta ed eloquente testimone nel silenzio del suo eremo. Questa raccolta aggiunge un tassello preziosissimo alla conoscenza della testimonianza dell’eremo francescano di Campello e nel contempo presenta un aspetto meno noto dell’infaticabile predicatore di Bozzolo. In una stagione culturale ed ecclesiale come quella odierna è motivo di rendimento di grazie poter riscoprire che quando ci si nutre del vangelo è possibile parlarsi da cuore a cuore anche da lontano, perché nei giorni di frastuono e di inutile chiacchiericcio “si preferisce tacere e ascoltare le voci buone e care che ci parlano in segreto”.
(dalla “Prefazione” di fr. Enzo Bianchi, priore di Bose)
Nicola Cabasilas (1320/22-1400 ca.) fu un uomo talmente radicato nel suo tempo che è possibile abbozzare un quadro del xiv secolo bizantino a partire dalla sua vita. Personalità colta e poliedrica, fu un grande umanista, partecipò attivamente alla vita politica come consigliere dell’imperatore Giovanni VI, fu amico di Gregorio Palamas e suo difensore, intervenne a difesa dei poveri. Questo laico, così attivo nella società del suo tempo, fu anche un eminente teologo e un grande mistico. Il Convegno ecumenico internazionale di Bose, di cui qui pubblichiamo gli atti, si è soffermato in particolare sul suo Commento della divina liturgia, esposizione descrittiva della liturgia bizantina e saggio teologico sul sacramento eucaristico. All’analisi di quest’opera ha fatto seguito una riflessione sulla prassi liturgica bizantina odierna e sulla ricezione dell’ecclesiologia eucaristica nella chiesa cattolica. Il pensiero di Cabasilas, uomo fedele alla tradizione e fedele al suo tempo, ha stimolato interrogativi, suggerimenti, proposte per vivere oggi la divina liturgia nella fedeltà alla tradizione.
In verità, non so in quali termini parlare specificamente della carità, poiché so che tutti i comandamenti del Signore germogliano da essa. Se molti, infatti, sono i rami delle opere buone, una sola è la radice della carità,
nel cui calore i malvagi non possono perseverare a lungo.
Giovanni Gualberto, già monaco nel monastero di San Miniato a Firenze, non è mosso dal desiderio di una nuova forma di vita monastica quando dà inizio alla piccola comunità nei pressi di Vallombrosa, ma si sottrae al governo dell’abate simoniaco per vivere una vita più autenticamente cristiana, con una grande fedeltà alla tradizione monastica, nella forma cenobitica, secondo la Regola di Benedetto. La volontà dei suoi discepoli di raccoglierne l’eredità spirituale nelle diverse fondazioni che erano nel frattempo sorte e l’avvio della prassi del capitolo generale portarono alla configurazione della congregazione vallombrosana tra la fine dell’xi e l’inizio del xii secolo. Il presente lavoro raccoglie testimonianze sull’esperienza personale di Giovanni e sui momenti fondamentali dello sviluppo della congregazione. Carità, obbedienza e distacco dal mondo appaiono l’eredità lasciata da Giovanni e raccolta dai suoi discepoli, che hanno fatto proprie le preoccupazioni che più lo avevano animato nella vita: l’amore fraterno, la comunione e la concordia nella comunità.
In questo volume biografico, l'Autore rivisita le opere del protagonista e ricostruisce le vicende biografiche e spirituali dell'ex-latifondista convertitosi insieme con la moglie Terasia all'ideale monastico.