
«Qualunque cosa avrete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avrete fatta a me». Per Madre Teresa di Calcutta, i più piccoli di cue parla Gesù sono i Poveri più poveri, cioè gli sfrattati dalle case e dai cuori, i barboni delle stazioni, quelli che muoiono abbandonati per le strade di Calcutta e del mondo. La sua parola è diventata una «spada affilata» che penetra nelle anime e nelle coscienze, svelando la radicalità dell’essere cristiani. Questo libro raccoglie le più forti.
José Luis González-Balado, che ha curato la raccolta, è scrittore e giornalista spagnolo particolarmente attento a personaggi e a temi di grande forza testimoniale. Ha conosciuto l’opera di Madre Teresa di Calcutta fin dagli anni ’60 e vi ha dedicato numerosi libri, tra cui ricordiamo, in versione italiana, Madre Teresa dei poveri (Edizioni San Paolo, 1997) e La gioia di darsi agli altri (Edizioni San Paolo, 199811).
Per parlare ai vinti, agli sconfitti, la tradizione in passato aveva elaborato un linguaggio semplice e steso un elenco di riferimento: i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi... la vedova e l'orfano. Figure simboliche pensate per annoverare qualsiasi situazione di povertà. D'altro canto lo stesso Cristo non ha avuto successo! La croce ha fatto di lui il primogenito dei suoi figli sconfitti. Ma il Vangelo non è un testo che invita al sacrificio per imitazione del sacrificio del Cristo ma è innanzitutto parola di salvezza, interpretazione della salvezza di Cristo, chiamata alla vita vera, sprone ad amare a dispetto di tutto. Questo libro si propone di ricordare a chi è rassegnato al dolore e alla sconfitta che Dio rivolge lo sguardo verso coloro il cui cuore è infranto per salvarlo.
Il lavoro e diventato una condanna, dentro un sistema che fa del profitto e del consumo gli unici scopi della vita. Il presente volume e un tassello nel grande mosaico dei nuovi stili di vita.
Il libro è un’antologia di brani tratti dalla Vita di san Giuseppe scritta da Maria Cecilia Baij (una monaca benedettina vissuta nel 1700) e frutto di rivelazioni private.
Suor Annamaria Valli, esperta conoscitrice della spiritualità della Baij, accosta a ogni brano della Vita un breve, ma prezioso, commento che, oltre a spiegare il testo, offre spunti di meditazione, con l’intento di suggerire modi per vivere un’esistenza animata dall’amore cristiano, a partire da una relazione intensa e continua con Gesù, come faceva la Baij, e anche ispirandosi all’agire di san Giuseppe. L’antologia è inoltre arricchita da una sezione che invita a pregare san Giuseppe con le parole di Maria Cecilia Baij.
La morte sembra essere il convitato di pietra del nostro tempo. Si fatica a parlarne, non entra fra le tematiche di discussione, e spesso nemmeno nella predicazione religiosa. Eppure oggi la televisione, il cinema, i giornali ci mostrano la morte fino allo sgomento: una morte cruda, ostentata, quasi presente. Quando la morte non è assente o ostentata, allora è celata dietro le strategie che mettiamo in atto per aggirarla, per provare a ingannarla. Si confrontano su questo tema un rabbino - rav Scialom Bahbout - che porta l'esperienza viva della fede ebraica di fronte alla morte, e un filosofo - Sergio Givone - che mette in luce il legame segreto che lega la morte e l'amore.
Il rabbino più noto d’Italia, “il pensatore che fa volare”: molte sono le definizioni per Haim Baharier, che da anni riempie i teatri d’Italia con i suoi spettacoli, a metà strada tra lezioni e dialoghi filosofici. In questo nuovo libro Baharier offre un’originale rilettura del Decalogo, operata con la verve, l’argurzia e la profondità della grande tradizione ebraica.
«Parlare di Dieci Comandamenti mi pare ingiusto. Non ci sono imperativi, nessuna imposizione. Quei verbi portano promesse che si realizzano». Quindi non imperativi, ma promesse; ecco la tesi di base su cui Baharier sviluppa un percorso di lettura personale che ribalta la concezione classica dei dieci comandamenti e ci propone una rilettura del decalogo come non lo abbiamo mai sentito raccontare.
Destinatari
Un ampio pubblico
Autore
Haim Baharier è nato nel 1947 a Parigi da genitori ebrei di origine polacca. È stato allievo di Léon Askenazi e di Emmanuel Lévinas, oltre che del grande maestro hassidico rabbi Israel di Gur. Matematico di formazione, ha studiato in Francia, dove è stato abilitato alla psicanalisi, e negli Stati Uniti. In Italia è considerato uno tra i principali esponenti del pensiero ebraico nel nostro paese. Fa il consulente aziendale e ha tenuto a Milano delle lezioni seguitissime. Ha pubblicato La Genesi spiegata da mia figlia (Garzanti 2006) e IlTacchino pensante (Garzanti 2008).
Punti forti
Un autore già noto al grande pubblico.
L’autore sarà impegnato in un tour teatrale legato al volume.
Alla base del volume vi è un pensiero originale e profondo.
Dopo i trionfali tour teatrali, Haim Baharier, il rabbino più noto d’Italia,“il pensatore che fa volare”, ritorna con un nuovo libro!
Leopoldo Mandic, è un santo affascinante: frate minore cappuccino a Padova, coltivò sin da bambino due desideri: diventare sacerdote e partire missionario per la Dalmazia. Divenne sacerdote, ma malaticcio, balbuziente, claudicante, dovette stare rinchiuso, per ubbidienza, per tutta la vita in una celletta-confessionale ad accogliere penitenti anche tredici ore al giorno. Il piccolo frate dispenserà la misericordia infinita del "Padrone Iddio" a un numero non quantificabile di anime facendo del sacramento della confessione un capolavoro. Morto per un tumore, dal 2020 Santa Romana Chiesa lo ha nominato protettore dei malati oncologici.
«...Lo scriviamo assieme! Facciamo nell’arco finale della vita quello che avremmo dovuto fare nel 1970». Con queste parole don Gianni mi disse di getto che avremmo scritto assieme quel libro su Dossetti di cui gli avevo appena sottoposta una traccia sommaria. Nasce così il volume che avete tra le mani, frutto di un comune, appassionante, continuo lavoro di approfondimento, confronto e verifica che mi ha reso possibile essergli particolarmente vicino nell’ultimo scorcio della sua vita. Il volume è articolato su due testi – Costituzione & politica e Dossetti, il monaco «Principe» – la cui logica è, tuttavia, assolutamente unitaria. L’impianto di lettura del dossettismo, già impostato da don Gianni nei suoi indimenticabili volumi sulla storia della Dc, è punto di riferimento dominante e i due saggi si presuppongono e arricchiscono vicendevolmente. Al tempo stesso, vi è molto di nuovo nella «biografia politico-culturale» tracciata nelle pagine di Dossetti, il monaco «Principe» perché vengono messi a fuoco e documentati aspetti, scenari e connessioni di pensiero della seconda fase del dossettismo ancora inesplorati: il concetto di Costituzione come fondazione della legittimità della politica, le radici dell’«antiberlusconismo», il rapporto del dossettismo con la «cultura giustizialista» e con l’affermarsi della sua egemonia sulla sinistra. Anche su queste novità don Gianni struttura l’analisi lucida e profetica, ma inesorabile, che possiamo leggere in Costituzione & politica: pagine da lui scritte con entusiasmo e rigore, ma con grande sofferenza, per l’affetto e il rispetto che nutriva nei confronti del vecchio amico, pur nella critica radicale del suo pensiero.
La notte può contenere momenti di disorientamento e di chiarezza riflessiva, perdite difficili e sorprendenti nuovi inizi; può metterci in contatto con le domande che riguardano l’identità (chi siamo in noi stessi e in rapporto con gli altri), la realtà (che cosa viviamo e che cosa vorremmo vivere), il significato (perché siamo qui e qual è lo scopo di ciò che ci accade), la comunità (alla quale apparteniamo) e il tempo (quando accadranno sviluppi positivi). Per ciascuna di queste domande, che hanno una rilevanza sia individuale che sociale, il volume esplora storie e riflessioni che possono aiutare a coltivare e vivere la speranza. È difficile definirla, la speranza, così come è difficile definire l’amore. È più facile conoscerla vivendola.
Note sull'autore
Luca Badetti insegna al John Felice Rome Center della Loyola University Chicago. Coniugando la sua formazione in teologia, psicologia clinica e disability studies, con la sua esperienza di leadership comunitaria inclusiva, propone un approccio alla crescita individuale e sociale attento ai bisogni psicologici e spirituali della persona. Ha scritto Io Credo in Te (San Paolo, 2021).
Dall’esperienza di condivisione con persone ferite nell’intimo e con famiglie di persone disabili, Luca Badetti, che unisce la competenza clinica con una formazione teologica e un’esperienza di vita in condivisione con gli ultimi, ci conduce in un percorso interiore che può rinnovare completamente le nostre vite.
Da domande su come credere in se stessi e nell’altro; in che modo possiamo vivere chi siamo realmente e relazionarsi con gli altri, oltre alle maschere e alle proiezioni, questo libro, basato su storie semplici e significative di una comunità con persone con disabilità, riunisce intuizioni psicologiche e spirituali per un’autentica vita individuale e comunitaria.
Luca Badetti, PhD, insegna Teologia al John Felice Rome Center (Loyola University Chicago). Originario di Roma, ha ricevuto una formazione interdisciplinare in teologia, psicologia e disability studies negli Stati Uniti. Da anni è coinvolto ne L’Arche a livello internazionale (Italia, Francia, USA), avendo vissuto in varie comunità e avendo ricoperto ruoli di responsabilità e coordinamento.

