
La pubblicazione del carteggio Schuster-Rea rende note per la prima volta 191 lettere che compongono l'epistolario intercorso tra il cardinale Ildefonso Schuster (103) e l'abate ricostruttore di Montecassino Ildefonso Rea (88). Questa notevole raccolta di lettere, che costituisce solo un segmento del vasto corpus epistolare schusteriano (80.000 unità), si dispiega lungo un arco di tempo che da 1929, giunge fino al 1954, ultimo anno di vita del beato cardinale benedettino, e nono di abbaiato a Montecassino per Ildefonso Rea. L'edizione delle lettere è preceduta da un'articolata introduzione del curatore.
«Non si possono riassumere in poche parole le "schegge" raccolte da Antonazzi in queste pagine. In queste parole lo studioso e l'erudito mostra la sua capacità di sintonizzarsi con i sentimenti di un cristianesimo di popolo e non di dotti. L'Autore ha il senso d'una Chiesa che viene dai secoli, destinata al futuro, in cui non si può troppo esaltare o troppo drammatizzare una stagione o un'esperienza, fosse quella che si ama di più o che si detesta. A proposito del Grande Giubileo del 2000, offre, ad esempio, una lettura equilibrata: "Le grandi manifestazioni giubilari sono un valore autentico. Non mi sentirei, tuttavia, di condividere una enfatizzazione pericolosa, perché alle folle di fedeli in Piazza S. Pietro è facile contrapporre folle altrettanto e non raramente più numerose che riempiono gli stadi...". Le osservazioni di Antonazzi spiazzano per la loro originalità. Sono quelle di un uomo contemporaneo e di un prete. Lo sguardo del prete non pesa, ma arricchisce quello dell'uomo contemporaneo». (dalla Prefazione di Andrea Riccardi)
GLI AUTORI
Mons. Giovanni Antonazzi ha ricoperto alte cariche nella gerarchia ecclasiastica, in particolare nella Propaganda Fide.
Fondatore dell’Istituto di Ricerche Storiche dell’Alto Lazio, ha sempre associato la sua attività culturale di storico ad un gusto per l’osservazione e l’analisi che ha saputo trasferire sulla pagina con misura, fermezza e arguzia, come nel volume pubblicato da Marietti nel 1997 Dietro il sipario. Sprazzi di vita ecclesiastica romana. A lui si deve l’edizione critica dell’enciclica Rerum Novarum; ha lavorato alle “Edizioni di Storia e Letteratura” con don Giuseppe De Luca, al quale ha dedicato la monografia Don Giuseppe De Luca. Uomo cristiano e prete (Brescia 1992).
Un testo sul sacerdozio - Sacrificio nella Bibbia. Piano generale dell'opera: - Gesù, Sommo Sacerdote, ha offerto la vita in sacrificio per noi (S.A. Panimolle); - Sacrificio e sacerdozio nell'Antico Testamento e negli scritti giudaici (G. Deiana); - Sacerdozio e sacrificio nel Nuovo Testamento (C. Marcheselli-Casale).
Questo libro racconta la storia dei primi due secoli di presenza francescana a Sansepolcro, legata all'esperienza di San Francesco d'Assisi e dei suoi primi seguaci.
Il Salterio, libro della preghiera del popolo di Dio nell’Antico Testamento, attraverso Cristo che con esso ha pregato e alla luce dei salmi ha interpretato la propria vicenda terrena, è divenuto il libro privilegiato dei canti e della preghiera della Chiesa, che sin dai primi secoli ne ha fatto largo uso nella predicazione, nella celebrazione dell’eucaristia, nella preghiera oraria, nei riti sacramentali e nelle processioni. Essi esprimono come nessun altro libro la gioia, il dolore, l’azione di grazie, lo stupore per l’opera di Dio nella creazione, nella storia della salvezza, il lamento, il pentimento dei peccati, gli interrogativi profondi dell’uomo, la riflessione sulla vita e sulla storia, la fiducia, la speranza, dinanzi a Dio nel suo agire storico. La preferenza della Chiesa per i salmi è dovuta principalmente al fatto che, come hanno spiegato i Padri nei loro commentari, in essi la Chiesa riconosce la sintesi orante di tutta la Scrittura e la voce di Cristo, capo e corpo al Padre nonché la propria voce a Cristo, suo sposo. Il volume approfondisce l’uso che del Salterio fa oggi la liturgia, l’ottica con cui lo legge, le problematiche che tale uso pone, nell’intento di offrire suggerimenti per un suo migliore impiego.
Prima pubblicazione in Italia dell'epistolario completo della Stein. Questo epistolario si rivela prezioso sotto diversi aspetti: naturalmente in relazione alla biografia stessa della santa filosofa, ma anche per approfondire la sua concezione della vita religiosa e della spiritualità carmelitana, nonché la sua produzione nel campo non solo della spiritualità ma anche della "filosofia cristiana". Come nel volume lettere I e lettere III, vi si trovano elementi interessanti per le vicende della scuola fenomenologica, in particolare dei discepoli di Husserl durante gli anni di gottinga, e di Husserl stesso. Non da ultimo, le lettere offrono una viva e toccante immagine del modo in cui una monaca carmelitana, ebrea, viva il dramma dei suoi parenti (e del suo popolo) prossimi ad essere travolti nella tragedia dell'Olocausto.
Figliola (Dcerka) di Jan Hus, un trattato di spiritualità tardomedievale (1412-1414) per la prima volta in traduzione italiana dal ceco. È un'ammonizione indirizzata a una comunità di pie donne praghesi che vivevano vicino alla cappella di Betlemme. Nel volume oltre a Figliola sono raccolte alcune lettere dal carcere di Costanza, interessanti spunti per la riflessione ecclesiologica, storica e spirituale. Jan Hus (1371ca-1415) fu teologo e riformatore religioso boemo. Le sue critiche alla Chiesa, in particolare alla vendita delle indulgenze, oltre che l'uso del ceco per la pastorale, gli procurarono un enorme seguito, ma anche la condanna al rogo per eresia durante il Concilio di Costanza (1415).
L’Autore con questo nuovo Saggio sull’Esicasmo si propone di far vedere come la Pratica Esicasta può essere il “Ponte” che unisce l’Oriente e l’Occidente. Infatti, lontani dalle Teorie e dalle Teologie che divengono nemiche dello Spirito Evangelico, cid che ci accumuna é la Pratica e l’Esicasmo é stato praticato fin dall’inizio del Cristianesimo nel Mondo Cristiano, sia in Oriente che in Occidente. Lo Scisma del 1054 ha provocato uno strappo che per molti secoli ha provocato un rapido allontanamento dalla comune Mistica; gli Ortodossi ed 1 Cattolici perseguirono lo Vie Ascetiche dimenticando la comune origine. Da qualche decennio, prima sotto la spinta del Comunismo e poi del Liberismo, c’é stata nei paesi ortodossi e€ poi in quelli cattolici una riscoperta di questa grande Tradizione. Lo studio e¢ la Pratica dell’Esicasmo é divenuta una prassi accettata anche dall’Autorità Cattolica, perchè in fondo nulla ci divide. E’ bene pregare il Rosario ed e bene pregare l'Esicasmo.
Questa Pratica Ascetica che utilizza una Tecnica Psicofisica riunisce in sé 11 Corpo, l’?Anima e lo Spirito ed é quello che desideriamo costruire: un Ponte tra le due Tradizioni Cristiane.
Si conclude con questo terzo volume la raccolta di testi scelti dei Padri della Chiesa Occidentale, una testimonianza di vita e di preghiera da parte di personaggi che tuttora sanno parlare al mondo contemporaneo. In questa raccolta compaiono autori più conosciuti, come Guglielmo di St-Thierry, san Bernardo di Chiaravalle, Aelredo di Rievaulx, Pietro di Celle, accanto a figure meno note ma non meno intense per spiritualità e profondità di fede. Sono pagine da leggere e gustare nel silenzio. Soprattutto sono pagine da mettere in pratica il più possibile, ciascuno nella propria condizione. Perché il fine ultimo di queste riflessioni affidate alla parola scritta è incarnarsi nell'esistenza di ciascuno, fino a trasformarla in una vita realmente nuova.
I territori della mistica si presentano talmente ampi e indeterminati da apparire a prima vista refrattari a qualunque tentativo di ricostruzione sistematica. Con la storia della mistica occidentale Kurt Ruh offre la prima sintesi complessiva di questo ambito di conoscenza del divino, strettamente correlato alla teologia e alla spiritualità. L'esperienza di Dio propria dei mistici avviene nel rapimento, nella visione, nell'estasi d'amore; posto in tal modo dinanzi ai "misteri che - afferma san Paolo - non è dato all'uomo di proferire", il mistico avverte tuttavia l'urgenza di comunicare ciò che ha provato, consegnandolo a un testo scritto. Nasce così una tradizione di straordinaria ricchezza, anche letteraria: "Ci sono lingue della mistica cristiana occidentale, c'è la lingua dei mistici, e c'è il linguaggio mistico". A questo riguardo la svolta decisiva si compie nel Medioevo centrale, quando, grazie soprattutto alla mistica femminile, avviene il passaggio dal latino ai volgari. La lingua e il linguaggio si forgiano invece nei secoli precedenti: sforzandosi di dire l'indicibile, i grandi "fondatori" creano categorie, una terminologia e uno stile destinati a durare nella storia religiosa dell'Occidente cristiano. In questo primo volume viene appunto ricostruito il percorso che da Dionigi Aeropagita a Agostino giunge, attraverso Gregorio Magno e Giovanni Eriugena, sino alle grandi scuole del XII secolo: i certosini; i cistercensi, con Bernardo di Clairvaux...

