
Con la sua impareggiabile freschezza, Anthony De Mello racconta storie, recupera parabole, rievoca miti per insegnarci a trovare una strada nel labirinto delle nostre emozioni, riabbracciando il gusto per una vita ardita, appassionata, capace di inseguire e realizzare l'impossibile. Ciascuno di noi guarda la realtà da un'angolazione diversa. E spesso queste prospettive sono errate, inficiate da pregiudizi, diffidenze e paure. Una mente lucida - non intimidita e aperta alle novità - conosce i propri limiti, ha imparato a fare i conti con essi, e non si lascia scoraggiare in caso di fallimento. Una mente in equilibrio non è affannata, sa come utilizzare il tempo e lo impiega in funzione di pochi obiettivi precisi, non si giudica colpevole quando non raggiunge determinati traguardi, sa come considerare le proprie aspirazioni. Solo riuscendo a individuare i nostri più autentici desideri potremo conquistare la felicità, a patto di non restare inerti ad attendere che qualcuno faccia il miracolo per noi e al nostro posto. Occorre alimentare la scintilla di coraggio che abita in noi, ansiosa di diventare fuoco. «E all'improvviso la vita non sarà più l'incubo che sembrava. Svegliatevi!».
«Il tempo passa e noi invecchiamo: solamente il desiderio rimane giovane per sempre». In questa massima di Gandhi c’è il viaggio di saggezza che il lettore è invitato a intraprendere in questo libro. Solo chi sa scrutare la propria interiorità trova la via, la verità e il segreto di una vita pienamente realizzata – pur attraversando dolori, fatiche e difficoltà.
Gandhi non fu solo l’eroe dell’indipendenza dell’India e della filosofia della non-violenza fra i popoli, fu anche una guida spirituale capace di orientare generazioni di uomini e donne in cerca di un posto nel mondo, di una strada significativa per la propria esistenza.
Nell’intimo di ogni essere umano abita quella Verità, quella Presenza, che chiede solo di essere cercata per indicare il sentiero giusto a ciascuno. Ecco spiegata l’insistenza sul mistero del rapporto fra vita e destino. Di qui la purezza e la linearità di pensiero che emerge da queste pagine – molte inedite per l’Italia e attinte ai 98 volumi dell’opera omnia raccolti dalla Gandhi Serve Foundation – nelle quali vibra quell’onestà morale e quel coraggio che solo la fede più profonda nel Divino riesce a generare.
Sono schegge fulminanti di un gigante dell’umanità che non ha mai smesso di farsi domande e di cercare la costruzione del bene. Parole che ancora oggi hanno molto da dire a chi si sente stanco, disorientato, affamato di senso.
Ogni giorno la società e i media ci bombardano di immagini e messaggi che ci dicono chi, cosa e come dovremmo essere. Siamo portati a credere che per non sentirci inadeguati dovremmo condurre una vita semplicemente perfetta. Così, la maggior parte di noi continua ad andare avanti pensando: «Cosa succederà se non riuscirò a tenere tutti questi birilli in aria? Cosa penserà la gente se fallirò o rinuncerò? Quando posso smettere di dimostrare a tutti quello che valgo?». In questo libro Brené Brown ci guida in un percorso di dieci tappe che, partendo dalla presa di coscienza della nostra vulnerabilità - e della sua bellezza - insegna a vivere con tutto il cuore, liberi da questi condizionamenti. «Vivere in modo incondizionato significa prendere parte attiva alla nostra esistenza. Significa svegliarsi la mattina e pensare: "Non importa ciò che riesco a fare e ciò che mi resta da fare, io sono abbastanza". Prendere possesso della nostra storia può essere difficile, ma non quanto passare la nostra vita a fuggirne. Abbracciare la nostra vulnerabilità può essere rischioso, ma non quanto rinunciare all'amore, al senso di appartenenza e alla gioia. Soltanto quando siamo abbastanza coraggiosi da esplorare l'oscurità scopriamo il potere infinito della nostra luce».
È facile pensare che siano soprattutto le tradizioni orientali, come lo yoga, lo zen o il tao, a coltivare e proporre l'arte della meditazione. Eppure anche la Scrittura, così come ci insegna a pregare, ci insegna - seppure in filigrana - a meditare. Attraverso ricordi di viaggio fra Oriente e Occidente, ed esperienze personali di meditazione narrate alla luce della Scrittura, l'autore delinea un percorso esistenziale, un cammino di vita - e di fede che il lettore potrebbe far proprio.
Alla ricerca dei segni biblici, in particolare apocalittici, che trasudano, anche con ironia e sarcasmo, da ogni pagina di Stephen King, Alessandro Tenaglia rilegge i romanzi horror del popolarissimo scrittore americano di famiglia metodista mettendo al centro la sua opera più emblematica, quella sorta di apocalisse che è It. Attraverso la narrazione acuta e sensibile di situazioni realistiche e personaggi verosimili, l'opera horror di Stephen King contiene, per Alessandro Tenaglia, una complessa trama di significati, molti dei quali di risonanza biblica, in particolare apocalittica.
Con una lettura spirituale, lo scrittore e teologo Paolo Curtaz ripercorre le parabole di Gesù –quelle vivide narrazioni che, attingendo alle esperienze umane condivise, parlano immediatamente a tutti, senza richiedere competenze culturali o teologiche – per portare alla luce quanto hanno da dire oggi.
Utilizzando un linguaggio popolare e attingendo a esperienze di vita condivise, la parabola non implica una particolare preparazione culturale o teologica, ma arriva subito all’intelligenza di chi ascolta, aprendo una prospettiva diversa su di sé e su Dio.
Gesù annuncia l’urgenza del mondo secondo il progetto di Dio con lo stile proprio del racconto parabolico, che rispetta l’interlocutore e lascia intatta la sua libertà, senza tentare forme di seduzione o manipolazione.
Anche se oggi gli esempi usati da Gesù sono inevitabilmente meno immediati, le parabole non hanno perso efficacia e sanno svelare una visione di Dio e della fede inattesa e vibrante. Attraverso la sua lettura spirituale, Paolo Curtaz ne mette in evidenza l’attualità.
In una società dall’individualismo sempre più sfrenato e dai continui, rapidissimi cambiamenti siamo ancora capaci di fidarci, affidarci e avere fiducia, negli altri e in noi stessi? Elio Meloni ci propone un percorso tra letture, riflessioni e pratiche quotidiane di diverse tradizioni spirituali per distillare alcuni tratti essenziali della fiducia, dono che si nutre di apertura così come di rischio.
Base di ogni relazione umana, la fiducia è un dono. Un dono che, tuttavia, comporta per definizione un rischio, a volte un salto nel vuoto. Nondimeno la consapevolezza che la gratuità è la via maestra di ogni vita umana piena apre alla possibilità di avere rispetto e cura di quanto la vita ci offre: storie, incontri, relazioni, animali, cose.
Lasciando andare il desiderio di possesso riusciamo ad aprire la mano e ad accedere a relazioni autentiche, a lasciare l’accampamento e avventurarci lungo i sentieri della fiducia. Quello che Elio Meloni ci offre è un percorso lungo questi sentieri all’interno di diverse tradizioni spirituali, per recuperare pratiche che aiutino a «pulire» la relazione con gli altri e a ritrovare la fonte della propria solidità interiore che, sola, consente di fidarsi.
La parola biblica deborda nei versi di Bob Dylan, costeggia l'opera di Woody Guthrie, preme nella "teologia del Padre" di Bruce Springsteen, sostiene la poetica di Johnny Cash, urla nella furia di Patti Smith. Che si manifesti nella lotta o nell'abbraccio, nella fede o nella sua negazione, il rapporto con la Scrittura feconda il canzoniere di alcune delle voci più significative del rock. Ed è proprio la distanza, la ferita che si apre tra la parola biblica e il suo riecheggiare nella musica pop a renderne fertile e vertiginoso il risuonare. Massimo Granieri e Luca Miele provano a catturare quegli echi inseguendo suggestioni e voci, incrociando percorsi, affastellando canzoni in modo dichiaratamente non sistematico, aperto e fluido. Prefazione di Antonio Spadaro.
Con prosa poetica, Marco Campedelli, per Alda Merini «don Chiodo», racconta la poetessa tra le memorie di un’amicizia interrotta dalla morte e il sogno, mai concluso, della sua utopia poetica. Seguendola nei suoi incontri e scontri con il divino, osservandola nel viaggio tra le pagine della Bibbia e nel suo amore evangelico per Gesù, ma anche in compagnia di poeti quali Garcia Lorca, Neruda, Pasolini e Turoldo.
«Un libro per rileggere, nelle insurrezioni e risurrezioni di Alda Merini, anche la nostra testarda voglia di rinascere. “Non dimentichiamoci”, scriveva Alda, “che la farfalla all’inizio è solo un bruco strisciante... io ho avuto questa gloriosa metamorfosi e ho messo finalmente le ali”».
Marco Campedelli
«Raccontare Alda Merini in presa diretta. Immaginare nei suoi versi il teatro poetico della sua vita. Salire sulla zattera del suo corpo narrante, che attraversa il mare della storia altra, quella dei folli e dei perduti. Accompagnarne il viaggio tra le metafore bibliche e nel suo innamoramento evangelico per quel Gesù, poeta, dal cuore di donna. Sentire il suo cuore innamorato da Maddalena e la sua indignazione nel cacciare i mercanti del tempio. Osservarla in compagnia del corteo che seguiva Gesù a Gerusalemme, sulla via della croce o tra le donne e i bambini, nelle osterie in cui Gesù spezzava il pane e ballava la vita. Così come in compagnia di Garcia Lorca, Neruda, Pasolini e Turoldo».
Marco Campedelli
Questo libro nasce nel frastuono e nell’affanno, nel disordine e nel subbuglio in cui siamo quotidianamente immersi. Nasce dalla fatica di mettere insieme i frammenti di senso che ci possono consentire di vivere. Nasce dal desiderio di dire e di capire che ‘la vita non è il male’, come scrive Vasilij Grossman in Vita e destino, per quanto la presenza del male possa apparire ai nostri occhi invadente e pervasiva. ‘La vita non è il male’ non è una tranquilla e ovvia constatazione, è il risultato di un atto più o meno rischioso, come emerge dalle molte storie che sono state raccolte nel libro, cercandole non solo nei testi delle antiche sapienze o nelle parole delle tradizioni religiose e dei grandi maestri, nelle narrazioni letterarie e cinematografiche di scrittori e registi, ma anche nelle immagini e nelle cronache che in questi anni continuano a inquietarci, e negli atti di coraggio che elevano la condizione umana. Perché il bene non smette di affiorare, di rinnovarsi, di esistere. Cercare il bene significa anche domandarsi se esso sia un fatto soltanto individuale o se sia possibile, e in che modo, anche un’altra misura, più estesa. Se sia in definitiva possibile costruire una ‘rete di fraternità’. La risposta è appena accennata. Starà al lettore darle compimento. Una mappa preziosa, segnata con lucidità da due voci autorevoli e appassionate.
Che cosa porta un'affermata "consulente d'immagine" normalmente presente nei back stage delle sfilate di alta moda, sempre a fianco di cantanti e attori, a confrontarsi con una realtà fatta di interiorità e forti testimonianze? Quanta distanza può esistere tra la continua ricerca della perfezione esteriore e un'indagine altrettanto scrupolosa e sentita, compiuta invece nel più intimo e recondito recesso di una persona, qual è l'animo? Tra le pagine di questo scritto "apparenza" ed "essenza" si trovano affiancate (quasi a pacificare per un attimo secoli di indagini filosofiche) grazie all'onestà intellettuale dell'autrice, che qui si pone come trait-d'union di questi due universi, e soprattutto come testimone diretta di un grande incontro, talmente importante da non poterlo custodire solo per se stessa.