
Siamo fatti di parole e se le parole restano impantanate nella tristezza la vita si oscura e il tempo diventa nemico. Le parole sono ponti tra diversi per comunicare vita, per scambiarsi doni, esperienze, storie, per consegnare all'Alto gli uomini e al basso il futuro di un cielo. Questa riflessione di Gennaro Matino ricolloca l'allegria al centro dell'annuncio cristiano e contrasta il tempo in cui agli uomini, costretti dal verbo della paura, era vietato essere felici, gioire delle semplici gioie quotidiane, ridere per il solo gusto di condividere gioia.
"Supplica lo Spirito Santo di mettere in te il desiderio di amare Dio e chiedigli anche di non lasciarti mai riposare in questa ricerca! Allora sarai beato!". L'autore spiega che cosa significhi accogliere e mettere in pratica le ispirazioni dello Spirito Santo.
Questo libro è uno strumento di orientamento spirituale e vocazionale per i giovani che decidono di intraprendere un percorso universitario e si trovano di fronte alle prime difficoltà dello studio e del mondo accademico.
Il testo si articola in venti paragrafi nei quali l’autore, dopo aver presentato il senso di una spiritualità dello studio come occasione per lasciarsi interpellare dalle domande del mondo, pone l’attenzione sulle «tentazioni» della vita universitaria, sulle virtù necessarie per affrontarla serenamente e su come mettere a frutto il tempo dello studio inserendolo in un percorso di discernimento professionale e di preghiera.
Il volume si concentra inoltre sul significato dello studio per la vita affettiva, professionale e spirituale della persona proponendo, accanto a riflessioni di carattere filosofico e spirituale, vie concrete per una piena valorizzazione dell’esperienza universitaria.
Sommario
Presentazione (C.M. Celli). Introduzione. I. Per una spiritualità dello studio. II. Le tentazioni. III. Le virtù. IV. Lo studio e la vita. Conclusione. Preghiera dello studente (di Tommaso d’Aquino).
Note sull'autore
Angelo Tumminelli, dottore di ricerca in Filosofia, è cultore della materia presso la cattedra di Filosofia morale del dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Lumsa di Roma. È tutor degli studenti e coordinatore nazionale delle attività culturali regionali del collegio universitario romano Fondazione Comunità Domenico Tardini.
"Solo nella misura in cui si affermano un'etica e una cultura del perdono si può anche sperare in una "politica del perdono", espressa in atteggiamenti sociali e istituti giuridici, nei quali la stessa giustizia assuma un volto più umano". Questa affermazione di Giovanni Paolo II, contenuta nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2002, indica una strada da percorrere per dare una risposta alle patologie sociali e ai conflitti che dividono gli uomini. Perché è certamente necessario arginare e disarmare i colpevoli, è necessaria la detenzione per impedire che i delitti vengano reiterati, ma nello stesso tempo è fondamentale pensare alla rieducazione dei detenuti e a percorsi di reinserimento nella società. Nel libro, un biblista, un pedagogista e tre cappellani con molti anni di esperienza pastorale nelle carceri riflettono sul perdono e su una giustizia che sappia ricucire i rapporti, promuovere il consenso ai valori della convivenza civile e orientare alla scelta del bene interpretando la libertà in modo responsabile.
Tutti conosciamo la felicità, e malgrado ciò ci sfugge. Questo libro ci insegna a ritrovarne le tracce, come briciole di pane nella memoria: vacanze, libri, amici, un pranzo in riva al mare, la maionese fatta in casa, una foto in bianco e nero, la tromba di Chet Baker, le dune di Dakar, una serata speciale sotto la pioggia sottile di Parigi... In un gioco di immagini, associazioni e rimandi Françoise Héritier compone una riflessione sull'essenza della vita, che è insieme esperimento letterario e inno d'amore per la quotidianità.
«L'irrompere imprevisto e imprevedibile della realtà, con la faccia del Coronavirus.» Questo è il presente, quello che tutti ci siamo ritrovati a vivere, con il quale dobbiamo fare i conti ogni giorno, che ha generato in noi domande inattese e ci ha condotto verso pensieri e paure che non sapevamo neppure di avere. Ci siamo resi conto di vivere in una "bolla", in cui, inattaccabili, avevamo aggiogato le sfide della vita, e ora, ci ritroviamo più vulnerabili che mai. Di fronte a tutti questi sentimenti si è riscoperta la dimensione dell'affettività, del silenzio e della condivisione, tre parole cruciali nella riflessione in cui qui è impegnato Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, che, ricordando anche il discorso ultimo del Papa, rivendica il valore della fragilità umana come strumento per «tirarci fuori dal torpore in cui viviamo di solito». Qui il teologo propone una riflessione intensa e profonda sul tipo di esistenza che vivevamo e che ci troviamo a vivere ora, connotata da parole di grande conforto, e volta a riconoscere, pur in queste circostanze, le possibilità che la realtà ci offre nel percorso di crescita e maturazione personale, dove grazie all'isolamento forzato si sta avendo modo di riscoprire la compagine umana. E nel suo discorso Carrón illustra tutta la portata della presenza di Dio in un momento di gran confusione per le nostre vite, e quanto l'esperienza cristiana sia tornata a farsi forte nel valore di testimonianza di fede, ritenendo che «più di qualunque discorso rassicurante o ricetta morale, quello di cui abbiamo bisogno è proprio di intercettare persone in cui possiamo vedere incarnata l'esperienza di vittoria contro la sofferenza e il dolore, in cui è testimoniata la nostra esistenza».
Le meditazioni e le preghiere del presente volume nascono dall'esperienza personale che l'autore ha fatto nella sua parrocchia. Amici e fedeli lo hanno invitato a pubblicarle, percio suo desiderio e che possano dare spunto, per ulteriori riflessioni, a chi vuol pregare in maniera personale o comunitaria. Il libro e presentato dal Cardinale Camillo Ruini.
Questo volume continua una serie di pubblicazioni del Card. Jorge Medina Estevez, che illustrano ai fedeli, con un linguaggio semplice ma al tempo stesso molto profondo, la sana dottrina e la retta disciplina della Chiesa. In particolare l'autore prende in esame in queste pagine la fede come elemento fondamentale della nostra vita nella Chiesa, dimostrando come dall'atto di fede verso Dio scaturisca la vera carità verso il prossimo. Il testo si conclude infine con una bella preghiera, attraverso la quale il lettore può ritrovare nella conversazione con il Signore tutto ciò che ha letto in queste pagine.
Il presente volume offre una serie di meditazioni su Gesù e sulla lectio divina. "La semplicità e la profondità di queste pagine - dice Enzo Bianchi, Priore di Bose, nella prefazione al volume - ne fanno uno strumento prezioso per la lectio personale come per la riflessione comunitaria attorno al Vangelo, una sorta di manuale per l'uso a servizio di un testo che non finisce mai di sorprenderci: la vita di Gesù, narrata e predicata da Marco, è fonte di rinnovata adesione al Signore per ogni cristiano, ma è anche scrigno prezioso di umanità, di ragioni per vivere e per morire, per ritrovare un senso 'oltre la paura'".
I testi raccolti nel presente volume attingono al patrimonio che la spiritualità cristiana ha elaborato sul tema della cura e della malattia nel solco del fare misericordia ispirato alla parabola del giudizio finale. I documenti si riferiscono a persone che si sono impegnate nell'ambito sanitario creando strutture e ricoveri per malati in Italia e all'estero in particolar modo, prestando la loro opera e il loro servizio come medici, infermieri o collaboratori nei paesi del Terzo mondo. I materiali raccolti presentano i riflessi della tradizione cristiana che, su modello di Cristo, si fanno carico delle persone più povere e bisognose tra cui anche gli ammalati. Grazie a questo volume il lettore potrà accostarsi ai vari aspetti e alle diverse problematiche che la medicina e la cura portano con sé lungo un percorso fatto di quelle domande che la malattia solleva.
La speranza cristiana, come anticipa già lo stesso titolo, offre una nuova serie di catechesi sul tema della speranza. Un argomento molto caro al Pontefice e che egli stesso considera fondamentale «in questi tempi che appaiono oscuri, in cui a volte ci sentiamo smarriti davanti al male e alla violenza che ci circondano, davanti al dolore di tanti nostri fratelli» (pag. 5). Il volume è aperto dalle riflessioni del 7 dicembre 2016 ispirate dal profeta Isaia, profeta dell'Avvento, messaggero della speranza e prosegue affrontando la speranza generata dall'incarnazione del Figlio di Dio. E ancora le osservazioni nate grazie alle suggestioni della Lettera ai Romani in cui la figura di Abramo indica la via della fede e della speranza. Sperare è un bisogno primario dell'uomo e il Pontefice lo ricorda, nelle sue riflessioni, attraverso la figura del profeta Giona e dell'eroina Giuditta. Le catechesi raccolte all'interno del volume coprono un arco temporale che va dal 7 dicembre 2016 al 22 febbraio 2017.