
Il progetto #ParoleBuone è partito sul web in piena emergenza da Covid-19: un modo di rispondere all'urgenza del momento ma anche di guardare al futuro, alla ricostruzione che comunque ci aspetta. Le #ParoleBuone sono piccoli sostegni per superare la crisi, ideate con un gruppo di esperti - medici ed educatori, giornalisti e volontari - per sostenere, accompagnare e condividere la costruzione di anticorpi, capaci di sottrarsi alla comunicazione pervasiva sul virus e sulle sue conseguenze, brevi interventi che sottraggono alla diffusione virale di notizie in vario modo connesse all'emergenza, cercando di contrastare i pericoli della infodemia così come espresso anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. La pandemia lascerà significativi strascichi emotivi e sociali; drastici cambiamenti nello stile di vita dei singoli individui, la paura di perdere un famigliare, un amico o la stessa vita, l'esperienza drammatica di piangere un congiunto, senza averlo potuto salutare per l'ultima volta, richiederanno una metabolizzazione complessa. È importante pertanto un supporto per favorire la ripresa del singolo e di una comunità in fase di crisi: Meraviglia, impegno, trasformazione, condivisione, saggezza, scienza, sono solo alcuni dei concetti/parole che dobbiamo rivedere e far rinascere dalle fondamenta.
Gianfranco Ravasi accompagna il lettore verso il santo Natale con la saggezza e la profondità delle sue parole. Sette brevissime meditazioni per 4 settimane, con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali, così da offrire al lettore e devoto un piccolo diario dell'anima con cui pregare e meditare.
Il Natale oggi è minacciato da un falso natale, che prepotentemente ci invade, ci insidia e ci narcotizza fi no al punto da non vedere più e non sentire più il richiamo del vero Natale. Come una piccolissima stella, questo volume del Cardinale Comastri vuole umilmente far luce sulla strada che conduce a Betlemme, per ritrovare il senso autentico del Natale di Gesù. Oggi la via di Betlemme è ostruita da tanti detriti d'orgoglio, di vanità, di egoismo, di indifferenza, di violenza. Per questo tante persone non riescono ad arrivare a Betlemme per far rifornimento di speranza e di pace. Bisogna ripulire la strada! Forse bisogna fare qualcosa di più: bisogna che ognuno di noi diventi la strada che conduce a Betlemme. Bisogna che ognuno di noi mandi il profumo della povertà lieta e benedetta, il profumo della semplicità senza orpelli e senza maschere, il profumo dell'ospitalità che non si apre ai personaggi ma alle persone, il profumo della gioia che non ha bisogno di sbornie ma di ebbrezza suscitata dalla sorpresa del Natale: la culla improvvisamente e inattesamente abitata dal Divino Bambino!
Per molte persone le lezioni e le meditazioni di Anselm Grün sono un'ancora nei periodi bui della vita, un aiuto per riflettere sulle decisioni da prendere in momenti difficili. Nonostante gli anni, il Padre benedettino mette ancora deliberatamente alla prova la propria fede. Essa è come una casa piena di nicchie, porte e stanze da scoprire, ciascuna di esse spalanca intuizioni e rende la vita più ricca e vivace, più tenera e potente. Ma solo chi si avventura in questo edificio con mente aperta può scoprire i suoi tesori. In questo libro, rispondendo a 75 domande sulla vita e sulla fede, Grün incoraggia il lettore a entrare nella "Casa delle Fede" e cercare dietro ogni angoli il tesoro prezioso che vi è nascosto. «Il libro che tenete tra le mani non necessariamente va letto o affrontato dall'inizio alla fine come un blocco unico. Potete farvi interpellare da una domanda e iniziare da quella. Forse poi tornerete all'indice per cercare un'altra domanda che vi interessa oppure vi siete appassionati e cominciate a leggere qui e là anche le domande collegate.»
«Figlio a me caro nel Signore, ho pensato di mettere per iscritto alcuni punti che possano servirti per il tuo progresso spirituale, così come aiutarono il mio...» L'autore del manoscritto è sconosciuto. Potrebbe trattarsi di un monaco del monastero cistercense ferrarese di San Bartolo vissuto nel XVII secolo. Per tale motivo nel libro è da noi indicato come Maestro di San Bartolo. Ho tenuto presso di me quei fogli per più di vent'anni. Alla fine mi sono detto che forse l'esperienza di quell'antico Maestro di San Bartolo avrebbe potuto essere utile. Dall'Introduzione di Daniele Libanori.
Prepararsi al Natale è fondamentale, per non rendere questa festa ciò che non è: una giornata come tutte le altre. Si tratta di comprendere il senso profondo della nostra attesa di Dio, che è uno sguardo completamente nuovo sul mondo e su ciò che ogni giorno ci attende. Senza Gesù che nasce, noi siamo ancora nelle tenebre; con Gesù, la luce ci apre la strada in mezzo al buio che spesso ci circonda. Il Pontefice, negli anni, ha regalato una serie di riflessioni sull'Avvento e sul Natale sempre improntate alla gioia e alla speranza, di cui tutti, oggi più che mai, abbiamo bisogno. Attraverso le omelie, gli Angelus e i discorsi papa Francesco ci propone una catechesi semplice e fresca, ma profonda e profetica, sulle feste che stiamo per celebrare nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie e anche con noi stessi.
Perché incamminarsi? Perché abbiamo tutti bisogno di un viaggio, non per "vacanza" (cioè per fare vuoto intorno a noi) ma per trovare noi stessi. Tutti bisognosi di un cielo sulla testa e forse di uno dentro, magari pure stellato. Di una strada sotto i piedi e di una che ci faccia varcare il cuore al di là delle facili emozioni. Di qualcuno che ci aspetti alla fine dell'orizzonte e di qualcuno che ci aspetti adesso, proprio ora, proprio qui. Abbiamo tutti bisogno di una stella, di un cammino e di un bambino e di ricordare che tutte le volte che contempliamo il mistero di un Dio che si fa bambino, dovremmo contemplare quel grande mistero che siamo noi.
La gratitudine non ha origine soltanto dai grandi doni, bensì dai piccoli gesti di tutti i giorni, dal riconoscimento quotidiano da parte dell'altro. Sono i dettagli che fanno una grande differenza.
Martini è stato, di fatto, uno dei maggiori biblisti italiani (e non solo) nel XX secolo: coniugando la sua spiritualità ignaziana e la formazione esegetica al testo biblico ci ha lasciato straordinari commenti al Vangelo, tra i quali ne abbiamo scelti alcuni che possono fare da originale guida al nostro pregare i misteri del Rosario e che sono riportati in queste pagine. Pregare il Rosario con Carlo Maria Martini è un vero e proprio cammino all'interno della Parola, una ruminazione del Verbo, un metodo di accostamento sia alla preghiera mariana che alla riflessione su Cristo.
Madre Anna Maria Cànopi (al secolo Rita Cànopi) si è spenta il 21 marzo del 2019. Questo libro ci permette di riprendere qualche trama della sua sapienza spirituale: un lascito che, anche per quanto riguarda la devozione mariana, ha molto ancora da offrire. Anzi, ancora di più oggi, mentre la memoria collettiva tenta di riannodare le tracce della testimonianza di una donna che ha istruito il mondo religioso per oltre mezzo secolo. Madre Cànopi, come molte figure della tradizione monastica, ha saputo coniugare con estrema lucidità e coerenza le necessità delle "fondazioni" da lei seguite e la ricchezza dell'interiorità, nutrita da una conoscenza profonda e concretissima del testo biblico.
Padre David Maria Turoldo apparteneva all'Ordine dei cosiddetti Serviti, i Servi di Maria. Recitare il Rosario facendosi accompagnare dalle sue riflessioni e provocazioni non è, dunque, soltanto una memoria della sua capacità di ricondurre sempre il Vangelo alla storia, alla vita concreta, ma anche il riprendere un filo mariano mai interrotto e, forse, per quel che lo riguarda, a volte lasciato comodamente nell'oblio. Così, le meditazioni che accompagnano in questo volumetto i misteri del Rosario ci spingono a fare i conti con la nostra storia: la preghiera si fa carne e i silenzi si accompagnano a quelli di molti, donne e uomini, che non hanno voce. Quello di padre David è un Rosario meditato con gli ultimi del mondo; un Rosario "politico", oseremmo dire, nel senso più alto a cui l'incarnazione ci spinge: quello di coniugare preghiera e impegno per la città.
Di fronte alla fatica quotidiana, che invoca un bisogno di libertà e, insieme, ci impedisce di sentirci fuori dal terribile senso di colpa che spesso ci attanaglia, nelle nostre relazioni umane e anche nel rapporto con Dio, la Scrittura ci offre una via d'uscita unica e rasserenante. Le pagine bibliche, infatti, rovesciano il nostro modo di pensare, chiuso su noi stessi, per aprirci a una nuova prospettiva: non siamo noi al centro della storia - o meglio, lo siamo, ma solo quando ci confrontiamo con l'amore di Dio svelato nello splendore di Cristo e del suo dono. Così ribadisce l'autore di queste pagine: «Di fronte alla bellezza di Cristo non possiamo che smettere di sentirci in colpa, per quello che siamo stati o per quello che non abbiamo saputo essere. Resta solo una voglia - matta e lucida - di voler diventare finalmente noi stessi. Ecco come si supera quel senso di colpa di cui facciamo così fatica a liberarci: con il senso di stupore per quanto Dio ha voluto compiere, donandoci suo Figlio e svelandoci quanto il suo amore possa ammettere sconfitte ma sia incapace di rinunciare a noi». Secondo di tre volumi che mettono a tema la libertà dell'uomo nel suo rapporto con Dio - ma leggibile anche autonomamente dal precedente, Non siamo stati noi - questo libro nasce da predicazioni serali, a contatto diretto con un pubblico di giovani e meno giovani: una lettura biblica originale e moderna, benché rigorosa sia nelle intuizioni sia nella scritttura, personale e curatissima.

